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Capitolo 25

Aprii la porta dell'infermeria che fortunatamente per noi non era chiusa a chiave. 

Entrammo e feci sedere Duncan sul lettino mentre prendevo tutto il necessario per medicarlo, anche da seduto era più alto di me. Dopo pochi secondi tornai da lui e appoggiai le cose al suo fianco.

Misi un po' di disinfettante sopra un pezzo di cotone e mi misi tra le sue gambe allungando la mano verso il taglio sul sopracciglio, ma non appena il cotone fu a contatto con la pelle, fece uno scatto indietro ispirando di colpo.

<<scusa>>mormorai facendolo riavvicinare, adagiai nuovamente il cotone al taglio, ma questa volta con più delicatezza concentrandomi a togliere il sangue da tutti i suoi tagli. Il sopracciglio si era gonfiato e lo zigomo stava diventando violaceo, appoggiai tutto ciò che avevo usato per medicarlo sul lettino, quando la mia attenzione fu catturata dalle sue mani con altrettanti tagli e sanguinanti, ma non avrei saputo dire se quel sangue appartenesse a lui o a Dean, in ogni caso, era da togliere. 

In silenzio presi un altro po' di cotone e ci versai sopra altro disinfettante. Gli presi la mano destra tra le mie e iniziai a disinfettare con cura, accertandomi di togliere tutto e lo stesso feci con la mano sinistra. 

<<tieni metti questo sopra la mano>> dissi passandogli il ghiaccio che lui accettò in silenzio.

Quando finii richiusi il flaconcino e mi allontanai per rimetterlo a posto, ma Duncan mi prese il braccio e mi riportò dov'ero, abbassò la testa poggiandola sulla mia spalla e rimase lì in silenzio. Io sospirai e alzai un mano per accarezzargli i capelli che mi pizzicavano la guancia.

<<perchè lo hai fatto?>> chiesi. Lui restò zitto così a lungo che pensai che non mi avrebbe risposto.

<<perchè nessuno si deve azzardare a trattarti così, specialmente con la forza>> ripose alzando la testa. Lo guardai e i persi nel vortice di emozioni che potevo vedere  nei suoi occhi... Sorrisi e alzai la mano per accarezzargli dolcemente lo zigomo ormai viola. Mi guardava così dolcemente che dubitai di avere di fronte Duncan Foster.

 Impercettibilmente lui si avvicinò a me e io chiusi gli occhi quando sentii il suo respiro caldo sul viso. Non aspettai molto che le sue labbra si posarono sulle mie, mi baciò lentamente e teneramente facendomi contorcere qualcosa nello stomaco. Sentivo il sapore metallico del poco sangue che era uscito ancora dal taglio sul labbro e questo mi fece ricordare di quello che il ragazzo che avevo davanti aveva appena fatto per me. La mia mano era ancora appoggiata alla sua guancia così la spostai accarezzandogli le spalle fino a far intrecciare le braccia dietro il suo collo desiderosa e stargli più vicino. Avevo una sua mano poggiata sul fianco e l'altra che mi accarezzava la schiena, quando arrivò a toccare la pelle lasciata nuda dallo spacco del vestito, il contatto con la sua mano gelata mi fece scattare in avanti facendomi aderire di più a lui, inevitabilmente misi le mani tra  i suoi capelli tirandoli leggermente mentre la sua mano planava sul mio sedere. Con quel bacio ci davamo dicendo quanto io avevo avuto bisogno di lui e quanto lui aveva bisogno di me, era una richiesta silenziosa di stargli accanto e capirlo.

Ci staccammo bisognosi d'aria proprio nel momento in cui la porta alle mie spalle venne spalancata.

<<si può sapere che cazzo è successo? Non ti posso lasciare sola un attimo che vengo a sapere che Dean e Duncan per poco non si ammazzavano!>> Nigel sembrava davvero arrabbiato e quando vide il moro dietro di me sembrava vedesse rosso.

<<cos'altro vuoi da mia sorella?>> gli chiese avvicinandosi minaccioso.

<<No fermo Nigel, lui ha solo cercato di aiutami! Dean voleva costringermi a baciarlo, mi stava facendo male, se Duncan non fosse intervenuto non so cosa avrei fatto>> dissi cercando di calmarlo.

<<è la verità?>>

<<si Clark è la verità, se tu non fossi stato imboscato chissà dove con Kensy probabilmente saresti intervenuto tu, ma visto che non c'eri...>> rispose Duncan facendo l'indifferente.

<<io... scusa Mel non dovevo lasciarti sola>> disse mio fratello scuotendo la testa.

