2 - Avete sentito Adolf? Niente divertimenti per noi.
Infilo un paio di cuffie nelle orecchie per estraniarmi dal mondo, la musica è la mia àncora di salvezza, l'unica in grado di capirmi davvero. A volte mi capita di pensare a tutte le cose della mia vita e mi ritrovo a pormi domande a cui non riesco a trovare una risposta, poi faccio partire la musica e come per magia, eccole lì, tutte pronte nella mia testa. Chissà cosa ci aspetta al villaggio, riusciremo ad integrarci? Sarà faticoso lavorare? La maggior parte di noi non ha saputo scegliere un college adatto, tranne Luke e quell'antipatica di Kimberly, hanno davvero le idee chiare, quindi mi chiedo come mai siano venuti con noi. Probabilmente si aspettavano di andare in vacanza, be', è un po' quello che ci aspettiamo tutti, ma sappiamo già che non sarà così, almeno io lo so. D'un tratto mi sento strappare una cuffia dall'orecchio e gli occhi verdi della mia amica incontrano i miei scuri.
«Siamo giunti a destinazione, bell'addormentata.» esclama Nick, sorridente.
La vecchia me l'avrebbe risposto con sarcasmo, ma la nuova lo risponde con un bel dito medio. Di solito non sono così, ma oggi non ho proprio voglia di scherzi e nomignoli, questa giornata è cominciata davvero male, per non parlare del fatto che mi abbiano tirato giù dal letto un'ora prima. Nick ferma la macchina in un enorme parcheggio, tutti usciamo da essa e cominciamo a tirare fuori le valigie dal portabagagli. Mi guardo intorno, stupefatta, questo posto è immenso, altro che "piccolo villaggio". Il mio sguardo viene attirato da una grande insegna sulla sinistra, con su scritto a caratteri cubitali, Mermaid Village, sotto una grande freccia volta a destra, che indica di proseguire in quella direzione. Riesco a sentire l'odore del mare, dev'essere a pochi metri da qui e una voglia pazza di estate si sta impadronendo dei miei sensi.
«Andiamo?» mi chiede Lizzie, mentre si infila dei grandi occhiali da sole.
«Sì.» rispondo, mentre continuo a guardarmi intorno.
Sorrido tra me e me e raggiungo il resto del gruppo. Come al solito Kimberly è attaccata al braccio di Leonard e lui fatica a camminare, dato che è costretto a portare anche la sua valigia, mi chiedo quando si libererà di lei, ma questo è un pensiero del tutto assurdo, quindi inutile rimuginarci. Mi rasserena solo che alla fine dell'estate Kimberly andrà al college e sarà costretta a separarsi da lui, a meno che non decida di seguirla. Forse è meglio se mi rassegno, quei due non si lasceranno ed io dovrò sopportarla per forza. Intanto siamo arrivati all'ingresso del villaggio, di fronte ad un enorme arcata in pietra, decorata con delle conchiglie scintillanti e dei glitter azzurri sopra di essa, al centro è raffigurata una sirena seduta su un masso. Resto sbalordita, non mi aspettavo un ingresso così bello, vista l'insegna a qualche metro più lontana. Il grande cancello in ottone nero, è spalancato e pronto ad accogliere i turisti. Varchiamo la soglia e veniamo travolti dall'entusiasmo di un ometto grassottello pelato, con dei grandi baffi arricciati all'estremità, vestito con una camicia hawaiana e un paio di pantaloncini neri.
«Benvenuti, ragazzi.» che voce strana, sembra un cartone animato. «io sono Fred Carson, avete prenotato una vacanza nel mio villaggio? Sono sicuro che vi divertirete un mondo. Party a bordo piscina, percorsi benessere, campi da golf e tanto altro. Per non parlare della magnifica spiaggia di cui disponiamo, ma credo che siate già a conoscenza di questi dettagli.» ammicca un sorriso.
