Capitolo 24
Dopo tante proteste da parte mia, mia madre e mio fratello erano riusciti a convincermi ad andare al ballo scolastico che si sarebbe tenuto quella sera nella grande palestra della scuola. La mia scuola faceva il ballo durante le vacanze natalizie per aver occasione di festeggiare tutti insieme il Natale ed il capodanno, quell'anno avevano deciso di tenerlo il 29 Dicembre, infatti non mi aspettavo che ci sarebbe stata molta gente, la maggior parte degli alunni probabilmente erano andati via per festeggiare in famiglia.
<<sei sicura che non vuoi che resti qui con te?>> chiesi a mia madre per la milionesima volta quel giorno, ma sentendola sbuffare mi rassegnai.
<<si Melinda sono sicura, sta sera voglio che tu vada a divertirti, sono tre giorni che sei chiusa in questa stanza di ospedale con me>> mi disse guardandomi storto. Cavolo, erano già passati tre giorni, ero rimasta con mia madre per tutto quel tempo che neanche mi ero accorta di quando scorresse veloce.
<<okay va bene, allora io ora vado a casa a prepararmi>> le dissi mentre mi avvicinavo per darle un bacio sulla guancia, lei mi sorrise poco prima che io chiudessi la porta della sua stanza. Rimasi con la mano attaccata alla maniglia ancora dei secondi, lottando contro me stessa per non tornare dentro e inchiodarmi alla poltrona vicino al letto fino alla fine della serata. Mi decisi a lasciarla andare e presi l'ascensore per andare nel parcheggio a prendere la macchina, ovviamente si era messo a diluviare proprio il giorno in cui io ero uscita senza ombrello, la macchina era anche abbastanza lontana quindi mi saresti bagnata sicuramente. Misi la borsa sotto la giacca e mi misi a correre sperando di non scivolare, presi in pieno un paio di pozzanghere e mi bagnai i pantaloni fino al ginocchio. Continuavo a correre avvicinandomi sempre di più alla macchina quando dei fari alla mia destra mi fecero spaventare a morte, per poco non scivolai e quando tornai stabile mi girai di fronte alla macchina guardando furiosa il posto del guidatore che non vedevo da chi era occupato, gli alzai il medio e continuai a correre, ormai ero completamente fradicia, avevo i capelli incollati alla faccia, ma poco mi importava, stavo per essere messa sotto da un'auto, quella era di sicuro l'alternativa migliore. Guardai ancora in direzione della macchina e vidi che non partiva, il guidatore continuava ad accendere il motore, ma l'auto non ne voleva sapere. Continuai a proseguire per la mia strada, camminando sta volta tanto ero già bagnata fradicia, quando vidi la mia macchina per poco non mi misi a fare i salti di gioia, aprii lo sportello molto velocemente e mi ci fiondai dentro, lanciai la borsa sul sedile del passeggero e appoggiai la testa al sedile, guardai l'orologio posizionato sul cruscotto, erano le 17:30, questo voleva dire che mi rimanevano ancora quattro ore prima di andare al ballo.
Qualcuno bussò al mio finestrino facendomi spaventare di nuovo.
<<ma che cos'è oggi, la giornata facciamo prendere infarti a Melinda?>> chiesi scocciata mentre abbassavo il finestrino, la persona che aveva bussato la conoscevo molto bene.
<<ei Duncan cosa vuoi?>> chiesi guardandolo, anche lui era bagnato fradicio e quel giubbotto di pelle che aveva addosso non doveva tenere molto caldo visto che stava tremando come un pulcino.
<<non è che potresti darmi un passaggio a casa? La mia macchina non parte>> mi chiese velocemente.
<<è il suv nero? Quello che mi stava investendo?>> chiesi scioccata.
<<già proprio quello>> mi disse cercando di nascondere un sorriso.
