Capitolo 19
LUCAS
Il getto d'acqua scorre forte su di me, i miei occhi quasi si chiudono dato la stanchezza di oggi. Devo fare una bella dormita nella speranza che passi subito la notte così potrò rivedere Eva.
Sì, Eva, non so cosa mi tiene attaccato a quella ragazza, è così bella e dolce, ho fatto più volte lo stronzo e quando mi sono accorto che stavo per perderla mi ha perdonato.
Quando sono con lei mi sento un uomo diverso, mi sento una persona normale come tutti gli altri; è stata capace di prendere la mia mente dal primo sguardo che ci siamo fatti, quella sera. Non so ancora bene cosa provo per lei, ma una cosa è certa, non posso stare senza di lei.
Esco dalla doccia e mi dirigo in camera quando sento il mio telefono poggiato sul comodino.
Mi avvicino ed è Roby.
-"Pronto"-
-"Lucas, Eva è con te?"- mi dice tutto d'un fiato. Sento paura nella sua voce.
-"No amico perché?"- mi sto preoccupando, l'ho capito dal mio cuore che sembra stia per scoppiare nel mio petto.
-"Lucas,......... Lucas, io non so come è potuto accadere"- e sento che quasi gli si strozza la voce
-"Roby che cazzo è successo?"- alzo il tono della mia voce mentre mi siedo sul letto e mi massaggio le tempie.
-"Eva..... Eva è sparita"-
Cosaaaaa????? Sun??
-"Roby se è uno scherzo non mi piace, dove sei?"-
-"A casa di Eva, vieni subito, il fratello sta telefonando i genitori e Clara sta avvertendo la polizia"- attacco immediatamente il telefono e indosso i primi vestiti che mi capitano tra le mani.
Prendo le chiavi della Porsche e mi dirigo in garage.
Accendo la macchina e, come un pazzo, comincio a correre.
Perché non sono andato da lei stasera? Perché è sparita? Sarà scappata? Dove può essere? Mille domande affollano la mia testa e non ho nemmeno una risposta.
Come ho potuto, lasciarla andare così?
Avrei potuto fare qualcosa, avrei potuto abbracciarla, stringerla al mio petto e proteggerla per sempre. Invece, la vita mi fa sempre brutti scherzi. Prima con mia madre, strappata dalla mia vita e io non ho potuto fare niente, oltre a vederla morire giorno dopo giorno in quel letto d'ospedale, senza mio padre, senza nessuno. E ora, quando pensavo che tutto fosse finito, che il mio cuore era capace di far entrare un'altra donna, mi portano via anche lei, il mio Sole.
Arrivo alla villa in un giro di 15 minuti. Non so come ho fatto, credo che è stat la prima volta che ho corso così tanto con l'auto.
VINCENT
So che il suo cavallo, la sparatoria è tutto collegato..
Mia sorella è sparita nel nulla a casa nostra, giuro che chi l'ha presa la pagherà cara!
Perché lo so che lei non sarebbe mai andata via, l'hanno presa.. me lo sento.. E io la ritroverò!
Mi impegnerò con tutto me stesso..
No! Cazzo! Eva non può essere sparita così.
Quando ho visto il suo cellulare a terra, vicino il contatore, è stato come se stessi morendo. Eva non c'era, non c'era cazzo, ma il suo cellulare si. L'hanno rapita, non riesco ad immaginare il peggio, non credo che l'abbiamo... uccisa!
-"Ragazzi dobbiamo fare qualcosa....
Clara tu sai tutto di Eva, c'è qualcuno che può avercela con lei così tanto?"-
-"No Vincent... Eva non ha nemici, lei è così trasparente con tutti, non ha mai fatto del male a nessuno e non esce mai da sola a parte noi.. o Lucas, sta arrivando adesso parliamo anche con lui vediamo se sa qualcosa"-.
I miei genitori stanno arrivando, ma dicono che sono imbottigliati nel traffico, stanno cercando di fare il prima possibile, mia madre è sconvolta!
Sono passati dieci minuti e miei ancora non arrivano, provo a richiamarli..
