14
Klaus non vedeva Caroline da un'intera giornata. Era stata tutto il giorno chiusa a discutere con Elijah sull'andare o meno all'appuntamento con lo stregone. La vampira era irremovibile, avrebbe scoperto a tutti i costi dove si trovavano i suoi figli. Non le importava assolutamente nulla del pericolo. Sia Freya, sia Rebekah, sia Elijah, perfino Hayley avevano tentato di farle cambiare idea cercando di mostrarle quanto tutto quello fosse così strano. Cioè era una coincidenza troppo grande per essere effettivamente solo una coincidenza e Klaus era abbastanza sicuro che quei piccoli stronzi li stessero prendendo nuovamente in giro. Era abbastanza sicuro che comunque non le avrebbero fatto del male, non i gemelli, ma chi poteva garantire per Ariel? Cosa sarebbe successo se lei avesse saputo il legame profondo che lo unica alla bionda? Non poteva rischiare di perderla per una vendetta personale, non se ne parlava. Ovviamente lui non si era neanche avvicinato, conoscendola sarebbe andata proprio perché lui le aveva detto di non farlo, quindi aveva lasciato che fossero gli altri a generare. Avevano mandato a parlarle perfino Enzo, ma lui, anziché aiutare, aveva solo peggiorato le cose. Klaus origliava da tutto il giorno e aveva sentito cosa aveva detto quel giovane vampiro. Prima della conversazione, aveva fatto molte ricerche su di lui e, grazie a fonti attendibili e streghe potenti, era riuscito a fare un quadro completo sul suo conto in poco tempo. Enzo era stato per ben settant'anni in una prigione, Damon era il suo migliore amiche, tralasciando i momenti in cui lo aveva lasciato morire, aveva spento l'umanità e l'aveva quasi ucciso... Due volte. Ma erano pur sempre vampiri e le relazioni interpersonali erano complicate per quelle come loro, si sapeva, in fondo lui aveva fatto di peggio a suo fratello. Reggeva piuttosto bene la verbena e aveva avuto, in tutta la vita, solo due grandi amori: il primo ucciso dal fratello Salvatore e il secondo era Bonnie Bennet la strega di Mystic Falls. Insomma si aspettava un tipo come Damon, protettivo in maniera quasi egoistica verso le persone per cui provava affetto, e invece si rivelò essere come Stefan.
Ecco la conversazione.
- Anche tu sei venuto a convincermi? Perché io stasera ci andrò. È la mia famiglia. I miei figli. Tu cosa faresti al posto mio eh?-
Minuto di silenzio.
- Io valuterei bene i pro e i contro... Ma credo che andrei, quindi decidi con prudenza, segui il tuo cuore. Qualunque sia la tua decisione io la appoggerò-. Sentì un rumore, dal quale capì che le aveva dato un bacio sulla guancia e uscì.
Klaus lo vide andar via, lo vide lasciare la casa senza voltarsi o salutare. Inizialmente l'ibrido si era arrabbiato parecchio e voleva fermarlo, urlargli contro che aveva peggiorato le cose, ma poi aveva compreso che prendersela con lui non avrebbe cambiato nulla, anzi avrebbe fatto incazzare Caroline. Così l'aveva lasciato andare, probabilmente era già fuori città adesso.
- Tu non puoi capire che trambusto, c'è una vera e propria guerra a casa mia. Caroline è sempre stata testarda, perfino più di te- bevve la birra e rise osservando la lapide appena pulita di Camille. Era sempre lucente, un po' come lo era stata quella donna.
- Lo so, è irrispettoso bere, ma ne ho proprio bisogno. In questo periodo sento di dover bere e ridere anziché ricordare e dar sfogo a tutta la mia tristezza. È ciò che ho sempre fatto in realtà, da decenni ormai, continui a essere la mia valvola di sfogo, a volte penso che un giorno uscirai da quella tomba solo per dirmi di farti riposare in pace- il tono era diventato più spento - ti starai chiedendo perché non lo stia facendo anche adesso. Perché non stia urlando o piangendo... in realtà non lo so, non ne sento il bisogno. È tutto così strano da quando Caroline è tornata. A proposito, comincio a pensare che sia la testardaggine ciò che più mi attrae nelle donne. Ammettiamolo, se guardiamo l'aspetto, le donne che ho amato intensamente erano quasi sempre diverse. Tutte bellissime ovviamente, ma l'unica cosa che accomuna te, Caroline, Aurora e Tatia, è la testardaggine. Ti eri messa in testa di dovermi aiutare a qualsiasi costo e lo hai fatto nonostante tutto ciò che hai scoperto. Nessuno poteva fermarti-.