<<no, mi dispiace, non c'è spazio per i seriali killer nella mia macchina>> risposi mentre alzavo il finestrino, così avrebbe imparato a non farmi brutti scherzi.
<<andiamo raggio di sole non ti avevo vista e poi potrei ringraziarti in un modo che apprezzeresti sicuramente>> disse tenendo la mano sul bordo del finestrino costringendomi a lasciarlo aperto. Per quanto fossi innervosita dal suo comportamento, non potevo lasciarlo lì in mezzo a un parcheggio sotto la pioggia, non ero così cattiva. Non lo facevo per la ricompensa ovvio, anche se quel pensiero mi era balenato in testa per un secondo quando ne aveva parlato.
<<va bene sali>> gli dissi togliendo la sicura e alzando il finestrino, lui fece il giro della macchina e dopo aver lanciato la mia borsa nei sedili posteriori guadagnandosi una mia occhiataccia, si sedette vicino a me. Misi in moto il motore, ingranai la marcia e uscii dal buco che aveva preso la mia macchina.
<<metti la cintura>> gli dissi dopo averlo controllato con la coda dell'occhio, lui sbuffò e con forza chiuse la sicura.
<<va bene mamma>> mi derise tornando a guardare la strada, vedendo che stava tremendo di freddo accesi l'aria calda e gli posizionai il getto addosso sperando che si riscaldasse almeno un poco.
Erano passati cinque minuti da quando eravamo usciti dal parcheggio e un silenzio imbarazzante invadeva l'abitacolo, fui grata a tutti i santi del cielo quando Duncan si decise a rompere il ghiaccio.
<<allora... come mai eri all'ospedale?>> mi chiese girandosi verso di me. Okay forse avrebbe fatto meglio a rimanere zitto, cosa gli potevo rispondere? Non volevo dirgli il vero motivo della mia permanenza in ospedale, non volevo che si sapesse in giro che mia madre era stata male.
<<mm... le solite visite di controllo, sai...>> risposi vaga tenendo sempre lo sguardo incollato alla strada davanti a me <<tu?>> gli chiesi, più che per cortesia, per curiosità.
<<ho dato un passaggio mia mamma, doveva fare visita ad una sua amica...>> mi rispose sempre tenendo lo sguardo fisso su di me, mi metteva in soggezione essere fissata dagli altri, soprattutto da lui.
<<che amica?>> chiesi.
<<ma, una sua vecchia amica, lei ne ha tante, ora mai ho perso il conto, ma non credo tu la conosca, si chiama Lauren>> mi rispose riportando finalmente lo sguardo sulla strada. Il resto del tragitto lo passammo in silenzio, ma non più imbarazzante come quello di prima, era più un silenzio rilassante, quando parcheggiai di fronte a casa sua aveva smesso di piovere, ma lui non si decideva a scendere.
<<Duncan>> lo richiamai passandogli una mano davanti agli occhi, lui si scosse e tornò al mondo reale <<siamo arrivati>> gli dissi.
<<oh si, grazie per il passaggio>> mi disse lui scendendo dalla macchina, si fermò con un piede dentro ed un piede fuori e riportò il suo sguardo su di me.
<<come facevi a sapere dove abitavo?>> mi chiese.
<<ho accompagnato Ryan una volta..>> gli dissi la prima scusa plausibile che mi balzò in testa, lui annuì e sbatté la portiera facendomi sobbalzare, non avrebbe mai imparato le buone maniere, cominciò a camminare lungo il vialetto e si girò per farmi un cenno con la mano, lo salutai a mia volta e partii diretta a casa.
Quando ero tornata a casa quel pomeriggio mi ero subito immersa nella vasca piena di acqua bollente e ci ero rimasta per quaranta minuti, quando ero uscita avevo le dita sia dei piedi che delle mani tutte rugose, feci in tempo a mettermi una tuta comoda che suonarono al campanello.
<<ciao Ivy>> le salutai visibilmente sorpresa quando mi passò accanto per entrare in casa.