-"Mamma dove siete?"-
-"Tesoro stiamo arrivando eccoci, state tutti bene voi? Restate calmi!"-
-"Si mamma ma fate presto!"-
Metto giù il telefono ed ecco che sento un rumore di un auto che va velocissima, subito riconosco la macchina, è Lucas...
LUCAS
Apro il portone e corro verso gli altri. Sono seduti a tavolino.
-"Eva, dov'è Eva?"- quasi urlo per la preoccupazione che ho addosso
-"Lucas siediti"- mi intima Vincent
-"Mi spiegate cosa cavolo è successo?"- sposto la sedia che fa un rumore assordante e mi siedo.
-"Stavamo guardando un film"- comincia a parlare Clara
-"E poi c'è stato un Black-out... Eva è uscita ma non è più rientrata"- e piange.
-"Avete provato a chiamarla?"-
Chiedo speranzoso
-"Lucas, il cellulare era a terra"- risponde Vincent con un filo di voce. È bianco in viso, quasi sconvolto.
Non capisco più niente, mi sento come un bambino svuotato, mi appoggio con la testa sul tavolo per pensare, 'Eva dove sei? Ti prego torna da me'
Quando sento che i miei occhi stanno per inumidirsi, mi accorgo di essere stato isolato dal mondo.
Alzo la testa e vedo i genitori di Clara, appoggiati alla porta e con le lacrime agli occhi, la polizia che sta entrando dietro di loro mentre si avvicinano frettolosamente ai miei amici per porgli le domande.
Io me ne sto qui, seduto, ancora una volta come un bambino, credevo fosse solo un brutto incubo, ma la realtà è diversa. Ho bisogno di Eva, devo ritrovare la mia luce.
Solo ora, dopo questi pensieri, so cosa fare. Devo chiamare Rocco, il mio amico investigatore, solo lui può aiutarmi. Mi alzo di colpo, e con passo deciso esco di casa. Sbatto vicino un polizziotto che mi guarda male, ma poco mi interessa! Nessuno può fermarmi..
-"Pronto Rocco"-
-"Lucas che è successo?"-
-"Scusa se ti chiamo a quest'ora, mi devi aiutare"- cerco di parlare in modo calmo
-"Dimmi tutto"-
-"È sparita una ragazza, beh, la mia ragazza! Devi aiutarmi, ci sono i poliziotti, ma credo che l'unico che mi può aiutare sei tu! Puoi venire subito?"-
-"Si, dimmi dove"-
-"Conosci la villa dei Meliti? Sono famosi per la produzione del vino"-
-"Si Lucas, ho capito, cerco di fare presto, in un'ora dovrei essere lì"-
Sono sconvolto e furioso.
Arrabbiato con me stesso perché vorrei cambiare le cose, dovevo venire da lei questa sera;
Rocco spero arrivi presto e ci aiuti, ma in questo momento ho bisogno di aria, vado a fare un giro a piedi fino ad arrivare in paese, devo almeno cercarla.
"Roby, Clara ci vediamo tra poco, faccio presto, arrivo in paese, tra non molto dovrebbe arrivare Rocco, l'investigatore di cui vi ho parlato"
Roby abbraccia Clara, cerca di consolarla, piange a dirotto ed è spaventata, come tutti del resto e mi fa cenno di si con la testa dicendo -"A dopo Lucas si, ma sta attento"-
Esco dal cancello e accendo una sigaretta.
Penso talmente tante cose che non ricordo più dove stavo andando; cammino, cammino e sono già in paese. Mi fermo davanti la fontana a bere un po' d'acqua e la osservo. Questo posto mi ricorda la mia prima uscita con Eva. Non potrò mai dimenticare quanto era bella quella sera, imbarazzata ed eccitata allo stesso tempo.
Ricomincio a camminare e tutto sembra tranquillo, ancora nessuno sa niente, allora evito di diffondere il panico, giro per i locali per fatti miei. Tutto abbastanza veloce.
Ma di Eva nessuna traccia; così, decido di tornare a casa perché Rocco sta per arrivare.