«No, siamo stati chiamati per il lavoro, signor Carson.» risponde Leonard.
«Oh, perdonatemi, ma a volte parlo a vanvera.» Carson si guarda intorno, dopodiché raggiunge un uomo di bella presenza e vestito in maniera elegante, praticamente il suo opposto. Lui sì che potrebbe sembrare il padrone di questo posto. Si dirigono verso di noi e riprende a parlare. «Lui è Gordon, vi guiderà passo dopo passo e vi darà tutte le informazioni di cui avrete bisogno.» sorride in modo molto amichevole, poi fa un inchino goffo e corre via.
Che tipo buffo, persino il suo aspetto sembra un cartone animato. Reprimo l'istinto di ridere a quella stupida battuta, ma con scarsi risultati. Scoppio in una risata isterica e tutti si voltano a guardarmi. Quell'uomo mi fissa in modo strano e starà di sicuro pensando che sono pazza.
«Scusatemi.» dico, una volta ritornata in me.
Sono rossa come un pomodoro, possibile che debba sempre rendermi ridicola? Posso notare lo sguardo divertito di Kimberly e devo fare appello a tutto il mio autocontrollo per non strapparle i capelli.
«Bene, seguitemi.» dice Gordon con un'aria da so tutto io. Mi sta già sulle scatole, trasuda antipatia e non mi piace affatto. Lo seguiamo per qualche metro, trascinando i nostri bagagli pesanti. «Da questa parte, prego.» Ci conduce in un'altra area del villaggio, credo che in quella direzione ci siano dei mini hotel con piscina, chissà se riusciremo a provare tutte le attrazioni, dato il lavoro che ci tocca svolgere. Non ho ancora ben chiaro cosa dovremmo fare, ma qualcosa mi fa pensare che noi ragazze saremo cameriere. «Vi avverto che siete qui per lavorare e non per divertirvi, ovviamente potrete usufruire dei vari servizi che vi verranno offerti, ma dopo l'orario di lavoro. In caso dovreste trasgredire le regole, sarete puniti con una sanzione e vi verranno retratti soldi dallo stipendio settimanale. E c'è dell'altro, qualunque relazione amorosa e non tra colleghi o clienti del villaggio è severamente vietata, in caso sarete sorpresi in comportamenti equivoci, verrete cacciati seduta stante.»
Ma quanto parla? E non mi piace per niente il suo tono, crede davvero di avere a che fare con dei bambini e siamo tutti adulti, perfettamente in grado di badare a noi stessi, be', fatta eccezione per una certa ragazza di mia conoscenza. Ecco che mi viene di nuovo da ridere, non faccio altro da quando siamo entrati nel villaggio, ma devo contenermi. Lizzie mi da una gomitata nel fianco, facendomi sussultare e smettere di sghignazzare sotto i baffi.
«Ma sei scema?» la rimprovero sottovoce, mentre mi accarezzo il punto dolorante.
«Sei con la testa tra le nuvole, non mi va dopo di ripeterti tutte le parole che sta dicendo questo qui.» indica Gordon.
«Calmati, perché sei così antipatica?»
«Te lo spiego dopo.» taglia corto.
Annuisco debolmente e resto in silenzio, facendo finta di prestare attenzione. Lizzie non è sempre così antipatica, sa anche stare al gioco, ogni tanto, ma ora è molto agitata, come se qualcosa la stesse turbando. Vorrei sapere cosa le prende, ma non posso fare altro che aspettare di trovarci nei nostri alloggi. Al telefono ci hanno detto che alloggeremo nei piccoli bungalow del personale, ognuno di noi ne avrà uno, mi dispiace non poter dividere la camera con lei, ma meglio non opporre resistenza o ci ritroveremo fuori ancora prima di cominciare. Il villaggio è sprovvisto di gente, ci sono pochissime persone, forse perché siamo appena inizio giugno? Ma allora perché hanno voluto che prendessimo posto così presto, chi dovremmo servire? Mentre seguo i miei amici, non posso fare altro che guardarmi intorno e meravigliarmi del luogo in cui mi trovo, non pensavo che fosse così bello e ben curato, non vedo l'ora di visitarlo tutto.