<<ciao Mel, ho pensato che potevamo prepararci insieme, ho portato un po' di roba>>
<<Lo vedo>> risposi ridacchiando mentre osservavo il borsone che aveva appoggiato ai suoi piedi.
<<vieni ti faccio strada>> mi seguii e l'accompagnai di sopra in camera mia. <<vuoi qualcosa da bere? ho appena preparato il the, ce ne sono due tazze se lo vuoi>> proposi
<<si perchè no>> Scesi al piano di sotto a prendere il vassoio che avevo preparato pochi attimi prima e dopo aver preso anche due tazze salii in camera.
<<allora... come va?>> mi chiese riferendosi a mia madre. Era l'unica a cui avevo detto che era stata male, nemmeno gli altri del gruppo lo sapevano.
<<tutto bene, sono tornata un'oretta fa dall'ospedale>> risposi mentre versavo il the e mi sedevo sul letto.
<<mi fa piacere che stia meglio. E invece con Duncan come va?>> mi chiese diretta facendomi andare di traverso quello che stavo bevendo.
<<emm... normale, cioè cos'è che dovrebbe andare esattamente?>> chiesi rossa
<<oltre alle vostre lingue dici? mhh... non saprei dimmelo tu>> rispose con un sorrisetto di chi la sapeva lunga.
Sospirai e pensai a cosa risponderle, in fondo non stava andando nulla, era la verità.
<<ci siamo baciati>> sputai il rospo
<<questo lo so, vi ho visto io, non mi toglierò mai dalla testa quel momento>> ridacchiò
<<tre volte>> continuai guardandola colpevole. Fece un piccolo urletto e saltò sul letto facendo cadere un po' di te sul copriletto, fa niente almeno profumava di vaniglia.
<<quando? come? cioè il come lo posso immaginare, ma insomma... perchè?>> chiese tutto d'un fiato.
<<non lo so perchè! e questa cosa mi sta facendo impazzire, sembra che ogni volta che ci vediamo, ci vogliamo saltare addosso e questa cosa non va bene, non va per niente bene>>
<<perchè no? Insomma non ci vedo nulla di sbagliato>> lei non sapeva del mio passato con Duncan e per questo non poteva capire.
<<invece è tutto sbagliato>> risposi chinandomi su me stessa e mettendomi la testa fra le gambe incrociate.
Alzai lo sguardo incrociando quello interrogativo di Ivy, presi un respiro e cercai di assemblare un discorso per poterle raccontare brevemente il perchè tutto ciò fosse un enorme errore.
<<Ivy noi ci conosciamo da quando siamo bambini, o almeno, le nostre madri sono sempre state amiche, ma non ci costrinsero a legare in nessun modo e non so se questo fu una cosa negativa o positiva perchè cominciai a vedere Duncan solo a scuola e mi trattava nel peggiore dei modi. Oltre ad avermi chiusa in uno sgabuzzino, avermi messo una rana nell'armadietto ed essersi divertito a prendermi a pallonate, mi diceva che ero una nullità, che di me non importava niente a nessuno e che se fossi scomparsa nessuno se ne sarebbe accorto tanto ero invisibile. Ovviamente esagerava, ma agli occhi di una bambina di 11 anni tutto quello faceva male e sembrava reale, tanto che cominciai a complessarmi, ne uscii solo grazie ad uno psicologo più avanti per altri problemi. Quando ero a Brooklyn ho sentito mia madre parlare con Max e a quanto pare la sua famiglia aveva dei problemi da anni e stavano facendo di tutto per non sfasciarsi, forse era per quello che Dunan mi trattava male, ero il suo pungiball>> Ivy mi guardava in silenzio mentre elaborava quello che le avevo appena detto.
