Capitolo 22
<<non lasciarmi, non andartene>> continuavo a ripetergli sperando che aprisse gli occhi. Le mie lacrime gli cadevano sulle sue guance bagnandogliele mentre pregavo che riaprisse gli occhi. Non poteva lasciarmi in quel modo brutale, con la consapevolezza che lo avevo ucciso io. Continuavo a tirargli schiaffi sulle guance per farlo svegliare.
<<M-melinda, non piangere, lo sai che non mi piace quando piangi>> mi disse lui con voce lieve mentre tossiva. La porta alle mie spalle si era aperta ed i miei genitori uscirono di corsa con il mio gemello alle spalle. Qualcuno mi chiamava da lontano, ma io riuscivo solo a sentire il battito del cuore del ragazzo steso a terra davanti a me, cercava di tenere gli occhi aperti, ma si vedeva che faceva fatica. Mi presero di peso e mi allontanarono dal corpo, il viso di mia madre era alla stessa altezza del mio, mi stava parlando, mi stava dicendo qualche cosa che però non riuscivo a capire. Non sentivo niente, nella mia testa c'era solo il rimbombo del mio cuore che batteva forte, avevo il fiato corto e non vedevo niente per via degli occhi pieni di lacrime, sentii il rumore delle sirene dell'ambulanza in lontananza, fu quello che mi riportò alla realtà.
Non mi ero neanche accorta che mio fratello mi stava stringendo tra le braccia dicendomi di stare tranquilla. L'ambulanza arrivò dopo pochi secondi e misero il corpo steso a terra su una barella, mio padre salì a bordo con lui diretto verso l'ospedale. Non potevo credere che la causa di tutto questo fossi io.
Mi svegliai di soprassalto tutta sudata e avvolta nelle coperte.
<<hey Melinda svegliati che tra un po' arriveranno i nonni, tutto bene? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma>> mio fratello era appena entrato in camera mia vestito di tutto punto. Io ero ancora scossa dal mio incubo per spiccicare parola, così gli feci segno con la mano di uscire dalla stanza. Non appena chiuse la porta mi ributtai sul letto e mi misi a fissare il soffitto, non vedevo i miei nonni da molto tempo, loro erano i genitori di mia madre e non venivano a trovarci spesso perché abitavano in un'altra città.
Decisi di alzarmi dopo essermi fatta la lista mentale delle cose che dovevo fare, per prima cosa dovevo rendermi presentabile, quindi andai in bagno e mi feci una bella doccia calda, poi mi misi addosso un vestito a collo alto rosso, delle ballerine nere e mi legai i capelli in uno chignon ordinato. Quando scesi giù in cucina sembrava che fosse esplosa una bomba, c'erano teglie, padelle e pentole dappertutto.
<<che cosa è successo qua?>> chiesi a mia madre. Portava un grembiule da cuoca con i cappelli degli elfi sparsi a caso sul tessuto e un cerchietto con delle corna di renna sulla testa, molto natalizia...
<<i nonni dovrebbero arrivare tra poco e deve essere tutto perfetto>> mi spiegò mentre correva da una parte all'altra della cucina.
<<okay mamma va bene, ora tu vai in camera e ti vesti che qui ci penso io a mettere tutto in ordine>> le dissi prendendo la spugnetta per i piatti dalle sue mani, lei si avviò su per le scale dopo avermi ringraziata e io mi misi a lavare tutta quella marea di roba sperando che i nonni avessero incontrato un po' di traffico.
Dopo quelli che mi sembrarono anni, finii di lavare tutte quelle pentole e pentolini, Nigel era seduto sull'isola dietro di me che mi guardava sgobbare mentre si mangiava una mela.
<<grazie per avermi aiutato Nigel, davvero non dovevi sforzarti così tanto>> gli dissi sarcastica mentre asciugavo la pozza che si era creata ai miei piedi.
<<non c'è di che sorellina, potresti buttarmelo per favore>> mi chiese mettendomi il suo avanzo di mela in mano e andando sul divano.
<<scansafatiche>> mormorai tra me e me.
<<ti ho sentita>> mi urlò dalla sala.
<<ti ho sentita>> lo scimmiottai sempre a bassa voce
<<ho sentito anche questo>> mi urlò di nuovo. Sbuffai e dopo aver messo a posto il canovaccio e andai anche io in sala per poi buttarmi sul divano a guardare il programma idiota che stava guardando mio fratello, Nigel mi sorrise a mi fece cenno di andare vicino a lui e restammo vicini fino a quando non sentimmo il campanello suonare. Un urlo arrivo dal primo piano e mia madre apparve nel corridoio mentre correva sui tacchi diretta alla porta di casa.
<<sono arrivati>> emise in un urlo soffocato dall'emozione mentre apriva la porta.
<<Laurenn>> salutò nonna Marcy entrando in casa seguita da nonno Paul <<Nigel! Melinda!>> corse ad abbracciarci.
