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18. Ti interessa?

«Non è un po' troppo...troppo?» arriccio il naso, davanti allo specchio. Il mio riflesso mi restituisce l'immagine del mio corpo, coperto dal fazzoletto sexy comprato con Anita e Sofia in centro.
«Guarda che stai benissimo» mi rassicura Grace, sorridendo. Io accenno una smorfia, mettendomi le mani sui fianchi.
È decisamente corto. E scollato sulla schiena.
«Beh, è davvero corto» commento tirando leggermente il tessuto luminoso sulle mie gambe. La mia coinquilina scrolla le spalle in risposta, infilando una cintura nei passanti dei suoi pantaloni bianchi.
«Ma ti sta benissimo» mi ricorda con il tono di chi ha ripetuto questa frase per ore.
«Siamo quasi ad ottobre, dove vado così?» protesto voltando le spalle allo specchio per guardarla.
«Saremo dentro a un locale» replica con noncuranza. «Non sentirai freddo, Amy, fidati» conclude la conversazione infilandosi un giacchetto di pelle, mentre io ripasso sulle mie labbra la tinta nude. Mi dò un'ultima occhiata prima di prendere la giacca e uscire dalla stanza con una strana sensazione addosso.
Da qualche giorno ormai, mi porto dietro uno strano astio nei confronti di Anita. E ho provato a fare yoga, ma non funziona.
Entro in salotto recuperando la mia borsetta per poi raggiungere Grace.

«Femme fatale» Edoardo schiocca la lingua sul palato, osservandoci infilare le giacche nell'ingresso. Si appoggia al muro, schioccando un'occhiata di fuoco che di sicuro non è rivolta a me. Io mi volto, stranita, mentre Grace abbassa il viso sistemandosi la giacca.
«Vedi di non fare casino mentre siamo via. Perché non vieni a salutare anche tu Anita?» gli chiedo incrociando le braccia al petto.
«Scherzi? Ti devo ricordare cosa-»
«Va bene, era un'idea» lo blocco alzando le mani, prima di sentire per la quindicesima volta la storia di come la mia amica si sia incazzata dopo aver capito che Edoardo non avrebbe lasciato Giulia per lei, all'ultimo anno di liceo. Ricordo perfettamente che lo cacciò di casa con solo i jeans addosso, e mi ricordo anche la sensazione di disgusto provata immaginando mio fratello e Anita in situazioni intime.
Scuoto la testa, uscendo da un tunnel di immagini vietate ai minori di diciotto anni, piuttosto scioccata.
«Come non detto. Non dare fuoco a nulla» gli scocco un bacio sulla guancia ed esco di casa, accusando il vento fresco della sera sulle mie gambe nude. Salgo in macchina pochi minuti dopo, mettendomi alla guida mentre Grace avvia la sua playlist.

