Capitolo 22
LUCAS
Il cielo è un bagliore di stelle..la notte è illuminata dall'immensità di questo spettacolo della natura.
Io sono sul balcone di casa, con solo un asciugamano addosso, a fumare una sigaretta e a pensare ad Eva; ancora nessuna traccia.
Manfredi, mi ha telefonato oggi pomeriggio, dicendomi che il suo amico Luigi non ha trovato niente. Sono disperato, non so dove sbattere la testa; non mi è mai capitato di stare così male per una ragazza; quando la vidi la prima volta, non so quanti brividi percorsero la mia pelle; pensai che scopandola una volta tutto sarebbe passato; così andai verso di lei, parlammo un po' e quando stavo per chiedergli un appuntamento apparve suo fratello!
Capii che lei non era come le semplici ragazze che mi facevo, così decisi di non tornare più lì e nel suo paese. E ci riuscii. Nonostante cominciai a sognarla tutte le notti, nonostante mi svegliavo sempre sudato ed eccitato, nonostante mi ero promesso che non l'avrei più infastidita... arrivò il giorno che la rividi e non capii più niente.
Fu così bello e intenso entrare dentro di lei che non mi bastò più prenderla solo una volta.
'È un gioco' mi dicevo... ma oggi questo gioco di è trasformato in amore. Un amore che credevo di poter vivere serenamente, un amore che mi hanno portato via e non posso fare nulla.
Posso solo aspettare, aspettare ed aspettare....
Torno in casa e mi dirigo in camera per vestirmi. Indosso dei pantaloncini di tuta nera ed una canottiera dello stesso colore. Mi allungo sul letto e delle lacrime cominciano a rigarmi la pelle.
Ad un tratto, il campanello suona così mi precipito a vedere chi è a quest'ora, sperando in una buona notizia.
Sono Roby e Clara. Apro la portano ed entrano.
-"Ciao Lucas, se non ti dispiace c'è anche Brenda con noi, si è offerta di aiutarci a cercare Eva"- afferma Clara mentre sorride alla sua nuova amica.
-"Accomodatevi, prendete da bere?"-
-"No grazie, siamo solo passati per vedere come stavi"- afferma il mio amico.
Dopo diverso tempo a chiacchierare, mi accorgo che Brenda mi fissa, quasi a divorarmi con gli occhi.
È seduta di fronte a me e non so proprio come uscire da questa situazione. Il mio cellulare squilla, e tiro un sospiro di sollievo.
-"Scusatemi, esco sul balcone a rispondere"-
-"Pronto Rocco, ci sono novità?"-
-"Si Lucas, ho fatto una scoperta interessante"-
-"Parla Rocco, spiegami"-
-"Sapevi che Eva ha una sorellastra?"- cosaaaa? Mi guardo intorno per vedere se qualcuno può sentirmi così mi chiudo la finestra alle spalle.
-"Lucas ho scoperto che questa ragazza viveva a Londra ma è da un po' che si trova a Firenze.. non so se possa c'entrare qualcosa con il rapimento della tua fidanzata. Ho fatto le mie ricerche e vive con un certo Benjamin che stando sempre a ciò che ho saputo è un pericoloso criminale di Londra. Fu arrestato per violenza su una minorenne ma è uscito di galera qualche mese fa"-
-"Quindi credi dovremmo trovare questa ragazza?"-
-"Non lo so Lucas, questa storia non la sa nessuno... credo non lo sappia nemmeno Eva.. ho solo scoperto che si chiama Brenda. Ti mando in allegato la sua foto!"-
Guardo all'interno della casa e vedo Brenda chiacchierare con molta tranquillità..
-"Ok Rocco"- rispondo e riaggancio.
Mi accendo una sigaretta e aspetto impaziente l'allegato.
Quando sento un bip provenire dal mio cellulare, lo prendo subito e quasi mi strozzo con il fumo della sigaretta, a vedere l'immagine della sorellastra di Eva.
Faccio un lungo sospiro per cercare di mantenere la calma, finisco la sigaretta ed entro in casa.
-"Ragazzi, non me ne vogliate, ma credo di andare a dormire"-
-"Certo Lucas nessun problema"-
I miei amici si alzano, mi salutano ed io resto solo.