Smise di ridere.
- Soltanto la morte è stata in grado di chinarti, il che è davvero orribile. Niente avrebbe dovuto chinare una giovane donna come te. Sono passati anni, eppure fa un male così forte, eppure è questo male che mi permette di ricordare che io non posso essere felice. Mi ricorda che, se mi permetto il lusso di innamorarmi, avrei ucciso un'altra povera donna. Fino a poco tempo fa, non c'era più nulla in me... Se non tristezza e dolore- adesso i suoi occhi erano lucidi, alla fine la tristezza era arrivata lo stesso. Eppure non era triste per Camille, era triste perché gli mancava quel dolore a cui si era aggrappato così tanto dalla sua morte. Seduto a terra, in mezzo ai morti, si sentiva in qualche modo bene seppur ricoperto da lacrime silenziose.
- Da un po' è diverso. Il dolore è diminuito, la tristezza c'è ma è come se si stesse allontanando. Sento altre emozioni: Rabbia, fastidio, divertimento.... E tutto da quando è tornata lei. Ti chiedo dunque, è vero che il tempo guarisce tutte le ferite? Perché se è vero, vorrei che il tempo si fermasse. Io non voglio guarire, io merito di soffrire e non voglio che qualcun'altra paghi per me. Ammettiamolo, è forse un caso che qualunque essere amiamo muoia? Qualunque essere i Mikaelson amino, finisce per morire. Le mie donne, quelle di Elijah, l'unico vero amore di Kol: Davina. Gli immensi amori di Rebekah... Marcel. Tu. Amettiamo una buona volta che è un castigo che l'Universo ci ha assegnato. Il fato non è riuscito a punire noi per le nostre malefatte, per aver creato una specie come quella dei vampiri, ma punisce chiunque ci si avvicini. La morte aleggia su di noi e, non potendo colpirci direttamente, colpisce i nostri cari come se fossimo uno specchio riflettente. Credo che sia una sorta di bilancia cosmica e, beh, io non voglio che succeda la stessa cosa pure a Caroline. Non se ne parla-
Caroline si era truccata molto bene per la cena elegante a cui lo stregone l'aveva invitata. Un trucco comunque non esagerato o volgare, qualcosa che la rispecchiava, dopodiché aveva indossato un vestito molto corto di colore rosso con un elegante cinturino di cuoio nero. La parte difficile erano stati i capelli, non sapeva se fosse più opportuna una cosa bassa o lasciarli ricadere sulle spalle, era rimasta ore a decidere e a strofinarli nervosamente. La verità era che aveva paura di quell'incontro, si mostrava sempre forte ma sapeva che un margine di rischio c'era, poteva essere una trappola, poteva essere catturata o peggio. Ormai però il gioco era fatto e doveva arrivare fino in fondo. Così, prendendosi di coraggio, aveva lasciato capelli sciolti e indossato delle scarpe con un tacco non troppo alto.
Uscì finalmente, dopo un'intera giornata rinchiusa a pensare e ad ascoltare tutti, dalla stanza e si ritrovò davanti a...
- Klaus- esclamò sorpresa. Lui sembrò senza parole, ammaliato nel fissarla. Poi tornò in sé.
- Non starai davvero pensando veramente di andarci vero?-
- No, io ci sto andando, è diverso-.
- Caroline potresti non essere così stupida per una volta?!-
La bionda allora lo ignorò e scese sotto o almeno ci provò, perché venne nuovamente fermata dall'ibrido. Non sapeva bene perché ma il suo comportamento la spingeva ad andare a quella cena.
- Che cosa vuoi? Lo capisci che sono i miei figli?-
- Figli che ti hanno tradito lasciandoti qui-
- Si, sono degni figli di...- aveva urlato.
Degni figli di loro padre.
- Di?- alzò un sopracciglio.
Si riprese, controllò il suo battito e si morse il labbro impaurita da sé stessa, doveva mantenere la calma.
- Senti- sospirò - Tu quante volte hai tradito la tua famiglia. Ti hanno mai abbandonato?-
- Beh veramente...-
- Klaus non dire nulla- alzò una mano per farlo stare zitto.
- Se ti hanno abbandonato è stato dopo più di cinquecento anni che ti sopportavano. Loro hanno solo sedici anni. Sono dei bambini. Io non li abbandonerò, discussione conclusa- e scomparve.