Il locale che Anita ha scelto per il suo ventiquattresimo compleanno affaccia su piazza Cavour, a Prati, ed è esattamente il locale perfetto per lei. Una quantità incredibile di persone affolla la sala semi buia, illuminata solo dai laser rossi, neanche fosse un locale hard.
Anita ci viene incontro avvolta in un vestitino rosso, con i capelli biondi piastrati e gli occhi di chi ha già bevuto qualcosa.
Ma ha sempre avuto delle gambe così lunghe? Boh.
«Sono così contenta di vedervi» miagola stringendoci a sé.
Le facciamo gli auguri, porgendole i nostri sacchetti, che finiscono sul mucchio di pacchetti regalo accanto ai divanetti.
Salutiamo Luca e Francesco, che ci informano che Giovanni sta arrivando, Andrea è scomparso con una moretta un dieci minuti fa e che di Marco non abbiamo più notizie da quando ha preso la Cristoforo Colombo dopo aver passato la giornata ad Ostia con la sua famiglia.
Prendo un sorso del mojito che Grace mi ha messo in mano, e osservo per qualche minuto le persone presenti in sala, che sono perlopiù colleghi di Anita o ex compagni di liceo.
Sofia entra trafelata, mollando il sacchetto di Victoria's Secret sul mucchio di regali, prima di buttarsi su un divanetto.
«Non passate per San Giovanni al rientro. È un inferno»
«Guarda, non dirlo a me» Marco si fa strada tra le persone, già con un bicchiere di rum in mano e il suo regalo sotto il braccio. «Ho passato l'ultimo quarto d'ora a litigare con una donna per farla partire al semaforo. Sono stato quindici minuti all'incrocio prima della piazza, vi rendete conto?» gli sorrido, scoccandogli un bacio sulla guancia mentre lui abbandona il suo pacchetto in mezzo agli altri.
«Sei splendida» mi dice con un sorriso.
Io sorrido a mia volta, arricciando il naso mentre Sofia indica Anita.
«La festeggiata ha già decretato con quale musica violentare le nostre povere orecchie stasera?»
«Credo che Martin Garrix sia la nostra unica scelta» le dice Francesco, bevendo un sorso del suo cocktail. Io scrollo le spalle, lanciando un'occhiata ad Anita, circondata da alcuni ex compagni.
«Neanche tanto male» la rassicuro.
Pochi minuti dopo ritorna da noi anche Andrea, magicamente riapparso con al fianco quella che credo sia Vanessa Longobardi, della ex 5B.
Dopo neanche venti minuti Anita trascina me e Sofia al bagno, sostenendo di doversi ripassare il rossetto. La seguiamo nelle toilette, abbandonando i nostri comodi posti ai divani che ben presto verranno rimpiazzati da qualcun altro, oltre che inesorabilmente irrecuperabili.
«Lucia viene?» chiede Sofia alla festeggiata, mentre io mi ravvivo i miei lunghi capelli castani scuri, lasciati sciolti in morbide onde allo specchio.
«Non lo so, ma neanche m'importa. Mi ha sempre odiata. Piuttosto, spero che Adrien venga»
Eccola di nuovo, quella brutta sensazione di astio per Anita.

«Ti ha detto che sarebbe venuto?» le chiedo con noncuranza, mentre faccio finta di infilarmi un'orecchino meglio.
«No, anche perché mi ha già dato il suo regalo» replica con un'occhiolino. Io aggrotto le sopracciglia, senza capire.
«Ti ha fatto una tort-ah, no» Sofia si spegne subito, incontrando gli occhi maliziosi di Anita. A me viene il voltastomaco invece, quindi mi limito a rivolgerle un sorriso freddo.
«Perché non vi mettete insieme?» le chiedo appoggiandomi al piano dei lavandini. Lei fa scoccare la lingua sul palato, infilando il suo rossetto nella pochette. «E che ne so? Lui è così... sfuggente, ecco. Sparisce di continuo, certe volte non mi risponde neanche al telefono» si ritocca il mascara, sbuffando rumorosamente. «È incredibilmente sexy e bravo a letto, ma sembra preso da tutt'altro, e non credo di poter iniziare una relazione senza il suo consenso»
«No, certo» acconsente Sofia, scoccandomi un'occhiata strana. «E sai perché sparisce?» continua melliflua.
«Non ne ho idea. Ma ultimamente è sempre più distaccato, ed è un peccato. Non avete idea di che estate abbiamo passato» ridacchia, ripensando sicuramente a una delle centinaia di notti che avranno passato insieme. E io mi sento sempre più strana.
«Torniamo dagli altri?» le chiedo recuperando la mia pochette, quindi esco dal bagno, seguita da lei e Sofia.
Ma perché faccio così? Adrien neanche mi piace.
Ok, forse un po', ma è una sciocchezza. Credo.