Non so cosa pensare, cazzo. Brenda, la ragazza che era in casa mia, è la sorellastra di Eva.
Devo chiamare Vincent e dirgli cosa ho appena scoperto. Prendo il cellulare dalla tasca e compongo il numero. La segreteria, merda. Sono nervoso, Eva può essere ovunque e con chiunque ed io sono qui impalato a non sapere cosa fare. Devo andare dai suoi e capire tutta questa storia.
Esco velocemente di casa, mi metto in macchina e mi dirigo a casa di Eva.
Le luci di casa sono ancora tutte accese ed io mi tranquillizzo in un attimo. Scendo dalla mia macchina e in un attimo sono davano il portone di casa. Suono il citofono e mi passo una mano nei capelli. La scoperta che ho appena fatto mi ha lasciato senza parole. Non avrei mai immaginato che Eva potesse avere una sorella e lei non sapesse niente.
Il portone si apre in uno scatto e mi trovo davanti Vincent che mi guarda con aria sorpresa.
-"Lucas... è successo qualcosa?"-
-"C'è tuo padre??? Devo parlare con lui."- dico con un filo di voce ma con immensa rabbia.
-"Si, è in cucina...sta cercando di parlare con qualcuno a telefono. Entra..."-
-"Si, grazie"-
Attraversiamo l'entrata ed arriviamo velocemente in cucina. Lo sguardo di Vincent è turbato e fisso su di me. Sono sicuro di averlo fatto preoccupare anche se ancora non sa niente di ciò che so io. Entriamo nella stanza e vedo Paola rannicchiata sulla poltrona e Manfredi che sta versando del liquore in un bicchiere.
-"Buonasera signori, scusate se mi presento qui a quest'ora. Manfredi avresti un minuto?"- chiedo con tutta la tranquillità che un uomo possa avere.
Mi guarda con aria interrogativa ma fa cenno di sì con la testa e mi segue fuori casa.
-"Dimmi Lucas.."- chiede mentre si chiude la porta alle spalle. Il suo viso è molto sciupato dalla scomparsa di Eva. Ha le occhiaie sotto gli occhi, oramai spenti. Sono scuri come quello di Eva, ma i suoi ora sono cupi.. I capelli sono scompigliati e la barba è cresciuta tantissimo da coprire il suo pizzetto. Vedo il suo dolore, vedo la sua rabbia, vedo il suo amore incondizionato per una figlia adorata. Vedo ciò che ogni padre dovrebbe provare per un figlio. Non ho mai visto questo sguardo sul viso di mio padre, mai! Ma ora mi devo concentrare sul mio sole, sul mio angelo.
-"Ho scoperto qualcosa Manfredi.. e credo che col tuo aiuto potremmo ritrovare Eva"-
Ad un tratto vedo una scintilla nei suoi occhi. È speranza! La speranza di un genitore.
-"Cosa aspetti Lucas? Parla!"- mi smuove per un braccio ed io ora mi trovo in difficoltà a raccontargli cosa so sul suo passato.
-"Tu ami i tuoi figli giusto?"-
-"Certo Lucas, che domande sono queste?"-
-"Allora mi spieghi perché non sanno di avere una sorella?"-
È scioccato alle mie parole. Non risponde, mi guarda ma non parla.
-"Tua moglie lo sa? Sapete almeno che questa ragazza si trova qui?"-
-"Ma cosa dici Lucas?"- mi trascina vicino il cancello in modo da poter parlare in modo tranquillo e non farsi sentire.
-"È una vecchia storia. Brenda vive a Londra con la madre, non è qui e mia moglie sa tutto di questa storia
-"Ti sbagli Manfredi. Questa ragazza è a Firenze e con tipo molto pericoloso!"-
-"Ok...."- si trascina le mani in viso e sembra quasi sconvolto.
-"Andiamo dentro. È arrivato il momento di raccontare questa storia a mio figlio"-
Entriamo in casa e Manfredi si dirige verso la moglie parlandogli nell'orecchio.