L'ibrido era furioso, nessuno riusciva a calmarlo, neanche sua sorella al telefono.
- Come può aver rinunciato ad uscire con te!-
- Non lo so, mi ha liquidata dicendo che usciva già con un'altra ragazza. Ho provato di tutto, ma sembra molto preso da Caroline, mi dispiace ma non posso fare altro- e chiuse lasciando Klaus ancora più furioso.
- Klaus. Ho scoperto una cosa- Freya entrò senza cortesia e gli si piazzò davanti.
- Non è uno stregone. La Congrega Oscura da potere soprattutto agli umani con grandi "qualità"... Ovvero coloro che sono più leali. Al momento è umano, non può fare magie, a parte qualche piccolo trucchetto. Dunque è relativamente innocuo ma credo dovreste andare comunque a proteggerla. Proverei con un incantesimo ma ho paura che potrebbe percepirlo- Elijah spuntò già vestito.
- Ricordate che è debole, non mangia da due giorni e non sappiamo quanta energia abbia in uno scontro. Potrebbe farcela ugualmente? Forse, ma è comunque un rischio-.
Klaus corse a prendere i vestiti lasciando Freya ed Elijah soli.
-Grazie Freya. Prego Klaus, non c'è di che- si disse la sorella da sola.
- Sai per caso dove è... Dove è...-
- Hayley? Ha detto che era ingiro a fare ricerche di non so che tipo. Ci sarete solo voi due-.
- Tu cosa ordini?- chiese Gion.
Caroline aveva voglia di prenderlo a pugni per farsi dire quello che sapeva. Non era stupida però, non era certo andata lì impreparata.
-Per capire se una persona mente devi ascoltare il battito. Se senti che aumenta significa che ti sta mentendo-
- E come si può essere sicuri?-
- Non si può. Devi solo sperare che la persona davanti a te non sia un bravissimo bugiardo-
"Grazie mille Elijah" pensò. Aveva proprio trovato un amico.
- Ehi?!-
- Oh si, ordino... Beh non lo so fai tu-
Non le piaceva quel ristorante, loro si trovavano in un angolo, su un morbido divanetto ad arco. Era quello il problema, era vicinissima a lui.
Si guardò un po' intorno. Il ristorante era pieno, ma una testa attirò la sua intenzione. Una massa di capelli ricci e alzati uscivano ribelli da un uomo dalle spalle possenti e muscolose.
Poi l'uomo si girò rivelando un viso sconosciuto. Caroline così fu sicura di non essere seguita e si tranquillizzò, quello riusciva sempre a peggiorare le cose anziché sistemarle. Klaus e Elijah, invece erano già li e si trovavano dal lato affollato, osservandola attentamente. O meglio Klaus la fissava ininterrottamente.
Gion sorrise e le posò una mano sulla coscia scoperta. Caroline ricambiò il sorriso e, molto sensualmente, gli tolse la mano dalla gamba.
- Klaus... Sai questi abiti costano-
L'Ibrido non capendo si girò ad osservarlo. Il fratello gli indicò i pantaloni. Egli allora guardò e capì: i pantaloni si erano bucati; vedendo Gion con la mano sulla coscia di Caroline, si era strappato la stoffa fino a lacerare la pelle. Ora una parte era piena di sangue.
- Questo abito non era comunque nel mio stile-.
- Ovvio. Quello non era un attacco di gelosia-.
- Fratello non ti ci mettere anche tu. Sai per chi provo qualcosa-
- Ah, quindi non provi proprio più nulla per Caroline?-
- Ovviamente no. È stata solo una sfida. Una sfida, che, devo ammettere di aver perso. Ma nient'altro. Nella mia vita ci sono state poche donne in grado i entrare nel mio cuore-
- Oh, a te come a me. Ma sono felice che tu non provi più nulla, insomma il padre dei ragazzi sono io, sarebbe strano. Inoltre devi sapere che l'altro giorno, quando eravamo tutti umani e privi di memoria, l'ho baciata-.
La reazione fu immediata. Klaus ruppe il bicchiere che aveva in mano attirando l'attenzione di tutti lasciando Elijah infastidito, pensava di spingerlo a parlare, non di scatenerà quell'azione.
- Adesso ci avrà di sicuro visto. Grazie mille Niklaus- ringhiò Elijah guardando verso Caroline.
- Ma dove sono?- davanti a lui c'era solo un tavolo vuoto.
- Lì non li vedi... Sono spariti!-
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