<<ma no che dici, non potevi saperlo. E' comunque andato tutto bene, per quanto possibile... fortuna che c'era Duncan>>

<<Già, fortuna.... grazie>> porse la mano a Duncan che l'afferrò e gli fece un cenno con il capo.

<<bene, ora me ne devo andare. Ci si vede>> e così dicendo, quello che pochi minuti prima mi stava guardando come se fossi la cosa più preziosa del mondo, mi mandò una rapida occhiata per poi uscire e sparire nel corridoio.




Erano passati due giorni dalla festa e non avevo più sentito Duncan, lo avevo chiamato una volta per sapere come stesse, ma aveva risposto la segreteria.

Quel giorno era capodanno. Il giorno più atteso dall'anno, in quel giorno i vecchi progetti morivano e quelli nuovi nascevano. In quel giorno si cominciava a farsi delle promesse, che da parte mia puntualmente venivano infrante, si progettava una vita migliore, perché ogni anno trascorso ti rendeva più forte di prima.
Capodanno era sempre stato il giorno più bello dell'anno, almeno dal mio punto di vista, era come se ogni anno, durante questo giorno facessi la muta, come i serpenti, tutte le cose negative di quell'anno mi lasciavano per far spazio alle grandi aspettative di quello dopo, alle felicità che avrebbe portato, alle persone che avrei incontrato e alle nuove emozioni che avrei provato. Mi piaceva tanto quel giorno perché potevo dire "okay, ricominciamo da zero" e riuscivo a sentirmi più leggera e più sicura di me stessa. Quell'anno in particolare volevo lasciarmi tutto alle spalle per iniziare una nuova vita, senza più tristezze, senza più sofferenze, solo felicità e sorrisi. Ero convinta dentro di me che quell'anno sarei riuscita a dare una svolta positiva alla mia vita.

Dato che non avevano ancora dimesso mia madre dall'ospedale, ci eravamo messi d'accordo per festeggiarlo lì assieme a lei, in quella piccola stanza. A capodanno ci tenevo particolarmente a vestirmi bene, in modo tale che l'anno nuovo mi trovasse bella e pronta ad aspettarlo.
Per quell'occasione avevo comperato un tubino rosso, con le maniche lunghe e una scollatura a cuore a cui avevo abbinato delle decoltè oro brillantinate, i capelli li avevo legati in una crocchia ordinata lasciando liberi dei ciuffi mossi affinché mi incorniciassero il viso pallido, sulle labbra avevo messo un rossetto opaco di un rosso acceso e sugli occhi solo il mascara.
Quando fui pronta presi Sun in braccio e il suo guinzaglio appeso alla maniglia della porta di camera mia, andai in camera di mio fratello dove lo vidi tutto indaffarato ad arrotolarsi la camicia rossa fino ai gomiti, indossava dei jeans neri e i capelli li aveva tirati su grazie all'enorme quantità di gel che aveva usato.

<<allora? Sei pronto per andare?>> gli chiesi ancora con la mano sulla maniglia della sua porta.

<<certo, tu hai preso tutto?>> mi disse mentre mi raggiungeva fuori dalla stanza. In effetti mi ero dimenticata la borsa sul letto, se non ci fosse stato lui probabilmente avrei dimenticato anche la testa.

<<tieni Sun io vado a prendere la borsa>> gli dissi passandogli la cagnolina

<<ah sorellina se non ci fossi io..>> cominciò lui a dire scuotendo la testa divertito

<<probabilmente sarei già finita sotto una macchina>> finii io per lui. Era vero, ero così sbadata e tra le nuvole che non guardavo mai la strada prima di attraversare ed era lui a fermarmi prima di farmi investire, dovevo a lui 18 anni della mia vita. Questo pensiero mi fece sorridere, recuperai la mia clutch nera e mi affrettai a scendere le scale per raggiungere gli altri.

<<stai molto bene vestita così Melinda>> mi disse mia nonna sorridendo.

<<grazie nonna>> sorrisi anche io. Ci dividemmo per raggiungere l'ospedale, i nonni andarono in macchina con Max, mentre io e Nigel prendemmo la nostra auto. Quando fummo in macchina, accesi la radio e partì "drive by" dei train, una delle mie canzoni preferite.

<<Oh I was overwhelmed and frankly scared as hell, because I really fell for you>> mi misi a canticchiare mentre guardavo le luci della città passarmi davanti agli occhi, appoggiai la testa al finestrino ascoltando le parole della canzone e cantando qualche strofa di tanto in tanto, ero così immersa nei miei pensieri che non mi ero neanche accorta che fossimo già arrivati, mi girai verso mio fratello e lo sorpresi a fissarmi.