-"Vincent, Lucas, sediamoci a tavolino.."-
Spostiamo le sedie e ci accomodiamo. Vincent ha lo sguardo preoccupato, guarda il copri tavolo tutto ricamato mentre si stropiccia le unghia con le mani.
-"Papà cosa è successo?"-
-"Vincent spero che mi capirai, questa storia che sto per raccontarvi è un segreto che custodiamo io e tua madre, ma sapeva anche zio Matteo"-
-"E parla allora..."- ribatte secco Vincent.
-"Vi parlo di venticinque anni fa. Io avevo diciotto anni, ero un ragazzo molto sveglio per la mia età, così a ottobre tuo nonno ebbe l'idea di mandare me e tuo zio a Londra al posto suo, per mostrare il nostro vino a tutto il mondo. Io ero entusiasta insieme a mio fratello così partimmo per una settimana. Durante quei giorni, oltre alle varie presentazioni dei vini, come dei ragazzi poco più che maggiorenni uscimmo. Era tarda sera e ci recammo in un pub per deviatrici un po'. Li incontrammo delle ragazze e io conobbi Charlotte.
Da subito ci fu sintonia; mi piaceva questa ragazza, aveva lunghi capelli rossi che mi ammaliarono. Aveva un viso carino ma pieno di trucco. Era più grande di me di un paio di anni e iniziammo a vederci tutti i giorni. Quando tornai a Brana ci sentimmo qualche volta per telefono ma capii che non ero interessato seriamente.
Nel frattempo conobbi tua madre, Paola, ma lei non ne voleva sapere di me."- fa una pausa e guarda sua moglie con aria dolce prendendogli la mano.
-"Tesoro mi dai un goccio d'acqua per favore?"- beve l'acqua tutto d'un fiato e ci guarda.
-"Quando tornammo a Londra, dopo circa un mese, rividi questa ragazza per un paio di giorni però le dissi che non poteva funzionare sia per la distanza sia perché non ero innamorato...."-
-"Lei ci rimase malissimo... non smetteva di piangere e di implorarmi a rimanere con lei. Io mi feci forza e la abbandonai in quel parco.
Tornammo di nuovo a casa e mi fidanzai con tua madre. Le cose andavano bene tra noi fin quando ricevetti una lettera di Charlotte in cui mi diceva di aspettare un figlio da me.
Nonostante non stavamo insieme lei il bambino lo voleva, avrebbe portato a termine la gravidanza e non avrebbe mai voluto niente da me. Rimasi sconvolto.. non sapevo cosa fare e l'unica persona capace di aiutarmi era mio fratello. Quando glielo raccontai mi consiglió di dire tutto a Paola e così feci.
La sera che le raccontai tutto me lo ricordo alla perfezione. La portai a cena nel ristorante più lussuoso di Firenze "La perla d'Egitto". Facevano dell'ottimo pesce e lei ne era patita. Indossava un abito corto di lana fatto a mano con delle trecce che gli cadevano sopra il seno. A quell'immagine di lei, a quanto era bella e felice volevo quasi non raccontargli nulla. Ma doveva farlo. Era una questione troppo importante. Appena lo feci le lacrime rigarono il volto di Paola, si alzò, mi diede uno schiaffo davanti a tutti e se ne andò. Io non sapendo cosa fare lasciai due banconote da cento sul tavolo e la seguii. Quando la vidi seduta sulla panchina davanti al ristorante mi rilassai. Mi diede dello stronzo più volte ma mi capì; infondo era prima che mi fidanzassi con lei.....
...l'ultima volta che andai a Londra, Paola venne con me e andammo da Charlotte. Le dissi che comunque avremmo fatto un test del dna, se fosse stato mio lo avrei riconosciuto e aiutata economicamente. E così facemmo. Era mio figlio, anzi figlia. Nacque Brenda.. E in tutti questi anni ho sempre saputo di avere lei, ma non ci siamo mai conosciuti... ho visto solo qualche foto... regolarmente le mando un piccolo aiuto economico ogni mese e le ho regalato la casa in campagna che avevamo.
"Voi avete una casa in campagna?"- chiedo incredulo per ciò che ho appena sentito.
