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~20~

°•Kou•°

Ero per terra.

Con un braccio mi tenevo al microfono.
Con l'altra mano, invece, toccavo la pavimentazione in legno del palco.
Rimasi solo con la mia musica.

Non volevo cedere nel pianto.
Non volevo mollare tutto.
Non volevo ricordare il fatto che io non abbia più speranza...

Quando la melodia cessò,
Ci fu silenzio.
Un silenzio in cui, affannando rumorosamente al microfono, mi sentii veramente solo su un palco gigantesco in cui nessuno avrebbe mai sostenuto il dolore che provavo.

Mi sentii veramente solo accanto a una persona che non m'appartiene.
Non si merita un codardo che non si è accorto di quanto lui stesse soffrendo.
Non l'ho aiutato.
Non gli sono stato accanto.
Non gli ho ancora mostrato...quanto lo amo.

Non glielo mostrerò mai.
Perché mai ne avrò l'occasione.
Perché mai ne avrò il coraggio.

Quando mi alzai in piedi accennai un inchino, mentre si scrosciarono gli applausi dal caloroso pubblico.
Di solito in questo momento ogni cantante sorriderebbe, ma quel giorno dalla sconsolazione non ci riuscì.

Sapevo che per quanto lui avesse sofferto, non mi avrebbe mai più amato come i vecchi tempi.

Ancora coperto dalle luci e dal sudore, alzai lo sguardo a tutti coloro che mi stavano acclamando.
Accennai un sorriso.

Vabbè, come minimo mi è stato di ispirazione per la mia musica...

Sentii svariati passi dalle quinte.

Ebbi una strana sensazione.
Non so se bella o brutta.

Ammetto che in quel momento ebbi una piccola speranza, una piccola parte del mio cuore quasi spezzato, che mi diceva di non mollare.

La curiosità e quella strana sensazione si fecero più grandi.

Veramente un'istinto strano...
Veramente una sensazione stramba...

Ma di quelle sensazioni di cui sei certo che ti aspetta qualcosa.

O qualcuno...

Infatti, andai verso la quinta sulla mia destra.

Spostai la tendina e,...

Proprio davanti a me...

Seduto appogiatosi al muro della quinta...

Trovai Mitsuba...
Che appena mi vide si alzò in piedi e mi guardò con un mezzo sorriso e le mani dietro la schiena.

Quel sorriso che volevo allargasse...

Rimasi immobile, paralizzato.

Un'altra speranza si accese nel mio cuore: se solo quei suoi belli occhi brillassero alla mia vista ancora una volta, una sola.

Se solo mi amasse ancora, dopo tutto quel tempo.

Ero tra il palco e la quinta.

Tutto mi apparve a rallentatore:
Come se una burrasca mi stesse trascinando contro il muro della quinta.
Come se tutti i venti stessero soffiando addosso a me, nello stesso momento, nello stesso secondo.
Come se tutti i muscoli del mio corpo si muovessero all'improvviso.
Come se il mio cuore si fosse fermato all'improvviso per poi riprendere a battere all'impazzata.
Come se tutta la città e tutti gli edifici mi stessero cadendo addosso.
Come se delle nuvole dal cielo mi stessero dando la possibilità di volare e sentirmi leggero.
Come se, quando si alza il vento, inizia un nuovo capitolo della nostra vita...e si inizia a sognare ad occhi aperti.

Come se il tempo...si fosse fermato per noi...

...

Tutto accadde velocemente.

...

Tutto accadde lentamente.

...

Tutto ciò che avevo sempre desiderato stava accadendo...

I miei passi si fecero incalzanti.
Con grinta camminavo rapidamente verso di lui.

Fece tre passi indietro e...
Prima che toccasse il muro della quinta...
Prima che potesse aprire bocca...
Prima che potesse espirare...

Io con le mie morbide mani gli accarezzai frettolosamente il viso...

Mi fermai sui miei passi...solo dopo essermi schiantato...

...Sulle sue labbra...

Forse so come si chiama questa sensazione...la felicità.

Mi staccai da quel bacio meraviglioso.
Quelle sue labbra, lisce, soffici, morbide, delicate come petali di rosa ma carnose per quanto fossero sottili.
Forse la migliore sensazione che avessi mai provato.

Anche se di sorpresa, Mitsuba è riuscito a farmi impazzire per quanto baciasse bene.
Anche se ricambiò il bacio, mi guardò con una faccia confusa ma allo stesso tempo sconvolta e stupita.

"Scus-..."

Provai a chiedergli scusa per quel gesto,...quando improvvisamente mi tolse le parole di bocca con un bacio più casto, profondo.

