23. Campeón
Si dice che quando compi un'impresa, il giorno dopo è sempre il migliore.
Perchè non sei nè troppo ubriaco nè troppo adrenalinico per non capire cosa hai fatto.
Per Marc sembra essere proprio così, visto che da quando si è alzato questa mattina non fa che sorridere a trentadue denti e parlare della gara di ieri.
Io e Alex siamo felici di sentirlo, ma entrambi vorremmo staccare per un pò dall'argomento.
Ci pensano i loro genitori ad interrompere l'ennesimo entusiasmante racconto di come non sia caduto sulla ghiaia, entrando nel motorhome verso ora di colazione.
Non che sia un'ora diversa dalle ultime, in cui di dormire non abbiamo nemmeno avuto un accenno.
"Mamma" Grida un sempre più iperattivo Marc, andandola ad abbracciare come un bambino.
Mi sciolgo nel vedere quella scena, mentre loro padre viene a posarmi una mano sulla spalla.
Ho avuto il piacere di conoscerli un poco ieri e posso dire di aver trovato due persone splendide.
Sono gentili, educati, umili e, soprattutto, sempre sorridenti, specialmente loro mamma.
"Allora bambini, quando partiamo?" Chiede andandosi a sedere sul divano, passando lo sguardo tra Alex e Marc più volte.
Sento che in qualche modo quella domanda sia rivolta anche a me, forse perchè non ho mai pensato all'eventualità di lasciare Marc per tornare alla mia vita di prima.
Mi immagino a New York, nella casa che prima amavo così tanto, con gli amici che tanto mi mancavano fino a qualche tempo fa, ma ora non mi ci vedo più.
Continuo a sognare la città americana e la mia vita lì, ma non riesco più a vederla senza Marc dentro.
Ce lo vedo a camminare per Central Park, a prendere un caffè al volo da Starbucks e a giocare con la neve che cade lentamente.
"Anna?" Mi risveglio dai miei pensieri di colpo quando la voce del ragazzo si rivolge proprio a me.
Con uno sguardo capisce che ero mentalmente assente, ripetendo la domanda.
"Dicevo, pensavo di venire a Barcellona con te qualche giorno. Poi potresti venire a Cervera con me, conoscere i miei amici, casa mia".
Deglutisco a stento, mentre la mia faccia dev'essere sbiancata improvvisamente.
"Ma se non vuoi..." Si affretta a dire, quasi spaventato dalla mia reazione.
La verità è che mi sono appena resa conto anche di molti altri aspetti che una convenzionale relazione avrebbe già dovuto affrontare, primo fra tutti l'incontro con i miei genitori.
Non temo mia mamma, è affabile e ricorda molto quella di Marc, ma mio padre.
Non ho intenzione di vederlo sminuire Marc in qualsiasi modo gli venga in mente, di metterlo a disagio, di rovinare tutto.
Ha sempre rovinato tutto.
Ricordo ancora il primo fidanzatino che ho portato a casa. Si chiamava Javier, e avevamo sedici anni.
A quel tempo dissi che lo amavo da impazzire, cosa che reputerei ancora vera se non fosse per cosa provo per Marc. Perchè se quello era amare da impazzire, quello che sento oggi non saprei nemmeno definirlo.
Ma torniamo ad Javier.
Dopo un paio di mesi mi sono trovata costretta a portarlo a casa per la prima ed ultima volta.
Mio padre l'ha tartassato di domande, dalle più intime alle più scomode. L'ha messo in guardia, come si suol dire, per poi distruggere ogni sua minima convinzione.
Non dimenticherò mai la faccia di quel povero ragazzo quando mio papà, con il suo solito sguardo marmoreo, gli ha detto che 'diventare medico è per persone con una grande forza morale. Per ogni singolo giorno della tua vita, avrai in mano la vita di qualcun altro, non potendo mai sbagliare. Questo sempre se riuscirai a passare dieci anni di università e tirocinio. Lo sai che metà degli studenti di medicina si arrendono al primo anno di specializzazione?'.
Ci siamo lasciati due giorni dopo.
"A Barcellona, da me?" Chiedo a Marc, quasi avessi bisogno di una conferma di quanto appena sentito.
Lui annuisce ridendo, ma cosa ci trova da ridere nella mia disperazione?
"Tu sei proprio sicuro?" Continuo io, mentre lui si alza e viene a prendermi in un caldo abbraccio, che rilassa immediatamente i miei muscoli.
Penso sia la prima volta che si calma da ieri pomeriggio, il che è decisamente un bene.
"Cosa mai avrai da nascondere a Barcellona? Un figlio segreto, un matrimonio a Las Vegas?" Rido forzatamente scuotendo la testa.
E va bene, in fondo penso che Marc sia l'unico che può affrontare il grande ostacolo di nome Lucio Rico Torres ed uscire indenne.