-"Si, si trova dopo Firenze. La compró mio padre molti anni fa e quando nacque Eva facemmo una festa li.. da quella volta Paola si innamorò di quella casa e ci andavamo ogni weekend. Quando nascesti anche tu, Vincent, ci tornammo per circa due anni, ma eri troppo piccolo, non credo la ricordi"-
-"Infatti non sapevo nemmeno l'esistenza di questa casa"- risponde secco Vincent, scioccato da cioè che sta raccontando il padre.
-"Insomma la vendita del vino andava ogni anno meglio.. e non avevo più tempo per andare in quella casa... così l'abbandonai. Mio padre non voleva che la vendessi ma davvero non sapevo più cosa farci. Decisi allora di donarla a Brenda. Non mi aveva mai visto, mai conosciuto... non ero stato un bravo padre.. qualcosa le dovevo. All'inizio quando chiamammo Charlotte insieme a Paola non ne voleva sapere, ci disse che gli bastavano i soldi mensili che gli mandavo... cercammo di convincerla ma era sicura della sua scelta.
Il tempo passava, tu Vincent insieme a tua sorella stavate crescendo. Quando avevi circa dieci anni, sei anni fa, mi dispiaceva non aver mai incontrato Brenda, era sempre mia figlia; così andai dal mio avvocato e gli donai la casa senza che lei sapesse niente. Due mesi dopo mi chiamò Charlotte, piangeva perché era contenta della mia scelta.. ma piangeva anche perché sua figlia non aveva un padre. Mi sentii un bastardo. Avrei voluto conoscerla ma ogni volta che volevo chiamarla mi bloccavo. Non riuscivo mai a comporre il suo numero. Il giorno della telefonata, Charlotte mi disse anche che Brenda aveva intenzione di venire a studiare in Italia, Paola pensò subito che fosse stato un problema. Infatti Brenda voleva venire a Firenze. Li cominciai a preoccuparmi anche io. Avevamo paura che potesse conoscervi senza che io vi abbia mai detto niente.. per fortuna però cambió idea. Ora non sapevo nemmeno che stesse qui. Non sento sua madre da più di due anni"-
-"E se Brenda avesse rapito Eva e magari l'ha portata li?"- chiedo speranzoso
-"Non credo sia possibile, mi dissero che l'avrebbero venduta"-
-"Papà perché proprio ora mi racconti tutto questo?"- chiede con un filo di voce Vincent.
-"Io, io non lo so."-
-"Ti rendi conto che hai preso in giro i tuoi figli per tutti questi anni? Noi dovevamo sapere. E tu, mamma, hai tradito i tuoi figli... per cosa? Per difendere una scappatella di papà?"-
-"Vincent non usare queste parole"- ribatte incazzato Manfredi.
-"Mi fate schifo, ma nemmeno per la questione che non ci avete detto niente. Mi fate schifo, perché tu papà hai abbandonato una figlia. Nemmeno gli animali si abbandonano, e poi che fai? Vai ad abbandonare il tuo stesso sangue?"- Vincent si alza dal tavolo con le lacrime agli occhi e fa per andarsene.
-"Vincent torna subito qui!"- ribatte Manfredi.
-"Per fare cosa? Per sentire altre cose che non so?"-
Paola si avvicina al figlio e gli mette un braccio intorno la vita.
-"Tesoro, se tuo padre l'avesse abbandonata non gli avrebbe continuato a mandare
nemmeno i soldi. Siamo persone mature, abbiamo accettato questa situazione.. nemmeno tua nonna lo sa. È stato un segreto grandissimo che abbiamo custodito. Per favore, non insultare tuo padre."-
-"Mamma sta zitta! Almeno tu... hanno preso mio sorella, non so dove sia, non so in che condizioni si trovi, e soprattutto non capisco il motivo per cui l'hanno presa.
E cosa fa lui? Gli viene la brillante idea di raccontarmi le sue avventure!? Beh, a me ora non interessa niente, perché io rivoglio solo Eva!"-
-"Vincent io credo di sapere dove si possa trovare tua sorella, credo che tuo padre ci ha raccontato tutta questa storia perché mi ha dato queste informazioni il mio investigatore privato. Brenda si trova qui già da un mese credo.. ci ha aiutato persino ad attaccare i volantini della scomparsa di Eva e credo che l'abbia fatto perché vuole prendere il suo posto"- dico guardando uno per uno negli occhi in attesa delle loro risposte.
