February. Mirrors.
D a m i a n o .
Victoria è appena uscita dalla doccia e con quell'asciugamano verde giada avvolto come un turbante intorno ai capelli mi ricorda una delle bagnanti di Cezanne, mentre intenta a stendersi lo smalto di Chanel sulle unghie limate di fresco ed illuminate dall'abatjour etnica che tiene sulla scrivania, profuma tutta di oli essenziali, con la pelle che luccica al di sotto dell'accappatoio. La ammiro ammutolito mentre allungato sul suo copriletto sbocchino cor telefono e ripasso mentalmente la scaletta per la performance che terremo l'indomani al Manara. La stanza s'impregna del vapore acqueo che fuoriesce dal bagno, oltre la porta aperta sulla parte opposta del corridoio, e lei ha selezionato dalla sua libreria musicale un brano di Chopin che mi fa venire voglia di piangere, perchè racconta della sua stessa grazia, della stessa forza sovrumana insita nella sua natura di adolescente fragile, un po' mistica ed inafferrabile.
Fiore dallo stelo sottile, le mie canzoni hanno tutte il tuo odore. Te l'ho mai detto?
Per questo piacciono alla gente, quando le suoniamo in via Del Corso. Perderemmo entrambi la vita, proprio adesso, se venissi lì e ti togliessi di dosso ogni cosa, nonostante tutta la venerazione che potrei metterci. E' meglio se ti guardo, mentre affacendata nella tua manicure certosina, non ti accorgi di quanto tu bella sia e di quanto le tue imperfezioni mi rendano schiavo.
Un Re che si farebbe sottomettere senza sollevare obiezioni.
A Victoria piace la musica classica e l'ha portata nelle mie giornate come quando si cambia casa e si apre la valigia con dentro tutti quegli effetti personali a cui non si è riusciti a rinunciare durante il trasloco, tutte quelle cose che non si riescono mai a mettere via e che ci si trascina instancabilmente dietro, un viaggio dopo l'altro ed io credo che potrei vivere il resto dei miei giorni riempiendo il mio bagaglio a mano di un bloc notes per gli appunti, qualche penna ed uno specchio in cui ogni volta che mi guardo vedo lei.
La conosci la metafora di Narciso, Vittò? Quando guardo dentro al lago ci sei tu, con tutti i tuoi ricci sparsi a ventaglio che galleggiano cosparsi di fiori, che mi guardi come se nel lago invece ci fossi io, con gli stessi fiori nei capelli. Due specchi messi l'uno davanti all'altro generano l'infinito.
"Ce dovremmo fà 'n tatuaggio uguale, Vic.." Lei resta col pennellino intinto di liquido denso alzato a mezz'asta e mi guarda con la stessa concentrazione che le tende normalmente i tratti del viso quando si mette a sfogliare l'ultimo numero di Vogue, al quale ha fatto l'abbonamento insieme alla sua amica Martina, un'altra bionda di serie A.
"Prosegui Damiana, hai la mia attenzione." Una gocciolina di smalto rosso scuro precipita sulla spugna bianca dell'accappatoio e per qualche istante un'altra sensazione interferisce sulla pelle come la grana della carta sotto le dita, ma non sono in quella stanza adesso, e non è Leila la ragazza a cui sto parlando. I sentimenti si accavallano e non c'è via di scampo oltre questa foschia.
Victoria non è un disegno di Leila.
"Tu seminuda, la mia ce l'hai già da 'n pezzo." Arrossisce violentemente e tenta di chiudersi meglio l'indumento su quel lembo di pelle esangue che le divide i due seni e su cui vedrei bene campeggiare il nostro tatuaggio. Vorrei alzarmi, passarle l'indice proprio nel mezzo, sfiorarla piano e dirle di non coprirsi, di non privarmi di nulla che le appartenga, ma abbasso lo sguardo sul display del telefono, acceso sul log in della mia pagina Ask, a cui non accedo da almeno un mese.