<<Io ci sono Melinda, lo sai vero? Ci sono e ci sarò sempre, pronto a guardarti le spalle>> mi disse di punto in bianco. Lì per lì rimasi spiazzata dalle sue parole, ma sapevo dalla luce che aveva negli occhi che mi stava dicendo la verità e che non avrebbe infranto la sua promessa. Gli sorrisi grata per quelle poche parole piene di affetto e lo abbracciai.

<<lo so bene fratellone, sappi che anche tu potrai contare sempre su di me. E ora andiamo a festeggiare>> dissi alzando le braccia in aria prima di uscire dalla macchina, quando chiusi la portiera una ventata gelida mi arrivò addosso facendomi venire un brivido dalla testa alla punta dell'alluce, mi chiusi come meglio potevo il cappotto e con gli altri mi avviai all'entrata dell'ospedale. All'entrata c'era un grosso albero di Natale pieno di palline colorate, sui muri c'erano appese delle ghirlande e dei festoni che si alternavano da rosso a oro, era tutto in pieno stile Natalizio. Entrammo nell'ascensore e ci dirigemmo in camera di mia madre, non avrei mai pensato di festeggiare un giorno così bello, in un posto tanto brutto quanto malinconico. Mia madre era stesa a letto come tutti i giorni, ma si vedeva che piano piano si stava riprendendo, i medici finalmente avevano scoperto che cosa le era successo, aveva avuto un altro ictus, ma leggero che fortunatamente non aveva lasciato danni, avevano detto in oltre che il fatto che l'avessimo trovata subito aveva influito positivamente sulla faccenda.


Ero dentro quella piccola stanzetta da troppo tempo, in più c'erano anche i parenti della signora che condivideva la stanza con mia madre, quindi eravamo in ventimila in una stanza che poteva contenere al massimo sei persone, mi sentivo soffocare così decisi di andare a farmi un giro per cambiare aria e dopo che avvertii tutti uscii dalla stanza. Di andare fuori proprio non se ne parlava dato che faceva troppo freddo, quindi decisi di proseguire per quel lungo corridoio per scoprire cosa ci fosse alla fine, probabilmente sarebbe finito con un vicolo cieco. 

Invece mi sbagliavo, dopo aver percorso il corridoio mi trovai davanti ad una porta scorrevole trasparente con scritto sopra "pediatria", sbirciai all'interno e vidi dei bambini giocare portandosi dietro l'asta di ferro con affacciata la flebo, non resistetti ed entrai.

L'aria all'interno era così allegra, che quasi non sembra fosse un'ospedale, le pareti erano tappezzate di disegni fatti dai bambini, dopo la porta che avevo appena superato c'erano delle stanze, un po' più avanti c'era un'area dedicata al gioco, alle pareti c'erano delle librerie piene di libri colorati e armadi che immaginai contenessero giochi, un tavolo da biliardino era situato al centro dell'area e dei bambini ci stavano giocando, solo che data la loro bassa statura dovevano usare dei rialzi per arrivare a vederci qualche cosa. Era così triste vedere dei bambini all'ospedale, sapevo che era una cosa normale, ma non mi sembrava giusto, ogni bambino aveva il diritto di poter correre in giro felice e sbucciarsi le ginocchia senza la continua paura delle ripercussioni sulla sua salute, ma quei bambini non sembravano pensarla allo stesso modo o almeno avevano trovato il modo di divertirsi senza correre il rischio di aggravare il loro stato di salute.

<<ciao, posso aiutarti? Stai cercando qualcuno?>> mi chiese una ragazza distogliendomi dai miei pensieri. A giudicare da come era vestita dove essere lì per fare animazione ai bambini, aveva un camicie bianco, dei grossi occhiali blu sul naso e un naso rosso da pagliaccio.

<<ciao, oh no non sto cercando nessuno, mi sono persa e sono entrata qui per sbaglio>> le risposi imbarazzata consapevole di essere stata beccata con le mani nel sacco.

<<farò finta di crederci>> mi disse sorridendo e osservando i bambini giocare.

<<mi dispiace così tanto per questi bambini, mi piacerebbe fare qualche cosa per loro>> le confessai guardandoli giocare davanti a me dopo attimi di silenzio.