Una brutta sensazione mi attanaglia lo stomaco, e dopo altri due drink, è ancora al suo posto, irremovibile
Cerco di distrarmi, ballando un po' con Grace e Sofia, ma la mia mente continua a ritornare sull'argomento di prima; quanto saranno intimi Anita e Adrien? Davvero quasi sul punto di iniziare una relazione?
Sto impazzendo. Sicuro.
Non riesco a staccare la testa dall'idea che abbiano passato l'estate a fare sesso a Parigi, e non riesco nemmeno a liberarmi della brutta sensazione che accompagna tutti i miei pensieri.
Scuoto la testa, muovendomi a ritmo con Grace, svuotando la testa.
Mezz'ora dopo, leggermente sudata e con il fiato corto, torno seduta accanto ai miei amici, seguita da Grace.
Mi sistemo tra Francesco e Marco, con una birra in mano e lo sguardo puntato sulla folla di persone che balla sulla pista, mentre la musica mi trapassa i timpani, impedendomi perfino di sentire quello di cui si parla a trenta centimetri da me.
Rimango in silenzio, persa nei miei pensieri, finché Anita non attira la mia attenzione facendomi segno di raggiungerla dall'altro lato della sala.
Arrivo da lei dopo essermi fatta strada tra le persone con spintoni e gomitate, sotto il suo sguardo attento.

«Mi devi fare un favore» mi dice tirandomi nell'ingresso del locale, decisamente più tranquillo della sala.
«Dimmi»
«Puoi chiamare Adrien?» mi chiede unendo le mani in segno di preghiera.
«Cosa?» aggrotto le sopracciglia, stringendo le labbra in una linea sottile. Lei annuisce convinta.
«Mi si è scaricato il cellulare e voglio sapere se viene» si morde il labbro, in attesa di una mia risposta.
«Ti presto il mio cellulare»
«Oh, no» replica lei, mettendo le mani avanti. «Poi capirebbe che mi interessa. Ti prego Amy» sporge il labbro inferiore, fissandomi.
«Ma io-»
«Grazie! Fammi sapere allora, io vado a prendere da bere» mi abbandona subito dopo nell'ingresso in penombra del locale, dopo avermi scaricato la patata bollente.
Io boh. Dire di no non è contemplato nel mio vocabolario.

Scuoto la testa, recuperando il mio cellulare dalla pochette. Scorro la mia rubrica di poco, dove il primissimo nome è propio quello di Adrien.
Indugio qualche seconde rileggendo il suo nome, prima di far partire la chiamata.
Il mio adorabile collega risponde all'ottavo squillo, quando ormai sono convinta che non mi risponderà mai.
«Pronto?»
«Adrien, sono Amanda» lo saluto prendendo a camminare su e giù per l'ingresso vuoto, con una strana ansia addosso.
«Lo so» replica semplicemente lui, con il solito tono graffiante. L'immagine di lui e Anita a letto insieme mi si ripropone alla mente, mentre mi mordo il labbro con forza.
«Come lo sai?»
«Sei l'unico numero non salvato. Mi hai chiamato per sentire questo?» antipatico. Ma perché mi piaci?
«No, Anita vuole sapere se vieni alla sua festa»
«E perché mi chiami tu?»
«Perché le si è scaricato il cellulare»
«Okay» replica soltanto, mentre delle voci in sottofondo coprono di poco il suo respiro al cellulare.
«Quindi vieni?»
«Ti interessa?» mi chiede divertito. Io alzo gli occhi al cielo. Non si smentisce mai.
«Interessa a Anita» replico lasciva.
«Forse passo» un forte vociare di sottofondo mi incuriosisce, quindi premo il cellulare contro l'orecchio.
«Forse passi. Okay» ripeto rimuginando sulle sue parole. «Dove sei?» mi sfugge prima di potermi sfrenare.
«In giro» replica noncurante. E io mi chiedo dove sia questo "in giro".
«Va au diable» lo sento dire a qualcuno, che risponde con una risata. «Adesso devo andare Amanda, a dopo»
«A dopo» soffio prima che lui termini la chiamata. E finalmente riprendo a respirare come cristo comanda.