<<Ma lui sa chi sei? Voglio dire, ora, si ricorda di te vero?>> chiese
<<è questo il problema Iv, lui non mi ha riconosciuta, sono cambiata da quando me ne sono andata, ho cambiato taglio, tolto l'apparecchio, gli occhiali e sono dimagrita molto oltre che cresciuta. Lui non deve sapere chi sono oppure l'incubo ricomincerà>> riposi con voce lagnosa.
<< non credo Mel, dopotutto non credo che per lui cambi qualcosa ora. Mi sono accorta degli sguardi che vi lanciate, in più ogni volta che bisticciate è imbarazzante trovarsi in mezzo, manca solo che vi saltiate addosso e nessuno si stupirebbe. Dovresti dirglielo, lui... dovrebbe saperlo, almeno la prossima volta sarà consapevole di chi sta realmente palpeggiando>>
<<iv!>> urlai lanciandole un cuscino e scoppiando a ridere. <<ma qui abbiamo un altro problema, e si trova proprio nella stanza qui di fianco...>>
<<Nigel non lo sa?>> chiese sorpresa.
<<No non lo sa!, ed è un problema, un grosso problema, se lo sapesse non so se userebbe me per picchiare lui o viceversa. E' sempre stato molto protettivo nei miei confronti e Dunacan non gli è mai stato simpatico, hanno anche fatto a pugni un paio di volte da piccoli>> risposi.
<<amica, non vorrei essere nei tuoi panni. Bloccata per una persona che da un lato è super sexy e che in più è palese che provi interesse per te, dall'altro il tuo peggior nemico, il tuo incubo, tutto racchiuso nella stessa persona>>
<<Iv, così non mi aiuti... Meglio archiviare il discorso e iniziare a prepararci>>
Due ore dopo eravamo pronte, indossavo un abito color pesca senza le spalline, con il corpetto stretto a forma di cuore e poi scendeva morbido dalla vita in giù. Ivy invece aveva un abito celeste mono-spalla, le stava d'incanto.
Quando arrivammo di fronte a scuola, parcheggiai nel primo posto che trovai libero e ci incamminammo verso l'entrata, i ragazzi ci stavamo già aspettando così cercammo di raggiungerli in fretta.
<<ciao ragazzi>> salutai andando vicino a mio fratello che era uscito di casa prima di me <<ma come siamo belli sta sera>> mi complimentai aggiustandogli la cravatta.
<<grazie, anche tu non sei niente male>> mi rispose ridendo.
<<ciao bellissima>> mi salutò Dean dandomi un bacio sulla guancia.
<<ciao>> lo salutai mentre lo osservavo bene, i capelli castano chiaro erano tirati su grazie ad un gel, lo smoking metteva in risalto i suoi muscoli e la cravatta viola era in tinta al mio vestito, non era per niente male quella sera.
<<vogliamo entrare>> chiese Jack battendo i denti, in effetti faceva molto fretto, ma fortunatamente mi ero messa un cappotto pesante per evitare di ibernare, ci avviammo all'entrata della palestra sperando che ci fosse un bel tepore.
Quando entrammo rimasi senza fiato, era tutto bellissimo, delle lucine pendevano lasciando un po' di penombra, sulla sinistra c'erano dei tavoli con del cibo e delle bibite, di fronte c'era un piccolo palco con due troni sopra, supposi sarebbero stati per il re e la reginetta del ballo che avremmo scoperto durante la serata. Al centro c'era una grande pista da ballo dove dei ragazzi avevano già iniziato a ballare sulle note di "mama" di Jonas Blue. Mi sbagliavo a pensare che ci saprebbe stata poca gente, perché la palestra era piena zeppa di studenti.
Andai dritta verso il buffet, quella sera non avevo cenato e stavo morendo di fame, presi un piatto e mi misi in fila per prendere da mangiare, quando feci rifornimento tornai dagli altri che avevano presto posto ad un tavolino sulla destra della palestra, al gruppo si era unito anche Ryan durante la mia assenza.
<<ciao Ryan>> lo salutai sedendomi a fianco a lui.