«Da quella parte ci sono i vostri alloggi.» indica Gordon alla sua destra. «All'interno troverete tutto ciò di cui avrete bisogno; le vostre divise, una lista con le regole da rispettare e, ovviamente, asciugamani e tutto ciò che vi occorre per l'igiene personale.» tira un lungo sospiro. «Vi ripeto che siete qui per lavorare, quindi dovrete tenere pulito il vostro bungalow, non ci sarà alcuna cameriera che lo farà al vostro posto. Domani comincerete il primo giorno, oggi avrete tempo per ambientarvi e familiarizzare con l'ambiente. Credo di aver detto tutto. Buon lavoro.» ci rivolge un sorriso, il primo da quando ha cominciato a parlare senza sosta e poi va via, lasciandoci un po' confusi.
Io e i ragazzi ci fissiamo con una certa ironia, hanno notato anche loro che quel tipo è un po' troppo dittatore?
«Avete sentito Adolf? Niente divertimenti per noi.» commenta mio fratello, facendo ridere tutti.
«Amore, non si chiamava Gordon?» chiede la sua ragazza.
Le risate si dilungano, soprattutto la mia e lei guarda tutti male.
«Tesoro mio, era un nomignolo per paragonarlo ad Hitler, solo un modo scherzoso per ridere.» gli spiega Leonard.
Ma come fa a stare con una che non ha un minimo di senso dell'umorismo? Povero Leonard, dev'essere davvero un sacrificio enorme per lui, be', forse no, ed io sto semplicemente esagerando. Devo ammettere che Miss stronzetta sa molte cose ed era la prima della classe quando andavamo a scuola.
«Smettetela di prendermi in giro, coglioni!» si lamenta, zittendo tutti tranne me. Mi fulmina con lo sguardo, ma non posso fare a meno di ridere ancora più forte. «Kelsey, ora ti faccio vedere io!»
Si affretta a venire verso di me, ma mio fratello glielo impedisce. «Dovete smetterla di punzecchiarvi. Kels, basta!» quasi urla.
Ecco che ritorna a difenderla, quanto può essere succube? Decido di smetterla e comincio a camminare nella direzione in cui Gordon ci ha indicato, per quanto riguarda i nostri alloggi. Lizzie corre verso di me e mi pare di averle sentito dire un aspetta, ma affretto il passo.
«Ehi, te la sei presa?» chiede preoccupata, raggiungendomi.
«Prendermela perché mio fratello è così idiota da non rendersi conto della stronza che ha accanto? No, non me la sono presa.» continuo a camminare.
«Dai, prima o poi se ne renderà conto, lascialo fare.»
«Non mi importa, preferisco ignorarli, ma non chiedermi di cambiare atteggiamento con quella.»
«Hai ragione. Ma ce l'hai ancora con lui per quello che è accaduto?»
«Preferisco non parlarne.»
«Va bene, rispetto la tua decisione, anche se lui non conosce tutta la storia» Faccio finta di non aver sentito. «ma posso darti un consiglio?» Intanto siamo arrivate ai nostri alloggi, piccole casette di pietra affiancate, davvero deliziose. Resto affascinata nel fissarle, fino a che la mia amica non mi riscuote. «Kelsey?»
«Sì, dimmi.»
«Cerca di goderti questi mesi e non pensare più al passato, va bene?»
«Sì, hai perfettamente ragione, basta rimuginare.»
Nondevo più preoccuparmi di quello che è accaduto, d'altronde la colpa non è statasolo di mio fratello se ho avuto a che fare con un tipo come Zack, devosmetterla di provare risentimento verso di loro e andare avanti, per il benedelle persone che mi circondano e soprattutto per il mio.
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