Sono quasi fuori dal paese, vicino al parco e sento delle voci, mi giro e vedo Marta, la ragazza bionda che incontrai quella sera al locale.
Devo andare via subito, ma lei mi corre incontro gioiosa e mi si fionda al collo e mi bacia.
Io la sposto subito quasi spingendola, disgustato da ciò che ha appena fatto.
-"Marta non è serata, lasciami in pace."-
Mi guarda incredula, e forse anche con curiosità, ho gli occhi rossi ma non so niente a vedere
-" Pensavo ti piacesse quando sono vicina a te, i tuoi pantaloni l'altra sera me lo confermavano"-
-"Adesso non più, lasciami in pace. È stato un errore con te, ora per me esiste una sola persona"-
Lei resta senza parole, si gira e se ne va.
Riprendo la strada verso casa di Eva a passo sostenuto e sono lì in 5 minuti.
Ci sono ancora tutti ma di Rocco ancora nulla.
Quando sento una macchina parcheggiare nel vialetto corro fuori e mi precipito dal mio amico. Rocco è appena sceso dalla sua macchina, ha quaranta anni ed è un caro amico di mio padre. So che è uno dei migliori in questo campo, e sono certo che ritroverà la mia Eva.
-"Ehi Dazieri, come va?"- si avvicina stringendomi la mano e facendo uscire il fumo dal suo sigaro.
-"Pensavo fosse una cavolata, ma per esserci tre macchine della polizia non so, spiegami meglio"-
-"Dovresti parlare con i genitori, io non c'ero quando è successo, ieri sera c'è stata anche una sparatoria qui perciò non credo che Eva è scappata, poi hanno trovato il suo cellulare"-
-"Mi stai dicendo che è stata rapita Dazieri?"- mi guarda perplesso
-"Non vorrei dirlo, ma credo proprio di sì"-
-"Allora entriamo, fammi raccogliere qualche informazione e vado a fare il mio lavoro"-
Ci dirigiamo verso l'entrata di casa e lo fermo di nuovo. Si volta a guardarmi mentre spegne il sigaro..
-"Grazie Rocco"-
Fa un cenno con la testa ed entriamo.
Mi siedo sul divano mentre guardo Rocco fare il suo lavoro, fa alcune domande a Clara, altre a Vincent e Roby. Arriva dai suoi genitori e sento che gli raccontano del cavallo avvelenato e nemmeno dieci minuti e lo vedo tornare da me.
-"Lucas io vado, appena ho qualche novità ti faccio sapere"-
Lo vedo allontanarsi mentre io sono sempre più turbato, mi alzo e m'incammino verso di lui, lo fermo sul portone mettendogli una mano sulla spalla.
-"Rocco, fai del tuo meglio"-
-"Farò tutto ciò che è in mio potere, buonanotte Lucas"-
Comincio a fare avanti e indietro per il corridoio, penso, penso e ripenso....
-"Amico tutto ok?"- vedo Roby al mio fianco mentre stringe la mano di Clara.
-"Noi andiamo a casa, vai e riposati anche tu, domani mattina cominciamo ad appendere dei manifesti in giro, se vuoi puoi unirti a noi."-
-"Ci sarò Roby"- li salutò ed entro nel salone dove stanno andando via anche i polizziotto.
-"Signori, scusate, credo che andrò a un po' a casa, se avete un briciolo di notizia, anche la più banale, chiamatemi ed io arriverò subito"-
-"Grazie Lucas"- dice la signora Paola singhiozzando con un fazzoletto vicino il naso
-"Vai a dormire, è davvero, grazie di tutto"-
Non so cosa dire quindi mi limito ad un saluto e vado via.
Fuori vedo Vincent seduto vicino il cancello a fumare una sigaretta, così lo raggiungo, mi siedo di fianco a lui e fumo anche io.
-"Lucas io ancora non ti conosco bene, ma so che conosci Eva, ed io non credo sia sparita così, nel nulla....... il cavallo, gli spari, erano tutti rivolti a lei, uno sparo era rivolto anche a me, ma Laila era il suo cavallo, lo adorava, perché hanno puntato proprio lei? Non...... non me lo spiego, davvero.... il suo cellulare, quando l'ho visto a terra non so spiegare come mi sono sentito"-.
