Capitolo 17
Portogallo, gennaio 1760
La legna nell'enorme camino ardeva con una fiamma imponente le cui estremità sfioravano fin le pareti. La principessa del Brasile se ne stava seduta su una delle due poltrone in broccato scuro. Composta, le gambe aderenti alla seduta e le mani strette in grembo, mentre gli occhi scrutavano quella tormenta di fuoco fatta di crepitii e lapilli, che di tanto in tanto sfrigolava schizzando in ogni dove.
La stanchezza era evidente sul di lei volto. La sua era stata una notte insonne ed era resa ben chiara dalla presenza di occhiaie a contorno delle iridi scure.
"Vostra Grazia?" chiamò il valletto dal fondo della biblioteca, "il duca di Beira è arrivato."
Il respiro le si mozzò assurdamente in gola. Lo conosceva da sempre eppure, sapeva che quell'incontro sarebbe stato diverso, perché niente tra loro, sarebbe stato come prima.
"Fallo entrare", autorizzò levandosi in piedi.
La postura rigida e la sicurezza che aveva imparato a mostrare, sembravano essere state cancellate con un unico annuncio.
Non appena lo zio fece il suo ingresso sentì salire le lacrime in gola.
"Vostra Grazia!" proferì piano trattenendo a fatica l'uragano di emozioni che le si agitavano dentro.
"Maria, vi prego, d'ora in poi chiamate Pietro", esordì lui accennando un sorriso, "tali convenevoli non sono più necessari."
"Difficile abituarsi" ammise la giovane abbassando lo sguardo al tappeto. Cosa peraltro che non faceva da quando era bambina, ma si sentiva in soggezione, completamente avvinta dagli eventi.
Lo zio parve intuire il suo sentirsi inadeguata e rise, tentando di spronarla: "Suvvia, non vi si addice una tale docilità, principessa!"
"Non sono docile", ribatté sollevando lo sguardo, "vi stavo mostrando rispetto."
"Tra i due dovrei essere io a mostrarvi rispetto", replicò con un sorrisetto impertinente, "voi sarete la regina, io sarò solo un degno, valoroso e simpatico reale consorte", rise ancora, "dimenticavo di dire affascinante e bellissimo."
"Avete dimenticato anche arrogante e presuntuoso" ribatté restituendogli il sorriso.
"Così va meglio!" esclamò il duca soddisfatto prima di sospirare e sedersi comodamente prima di lei.
Maria Francesca lo guardò incredula scuotendo il capo prima di sedersi a sua volta.
"Avreste dovuto chiedermi il permesso" sottolineò guardandolo con finto rimprovero.
"Assolutamente no", rabbrividì Pietro, "sappiatelo, lo farò solo in pubblico."
"Ma..." ella si interruppe non sapendo come proseguire.
"Oh, quale gioia per le mie orecchie, siete senza parole" asserì con fare teatrale, canzonandola e facendola ridere. Era chiaro che desiderasse solo metterla a proprio agio.
"Siete tremendo!" replicò la giovane scuotendo il capo, "Con l'età siete diventato anche più sfrontato."
"Più che sfrontato direi audace, intrepido e valoroso" ribatté gesticolando in modo eccessivamente buffo.
La principessa rise ancora e quando finalmente le si placò l'allegria, scoprì di non provare più quell'opprimente sensazione di disagio.
"Grazie!" asserì dopo alcuni istanti di silenzio.
"Di nulla" replicò l'uomo distendendo le gambe verso la fiamma nel camino, mentre poggiava un gomito sul bracciolo e il volto sulle nocche.
Rimasero nuovamente in silenzio a fissare il gioco di colori creato dal fuoco, ognuno avvolto nei propri pensieri.
La situazione era strana per loro, ma non per le corti del continente. I matrimoni combinati erano frequenti e quelli tra i membri della stessa famiglia erano più comuni di altri.
"Zio!"
"Non zio, vi prego!" la contraddisse subito raddrizzandosi sulla seduta.
Maria Francesca si schiarì la gola e riprese, "Pietro, cosa pensi che succederà?"
"A quale proposito?"
"Noi", rispose mordendosi la guancia interna, "credi che dicesse sul serio il re?"
"Conosco vostro padre abbastanza bene da sapere che non cambierà idea per niente al mondo. Ha scelto me per un motivo ben preciso."
"Quale?"
"Il mio cognome."
"Ma è uguale al mio" contestò la donna, confusa.
"Ma io potrò dare ai nostri figli il cognome de Braganza e fare in modo che la famiglia continui a regnare."
"Non ci avevo pensato" mormorò spostando lo sguardo alle dita.
Parlare di figli con lui era intimidente, perché implicava passaggi che in quel momento non si sentiva pronta ad affrontare.