<<ciao nonna>> la salutammo ricambiando l'abbraccio <<ciao nonno>> mi staccai dall'abbraccio della nonna per correre tra le braccia di nonno Paul.
Io e lui avevamo sempre avuto un rapporto diverso da quello che aveva con gli altri nipoti, forse perché ero la più "piccola", forse perché ero l'unica femmina, non so il perché ma il nostro rapporto era speciale, ogni volta che li andavo a trovare mi dava sempre qualche cosa di suo, sopratutto libri, diceva che così avevo sempre più un pezzo di lui nel cuore, era davvero dolcissimo, il nonno migliore che si potesse desiderare.
<<ciao piccolina>> mi abbracciò <<come stai?>> mi chiese mentre andavamo in cucina.
<<tutto bene nonno, e tu?>> chiesi a mia volta
<<sto benissimo, sono una roccia io, lo sai. A proposito devo darti una cosa dopo>> mi disse facendomi un occhiolino e proseguì verso la cucina per salutare gli altri, sorrisi tra me e me e mi avviai con gli altri al tavolo.
Dopo due ore avevo lo stomaco pieno di cibo e la testa piena di chiacchiere, sentivo che il vestito stava per strapparsi da quanto era tirato sui fianchi. Subito dopo l'arrivo dei nonni, ci era arrivata una chiamata da zia Rose che diceva che non potevano partite perché c'era stata una grossa bufera e avevano cancellato il loro volo così con molta tristezza, solo da parte di Max, avevamo cominciato a mangiare senza di loro.
<<bene, ora tutti in sala che è l'ora di aprire i regali>> annuncio Max, Nigel si mise a urlare come un bambino. Ci dirigemmo tutti in salotto e ci sedemmo attorno all'albero, io mi sedetti per terra vicino alle gambe del nonno che era seduto sulla poltrona.
<<Nigel questo è per te>> disse mamma passando un pacco a mio fratello, lui lo preso entusiasta e lo scartò in tutta fretta. <<wow, mamma, Max, grazie>> disse sorridendo come un bambino, tra le mani aveva la stessa maglietta che mi aveva fatto vedere la commessa al negozio sportivo, fortunatamente non l'avevo presa.
<<Melinda questo è per te>> Max mi passò una scatola rossa con un fiocco dorato sopra, quando la aprii non credetti ai miei occhi, dentro quella scatola c'era un cucciolo di Labrador color panna.
<<oddio, che bello!>> urlai prendendolo in braccio e tirandolo fuori dalla scatola, me lo misi addosso e lui cominciò a leccarmi le mani.
<<è una femmina, dovresti sceglierli il nome>> mi spiego mia mamma.
<<hey non vale, anche io lo voglio>> si lamentò Nigel facendo il bambino.
<<va bene, se vuoi lo dividiamo>> gli sorrisi mentre coccolavo il cucciolo. <<però il nome lo decido io>> gli dissi facendogli la linguaccia, lui alzò gli occhi al cielo e nascose un sorriso.
<<bene, ora tocca ai nonni>> mia madre passò i pacchi ai nonni. I nostri regali li piacquero molto, il nonno era saltato sulla poltrona per l'emozione, diceva che quei gemelli erano perfetti e i più belli che avesse mai visto, ovviamente lo diceva solo perché glieli avevamo regalati io e Nigel, ma mi fece piacere lo stesso vedere la sua reazione.
<<ora tocca a me, tieni Melinda questo è per te>> Nigel mi passò una scatolina, l'aprii e dentro c'era un bellissimo paio di orecchini, erano due palline dorate non troppo grandi da mettere attaccate al lobo.
<<grazie Nigel sono bellissime>> lo ringraziai mentre ammiravo ancora quegli orecchini <<chissà quanto ti devono essere costati>> aggiunsi guardandolo, lui alzò le spalle e mi rivolse un sorriso.
<<questo è da parte mia>> dissi passandogli il pacco che avevo confezionato qualche ora prima. Lui lo osservò curioso e lo aprì estraendo il pallone dalla carta rossa che lo avvolgeva, se lo rigirò tra le mani e si fermò quando vide l'autografo.
<<oh cazzo>> urlò buttandomisi addosso <<grazie grazie grazie>> mi disse abbracciandomi forte.
<<prego, ma ora spostati che stai schiacciando Sun>> gli dissi
<<Sun... mi piace>> rispose lui rimanendo vicino a me.
Erano le undici e mezza quando decisi di rintanarmi su in camera e andare a letto, io e Nigel andammo al piano di sopra e ognuno entrò nella propria stanza dopo esserci dati la buonanotte, andai in bagno a lavarmi la faccia e mi misi il pigiama, presi un libro a caso e mi misi sotto le coperte per leggere un po', Sun mi raggiunse, ma essendo piccolina non riuscì a salire, così l'aiutai io.
Avevo letto bene o male tre pagine che qualcuno bussò alla porta.