"Damiana stai qua come dama di compagnia, non fare la lesbica." Riprende a darsi lo smalto sull'altra mano, mentre me la rido scorrendo la bacheca intasata di domande banali quanto il lunedì dopo la domenica. Incrocio le gambe e sprofondo con la testa fra i cuscini imbottiti di una roba strana che dovrebbe prevenire il torcicollo e che ha ordinato su Amazon, perchè un musicista non può permettersi d'incriccarsi, dev'essè sciolto e snodato in ogni segmento di sè.
Chissà come sei snodata a letto, Vittò. So popo no svergognato, comunque. Mai quanto le anonime di Ask, però. Quelle stanno in cima a tutto.
Latest.
David sei patrimonio dell'Unesco. C'è una taglia che pende sulla testa della ragazza che sta nella tua ultima foto IG. Mostraci la sua faccia.
Ma tajateve voi, biccis. Sui polsi, possibilmente. Trovate le istruzioni su Tumblr.
Grazie di esistere, però cagami.
Prego, sul petto va bene?
Me sò scopato la tu ex.
Pure io. Schiaccia sta cinquella.
Ho voglia di vederti, Damiiii
Domani sera @ Manara, ore 22,30. Vieni e porta amiche fighe.
Stamattina in classe ci siamo guardati con lussuria.
Se sei Lello, confermo. Lello ti aprirei come una cozza. <3
Quanto mi pento di non esserti venuta a parlare al Coffeepot.
Concordo, pentiti amaramente.
Ti ho visto sotto casa di Lucrezia.
Che emozione, i paparazzi.
La bassista è strepitosa.
Prefe. <3
Gira voce che ti sbatti la De Angelis.
Gira voce che mi faccio anche tua mamma, tua cugina e la badante polacca de tu nonno.
Victoria è vergine?
Toro. E tua mamma?
Se entri a X factor poi voglio un autografo sulle tette.
Questo condizionale non piace neanche te, scommetto.
Io preferisco tuo fratello.
A Jacopo piacciono gli uomini possenti.
Come scopi te, nessuno mai.
Sapevatelo.
Vorrei che mi urinassi addosso.
Vorrei che non usaste l'anonimo per potervi ridere in faccia quando v'incontro. J'adore.
Hai una nuova notifica!!
Hai invitato pure la tua francesina al concerto di domani?
Sollevo il capo dall'Iphone e vedo Victoria in piedi di fianco all'armadio col telefono in mano e lo sguardo torvo puntato su di me, come ce l'avrebbe mi madre se scoprisse che nascondo il fumo nel salvadanaio che ho vinto coi punti delle figurine Panini ad 8 anni. Si è vestita nel frattempo ed ha indossato un lungo abito giallo canarino che le ricade addosso mascherando le sue graziose fattezze, mentre la collana egizia che mi son fatto portare dai miei, dopo una delle loro trasferte intercontinentali, le scende dal collo intonandosi al colore degli occhi, componendo un quadro cromatico che mi fa pensare ad una giornata di sole trascorsa a bighellonare fra le barbabietole ed il gracidio delle cicale.
Ma l'estate è lontana, anche se tu le somigli, Victoria. Che cosa succede ai tuoi occhi? Se ti guardo meglio, somigli a tutte le stagioni.
Solo tu puoi guardarmi così, polverizzandomi lo stomaco. Solo tu sai che la chiamo così.
"Mo' me spizzi pure il profilo Ask?" La rabbia incontrollata di Victoria vacilla nella vena del collo che pulsa più rapida, mentre la sua saggezza la obbliga a martoriarsi l'interno della bocca per non strepitarmi contro. Lo Spring Waltz la aiuta a regolarizzare nuovamente i battiti, mentre si siede sul letto, senza avvicinarmisi.
"Vic.. sto qua. Non c'hai bisogno de famme ste domande s'un sito der cazzo." Fa schioccare la lingua contro il palato, mentre appoggia il capo sul pomello d'ottone della sponda e fa salire le pupille al soffitto per ingannare il pianto. Ultimamente è facile portarla allo stremo, forse perchè le audizioni sono ormai ad un soffio e le prove son ben lontane dalla nostra idea di perfezione.