<<beh sinceramente qualche cosa che puoi fare c'è>> mi disse lei <<siamo a corto di animatori, hanno tagliato i fondi alla fondazione, così molto se ne sono andati e ne stiamo cercando di nuovi che vengano qui gratis, solo per il piacere di portare un po' di allegria dentro questo mura>> mi spiegò guardandomi <<se sei interessata...>>

<<si, mi piacerebbe molto, potrei portare anche i miei amici>> le proposi

<<sarebbe fantastico, quando vorrai iniziare chiamami, io sono Valeria>> mi disse porgendomi un bigliettino da visita.

<<grazie, lo farò di certo>> le risposi, girai i tacchi  per non creare altro disturbo e tornai in camera da mia madre.

Quando la affiancai sedendomi sul bordo del suo letto, incrociai lo sguardo di una signora che doveva essere parente dell'altra signora sul lettino e mi sorrise, un sorriso pieno di emozioni. Vedevo la tristezza nei suoi occhi, la paura quanto me di perdere una persona amata, da quello che avevo capito alla "coinquilina" di mia madre avevano diagnosticato un cancro al terzo stadio, quello poteva essere l'ultimo capodanno che passava con la sua famiglia, questo pensiero mi mise, se possibile, ancora più tristezza, mi sarebbe piaciuto aiutarle tutte queste persone, trovavo ingiusto che la vita abbandonasse le persone alla stessa velocità di quando le aveva trovate.

<<hey Mel, tra poco si fa il conto alla rovescia>> mi disse Nigel sfregandosi le mani, con questa sua affermazione mi aveva riportata con i piedi per terra e di questo gli fui grata mentalmente.

<<pronta ad iniziare un nuovo anno?>> mi chiese il nonno sorridendomi teneramente.

<<mai stata più pronta di adesso>> gli confermai sicura della mia affermazione.

<<dieci>> iniziò a gridare la gente nelle alte stanze.

<<nove..>> via alle tristezze. 

<<otto..>> via alle paure.

 <<sette..>> via le negatività.

 <<sei..>> solo sorrisi.

 <<cinque..>> felicità.

 <<quattro>> nuove esperienze.

<<tre>> nuovi progetti da portare a termine.

 <<due..>> solo cose belle.

<<uno>>  quest'anno sarà diverso.

<<buon anno>> gridammo tutti in coro abbracciandoci a vicenda. Quell'edificio non sembrava più un'ospedale, non c'era più quell'aria pesante, ma solo grida di felicità.

<<buon anno amore della mamma>> mi disse mia madre abbracciandomi.

<<buon anno a te mamma>> le augurai a mia volta stringendola in un forte abbraccio carico d'amore.

Le infermiere sarebbero venute a cacciarci di lì a poco, così decidemmo di tornarcene a casa. Saremo tornati l'indomani. Salutammo mamma e poi tutti insieme tornammo alle auto, io ero stanca morta così lasciai a mio fratello le chiavi della macchina che per tutta la nostra permanenza nell'edificio erano rimaste nella mia borsa, lui le afferrò al volo e salì al volante, mi posizionai di fianco a lui e dopo aver allacciato la cintura aspettai che lui mettesse in moto per accendere l'aria calda. Arrivammo a casa quindici minuti dopo, io andai subito a rifugiarmi in camera mia con Sun al mio seguito, mi tolsi immediatamente i tacchi e mi slacciai la cerniera del vestito che pochi secondi dopo finì sul pavimento in legno scuro, non avevo neanche la forza per struccarmi, ma dovevo farlo o la mattina dopo chi mi avrebbe aiutato a scollare le cigli tra loro. Con mia sorpresa ci misi meno del previsto, così prima di andare sotto le coperte presi il telefono dalla clutch e mi buttai a peso morto sul lettone, mi allungai per spegnere l'abat-jour e mi infilai sotto il piumone, per poco non persi la vista quando in mezzo all'oscurità la luce del mio iPhone mi illuminò la faccia, mi affrettai ad abbassarla e sbloccai lo schermo per controllare tutti i messaggi che aveva inviato il gruppo dei miei amici, erano tutti auguri di buon anno, così risposi anche io e mi stupii dell'ultimo messaggio che visualizzai.

Da Duncan:
Buon anno raggio di sole, non smettere mai si essere te stessa. Buonanotte

A Duncan:
Buon anno anche a te Duncan.

Mi addormentai con il sorriso che Duncan, per la seconda notte, era riuscito a strapparmi prima di chiudere gli occhi ed entrare nel mio mondo che nessuno mi avrebbe mai portato via.





DETTO QUESTO VI LASCIO ALLA DOMANDA DI OGGI: quel è la vostra stagione preferita?
-autunno🍂🍄
BACI BACI Alice💋

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