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Happiness

SIGNORA CASTELLI

Sentendo parecchi urli, mi precipitai al piano di sopra, dove la piccola Demi viveva. Bussai lentamente e poco dopo mi aprì suo madre Giorgio. Era un alcolista piuttosto lunatico e in quel momento il suo sguardo era preoccupato.

-È tutto ok signor Bianco? Ho sentito qualcuno urlare...-, dissi io.

-Ho...penso di aver ucciso mia figlia Demetria-.

Senza nemmeno ricordare il fatto che lui era l'unico che la chiamava col nome esteso, entrai in cucina e vidi la ragazza contro il muro. Le colava sangue a fiotti dalla testa, gli occhi erano chiusi ma tagliati dal vetro come il resto della faccia, le braccia graffiate e il polso viola. Le calze nere erano strappate e il vestito sporco di sangue.

-Chiami subito un'ambulanza! Magari sua figlia non è ancora morta!-, gridai io.

La signora Bianco, Amanda, entrò in cucina con una sigaretta in bocca e guardò tristemente la figlia.

-Non può toccarle il polso e sentirle il battito?-, chiese con voce da ubriaca.

-No! Lo faccia lei visto che l'assassino è suo marito!-, replicai io.

Ad un tratto giunsero i fratelli di Demi. Il ragazzo, Justin, era molto addormentato, mentre la ragazza, Jennifer, aveva un'aria sbronza.

-Porca puttana, che diavolo è successo?-, gridò.

-Tuo padre ha cercato di uccidere tua sorella-, dissi io voltandomi verso di lui.

Giorgio era al telefono e qualche istante dopo lo poggiò sul tavolo della cucina.

-Arriveranno fra poco-, mormorò a denti stretti.

Era la prima volta che lo vedevo preoccupato per sua figlia. O forse lo era più per il fatto che sarebbe finito in galera.

Sospirai e poco dopo il citofono suonò. In pochi minuti salirono dei medici che portarono via la ragazza. Senza attendere salii in casa, presi le chiavi della macchina e li raggiunsi. Saltai dentro alla vettura e li seguii fino all'ospedale.

Quando entrai li seguii fino ad un certo punto, poi mi fecero attendere.

Una mezz'ora più tardi, giunse "la famiglia" di Demi e così guardai il padre.

-Siamo stati in caserma. Ho confessato ciò che è accaduto realmente-, mormorò.

-Spero le diano una lezione salata!-, replicai io sbuffando.

Presi il cellulare dalla borsa e cercai nella rubrica il numero di cellulare di Sofia Argenti e Caroline Evans.

Portai il telefono all'orecchio e mi allontanai.

-Pronto? Signora Castelli?-, disse Sofia.

-Ciao, Sofia. Sei in casa con Caroline?-, chiesi.

-Sì. Per quale motivo?-, chiese lei distrattamente.

-Demi ha avuto un incidente. È all'ospedale Sant'Eugenia, venite subito-.

Spensi la chiamata e tornai a sedermi amareggiata.

SOFIA ARGENTI

-Che cazzo hai detto? Un incidente? Porca puttana. Muoviamoci!-.

Insieme le due amiche saltarono giù dal letto e andarono a svegliare i genitori di Caroline.

La coppia si alzò velocemente e in pochi minuti furono all'ospedale.

-Chi è quella dannata testa di cazzo che ha ferito la mia amica? Chi?-, gridò Care.

-Sono stato io..mi dispiace-, sussurrò Giorgio.

-No, non le dispiace affatto! Quando mai gli è importato di Demi? Quando?-.

-Mai-, risposero i signori Evans.

La situazione fu salvata da una dottoressa. Arrivò lentamente e fra le mani aveva un foglio.

-I signori Bianco?-, chiese.

-Loro-, sputai io.

La dottoressa li guardò e sospirando disse:-Vostra figlia è... Salva per miracolo, ma questo non cambierà la situazione. Lei, signor Bianco, dovrà andare in galera, suppongo-.

-Ci andrò-, ringhiò a denti stretti.

-Bene..vostra figlia può ricevere visite, anche se non si è ancora svegliata. Quando però aprirà gli occhi, voi signori Bianco non potrete entrare-.

-Per quale motivo?-, chiese la madre di Demi.

-Finché il comune non ci dirà cosa accadrà a lei, nessuno di voi potrà entrare. Le ragazze, la signora e i genitori sì-.

Care si batté una mano sulla testa e mi guardò.

-Dobbiamo chiamare Mattia!-, sussurrò.

-Hai il suo numero?-, chiesi.

-Sì!-, rispose lei tirando fuori dalla tasca il cellulare.

Mi avvicinai e la seguii nelle azioni. Portò il cellulare all'orecchio e in quel momento mi resi conto che erano le tre del mattino: non avrebbe risposto.

-Pronto?-, disse ad un tratto Care. -Sono Caroline, l'amica di Demi! Ecco...lei ha avuto un incidente.. È ricoverata in ospedale.. Ti mando un messaggio con le coordinate-.

Chiuse la chiamata e poi mandò un SMS.

Venti minuti dopo vidi spuntare Davide e Mattia, entrambi con una faccia molto preoccupata. Dietro di loro c'erano quattro genitori.

-Dov'è? Dove cazzo è?-, chiese Mattia.

-Puoi entrare..se vuoi-, mormorò Care.

Lui annuì.

MATTIA MANCINI

Quasi con le lacrime agli occhi mi diressi insieme a Caroline nella stanza di Demi.

Dalla finestrella riuscii a vederla. Era sdraiata, con la testa fasciata, la faccia piena di cerotti..lentamente entrai. Lei era lì, immobile, forse morta, ma mi fece comunque sorridere. Le sfiorai il volto con una mano e quando mi resi conto che lei era lì, davanti a me che sorrideva.

-Demi!-.

-Mattia...ciao, che cosa è successo?-.

-Ti spiegherò tutto dopo-.

La baciai poi la pregai di rimanere sveglia. Uscii dalla stanza per chiamare la dottoressa e in quel momento mi sentii felice, felice per davvero.

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