-"È ovvio che Brenda sia cresciuta solo con la madre. Io non so che persona sia. Però so che lei si trova a Firenze con un uomo pericoloso. Ci ho pensato bene mentre venivo qui, da voi.. e l'unica soluzione che ho in mente è che Brenda si voglia vendicare di Eva.
Vostra figlia, ha sempre avuto tutto, gli siete stati sempre accanto. Manfredi tu sei stato un ottimo padre per Eva. Ma Brenda come la pensa? Non ti sei mai posto questa domanda? Se Brenda, invidia Eva proprio per questo? Se Brenda è stata così male in passato che è arrivata a tutto questo? Le persone non nascono cattive.. le persone diventano cattive.
A volte è proprio la famiglia il problema."-
-"Cosa ci stai dicendo Lucas?"-
-"Vi sto dicendo che io capisco la sofferenza di questa ragazza.. la famiglia a volte gioca brutti scherzi. Mia madre era morta, mio padre era troppo occupato a girare il mondo per il lavoro e io mi sono sentito escluso.
Brenda, secondo me, ha rapito Eva. E non vi sto dicendo che la capisco, perché se e come penso io non è una persona normale e avrà bisogno di cure. Io adesso so solo che voglio ritrovarla! Vincent, Paola, Manfredi... se tutto questo di cui abbiamo parlato è giusto è probabile che Eva si trovi lì.. non lo sappiamo per certo, ma credo che un tentativo dovremmo farlo!"-
Io e Vincent usciamo fuori a fumare una sigaretta mentre aspettiamo Paola e Manfredi che avvertono la polizia. È sconvolto. Lo vedo dal suo viso.
-"Sei pronto a ritrovare tua sorella?"-
-"Si, spero solo che sia li altrimenti inizierò a vedere solo buio"-
-"Non ci resta che andare..."- Paola e Manfredi escono dal portone di casa e chiudono a casa.
-"Andiamo con la mia.. è più veloce"-
Ci dirigiamo verso la mia macchina e mi accorgo di star tremando. Non mi aspettavo una storia del genere.. sono preoccupato e allo stesso tempo emozionato. Ho paura perché non so come troverò Eva. Ho paura perché il mio unico sole è senza nessuno, senza un aiuto! Ma sono emozionato e fiducioso... se Eva è li, se la rivedrò, la abbraccerò fino a fargli sentire cosa provo per lei. La amerò secondo per secondo, minuto per minuto.... la amerò come la luna ama le sue stelle e come il cielo azzurro ama il suo sole. La amerò come solo gli innamorati sanno fare! Lei è il mio sole.
Mi accorgo di star versando lacrime mentre sento la voce di Manfredi provenire dal sedile anteriore.
-"Lucas esci da Firenze e prosegui dritto in direzione Siena. Credo ci vorrà più di un'ora.. devi passare la città e devi prendere verso le colline metallifere, la casa si trova lì!"-
-"Va bene Manfredi.."- accendo una sigaretta e abbasso il finestrino. Vedo i genitori di Eva molto tesi e impauriti. Paola guarda in basso mentre gioca con le dita delle sue mani, invece Manfredi fissa la strada. Vincent guarda fuori dal finestrino. Nessuno parla finché Manfredi prende il cellulare e lo porta all'orecchio.
-"Chiamo la polizia, chiedo se hanno capito bene dove si trova la casa"-
Gli faccio un segno col capo e torno a guardare la strada.
-"Hanno detto di aver capito tutto, sicuramente arriveremo prima noi quindi ci conviene aspettarli nella stradina che porta alla casa.. senza farci vedere da nessuno"-
-"No Manfredi, tu e Paola aspettate la polizia, io e Vincent andiamo a vedere se notiamo qualcosa di strano vicino la casa"-
Vincent mi guarda e acconsente.
-"Grazie Lucas"- mi guarda Paola
e continua a parlare.
