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La festa di Davide

Il sabato sera, indossai un abito nero, cosparso di brillantini. Mi arricciai i capelli, laccandoli nella parte destra. Mi truccai velocemente ma accuratamente, con una spessa linea di eye-liner e il mascara nero. Lasciai le labbra col mio colore naturale e poi infilai i tacchi neri. Presi la borsa e quasi nello stesso istante sentii il campanello. Corsi ad aprire e mi trovai davanti Mattia, con una provocante camicia bianca aperta sul petto.

-Ciao, Demi-, disse lui entrando in casa.

Gli sorrisi, poi rientrai in stanza. Lo sentii mugugnare così mi voltai. Si stava trattenendo dal non saltarmi addosso, così soffocai una risata. Lui sbuffò.

-Non posso neanche darti un bacio?-, mormorò prendendomi il viso fra le mani.

Non risposi e soffocai ancora una risata. Mi allontanai da lui, entrando in bagno e controllando che avessi preso tutto.

-Allora, com'è il piano per stasera?-, domandai.

-Ti accompagno, ci ignoriamo per tutta la serata, ci incontriamo nel parcheggio e vieni a casa mia-.

-Interessante-.

-Hai tutto?-, chiese.

-Sì-.

Mi prese per mano e mi portò fuori dalla stanza, poi mi poggiò sul muro vicino alla porta.

-Non potrò sfiorarti fino a stanotte, quindi mi permetti un bacio?-.

Risi. -Gioca pure con la mia lingua, a lei fa piacere-.

Sorrise, poi poggiò le sue labbra contro le mie ed io socchiusi la bocca. Entrò lentamente e il bacio divenne più appassionato. Con una mano mi accarezzò una guancia, con l'altra mi tirò su fino a trovarmi in braccio. Infilai le dita fra i suoi capelli e ogni volta che lui mi faceva provar piacere, glieli tiravo involontariamente.

Si staccò improvvisamente, riprendendo fiato.

-Dio solo sa quanto ho voglia di baciarti-, ansimò accarezzandomi i capelli.

Sorrisi, poi gli diedi un bacio a stampo e tornai giù, coi piedi a terra. Lo baciai ancora e lui mi premette contro di sé, poi aprii la porta e scendemmo.

Appena arrivammo alla festa, Mattia mi lasciò davanti all'entrata ed io proseguii da sola. Zof era davanti a Davide e lo guardava con occhioni a cuore. Gli piaceva da quel Capodanno.

-Ehi, tanti auguri, Davide-, dissi io baciandogli le guancie.

-Ehi, Demi! Alla fine sei venuta! Dov'è Mattia? Pensavo venisse con te-, disse guardandosi in torno.

-Nah, Mattia non lo sento da quando mi ha invitato. Zof, andiamo a ballare?-.

La mia amica annuì, poi entrammo in pista.

Ballammo per due ore di fila, sorseggiando thé freddo ogni mezz'ora, ma ad un tratto mi sentii davvero stanca. Tornai a sedermi e Zof mi seguì.

-Guarda che ti ho visto-, disse.

-Di cosa parli?-, chiesi.

-Tu e Mattia. State di nuovo insieme, lo so. L'altro giorno ero da mia nonna e vi ho visto dalla finestra-.

-Tua nonna abita di fronte a me? Oh, cacchio, dici che qualcun altro ci ha visti?-.

-Ti preoccupi del fatto che qualcuno ti abbia visto e non che eri in una stanza, sola, con il ragazzo che ti ha abbandonata?-.

Non risposi. Zof odiava Mattia dopo quello che mi aveva fatto.

-Non sai come sono andate realmente le cose-, mormorai.

-Oh sì che lo so! Il ragazzo che amavi ti ha abbandonato ed è tornato dopo tre anni pensando di poterti riconquistare!-.

-Beh, l'ha fatto, è successo!-.

-Tu lo ami-, sibilò.

Annuii. Lei si alzò e se ne andò, lasciandomi sola. Una lacrima rigò il mio viso, ma la cacciai via. Ad un tratto il mio cellulare vibrò. Lo presi dalla borsa e lessi il messaggio.
Sms da Mattia, ore 23.21 -
Le tue lacrime arrivano fin qua, piccola. Che succede?

Alzai lo sguardo e lo vidi seduto al bar. Mi sorrise ed io sorrisi a lui, poi abbassai il capo e risposi.
Ne possiamo parlare nel tuo letto senza questa musica assordante e la gente che ci fissa? Voglio baciarti senza che la gente mi giudichi.

Non smise di guardarmi nemmeno un istante. Lo amavo, Dio, se lo amavo.
Ci vediamo fra dieci minuti davanti al locale, piccola. A dopo.

Alzai lo sguardo e sorrisi, poi scattai in aria, presi la borsa, e con una camminata da modella, uscii dal locale. Mi appartai in strada, poggiata ad un muro e attesi che passasse la macchina di Mattia. Dopo tre minuti e mezzo arrivò. Aprii la portiera ed entrai.

-Piacere di rivederla, signorina-, disse lui.

-Piacere mio-, risposi, poi lui partì.

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