«Viene quindi?» mi chiede Anita, quando torno in sala, con due Martini cocktail nelle mani. Annuisco leggermente, prima di tornare seduta ai divani, dove Marco e Andrea stanno parlando di calcio. Ascolto per un'oretta la loro conversazione, sentendoli spaziare da Totti alle vecchie glorie del passato. Propio quando stanno rinvangando i ricordi dei mondiali che abbiamo vinto innumerevoli anni fa, io mi alzo, decisa a raggiungere il bar e porre fine al casino che c'è nella mia testa, tra Anita, Messi e la ex di Ronaldo.

«Non mi sento più i piedi» confesso crollando su uno sgabello accanto a Sofia. Lei ridacchia, porgendomi un cocktail dal liquido colorato.
«Se bevi fa meno male»
«Già» sospiro prendendo un sorso dal bicchiere. Osservo pigramente la folla che balla davanti a noi, e accenno un sorriso quando il barista mi rivolge un'occhiata compassionevole.
Non devo avere l'aria di chi si diverte particolarmente.

«Sei interessata ad ascoltare il resoconto dell'ultima partita Juve-Milan?» Sofia ride, scuotendo la testa. «Ne ho abbastanza, fidati. Tu piuttosto, dovevi traviarli con i resoconti dell'ultima stagione di Friends» mi suggerisce, mentre io accavallo le gambe, prendendo un'altro sorso del mio cocktail.
«Ma secondo te-» il mio obbiettivo sarebbe stato chiederle se faranno davvero una reunion, ma mi blocco: ore dieci, un Dio greco è entrato in sala. Peccato che io lo conosca più che bene.
«Secondo me?» mi incalza Sofia, ma io ormai ho perso l'uso della parola.
Adrien entra con disinvoltura, le mani in tasca e quello sguardo luminoso che mi fa un brutto effetto. Sorride, sfoderando i denti bianchi e perfetti, mentre un gruppetto di ragazze poco lontano va in iperventilazione.
Indossa una t-shirt nera e la giacca di pelle, che come al solito crea uno splendido effetto di contrasto con i suoi capelli biondi, illuminati dalle luci della discoteca. Il total black gli dona, e lo sa perfettamente.
Mi accorgo di quanto sia alto e del taglio deciso delle sue spalle solo quando Anita gli si para davanti, placcandolo.
Lui le lascia un bacio sulla guancia, scherzando con lei per qualche secondo, senza distogliere lo sguardo. E io accuso di nuovo quella brutta sensazione allo stomaco.
«Beh?» mi riscuoto dai miei pensieri, riportando la mia attenzione su Sofia.
«Nulla, è arrivato Adrien»
«Si, dico, che stavi dicendo prima che ti andasse in black out il cervello?»
«Mi sono solo distratta, mica sono andata in black out» replico piccata.
«Certo, aspetta che ti aiuto» mi fa allungando una mano verso di me. Io aggrotto le sopracciglia, perplessa.
«Cosa?»
«Hai ancora un po' di bava qui» dice passandomi la mano sul mento. Io la fulmino con un'occhiataccia, scendendo dallo sgabello con un salto.
«Tutto per te» soffio con un sorriso, mostrandole il mio dito medio. Lei ride in risposta, scuotendo la testa.
«Sei cotta peggio che una lasagna»
«Ma che modo di dire è?» replico alzando la voce per farmi sentire nonostante la musica. Lei continua a ridere, e io capisco che ci sono stati troppi mojito per continuare la conversazione in modo normale.
Poi mi volto, e i miei occhi incontrano quelli di Adrien. Mi congelo, in piedi accanto a Sofia, mentre lui lascia scorrere i suoi occhi sul mio corpo con calma. Non si perde un dettaglio, sordo a quello che Anita gli sta strillando in un orecchio. Poi accenna un sorriso, e distoglie lo sguardo, seguendo la mia amica tra le persone.
«Ma perché doveva farsi propio Anita?» sbuffo con le guance in fiamme.
«Vuoi ammettere che ti piace oppure aspettiamo che ti sciolga un'altro po'?» scocco un'occhiataccia alla mia amica, sedendomi nuovamente sullo sgabello.
«Fammi un'altro mojito» sbotto verso il barman. Sofia scuote la testa, rassegnata.
«Ti fai male da sola»
«L'unica cosa che mi fa male al momento sono i tacchi» ribatto ostinata.
«Allora vai a ballare con Marco» sorride maliziosa. «Visto che non ti interessa nulla di Adrien» mi sfida incrociando le braccia al petto.
Abbiamo tre anni.
A questo punto credo di non avere neanche più la patente per quanto sto diventando immatura.