-"Senza il tuo aiuto non so come avremmo fatto.. Eva è troppo importante per noi... grazie per esserci così vicino"-
Le sorrido ma non gli rispondo perché non credo ci sia una risposta giusta.
Abbiamo passato da un pezzo Firenze e credo manchi pochissimo per arrivare alla casa. Sono le cinque del mattino.. il sole sta per sorgere e la terra sta per illuminarsi nei suoi raggi..
mentre guido mi accorgo che sta cambiando qualcosa in me. Le mie mani sudano, il mio corpo trema e nella mia mente c'è disegnata solo un immagine: Eva! Sto sperando con tutto me stesso che sia davvero li. Accelero la macchina e sfioro i 150 chilometri orari. Sono troppo in ansia e non vedo l'ora di essere lì. Dopo circa venti chilometri mi trovo di fronte a immensi vigneti e praterie. Le colline sono una favola. Accelero ancora di più ma mi accorgo che Manfredi mi dice che tra due chilometri devo svoltare a destra.
Comincio a rallentare e mi trovo davanti un bivio. Sulla mia destra c'è una stradina piccola, circondata da un enorme prato verde. Manfredi mi dice di parcheggiare la macchina dietro queste enormi alberi; faccio come mi dice e scendiamo tutti e quattro dalla macchina.
-"Proseguite sempre diritto, ad un certo punto troverete un bivio, da li prendete sulla sinistra. C'è una stradina in breccia. In pochi minuti troverete un cancello enorme. Quella è la casa. Fateci avere notizie e che Dio preghi per noi sperando che Eva si trovi lì"-
Mi incammino con Vincent in questo sentiero. Non sono per niente tranquillo.. cominciamo a correre e ci accorgiamo che la strada è davvero lunga. Dopo circa quindici minuti di corsa ci troviamo al bivio e giriamo subito a sinistra.
Il cancello è enorme..
-"Questa villa è bellissima"- esclama Vincent con il fiatone e le mani appoggiate ai fianchi.
-"C'è una macchina nel vialetto.."-
Dico mentre penso che Eva si trova lì quasi con certezza!
-"Ci dobbiamo muovere Lucas.. se Eva è li.. dobbiamo fare qualcosa."-
-"Avverti tuo padre che c'è una macchina, intanto dobbiamo vedere come muoverci per scavalcare il cancello"-
Vincent digita un messaggio e mi guarda perplesso.
-"Come dobbiamo fare?"-
-"È inutile aspettare la polizia... se possiamo fare qualcosa, dobbiamo farla noi"-
-"Io sto con te Lucas"-
-"Bene..."-
Raggiungiamo entrambi questo enorme cancello.
Io lo scavalco in un attimo mentre Vincent ci mette più tempo... una volta aiutato a venire dalla mia parte sentiamo delle voci dietro di noi.
-"Fermi o la uccido"- guardo Vincent con la coda dell'occhio e vedo che lui fa lo stesso verso di me. Non sapendo cosa fare alzo le mani in segno di resa mentre Vincent copia i miei movimenti. Ci giriamo lentamente, quando mi trovo davanti una scena che non avrei voluto mai vedere.
Brenda, con un sorriso perfido, tiene Eva davanti a lei, un coltello alla gola. Eva invece, cazzo, Eva è irriconoscibile. Il suo top non è più un top ma sembra un pezzo di straccio, la sua gonna anche.
Ha le ginocchia sporche insieme alle braccia.
I suoi capelli, Invece sono cortissimi. I suoi occhi sono spenti.. il suo viso è spento! Le sue labbra non sorridono più... i suoi zigomi sono neutri al suo vecchio sorriso. Le guance sono sporche, ma non ci sono lacrime. Quasi non ci credo.
-"Che gli hai fatto brutta stronza?"- ringhio e urlo ma sono incapace di muovervi per la paura che quel coltello affondi nella gola di Eva.
Un'altra figura compare dall'angolo della casa. Alto quasi un metro e novanta. Un uomo di colore. Un uomo con un sorriso da animale! È lui quello di cui mi parlava Rocco! Cazzo!!!
-"Cosa gli avete fatto?"- urlo di nuovo.
L'uomo va vicino Brenda e le stampa un bacio sulla guancia.