<<avanti>> dissi a bassa voce per non svegliare tutta la casa. La porta si aprì e la figura del nonno emerse dietro ad essa. <<ciao nonno>> lo salutai mettendomi seduta, lui chiuse la porta dietro di se e si avvicinò sedendosi ai piedi del letto.
<<ciao Mel, sono venuto per darti una cosa>> mi disse mentre cercava qualche cosa nel taschino interno del gilet. Mi porte una busta rosina con sopra scritto il mio nome.
<<che cos'è>> chiesi con un sorriso
<<è di Aaron>> mi disse chinando la testa, il sorriso mi si spense sulle labbra. <<mi aveva chiesto di spedirtela nel caso non ce l'avesse fatta, ma con tutto quello che è successo dopo, me ne sono scordato>> continuò con aria colpevole. Io la presi senza dire nulle e la misi nel cassetto del mio comodino.
<<va bene, grazie nonno>> gli rivolsi un debole sorriso e lui uscì dalla mia camera. Ripresi la mia lettura, ma non riuscivo a capire niente, le parole mi passavano davanti ma io non le leggevo, non le capivo, le guardavo e basta. Mi rassegnai e chiusi il libro, sensi la luce dell'abatjour e mi sdraiai pronta a dormire con Sun ai piedi del letto. Dopo un tempo che mi sembrò un'infinità passata a guardare il soffitto, un rumore attirò la mia attenzione, un continuo ticchettio alla finestra. Mi alzai di mala voglia e mi diressi alla fonte del rumore. Dopo aver aperto la finestra mi affacciai per vedere cosa fosse e avvolto nell'oscurità vidi una figura che mi fece cenno di scendere.
io non scendo, se fosse un pazzo omicida?
<<chi sei?>> chiesi alla figura.
<<sono Duncan >>rispose questa. Duncan? Cosa ci faceva Duncan all'1 del mattino a tirare sassolini alla mia finestra?
<<arrivo>> gli dissi. Chiusi la finestra e scesi al piano di sotto il più silenziosamente possibile, presi il giubbotto e uscii diretta al giardino sul retro, lo vidi lì, seduto sul dondolo.
<<ciao raggio di sole>> mi salutò facendomi segno di sedermi vicino a lui.
<<sembri uno psicopatico, mi stai facendo paura>> gli dissi sinceramente mentre mi dondolavo, lui si mise a ridere e poi tornò a guardarmi.
<<sono venuto perché dovevo darti una cosa>> mi disse passandomi un sacchetto rigido color panna, lo presi guardandolo dubbiosa. <<è un piccolo pensierino tutto qua>> mi spiegò.
<<grazie Duncan non dovevi>> mi sentii in obbligo di dirgli. Aprii il sacchetto e vidi un libro, lo tirai fuori e lessi il titolo.
<<Gli anni fulgenti di miss Brodie... emm grazie Duncan>> dissi rigirandomelo tra le mani. Non sapevo cosa dire visto che quel libro apparteneva già alla mia libreria.
<<guarda la prima pagina raggio di sole>> mi disse indicando l'oggetto che avevo tra le mani e ridacchiando, lo guardai male per come mi aveva chiamata, ma lasciai correre e sfogliai fino ad arrivare alla prima pagina.
<<oh mio Dio>> sussurrai sfiorando la pagina con la punta delle dita per paura che si rovinasse la scritta. <<come hai fatto?>> gli chiesi ancora entusiasta. Il libro era autografato, non potevo essere più felice, di slancio mi girai e lo abbracciai forte.
<<wow se questo è il ringraziamento dovrei farlo più spesso>> mi rispose mentre mi stringeva a sua volta.
<<che scemo!>> risi <<ma come hai fatto a sapere che mi piaceva questo libro?>> gli chiesi curiosa.
<<osservo. Ce lo hai sempre dietro con te..>> mi spiegò <<ho fatto qualche ricerca e ho trovato un tizio che ne vendeva uno autografato, così te l'ho preso>> continuò.
Continuai a ringraziarlo per i cinque minuti seguenti che restammo sul dondolo, lui continuava a dire che era una cosa da niente, ma per me era estremamente importante. Non riuscivo a capacitarmi di come una persona che mi aveva trattato tanto male in passato, adesso mi avesse fatto questo splendido regalo. Dopo dieci minuti passati ancora a parlare, lo salutai dicendogli che dovevo tornare su a casa.
<<va bene, Buon Natale raggio di sole>> mi augurò con voce dolce dandomi un tenero e veloce bacio a fior di labbra.
<<buon natale Duncan>> ricambiai. lo guardai scavalcare il muretto intorno alla casa e poi avviarsi lungo la strada principale. Mentre nella mia testa c'era una domanda fissa.
perchè proprio lui riesce a farmi provare le farfalle nello stomaco?
VI LASCIO ALLA DOMANDA DI OGGI:
Qual è il vostro animale preferito?
-Cane🐶
Baci baci Alice💋
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