"Mi da al cazzo quando rispondi alle provocazioni che mi coinvolgono. Ma te ti esalti invece.." Una lacrima sfugge al suo tentativo di trattenerla e le scivola sullo zigomo rigandole il fondotinta di una scia salmastra, scura di rimmel.
"Se vogliamo arrivare fin dove non si vede, amò.. le chiacchere stanno a zero." Sospira con i polmoni colmi di tensione e si ripulisce la guancia con le dita.
"L'importante è che se ne parli, giusto?" Alzo le spalle come per dirle che sì, in effetti è così che funziona, e mentre si rialza e si dirige verso la cassettiera in cui tiene i gioielli e la biancheria, mi accingo a riallacciarmi gli stivaletti, che si è fatta l'ora d'uscire.
"Non m'hai risposto, comunque.." La raggiungo ed osservandomi nello specchio che sovrasta i cassetti mi riavvio i capelli che ho fatto schiarire dal parrucchiere di Vic nel pomeriggio. Lei si sistema alcuni bracciali ai polsi e non fa caso al mio sguardo sul profilo ricurvo del suo orecchio, dal quale sfugge un ricciolo più ribelle, che le riordino d'istinto.
"Semo popo du biondine sexy, mò." Pianta gli occhi nei miei spazientita ed il nostril che porta al naso, identico al mio, le traballa.
"Damiano, l'hai invitata sì o no?" Il cassetto sta ancora aperto e faccio scivolare un dito lungo il bordo, sollevando un paio di mutandine alla brasiliana di pizzo color pistacchio, contornate da boccioli di roselline rosse, firmate Bluemarine, che non immaginavo possedesse. La guardo tergiversando con quelle appese all'indice.
"Fammi sapere quando le indosserai." Me le strappa di mano ripiazzandole all'interno del cassetto e quasi mi ci chiude le dita dentro, sbuffando irritata oltre ogni suo standard. Prende la via della porta, girando sui tacchi adirata, ma io la blocco afferrandola saldamente per un polso.
"Lasciame, semo in ritardo. Tanto è impossibile parlà co' te." Mi appoggio con la schiena allo stipite della porta e la intrappolo alzando la coscia, issando il piede su quello opposto.
"Damiano, per favore." Cerca di divincolarsi, ma la sua convizione nel farlo è troppo scarsa.
"La mia risposta non è importante, nessuno prenderà mai il tuo posto nella mia vita." Lo sguardo le si fa di nuovo lucido, ma è più sereno stavolta e la sua ansia va scemando, mentre avvicina le labbra al mio collo e ci posa sopra un bacio impalpabile come zucchero a velo che mi fa il solletico.
"E nessuno prenderà mai il suo, non è così?" Me lo sospira sulla pelle senza fare il suo nome e slitta fuori verso il corridoio, approcciandosi a scendere le scale. La seguo affrettando il passo sul lungo tappetto persiano che attraversa il tratto che precede gli scalini e la chiamo perchè si volti dalla mia parte, prima che apra il portone e Roma c'investa col suo chiasso e la sua ingordigia.
Se tu fossi un suo disegno, ti avrebbe già strappata.
"Domani prenoto il tatuaggio reginè, ce scrivemo Mirrors qua ar centro." Mi striscio il pollice sul petto e lo sento fremere come se mi ci stessero già iniettando dentro più dell'inchiostro necessario, mentre Victoria spalanca il portone e mi rivolge un sorriso che m'abbaglia più dei fari del taxy che c'aspetta fori casa.
NOTE
Oggi sono in vena di dialogare con voi. Ho pubblicato molto prima di quanto pensassi approfittando di questi giorni di ferie che precedono la mia partenza per Roma. Mi sentivo ispirata e spero di avervi fatto un bel regalo. Volevo ringraziare chi mi segue con costanza e soprattutto chi mi lascia scritta qualche parola nei commenti. Grazie a Michehoy che mi ha aiutata ad aumentare la visibilità di questa storia e che mi ha sostenuta. Leggete la sua se ancora non lo avete fatto. <3
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