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Capitolo 3

<<stai tranquilla piccolina torno presto>> mi disse lui accarezzandomi i capelli.

<<non fare tardi, va bene?>> lui annuì e uscì dalla mia stanza.
Erano passate due ore da quando se ne era andato e io ero alla finestra per controllare quando sarebbe tornato a casa con la sua amata moto, comprata solo qualche settimana prima. Dopo un'altra ora ancora niente, io ero lì ad aspettarlo, appoggiata al davanzale.

Ad un tratto vidi la luce dei fari di una moto avvicinarsi, era tornato. L'unica luce accesa era quella della mia camera al secondo piano che dava proprio sulla strada. Lui era lì sulla sua moto, stava osservando la mia finestra mentre si avvicinava sempre di piú alla casa, io lo salutai con una mano, lui mi sorrise. Quella strada era a doppio senso anche se era molto stretta.

Io vedevo solo il suo bellissimo sorriso, poi una corsa, due fari accecanti, uno schianto, poi più nulla.

Mi svegliai di soprassalto tutta sudata e con il fiatone, mi girai verso il comodino e sbirciai in direzione della sveglia, erano le 4:30, potevo dormire ancora un po', ci provai, ma non ce la feci, così uscii dalla mia stanza e mi diressi verso quella di Nigel, aprii la porta e mi sdrai sul letto vicino a lui.
Lui si mosse e si svegliò appena mi sentì vicino.

<<che succede?>> mi chiese assonnato.

<<l'ho sognato di nuovo>> gli dissi, il suo sguardo si addolcì e mi abbracciò cullandomi facendomi finalmente riprendere sonno.


La mattina dopo mi svegliai a causa del venticello fresco che entrava dalla finestra semi aperta. Durante la notte Nigel si era appropriato di tutta la coperta tirandola verso di lui e io ero morta di freddo. Stava dormendo ancora beato, così mi alzai e tornai in camera mia per prepararmi.

Dopo essermi lavata mi truccai giusto per rendermi un attimo presentabile e dopo essermi vestita e aver fatto colazione, uscimmo di casa per andare a scuola.

Appena uscimmo dalla macchina notammo Ivy e gli altri che parlavano all'entrata della scuola, Nigel mi mise come al solito un braccio intorno alle spalle e ci dirigemmo lì.

<<ciao ragazzi>> ci salutò lei.

<< ciao!>> la salutammo anche noi mentre ci riunivamo tutti, stavamo salutando anche gli altri quando un gruppo di ragazze si accalcarono in un solo punto: Duncan Foster stava scendendo dalla sua moto, e se solo non lo avessi conosciuto bene, probabilmente avrei sbavato anche io assieme a quelle ragazzine del primo anno. Non stavo esagerando, quel ragazzo era davvero bellissimo e questo lui lo sapeva bene usandolo a proprio vantaggio. Dovetti cercare di tornare sulla terra quando vidi che si stava avvicinando a noi raggiunto dai suoi due amici, si fermò davanti al fratello e gli disse che erano invitati alla festa di Robert che si sarebbe tenuta quella sera e che poteva portare chi voleva, poi si accorse di me.

<< ci rincontriamo>> disse rivolto a me facendo l'occhiolino, lo guardai. La paura che provavo anni prima, c'era ancora, più debole, ma c'era. Dopo tutto ciò che mi aveva fatto non si ricordava neanche di me e ciò mi fece solo infuriare di più. Stavo per rispondere piccata quando venni preceduta da Nigel.

<<Sparisci Foster>> sputò fuori.

<<oh, fidanzato geloso?>> mi chiese mentre girava i tacchi.

<<Mio fratello è proprio un coglione. In più cieco, siete uguali cazzo, come fa a scambiavi per una coppia?>> disse Ryan facendoci ridere.

<<allora chi viene alla festa?>> ci chiese.

<<io no, ma Nigel si>> risposi per tutti e due.

<<noo, come mai?>> chiese Molly.

<<non sono tipa da feste>> risposi semplicemente alzando le spalle mentre ci dirigevamo all'interno dell'edificio.


Quando tornammo a casa, ero molto stanca, così decisi di fare un sonnellino prima di fare i compiti.
Mi risvegliai verso le cinque, presi il libro di filosofia e mi misi a studiare sulla scrivania. Niente, non riuscivo a capire niente, continuavano ad apparirmi davanti due occhi scuri come la pece. Qualcosa di lui mi attirava, ma non riuscivo a capire che cosa... un attimo, fermi tutti, quello era lo stronzo numero uno al mondo, l'unica cosa sensata da fare con lui era stargli lontano.