Su entrambi i nostri volti spuntatono dei sorrisi, soprattutto dopo che appoggiai le mie mani alla sua vita.

Ma...

Quel suo sorriso tutto a un tratto sparì.
Lentamente iniziò ad abbassare il capo e a distogliere il mio sguardo.
Quando all'improvviso...iniziò a singhiozzare.

Mitsuba piangeva, e non sapevo neanche il perché.
Complimenti Kou.

Gli chiesi che cosa stesse accadendo probabilmente una decina di volte, ma lui continuando a singhiozzare mi guardava con i sui bellissimi occhi pieni di lacrime mentre muoveva la testa da sinistra verso destra ripetutamente...

Sbatteva i piedi a terra mentre gli tenevo i polsi al muro della quinta.

Si dimenava come se fosse in gabbia.
Lo tenevo solo dai polsi, ma non riusciva comunque a liberarsi a causa del suo minuto corpo.
Mi sentii un mostro.
Tenevo in gabbia colui che amavo e gli stringevo i polsi.
Ero ricoperto dal dubbio.
Guardavo il pavimento respirando affannamente.
Cosa ho fatto di sbagliato?
Stava ridendo prima!
Che sta succedendo?
Mi sentii come se le mie orbite stessero uscendo fuori dai miei occhi e il cuore che batteva in gola.
Quando improvvisamente...sentii un piccolo e sordo lamento:
"Ahia!"

Lasciai la presa immediatamente, e lui inarcò il volto verso il basso per guardarsi i polsi ormai rossi.

A vedere quel che gli avevo fatto mi scesero alcune lacrime dagli occhi solcandomi leggermente gli zigomi.
Se ne accorse.
Avevo singhiozzato leggermente e il suo sguardo penetrò nel mio.

In quel momento urlò.

"TI HO MENTITO...TI HO MENTITO TI HO MENTITO"

In che senso mi ha mentito...?

Gli chiesi spiegazioni e singhizzando riuscii a dire:
"Sapevo che eri un cantante"

Cosa?

E ancora: "Avevo intuito che Yashiro ti aveva lasciato eppure ho fatto finta di niente...sono solo un falso..."

"IO TI HO SEMPRE AMATO"
Disse tutto ad un fiato per poi inginocchiarsi a terra tossendo.

Veramente...come ho potuto non accorgermene per tutto questo tempo, che in realtà lo ho sempre amato anch'io...

Tutte quelle volte in cui mi sono autoconvinto di amare una ragazza...
Tutte quelle volte in cui ho pensato a quanto fosse carino Mitsuba ma senza aver interpretato cosa veramente mi era sorto alla mente...
Tutte quelle volte in cui mi sono sentito sbagliato...perché sentivo qualcosa nei confronti di Mitsuba...

Da lì ho capito di essere bisessuale, ma era troppo tardi ormai.

Io e il mio Marshmallow avevamo preso strade diverse...
Ma chissà perché, oggi ci siamo riuniti definitivamente.

Da quel giorno in cui si è avvicinato alla panchina su cui ero seduto in quel parco, ho iniziato ad amarlo sempre di più, giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto.
Finché non ho più resistito e ho gettato sul tavolo tutte le mie carte in gioco.

Mi guardò attentamente e notò che avevo ancora le lacrime agli occhi e disse parole di consolamento, che non scorderò mai:

"Ora basta piangere Kou, sai,...dai miei occhi sono scese molte, molte, ma molte lacrime, i tuoi sono troppo belli per essere inondati dal dolore, non meriti di piangere ogni giorno,
non meriti di essere illuso,
non meriti di essere odiato.
In fondo, dopo tutti questi anni, non ho sbagliato a continuare ad amarti...perché sapevo che un giorno ti avrei rivisto.
Mentre il tuo amore per me aumentava giorno per giorno, la mia speranza, invece, diminuiva ora per ora, minuto per minuto, secondo per secondo.
E con l'ultima briciola sono venuto qui dietro la quinta, e mi hai finalmente riempito il cuore, ragazzino con un orecchino da sfigato di merda"
Mi asciugò le lacrime dagli occhi con il pollice insieme ad una delicatezza tale da far addolcire persino un leone.

Sicuri che con quelle meravigliose parole, in realtà, abbia consolato anche se stesso?

"Tu invece ti devi amare, Mashmallow"
Gli dissi tenendogli le mani sorridendo.

Ma se anche dopo tutti questi anni,
Ma se anche dopo tutta questa distanza,
Ma se anche dopo tutti i fraintendimenti...
Lui ha continuato sempre e comunque ad amarmi...mi amerà per sempre.