"Ascoltatemi, Maria, so che questo matrimonio non è la vostra prima scelta, ma dobbiamo trovare un modo per farlo funzionare."
"Ne sono consapevole", ammise senza guardarlo, "ma ammetto di non sentirmi pronta."
"Se lo foste stata sarebbe stato alquanto strano" replicò nel tentativo di alleggerire nuovamente la tensione.
"Riuscite a prendere qualcosa sul serio?" domandò con una punta di rimprovero.
"Ogni cosa, Maria, ma gli anni in più che mi porto addosso mi hanno colmato di esperienze e mi hanno insegnato a non crucciarmi troppo se non posso cambiare gli eventi."
"Dunque dovrei arrendermi all'inevitabile?"
"Con questi termini mi ferite" replicò portandosi una mano sul cuore fingendosi offeso.
"Avete capito cosa intendo" sbuffò contrariata e divertita allo stesso tempo.
"Dovete concentrarvi sui lati positivi più che su quelli negativi."
"E quali sarebbero?" inquisì sconvolta.
"Questo mi ferisce sul serio", confessò il duca guardandola dritto negli occhi, "mi conoscete, Maria e sapete bene che tipo di uomo sono. Siete ben consapevole che non vi farei mai del male e che vi rispetterei come moglie."
"Dite? In fin dei conti siete un de Braganza."
"Maria, io non sono né mio padre e né vostro padre, tenetelo bene a mente", contestò irritato, "e mi duole sentirvi rivolgere una tale offesa nei miei riguardi."
"Non volevo offendervi" si mortificò la giovane sapendo di aver esagerato.
"E allora cosa volevate dire?"
"Che non vi amo" ammise, asserendo la prima cosa che le passò per la mente.
"Neanche io" precisò l'uomo con un'espressione sicura.
"E allora come potrà funzionare?"
"Se credete che i matrimoni reali siano celebrati per amore, allora siete ingenua."
"Speravo di poter avere la fortuna di mio zio."
"L'amore è una conquista, Maria, si deve lottare per essere felici. Lo stesso zio di cui parli, ha impiegato tempo per amare la moglie."
"Ma voi siete mio zio", protestò balzando in piedi, "il mio preferito", sospirò non riuscendo a trattenere le lacrime che impetuose le rotolarono giù dagli occhi, "come potrò mai amarvi? Come potremo essere felici?"
L'uomo si intenerì a quella visione alzandosi in piedi per prenderle le mani che nel frattempo si agitavano nell'aria, mentre ella enunciava tutta la propria frustrazione.
"Anche tu sei la mia nipote preferita, ma non dirlo a quelle capricciose delle vostre sorelle" le confidò strappandole un sorriso salato.
"Mi dispiace di essere così infantile" mormorò tenendo gli occhi bassi sull'unione delle loro mani.
"Non sei infantile, hai solo provato l'amore e dubiti di poterlo provare ancora", lasciò una mano per asciugarle il viso e sollevarlo per guardarla negli occhi, "ma ci vogliamo bene, e questa è una fortuna che in pochi hanno."
"Questo è un lato positivo" sussurrò con un accenno di sorriso.
"Sì", lui rise beffardo, "e poi sono un bell'uomo, potrai vantarti con tutte le nobili del mondo."
"Ora non esagerate!" ribatté ridendo.
Il duca si staccò da lei e iniziò a massaggiarsi il mento ispido in modo pensoso, mentre un'espressione furba gli illuminava i lineamenti prima di proferire, "Non ricordo chi, una volta disse: Oh zio, voi siete assai piacevole, io vi sposerei subito!"
"Per i cieli! Ero una bambina", si giustificò arrossendo appena, "e, poi, voi eravate molto più giovane."
"Vorresti dire che non sono più una compagnia piacevole?" domandò inarcando un sopracciglio in modo provocatorio.
"No, lo siete ancora", ammise con le lacrime completamente sparite dal volto, "riuscite sempre a farmi ridere."
"Da duca a giullare di corte in un battito d'ali!" esclamò in modo teatrale.
"Ecco a cosa mi riferivo" sottolineò ridendo.
"Capito! Dunque, mal che vada, avremo il matrimonio più allegro."
"Sì, direi di sì" confermò sorridendo e, d'istinto, proprio come soleva fare da bambina, gli pose un bacio sulla guancia, "grazie per essere così paziente."
Le sorrise prima di stringerle le mani con calore e dire: "Andrà tutto bene, Maria."
"Lo spero, Pietro, con tutto il cuore."
*Mio spazietto*
Ciao a tutti/e!
Strano ma vero, sono stata nuovamente puntuale con l'aggiornamento ;-D
Fatemi sapere cosa ne pensate del duca e di questo matrimonio.
Per onor di cronaca Lei ha 25 anni e lui 42. 0_=
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro