Quinto racconto
Scrivi almeno 500 parole su una nota e uno specchio.
Emma
Emma si asciugò le goccioline di sudore dalla fronte con il dorso di una mano e si lasciò scivolare lungo la parete di legno della sala prove.
Dall'altra parte della stanza vuota, a qualche metro di distanza, sedeva il suo stesso riflesso. Emma osservò distrattamente il modo in cui la maglia larga le ricadeva sul torso leggermente piegato in avanti, lasciandole scoperta una clavicola.
Anche in quel punto la pelle diafana scintillava di sudore, permettendo al tessuto leggero della t-shirt di incollarvisi contro. Era una sensazione sgradevole, ma era troppo stanca per rimetterla in ordine.
Buttò la testa all'indietro e chiuse gli occhi, prendendo grosse boccate d'aria e sperando che il dolore alla milza si affievolisse con il passare dei secondi. Li contò a mente fin quando i numeri non si confusero tra di loro. A quel punto riaprì gli occhi e fissò lo sguardo sulla parete di fronte. Il costante ticchettio dell'orologio appeso sopra gli specchi era un promemoria inevitabile.
Nonostante il fiato spezzato e le gambe indolenzite, Emma si tirò in piedi di nuovo.
Aveva promesso a se stessa, oltre che ai suoi compagni, che avrebbe terminato di imparare l'intera coreografia quella sera stessa e non c'era più tempo per rimandare.
Dopo essersi legata i lunghi capelli neri in cima alla testa, la ballerina si sventolò energicamente la nuca accaldata e si diresse verso lo specchio. Sul parquet lucido, accanto a due bottigliette d'acqua vuote, giaceva il suo telefono.
Emma si chinò a raccoglierlo con uno sbuffo, sbloccandolo velocemente e imponendosi di non controllare i messaggi prima di ricominciare a provare.
Se avesse anche solo visto il nome di Chris tra le notifiche, era sicura che non sarebbe riuscita a concentrarsi sul suo dovere.
Quindi, prima che la tentazione prendesse il sopravvento sulla volontà, si sbrigò a cliccare sullo schermo leggermente graffiato del cellulare, gettandolo di nuovo a terra.
Le note di una famosa canzone di Drake risuonarono immediatamente nella stanza, sostituendo il silenzio.
Emma si stirò i muscoli delle braccia e fece qualche piegamento sulle gambe, iniziando a muoversi a ritmo di musica.
Aveva provato quei passi così tante volte che, adesso, il suo corpo li riproduceva non appena sentiva la musica.
"Non pensare, senti!" si disse a mezza voce, leggendo le parole scritte sullo specchio.
Ripeté il motto del suo team un paio di volte, prima sussurrando e poi esclamandolo a gran voce.
Quando lo faceva Chris, il suo leader, funzionava sempre.
Lo esclamava con un gran sorriso stampato sul volto e gli occhi verdi spalancati. Emma perdeva il respiro quando si voltava in sua direzione con il pugno alzato e i capelli castani appiccicati alla fronte a causa del sudore. Era soprattutto in quei momenti che le risultava impossibile ignorare i suoi sentimenti.
Sbuffò animatamente e annuii un paio di volte a se stessa, facendo roteare velocemente le spalle. Avere una cotta per Chris era durissima, sicuramente di più che imparare la coreografia ad una canzone con un tempo velocissimo.
Emma inspirò profondamente e tentò disperatamente di convincersi che, nonostante fossero passate più di quattro ore dall'inizio delle prove, sarebbe comunque riuscita a portare a termine il suo dovere. Anche con le gambe a pezzi.
Sì, decisamente. Essere infatuata di un ragazzo era più difficile.
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