Con le sue tenere e morbide mani mi accarezzò dal collo i miei capelli ancora bagnati dal sudore massaggiandomi la nuca.

"E io ti chiedo scusa per averti amato troppo" disse ridacchiando.

Lo presi per le sue morbide e calde guancie rosse mentre la sua schiena toccava appena il muro della quinta.

Gli accarezzai il viso, quel viso delicato che da quel momento potevo baciare ogni volta che volevo e quanto volevo.

In realtà, ho molte altre carte da giocare...

Stavo per far combaciare le nostre labbra per l'ennesima volta...quando sentii vociare.

Lo sentii anche lui.

Girammo entrambi la testa da quel lato, per poi guardarci a vicenda con degli sguardi confusi e preoccupati.
Gli afferrai il polso e mi recai nella direzione opposta rispetto a quella da dove sentivamo le voci.
Spostai la tendina, e vidi che più in avanti in un piccolo corridoio c'era la porta di uscita dal retro del teatro.
Mi affacciai per assicurarmi che non ci fosse nessuno, e uscii con il mio Mashwallow.

Camminavamo come sempre, percorrevano sempre la stessa strada...
Ma, quella notte fu particolarmente profonda, gelida e bella.

Corsi per le strade urlando
"CE L'HO FATTA! Hai visto? CE L'HO FATTA! CE L'HO FATTA!"
Mentre correvo dinanzi a lui.

Le sue lacrime di pentimento si mischiarono a quelle di felicità...e lui non fece altro che allargare le sue labbra in un sorriso...

Correvo quando mi accorsi che lui non era accanto a me.
Perciò gli andai incontro abbracciandolo calorosamente.

In quell'abbraccio iniziammo una danza.
Una danza, che senza saper ballare, sapevamo entrambi.
Sapevamo entrambi, inoltre, che ci aspettava la notte più bella che la nostra vita avesse in servo per noi.
Sentimmo le foglie strusciare fra loro in un venticello invernale e gelido.
Sentimmo le nostre braccia non staccarsi mai.

Baciandosi nel buio,
Correndo e urlando per le strade,
Danzando mentre tutto intorno a noi era vittima della pioggia...

Dopo esserci resi conto che eravamo quasi completamente fradici, corremmo verso casa tra risate e schiamazzi.
Appena sotto la tettoia mi misi le mani in tasca e la mia attenzione cadde sulla pioggia, poi su Mitsuba, poi ancora sulla pioggia e poi ancora sul Mashmallow.

Quando vidi quegli occhi il mio cuore saltò un battito.
"Non sai da quanto tempo ho desiderato tutto questo" disse.
Riflettei un attimo.
"Cosa desideri ancora?" Dissi guardando la stessa tettoia mentre vidi Mitsuba che diventava man mano un mashwallow sempre più rosso.

"P-perché vuoi saperlo?"
È titubante.
A quel punto gli tesi la mano, lui confuso unì la sua mano alla mia, e appena sentii il suo tocco, tirai entrambi le mani verso di me trascinandosi dietro anche lui, a pochi centimetri dal mio viso...

"Perché li avvererò tutti quanti"

Era sorto un ghigno sul mio volto, ma non nego che mi trattenni a non arrossire.
Iniziai a baciarlo con passione.

Poi lui si staccò:
"Più che i miei di desideri, quali sono i tuoi?"

Aveva un sorrisetto maligno in volto, ma avvertì in quell'espressione un pizzico di ansietta.

Inoltre sentì il suo cuore saltare un battito dal suo petto che in quel momento combaciava con il mio.

Caro e dolce Mitsuba, i piani che ho per questa sera li scoprirai tu stesso da solo...

"Sai a cosa penso"
"Ti ho detto che non lo so, ragazzino con un orecchino da sfigato di merda"
Affermò avvicinandosi al mio volto con un sorriso in segno di sfida.

"Anche se il mio desiderio in teoria si è già avverato...magari se entriamo in casa potremmo concludere questa serata in bellezza..."

"Quindi...come in un film porno?"

Ridemmo leggermente ricordando i momenti in cui altre volte Mitsuba aveva detto quelle parole in passato.

"Diciamo..."

Dopo aver detto quelle parole, iniziai a baciarlo.

Poi tirai fuori le chiavi dalla tasca e iniziai ad aprire la porta di casa.
Appena entrati ci levammo le scarpe e i giubotti fracichi.

Lo guardai con uno sguardo di sfida e un ghigno sulle labbra.

Ci baciammo appassionatamente mentre ci toglievamo i vestiti di dosso a vicenda.

