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~9~

°•Mitsuba•°

Mi misi le scarpe e la sciarpa.
Aspettai finché non sentii dei passi sempre più forti e sempre più vicini dal piano di sopra.

Vidi il ragazzino con l'orecchino sfigato di merda scendere le scale e uscimmo entrambi dalla porta.
Chiusi a chiave la porta d'ingresso, e iniziammo a incamminarci verso una meta da lui ancora sconosciuta.

Camminavo accanto a lui con le mani nelle tasche della felpa e un ghigno stampato sul volto.

Lui mi guardava con uno sguardo confuso, cosa che mi faceva ancora più ridere.
Lui non lo sapeva ancora.
In realtà non lo sapevo ancora neanche io.

Camminavamo per strada, stavamo attraversando quando lui di corsa mi prese il polso e iniziò a correre fino a che non arrivò al marciapiede.

"Stavi per essere investito Mitsuba"

Rimasi un attimo paralizzato da quella affermazione che non parlai affatto.

Avevamo entrambi lo sguardo rivolto verso il basso.
Alzai la testa e incontrai il suo volto.
Iniziammo a ridere.

Guardare quel suo sguardo mi è sembrato tutto ad un tratto difficile.
Mi è capitato a volte di non avere il coraggio di guardare negli occhi qualcuno. Ma non mi era mai sembrato così impossibile.

Neanche lui mi guardava.
Chissà se aveva già capito dove lo stavo portando.

Camminammo ancora per 5 minuti quando vedemmo due figure familiari in lontananza.

Avevo paura che fossero ancora loro.

Ci avvicinammo sempre di più finché le due figure furono completamente riconoscibili.

Un ragazzo, dai capelli corti e castani, e una ragazza, con i capelli lunghi raccolti in due codini.

Guardai il volto di Kou, li stava studiando anche lui.

Avevano una macchina fotografica polaroid in mano e si facevano le foto.

Ci avvicinammo sempre di più, fino a che la ragazza si girò e ci salutò un gesto della mano. Seguita a ruota dal ragazzo che si trovava accanto a lei che ripetè il gesto.

Solo quando Kou si ritrovò davanti a loro li salutò con il suo solito sorriso smagliante.

"Ciao ragazzi"

Io ero un po' in imbarazzo della cosa.
Ogni volta che incontro qualcuno che non vedo da tanti anni mi accade.

"Mitsuba ti ricordi che venivamo a scuola insieme alle medie si?"

"Si me lo ricordo Akane"
Risposi quasi subito con il mio solito tono un po' scocciato.

"Come mai qui?"
Chiese Kou. Come se fosse interessato.

"Ci facciamo delle foto per un album"
"Che tipo di album?"
"Bhè...noi ci stiamo per sposare"

"Non avevo dubbi Akane"

"E perché anche voi qui?"
"È una sorpresa per Kou"

Sembrarono tutti e tre sorpresi dalla risposta.

"Anche se siamo arrivati..."

In quel momento Kou si guardò attorno, e come se non l'avesse vista, età esattamente davanti all'accademia Kamome.

"OMMIODIO MITSUBA GRAZIEE"
"Non è finita qui scemo, entriamo dentro".

Entrammo dentro al grande edificio e tornammo entrambi indietro nel tempo.
Passeggiavamo tra i corridoi, tra le classi, tra i cortili e tra i giardini.

Finimmo per visitare i bagni di quella scuola ormai chiusa e Kou rimase immobile.

"Andiamo sul tetto Kou?"
"Voglio...farmi ritornare alla mente tutti i ricordi che ho di questo bagno..."

Su trascinò per terra fino a sedersi sul pavimento con le spalle al muro.

"Va bene...io faccio un giro sul tetto e poi torno eh"

Salì le scale e aprì una porta. Mi arrivò una raffica di vento caldo addosso.
Camminai per il tetto, fino a che non vidi una figura.

Una figura rosa, ERO IO?!

"Ehi...chi sei?"

"Sono te...Mitsuba"
Sbuca da fuori un me delle medie con la divisa che mi guardava.