Brenda lo guarda e sorride tenendo stretto sempre il coltello vicino la gola di Eva.
-"Che dici Ben? La facciamo fuori davanti a loro o gli risparmiamo questa scenetta?"-
-"Beh, vorrei prima scoparmela di nuovo, è stato un bel bocconcino"- e accarezza una gamba di Eva mentre lei mi guarda con smarrimento e sofferenza.
Non so cosa mi sta tenendo fermo qui, vedo Vincent con le lacrime agli occhi. Io vorrei solo saltare addosso a quella bestia e ucciderlo con le mie mani.
-"Ma cosa pensavi Lucas? Che ero una brava ragazza come la tua fidanzatina?"-
-"Brenda ragiona, Eva non ha colpa di nulla.."-
-"Lo dici tu cazzo che non ha colpa di nulla. Al posto suo avrei dovuto starci io..."-
-"Dove la stavate portando?"-
-"Non siete stati così furbi. Volevo ucciderla ma la puttana si è chiusa dentro e abbiamo dovuto sfondare la porta! Quando sono andata in camera per prendere il coltello vi ho visto dalla finestra, così io e il mio amico abbiamo pensato che volevate godervi lo spettacolo."-
Brenda toglie il coltello dalla gola di Eva e glielo porta alla gamba facendogli un piccolo taglio.
-"Fermati"- cerco di stare calmo ma la mia gola emette solo urla.
-"Questo è solo l'inizio mio caro Lucas.."-
-"mi ricordo ancora qualche giorno fa quando siamo stati a letto insieme sai.. allora non pensavi alla tua fidanzatina?"- mi ride in faccia dicendo questa frase.
-"Cosa stai dicendo? Sono tutte cazzate... preferirei morire piuttosto che stare dentro di te"-
-"Un'altra parola e la uccido davanti i tuoi occhi"- mi minaccia mentre avvicina il coltello ancora di più alla gola. Vincent è bloccato. Eva piange, quando ad un certo punto la vedo spostarsi leggermente e tirare un morso alla mano di Brenda.
La stronza reagisce d'impulso e toglie la mano insieme al coltello, lasciando libera Eva. Corre verso di noi e si nasconde alle mie spalle. Vorrei stringerla a me, ma Benjamin mi si fionda addosso e mi fa cadere a terra. Sento Vincent comporre un messaggio dal cellulare ma Brenda gli si butta addosso facendoglielo cadere. Eva è appoggiata al cancello mentre io cerco di togliermi di dosso le mani di quest'animale. Mi ha preso per la gola e mi stringe. Carico un pugno e glielo tiro sul naso; lui allenta la presa e quando mi sento pronto gli tiro un altro pugno e un altro ancora. Mi alzo e lo butto a terra.
Continuo a massacrarlo di botte, ha violentato Eva. Nel frattempo le sirene della polizia si sentono sempre più vicino. Stanno arrivando, stanno venendo a prenderci.
-"Dovrei ucciderti brutto bastardo.."- mi inginocchio davanti a lui e continuo a sferrargli pugni.
-"Ti sbagli Lucas, quello che morirà sarai tu.."- sento qualcosa conficcarsi nel mio lato sinistro. Mi guardo e vedo del sangue, con il coltello conficcato.
-"Scappiamo Brenda.."-
Mi giro e li vedo allontanarsi. Io mi butto a terra stremato dal dolore.
Vedo Eva raggiungermi e si inginocchia di fianco a me.
La guardo e gli accarezzo il viso.
-"La pagheranno amore mio... la pagheranno per ciò che ti hanno fatto.."- ho la voce spezzata. Non riesco più a parlare.
-"Resisti Lucas.. ti prego.. resisti!"- si abbassa con la testa sul mio petto e piange. Vedo Vincent correre verso qualcuno al di fuori del cancello.
-"Lucas per favore non lasciarmi..ti prego.. resta con me"- singhiozza mentre si gira per guardarmi.
-"Mia dolce Sun.. sei bellissima anche così.."- comincio a vedere tutto sfumato, sento un dolore atroce, ma sto cominciando a vedere solo buio.
-"Ti amo Sun.."- sussurro e vedo non vedo più niente..
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