Mi rassegnai a studiare perchè tanto non ci sarei riuscita, così decisi di impiegare il tempo in modo più utile. Scesi in cucina e tirai fuori tutti gli ingredienti per fare la mia famosa torta al cioccolato e mascarpone. Era una cosa che facevo spesso, cucinare intendevo, mi rilassava e mi aiutava a svuotare la mente.

<<Mel vieni a darmi una mano >> sentii gridare Nigel da camera sua, così chiusi il libro di filosofia che avevo riaperto un'ora prima e guardai l'ora , le 21:30, Nigel se ne sarebbe andato alla festa entro poco. Aveva insistito affinché andassi anche io, ma non ero mai stata una ragazza da festa, con tutta quella gente sudata che si struscia e quell'odore nauseante di corpi sudati misto ad alcol, nah proprio non era il mio ambiente.

Probabilmente mi chiamava per chiedermi consiglio su come vestirsi, lo facevamo spesso, sopratutto lui con me, controllava sempre che non mettessi abiti troppo corti o scollati, per quanto lo negasse era geloso della sua sorellina e anche se dolce, la maggior parte delle volte non gli davo retta vestendomi come volevo io.

Entrai in camera sua e lo vidi lì a torso nudo di fronte all'armadio con tutti i vestiti sparsi per terra.

<<guarda che disastro hai fatto Nigel!>> lo rimproverai, mentre raccoglievo i vestiti che mi si presentavano davanti mentre camminavo nella sua direzione.

<<lo so, è solo che non riesco a trovare la t-shirt bianca con le strisce nere sulle maniche>> disse con le mani nei capelli mentre mi guardava scoraggiato.

<<Hai controllato nel cassetto delle magliette?>>

<<certo Melinda, non sono così imbecille come credi>> rispose ironico. Alzai gli occhi al cielo e andai di fronte all'armadio spingendo mio fratello con un colpo d'anca. Mi chinai per controllare e... bingo! proprio come avevo detto io, mi alzai tirando a Nigel la maglietta per poi sedermi sul suo letto mentre si spruzzava il profumo.

<<non mi guardare così>> disse al mio riflesso nello specchio.

<<così come?>>

<<come se fossi un'imbecille>>

<<beh l'hai detto tu, non io>> risposi ridacchiando. Mi lanciò addosso la maglia che aveva usato quel pomeriggio per andare a correre.

<<ahh! che schifo Nigel, questa roba non basta lavarla, bisogna direttamente bruciarla>> dissi mentre la prendevo con la punta delle dita e mi tappavo il naso.

<<oh andiamo, non essere così perfettina>> gli lanciai la maglia e lui la prese al volo portandosela al naso e allontanandola subito dopo.

<<forse hai ragione>> disse facendomi ridere. <<allora? Come sto?>> mi chiese facendo una giravolta su se stesso.

<<bene, vedi che le stenderai tutte alla festa>> gli risposi con un occhiolino.

<<Ma lo sai che per me ci sei solo tu sorellina>> disse prendendomi in giro.

<<ma piantala Don Giovanni che con tutte le ragazze che sono passate in questi anni, non so nemmeno se ti ricordi come si chiama la tua povera sorellina>> dissi fingendo di asciugarmi una lacrima.

<<Patricia vero?>> gli lanciai un cuscino che ovviamente lui riuscì a schivare, poi mi sdraiai sul letto e lui si mise di fianco a me facendosi improvvisamente serio.

<<sicura che non vuoi venire alla festa Mel?>> mi chiese dolcemente girando la testa verso di me.

<<sai che non mi piacciono queste cose Nigel, non è il mio ambiente, finirebbe come le altre volte. Io mi sentirei a disagio e non farei altro che borbottare tutta la sera rovinandoti la festa. Piuttosto, vai che è tardi>> gli dissi con un sorriso dolce.

<<va bene, ora vado.>> si alzò dal letto e andò al piano di sotto con me al seguito.

<< stai in casa, non aprire la porta a nessuno e chiamami se hai bisogno>> mi ordinò lasciandomi un bacio sulla fronte.

<<si papà>> alzai gli occhi al cielo fingendo esasperazione e lui mi diede un pizzico sul fianco, prima di chiudersi la porta alle spalle.

Tornai in camera mia per riprendere con filosofia, i miei erano a cena fuori quindi sarei stata sola per tutta la sera, ma dopo poco mi addormentai sopra il libro, come spesso accadeva.

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