AnnaTorres
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AnnaTorres Coming back home 🌈
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Marcmarquez93 Sono il miglior fotografo al mondo
/Jorgelorenzo99 Tiratela meno Marquez ;)
Clara.Oviela 😍😍😍😍
Emilia_Morales La bimba torna a casaaaa
Mettere piede a Barcellona dopo tanto tempo è, in qualche modo, rilassante.
Sa di casa, nonostante tutto, nonostante di casa, per me, ormai abbia ben poco.
Per allontanare il più possibile l'incontro tra i due uomini della mia vita, ho chiesto a Clara di venirci a prendere.
Clara è la mia vicina di casa da sempre. Ha solo un anno in meno di me, ma è sempre stata come una sorella minore.
Eravamo abituate a vederci molto più spesso, il che ha reso difficili questi mesi di lontanaza forzata.
Oggi però arriva in aereoporto puntuale come suo solito, dandomi un raggio di sole in questa piovosa giornata catalana.
Il viaggio dall'aereoporto a casa passa fin troppo velocemente, tra i complimenti della mia amica a Marc e i gossip su cui doveva aggiornarmi.
Ed è per questo che per ora di merenda siamo già davanti alla grande porta verde.
Rimango quasi imbambolata, mentre Marc posa una mano sulla mia schiena, tesa.
"Hai così paura che i tuoi mi odino?" Domanda scherzoso, ma il mio sguardo rimane serio.
Mi volto leggermente così da poterlo guardare dritto negli occhi.
Certo, con la tuta e il casco e tutto il resto è bellissimo, ma vederlo con una semplice felpa, dei jeans e una tenuta nel suo complesso normale, è ancora meglio.
Lo rende più reale, più concreto.
Mi metto a giocare con i lacci del suo cappuccio "Ho paura che tu odi lui e che questo ci allontani" Rispondo con la massima sincerità.
Avrei potuto mentire, sorridere e dirgli che andava tutto bene, ma Marc mi conosce. In più ora è più importante tenermelo vicino, piuttosto che allontanarlo come faccio solitamente.
Si avvicina per lasciarmi un rapido bacio sulle labbra, quel tanto che basta per far abbassare le mie difese e la mia attenzione, cosicché possa bussare alla porta prima che io riesca fermarlo.
Lo fulmino con lo sguardo, girandomi poi verso l'ingresso appena aperto.
Mamma è lì in piedi, elegante come suo solito, che ci accoglie con un caloroso sorriso.
Sapeva che saremmo arrivati, il che sicuramente le avrà fatto passare le ultime ore a riordinare casa e a renderla perfettamente presentabile.
"Annabella, è così bello riaverti qua" Esordisce allargando le braccia e strigendomi con forza.
Vorrei dirle di non chiamarmi così, ma mi è mancata troppo per rovinare questo momento.
"E tu sei Marc, il campeón" Il ragazzo allunga sorridente una mano, ma mia mamma la afferra per portarlo più vicino a sé e abbracciarlo con lo stesso trasporto con cui ha stretto me.
Lo vedo che è imbarazzato, ma non si tira indietro nemmeno per un istante.
"Venite ragazzi, ho preparato la torta allo yogurt che tanto ami per merenda Anna!" Prendiamo i nostri rispettivi trolley ed entriamo, avviandoci verso la cucina.
Come immaginavo la casa è perfetta in ogni dettaglio.
Le candele accese, le decorazioni autunnali, le cioccolate calde già posizionate sul tavolo, vicine alle due fette di torta.
"Grazie mille signora, ma non era necessario tutto questo" Dice imbarazzato Marc, sedendosi dove indicatogli.
"Ti prego, chiamami Maria! E poi la signorina può fare tanto la donna di mondo, ma se non le avessi preparato la sua merenda preferita, mi avrebbe ripudiata come madre" Entrambi scoppiano a ridere, mentre io mi acciglio ironicamente.
"Non provate a coalizzarvi contro di me voi due" Punto il dito su entrambi, facendoli nuovamente ridere.
Questo è esattamente quello che mi è sempre mancato in questo posto.
La cucina era calda e accogliente, sempre imbandita con del cibo squisito e delle candele profumate, ma mancava il calore familiare.
A dirla tutta, non ricordo molte risate di mio padre, o molte merende fatte con lui.
"È di là in ufficio" Dice improvvisamente mia mamma, come mi avesse appena letto nel pensiero.
Io annuisco, rattristata, continuando a mescolare la mia cioccolata.
Sento la mano di Marc posarsi sulla mia, sotto al tavolo. Mi volto verso di lui, incontrando il suo radioso sorriso e i suoi occhi buoni.
Ed è in questo preciso istante che decido come mio padre non rovinerà tutto questo, non sta volta.
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