<<ciao Mel>> mi salutò regalandomi un sorriso, mi guardai in torno in cerca di Duncan e lo trovai ad un angolo della palestra mentre litigava con Cassie, lei indossava un vestito corto fino al ginocchio, rosso e con una profonda scollatura. Lui doveva aver sentito il mio sguardo addosso perché si guardò attorno e non appena mi vide ricambiò il mio sguardo, mi girai all'istante dall'imbarazzo e cercai di tornare al discorso che stavano facendo i ragazzi.
Ad un certo punto partì una canzone lenta e tutte le coppie si affrettarono ad affollare la pista, quando Nigel si alzò, mi sembrò strano, lui mi guardò e vide il mio sguardo indagatore.
<<vedi quella ragazza là? Quella con il vestito giallo? Gli ho messo gli occhi addosso da un mesetto, vedo se riesco a rubarle un ballo>> mi spiegò prima di dirigersi verso la ragazza.
<<vuole concedermi questo ballo signorina?>> chiese Dean davanti a me porgendomi la mano.
<<con molto piacere>> gli risposi ridacchiando e afferrando la sua mano, mi condusse in mezzo alla pista e mi poggiò le mani sui fianchi, allacciai le braccia dietro al suo collo e cominciammo a dondolare a ritmo di musica.
<<stai davvero bene vestita così>> mi disse guardandomi dritta negli occhi.
<<grazie>> risposi arrossendo e abbassando lo sguardo imbarazzata. Vidi che piano piano Dean stava avvicinando il suo viso al mio, lì entrai in panico, io non volevo baciarlo.
<<non, non mi sembra il caso Dean>> dissi spostando la faccia facondo in modo che mi baciasse la guancia.
<<perchè no?>> chiese irritato
<<perchè io non provo lo stesso che provi tu e... ecco... non vorrei rovinare la nostra amicizia>> risposi. Lui mi guardò malissimo e per poi stringere ancora di più le sue braccia attorno a me e avvicinare di nuovo il viso, cercai di spingerlo via mentre lui continuava a stringermi.
<<Lasciami dean! lasciami!>>
Il secondo dopo Dean era per terra e Duncan gli stava sopra prendendolo a pugni. Dean riuscì a toglierselo di dosso ribaltando la situazione e posizionandosi sopra al moro ricambiando con una serie di pugni, fortunatamente Duncan di stava proteggendo con un braccio o Dean gli avrebbe spaccato la faccia. Duncan riuscì a spingerlo lontano e rialzarsi in tempo per correre contro di lui e sbatterlo contro il muro mentre gli tirava un altro gancio.
Sembrava che tutti si fossero pietrificati, nessuno stava muovendo un dito per aiutarli e loro continuavano a darsele.
<<qualcuno li fermi!>> Urlai proprio mentre Ryan e Jack si stavano facendo spazio prendendone uno a testa e allontanandoli mentre i due idioti continuavano a scalciare come cavalli.
Corsi e mi misi davanti a Duncan cercando di incontrare il suo sguardo, ma non ne voleva sapere, così presi il suo viso tra le mani e lo costrinsi a guadarmi. Era furioso, sembrava che avesse il fuoco dentro gli occhi mentre respirava pesantemente cercando di riprendere il controllo. Gli accarezzai la guancia mentre si calmava e mi concentrai sul suo labbro da cui scorreva un bel po' di sangue che gli aveva sporcato la camicia bianca che portava, aveva un taglio sul sopracciglio e uno sullo zigomo destro, se lui era conciato così, avevo paura di girarmi a guardare Dean, Duncan lo aveva picchiato molto più duro.
Quando ci calmò lo presi per una manica e senza dire una parola lo trascinai fuori dalla palestra.
DOMANDA:
Qual è la canzone che state ascoltando di più al momento?
- mama di Jones Blue, ragazzi mi è entrata nella testa e non riesco più a farla uscire
BACI BACI Alice💋
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