-"Vincent, io credo che Eva sia una ragazza forte, qualunque cosa gli sia successa la ritroveremo, te lo prometto"- mi alzo e sento che quasi non mi arriva l'aria nei polmoni...
-"Senti, ci vediamo domani mattina, vado a casa"-
-"Ciao Lucas"- e lo sento che piange, sua sorella è scomparsa, hanno portato via la mia Eva.
Non ho chiuso occhio, mi sono girato e rigirato nel letto, decido di alzarmi, sono appena le sei e trenta ma subito esco di casa. La mia testa scoppia, non mi sono nemmeno accorto di essermi messo nel letto vestito, ho tolto solo le scarpe, ma ero davvero distrutto! Prendo l'auto e corro a casa di Eva, quando arrivo trovo i genitori e Vincent già svegli.
-"Ciao Lucas"-
-"Buongiorno, allora, novità?"-
Chiedo subito nell'aspettativa di qualche notizia.
-"Ancora niente, non c'è traccia mia figlia"- la signora Paola è distrutta, si nota dalle occhiaie, dai capelli scombinati, dai vestiti che porta ancora addosso dalla sera precedente.
-"Venite in cucina, è pronto il caffè!"- urla Vincent e io seguo i padroni di casa.
Mentre beviamo il caffè sento una macchina parcheggiare e dopo pochi istanti entrano Roby e Clara.
-"Buongiorno, abbiamo stampato dei manifesti con la foto di Eva da appendere in giro, volete aiutarci? Ne abbiamo stampati più di mille, gli altri sono tutti in macchina"- Clara ha dei fogli in mano e ce ne porge uno ciascuno mentre parla.
-"Andiamo, non perdiamo altro tempo"- mi alzo di scatto e faccio sogni di seguirmi. Clara e Roby procedono con la loro auto e i genitori di Eva, io e Vincent, invece, siamo con la mia macchina.
Arrivati a Brana, camminiamo insieme e ad ogni bar, ogni edicola, ogni negozio, appendiamo un manifesto. Molte persone vengono a conoscenza della scomparsa di Eva ma nessuno ha detto di averla vista.
Il paese è abbastanza grande e nonostante il caldo atroce di oggi, dobbiamo camminare e camminare pur di far sapere a tutti della notizia; magari qualcuno ha visto qualcosa di strano. In questo momento, tutti, dal più anziano al più piccolo, possono esserci d'aiuto.
Quando arriviamo davanti al parco siamo quasi esausti così il padre di Eva si dirige a compare qualche bottiglia d'acqua.
Molti ragazzi giocano, così, a passo fermo vado verso di loro e ad ogni uno gli chiedo se stanotte hanno visto questa ragazza.
Tutte risposte in negativo, -"cazzo"- dico mentre do un calcio a dei ciuffetti d'erba.
Al mio ritorno Clara sta parlando con una ragazza così mi avvicino.
-"Novità?"-
-"No Lucas, lei conosceva Eva di vista e mi ha detto di volerci aiutare ad attaccare i manifesti"-
-"Bene, più ne siamo, meglio è"- la ragazza mi guarda e sorride;
-"Ciao, piacere io sono Brenda"-
-"Si ciao, andiamo, abbiamo cose importanti da fare"- mi incammino davanti e sbuffo. Ma questa ha qualche problema di testa o è stupida e basta? È scomparsa la mia Sun e si presenta? Mah!
Ora l'importante è che ci aiuti.
Io e Vincent abbiamo girato tutto il paese a piedi. Clara, Roby e quell'altra sono andati a Firenze per portare altri volantini e i genitori si sono dovuti fermare, sia per la stanchezza che per il dolore.
-"Lucas per favore dammi una sigaretta, il tempo passa, di Eva non c'è traccia e sto cominciando a vedere solo buio"-
Passo la sigaretta a Vincent e ne accendo una anche io.
Chiamiamo la polizia e ci hanno spiegato che ancora non sanno niente, ho chiamato Rocco e lo stesso. Non è possibile!