"Perché piangevi?"
-Ma non stavo piangendo-
"Perché non lo hai mai fatto?"
-Perché non avevo coraggio-
"Perché non te ne sei rassegnato?"
-Perché lo desideravo troppo-
"Perché non lo hai respinto?"
-Perché non mi faceva soffrire-
"Perché non agisci ora?"
-Perché non ce la farei mai-
"Perché lo hai fatto?"
-Perché in fondo ho sofferto-
"Perché non ti togli la felpa?"
-Eh...cosa?-
"PERCHÉ NON TI TOGLI LA FELPA?"
-...Non capisco...-
"PERCHÉ-NON-TI-TOGLI-LA-FELPAA?"

"MITSUBA MITSUBA STAI BENE?"
Ero a terra, una luce mi accecava gli occhi e Kou mi guardava con una faccia preoccupata.

"Mio dio eri svenuto Mitsuba! E stavi parlando da solo!"

Avevo un forte mal di testa e non stavo capendo più niente.

"Portami...d-dentro"

Mi portò correndo a mo di sposa fino ai bagni e mi fece sdraiare sul pavimento.
In quel momento mi sedetti mentre c'era lui accanto a me.

Alternava gli inspiri agli espiri con la bocca spalancata. Era preoccupato per me e mi aveva pure portato in braccio per farmi stare meglio.

Si era preso un colpo dopo avermi visto svenuto sul pavimento del tetto della scuola così all'improvviso.
Tralatro mi sentiva rispondere a quelle domande fatte dal me stesso delle medie che avevo incontrato proprio lì.

Magari aveva cercato di svegliarmi, finché non ci riuscì.
Chissà quando lo ho spaventato.

Ma la cosa più dolce è che lo ha fatto perché mi vuole bene, perché non vorrebbe mai abbandonarmi, perché non sarebbe mai stato un amico infedele e perfido.

Una lacrima salata bagna la mia guancia mentre sorrido e Kou mi accarezza dolcemente il viso.

A vedere i suoi occhi iniziai a singhiozzare.
I mie occhi stavano sprofondando nel suo sguardo.
La mia testa stava scoppiando.

Mi rimbombavano in continuazione e a ripetizione quelle maledettissime domande.

Mi portai le mani nei capelli e iniziai a urlare.
"BASTAA HO GIÀ RISPOSTO"

Lui non capiva ma stava in tutti i modi cercando di calmarmi.

Lo abbracciai forte.
La mia testa si liberò di quelle domande e iniziai a piangere.

Kou anche se non ci stava più capendo niente ricambiò l'abbraccio.

Mi sentivo meglio in quel momento, quando all'improvviso si sdraiò con ancora me tra le sue braccia.

Eravamo sdraiati sul pavimento del bagno della nostra vecchia scuola media. Mentre io piangevo sulla sua spalla, lui guardava il soffitto respirando lentamente.

Quando mi resi conto che stavo sopra di lui, diventai rosso come un pomodoro e mi sdraiai accanto a lui staccandomi dall'abbraccio.

Perché era così tranquillo?.
Perché non mi ha chiesto che cosa mi stesse accadendo?.
Perché non mi ha chiesto che cosa stessi dicendo?.

Ma soprattutto, perché era così tranquillo?

"Kou...cosa mi è accaduto?"
"In realtà non lo so...ma ti è accaduto anche altre svariate volte quando eravamo alle medie...ma tu eri svenuto quindi non ti ricordi"

"Non pensi che io sia uno psicopatico?"
"No no, tu sei mio amico e lo sarai per sempre, ti aiuterò sempre in momenti come questi, non ti abbandonerei mai"

Lo abbracciai un'altra volta.
E lui ricambiò il mio abbraccio.

Dopo una buona mezz'ora riuscimmo a uscire da quella scuola maledetta e maledettamente bella allo stesso tempo.

Tornammo a casa a piedi camminando silenziosamente per circa venti minuti.
Aprì la porta d'ingresso e feci entrare Kou.

Neanche il tempo di richiudere la porta che lui si lanciò su di me abbracciandomi.

"Anche se ti romperò te lo ripeto,...tu sei speciale per me...mi riempi le giornate di felicità e tranquillità...e io non posso fare altro che starti sempre accanto nei momenti si e nei momenti no...sappi che ci sarò sempre quando mi cercherai, ci sarò sempre quando mi chiamerai, ci sarò sempre quando mi vorrai tra le tue braccia..."

Io lo strinsi più forte che potevo.

Si, era il mio amico.

°•SPAZIO AUTRICE•°

Se ti sta piacendo questo capitolo e la storia in generale, fammelo sapere con un ♡commento♡ e una ☆stellina☆

^^

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