Io giocando con i suoi morbidi capelli rosa legati in un codino con un elastico, che gli sfilai.

Con i capelli sciolti mi fa impazzire ancora di più.

Eravamo ancora all'entrata di casa, ci stavamo a malapena levando i giacchetti e le scarpe, ma non avevamo resistito ad andare su fino in camera da letto.

Avevamo preso le distanze per troppo tempo, il suo sguardo mi diceva di esagerare.
Questa notte sarebbe stata la più bella della nostra vita infondo.

Accarezzandogli il collo e appoggiando la mia fronte sulla sua, ripresi fiato:
"Sai Mitsuba, quando sono su quel palco il Kou che c'è dentro di me ripete a lettera ciò che detta il cuore...si, il cervello non pensa, il cervello sta solo a ciò che sto facendo...non ha il controllo su di me...è l'unico momento in cui esprimo e faccio quello che voglio senza farmi limitare dal mio inconscio...
Lasciami sprofondare nei tuoi occhi e sarò felice per sempre"

Con un dito gli sollevai il mento.

"Tutto questo lo ho dedicato a te, ho sempre fatto tutto questo per te. Delle semplici parole non esprimono ciò che penso, ma solo sulle note di felicità ."

Lo ripresi per il polso e, trascinandolo, spalancai la porta del bagno.

Lo portai dentro e lo sbattei delicatamente al lato del lavandino.
Tesi una mano e la appoggiai sulla sua guancia, mi avvicinai al suo viso...pensavo mi avrebbe baciato ma...la mia mano scese con un movimento fluido sul suo collo, per poi scendere alla spalla, fino...alle braccia.

Quelle braccia massacrate e piene di tagli non troppo profondi.

Continuai ad accarezzargli le braccia dalla spalla alle mani, avanti e indietro.
Avvicinai le mie labbra al suo orecchio e sussurrai.

"Ogni tuo taglio corrisponde a ogni tuo lamento e dolore...sbaglio?"

Era zitto e immobile.
Lo sentii deglutire rumorosamente.

"Sono sempre stato uno stupido a non capire tutto ciò...a non averti mai chiesto perché indossavi il maglione in ogni momento, perfino in estate...mi hai sempre amato...è segnato sulle tue braccia...ti sei inflitto delle ferite che rimarranno segnate sulla tua pelle fino a che non si rimargineranno per il dolore che provavi...questa è una prova d'amore Mitsuba...ho trovato le parole per dirtelo ma...passiamo ai fatti..."

Il fatto che gli accarezzavo le braccia, per fargli capire che se si fossero rimarginate o no, quelle ferite sarebbero rimaste inflitte lo stesso, quindi avrebbe continuato ad amarmi per sempre.

Per sempre.

Avevo preso il lato profondo di quei tagli e avevo messo da parte quel lato doloso...

Lo risbattei al lato del lavandino ma sta volta le mie labbra si unirono alle sue in un meraviglioso bacio profondo.

Uscii dal bagno e mi diressi verso il salone.
Mi sedetti sul divano.

Lui rimase immobile, con il muso imbronciato, le braccia conserte e una voce a dir poco adorabile che mi sciolse il cuore:
"Già finito?"

Pensava davvero che mi sarei messo a guardare la televisione dopo tutta quella passione che stavamo accumulando?

Guardandolo negli occhi battei due volte le mie mani sulle mie gambe:
"Su, siediti"

Gli si illuminarono gli occhi.

Ovviamente non era tutto finito.

Si mise a cavalcioni sulle mie gambe, dove gli avevo indicato.

Gli accarezzai la schiena, dal basso verso l'alto, dall'alto verso il basso...

Era così rosso che mi faceva da termosifone.

Lo strinsi in un semplice abbraccio, affondando la faccia nel suo petto.
Lui si immobilizzò.

Stupirlo sempre di più gesto dopo gesto lo avrebbe fatto impazzire, era quello il mio obiettivo.

Mentre coccolavo Mitsuba sul divano, un sussurro accanto all'orecchio.
"Dimmi perché..."
"Perché cosa?"
"Perché hai aspettato per amarmi? Insomma, ti ho sempre amato io, ho provato a fartelo capire indirettamente atteggiandomi anche in maniera strana con te, non l'hai mai notato?"
Ero paralizzato.

"Sai Mitsuba, io lo avevo capito, o almeno intuito, avevo paura di aver frainteso tutto e soprattutto avevo le idee confuse, hai fatto troppo affidamento sul me delle medie, del passato, che non è niente in confronto al me di ora.
Amami quanto puoi, e io ti amerò dieci, cento e mille volte tanto"

Gli occhi di Mitsuba dopo aver detto quelle parole...
Quei suoi bellissimi occhi...erano puntati su di me.