Quando finiamo tutto andiamo a casa di Eva, sono quasi le quattro del pomeriggio, i genitori hanno preparato il pranzo ma non ho per niente fame.
-"Scusatemi, non ho molta fame, vado a casa e torno appena posso"-
Mi metto in macchina, mi fermo un momento a pensare e parto. Non posso andare a casa; devo scaricare un po' i nervi.
Comincio a correre per la strada e in meno di quarantacinque minuti mi trovo nella strada delle corse che ho fatto. Scendo e mi guardò intorno. Non c'è nessuno; mi rimetto in macchina, accelero fortemente e parto come un razzo. Appena vedo che la macchina acquista velocità, alzo il freno a mano e giro il volante, cinque testa-coda, ma non sono soddisfatto. I nervi ci sono ancora, non riesco a calmarmi. Scendo di colpo e mi appoggio con la testa al tetto della macchina.
Do un pugno, un altro e un altro ancora.
-"Ti troverò brutto bastardo e ti uccideró con le mie stesse mani"-
PAOLA E MANFREDI
(Genitori di Eva)
Mia figlia! Mia figlia è scomparsa...
piango, piango da oggi pomeriggio, quante lacrime, quanto vuoto nella mia anima. Non mangio, non dormo, vorrei solo cercarla, trovarla e portarla a casa. Ma da dove inizio? Non so dove si trova, non so chi l'ha presa. Mi sdraio sul letto rannicchiando le gambe e le lacrime continuano a scendere come fiumi. La mia piccola, la mia principessa, Dio ti prego aiutami! Fai tornare Eva, ti prego!
È buio, sono quasi le undici, ma ormai non ha più un senso la luce e il buio, il giorno e la notte. È straziante stare ferma, qui, e non poter fare niente. Che gli faranno? La violenteranno? La uccideranno? No, io non posso stare qui... devo andare da Eva. Ora!
Mentre mi alzo vedo Manfredi entrare in camera pallido, triste.
Infilo un paio di scarpette e mi rimetto in piedi, cerco di scacciare le lacrime e ci riesco.
-"Paola dove vai?"-
-"A cercare Eva, vado da mia figlia"- riesco a dire e scoppio di nuovo a piangere.
-"Oh Paola, ti prego, riposati.."-
E mi viene vicino, cerca di abbracciarmi e lo scanso.
-"Levati"- gli urlo contro.
-"Paola calmati, tesoro"- mi bacia sulla fronte mentre cerco di spingerlo via.
-"Eva, Evaaaa"- e urlo, urlo ma la mia piccola non può sentirmi.
-"Tesoro, la ritroveremo, Eva tornerà da noi, te lo prometto"- mi asciuga le lacrime e mi fa stendere sul letto. Mi toglie le scarpe, i vestiti ma io riesco solo a sussurrare -"Eva"-.
Allungo la mano sul comodino per prendere il Rosario e pregare, ma l'unica cosa che prende posto nella mia testa è la disperazione.
MANFREDI
Mia moglie sta riposando sul letto, esco dalla camera e busso alla porta di Vincent.
Entro e me è disteso sul letto anche se non dorme.
-"Buonanotte m, cerca di riposare un po', vedrai che domani ci diranno qualcosa"-
Non risponde, richiudo la porta e scendo in cucina, mi siedo e bevo un goccio di Wischy.
Prendo il cellulare dalla tasca del pantalone e digito il numero di Luigi. Un mio amico che ha molti contatti anche all'estero. Ho bisogno di aiuto. Devo ritrovare Eva; è brutto essere un padre forte, cercare sempre di consolare tutti, dare sempre delle certezze quando io sono il primo a non averne una.
Ingoio la bevanda e ne verso un altro po. Al secondo squillo Luigi risponde. Vive a Firenze, ma ha conoscenze anche all'estero per via del suo lavoro. È un ottimo amico, e credo che può darmi una mano.
-"Luigi, ciao, ti disturbo?"-
-"Buonasera Manfredi, dimmi"-
-"Luigi devi aiutarmi, hanno rapito mia figlia"-
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