«Vado» replico bevendo un sorso di mojito. Sorrido propio a Marco, poco lontano, e lo chiamo con un dito.
Quando arriva accanto a me scendo dallo sgabello sotto lo sguardo divertito di Sofia.
«Ti va di ballare?» gli chiedo abbandonando il mio bicchiere sul tavolo. Lui annuisce e lascia intrecciare le nostre dita, guidandomi al centro della pista.
E pochi minuti dopo sono intenta a ballare con Marco, con la testa da tutt'altra parte. Cerco di concentrarmi su di lui, sul suo sorriso e gli sguardi che mi lancia, ma i pensieri continuano a sfuggirmi. Volteggio su me stessa, tirando le labbra in un sorriso.
Marco ride, quando a spezzare la musica da discoteca ci si mette Baby one more time di Britney Spears, e potrei giurare che è stata Grace a ricattare il dj.
«Oh baby baby, how was I suppose to know, that something wasn't right here?» muovo due passi indietro, cantando con Marco, che probabilmente avrà sentito questa canzone milioni di volte tra me e Grace.
«Oh baby, baby, I shouldn't have let you go» continua lui, facendomi fare una giravolta, prima di attrarmi di nuovo a lui. Mi spunta un sorriso sincero, mentre imitiamo insieme i movimenti del videoclip.
Ci muoviamo a ritmo, cantando sopra la musica tra una risata e l'altra. O almeno finché non mi accorgo di avere un paio di occhi azzurri puntati addosso.
Incontro lo sguardo di Adrien, che ha una ragazza attaccata addosso che gli parla all'orecchio, mentre lui non sembra dare segno di ascoltarla.
Mi osserva, mettendomi una strana sensazione addosso, incendiandomi con una sola occhiata. Dopo qualche secondo di indecisione riprendo a ballare, facendo finta di non averlo visto.
«Hit me, baby, one more time» mi avvicino a Marco, passandogli le mani sul petto mentre evito in tutti i modi gli occhi del mio collega, concentrandomi su quelli del mio amico.
La mia attenzione però, non dura a lungo, visto che dopo un paio di "baby, baby" torno a guardarlo.
Il suo sguardo è sempre fisso su di me, non si perde un movimento, non mi lascia un secondo. Mi fa sentire strana, ammirata, potente. La ragazza accanto a lui ha preso ad accarezzargli il torace, infilando le mani sotto la giacca, e lui la lascia fare, con aria annoiata.
Marco mi fa fare una giravolta, e io, presa alla sprovvista, sbatto contro il suo petto, perdendo il contatto visivo.
Quando torno a guardare nella direzione di Adrien, lui non c'è più.




Ehilà gente
2767 parole, e il capitolo più lungo della storia. Si capisce che sono in fissa con Britney Spears? No?
Ho rivisto questo capitolo milioni di volte, ormai lo so a memoria.
Che ve ne pare di Anita e Adrien? La cosa andrà avanti? Amanda riconquisterà il nostro eroe? Tutto questo e molto altro nel prossimo capitolo...ok la smetto.
Solo io provo un'odio incondizionato per Anita? Boh, avrò bevuto. Intanto però amo Adrien.
Se trovate errori, o parole completamente a caso è perché sono stata svegliata alle cinque da una gentilissima scossa di terremoto, o meglio: l'urlo di mia madre mi ha svegliato, io dormivo come un ghiro.
E niente, quindi non ho dormito. Yeeee.
Adesso vado a studiare, visto che a momenti mi bocciano✌️
Andate in pace
Vi amo
Lily❤️❤️

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