Non riuscì più a trattenere quella passione che cresceva e aumentava di volta in volta, più stavo con lui più questa passione cresceva come il mio amore verso di lui...

Avvicinai il mio viso verso Mitsuba ma invece di dargli un bacio sulle sue bellissime labbra il mio viso finì per andare verso in suo collo...con la mia bocca avevo iniziato a dargli piccoli baci, in quel momento stavo solo pensado all'amore che provavo verso di lui...
Quell'amore che avevo accumulato fin dal nostro primo incontro...
Quell'amore che stupidamente avevo ignorato per anni...

Sucessivamente mi staccai dal suo collo per poi notare che la faccia di Mitsuba tutta rossa, sembrava un pomodoro appena raccolto.
Quel pensiero mi fece ridere.

"Ti è piaciuto piccolo pomodorino?"
Le sopraciglia di Mitsuba si aggrottatono per fare una faccia da "si ma non lo ammetterò mai"

Notai che i suoi occhi erano pieni di vita ma allo stesso tempo stanchi, così mi alzai dal divano per prendere il telefono per controllare l'orario...03:00...

Cazzo.

Non avevo prestato attenzione all'orario, già il concerto era finito tardi più il tempo di essere tornati a casa...il tempo era passato velocemente...

Nell'arco di tempo che mi ero messo a controllare l'orario Mitsuba sul divano era crollato di stanchezza...
Che carino quasi mi dispiace alzarlo da lì...come faccio a non farlo svegliare?...

Così andai verso il divano con un braccio alzai le gambe di Mitsuba e con l'altro sostenevo la schiena, a mo' di sposa. Entrai in camera e appoggiai delicatamente Mitsuba sul letto per poi notare un sorrisetto soddisfatto sorgere pian piano sul suo volto.

"Ci sei cascato, non stavo veramente dormendo, ragazzino con un orecchino da sfigato di merda"
Scoppiammo a ridere.

"Se non sei stanco allora possiamo continuare"

Più lo provocavo più la sua faccia diventava rossa, così salii sul letto e spinsi Mitsuba per farlo sdraiare, mi misi sopra di lui.

Lo iniziai a baciare intensamente con tutta la passione che avevo...
Questo bacio non era come gli altri...
Questo bacio era inteso, lento e piacevole...
Quanto vorrei fermare il tempo e rimanere così per sempre...
Come vorrei rimanere così labbra su labbra...
Staccandoci dal bacio Mitsuba mi spinse dall'altro lato del letto per poi ritrovarmelo sopra.

"Che c'è ora?"
"Devo vendicarmi, non è giusto che faccia tutto tu"

Mi pare più che giusto.

Come avevo fatto io, anche Mitsuba iniziò a baciarmi il collo.
Lo lasciai fare.

Quei suoi baci caldi e e delicati mi fecero gemitare dal piacere...
Lui,
Le sue labbra sul mio collo,
Lui sopra di me,
Lui che ora era mio...

Tutto mi sembrava un sogno...
Avevo paura che tutto questo paradiso sarebbe svanito...e che poi quando mi sarei risvegliato non avrei ritrovato Mitsuba accanto a me sul letto...

Così mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai:
"Ti prego non te andare...mai e poi mai...rimani qui con me...fammi tuo per sempre..."

"Sei proprio un pervertito del cazzo, ragazzino con un orecchino da sfigato di merda"

Quelle parole mi fecero sorridere ancora una volta.

Ad un tratto avvertì i suoi polpastrelli massaggiarmi i lineamenti sottostanti alla mia camicia ancora abbottonata.

"Qui però adesso quello pervertito mi sembri proprio tu"
Dopo quella mia affermazione lui inarcò la testa di lato e, stando a cavalcioni su di me, mordendosi il labbro inferiore iniziò a sbottonarmi la camicia.

Dopo esser arrivato all'ultimo bottone appoggiò le mani sul mio petto e si piegò verso il mio viso.
"Allora? Quali sono i tuoi desideri?"

"Voglio solo che questa sia la notte migliore della nostra vita"

Alzandomi a sedere la camicia aperta si allorgò, lasciando spazio al mio petto.
Fece sciovolare l'indumento su entrambe le mie braccia lasciandomi ufficialmente a petto nudo.

Raga io ho pubblicato ma sappiate che non è ancora finito, visto che non vi voglio far aspettare troppo, io lo pubblico, poi lo modificherò, non so come darvi la notifica ma vedremo poi.
Enniente spero vi piacciaaa.

-nana_poetessa_A

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