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13

Elijah, dopo aver scortato Enzo nella sua dimora, stava per rientrare nella tenuta Mikaelson, ma fu subito fermato da Caroline.
-Devo dirti una cosa che non ti piacerà molto- affermò facendo un falso sorriso ingenuo.
L'Originale la guardò e, curioso, la seguì lontano da quelle mura.
- Cosa è successo?-
- Beh, tuo fratello al ballo mi ha soggiogata per farmi dire chi fosse il padre dei miei figli-
L'elegante l'uomo alzò le sopracciglia sorpreso, come assimilando l'informazione inaspettata, poi sorrise.
- Mi immaginavo una brutta notizia, ma questa è davvero meravigliosa. Finalmente non ci sono più segreti, finalmente mio fratello sa di questi piccoli miracoli. Era ovvio che facesse due più due, gli serviva solo altro tempo, so che forse tu sei scossa dalla cosa. Eppure non ti ha uccisa, questo vuol dire che, nonostante i suoi comportamenti meschini, tiene molto a te. C'è speranza in questa cosa e- l'uomo non smetteva più di immaginare scenari meravigliosi. Era più forte di lui, sperava veramente in un futuro roseo per il fratello.
- Io prendo la verbena- disse di getto interrompendolo.
- Cosa?-
- PRENDO LA VERBENA! Quindi non gli ho detto che fosse lui il padre, ma gli ho mentito per evitare cercasse un altro modo per capirlo. Se non l'avessi fatto, avrebbe aspettato che la verbena in circolo svanisse e lo avrebbe fatto di nuovo- cominciò a dondolare.
- E chi gli hai detto?-
- Doveva essere uno di famiglia o non ci avrebbe creduto. La somiglianza era troppa, li ha visti. Ha visto lo sguardo di Thom, poteva capire l'inganno e...-
- Insomma cosa hai fatto?!-
- Ho detto che il padre sei tu-



Klaus beveva del bourbon quando Hayley entrò come una belva dalla porta. Si girò aspettandosi un'assassina, dopo il ballo l'aveva subito avvertita della notizia e lei, andando su tutte le furie, si era dileguata. L'aveva rivista solamente il giorno dopo, quando pensava fosse sua moglie, per poi svanire nuovamente per tutta la mattinata. Non la trovò rabbiosa, bensì allegra.
- Non è Elijah il padre-
Klaus sbuffò e la ignorò ma ella gli si parò davanti, ridacchiando.
- Non sei felice? Il padre sei tu e tuo fratello non ha giaciuto con l'amore della tua vita!-
- Camille era l'amore della mia vita-
- Sì, sì, come no- fece con un cenno la mora, annoiata dalle sue parole -Comunque dovresti festeggiare. Elijah non mi ha tradita-
L'Ibrido si alzò e si avvicinò alla madre di sua figlia.
- Ci sono molti motivi che affermano che invece sia proprio lui il padre. Lo affermano così bene che è praticamente sicuro. I motivi sono i seguenti:
Elijah non tradisce, te lo concedo, ma Caroline mi ha detto che è successo durante il periodo in cui avevate litigato. Anzi, avevate proprio rotto se non erro.
Inoltre il potere di quei due può essere così forte solo perché sono figli di un Originale.
Come se ciò non bastasse, credo che quello di quattro giorni fa non sia stato solo un piano fallito, ma un piano destinato a fallire poiché organizzato da quei due ragazzi. Solo al figlio di Elijah poteva venire in mente un piano così ingegnoso.
Per ultima cosa, forse la più importante, ho soggiogato Caroline per farmi dire chi fosse il padre- sorrise falsamente e si aspettò una scena drammatica. Un atto di omicidio, insomma, qualcosa alla Hayley.
- Ora io ti dico perché ci sono dei motivi inconfutabili che dimostrano che ti sbagli. I motivi sono questi: il loro potere è forte, ma ricorda che sono per un po' lupi e solo tu sei un ibrido nella famiglia...-
- Freya ha detto che possono aver trasportato il gene del lupo da un altro essere-.
- Sì, è vero, non ne capisco di magia. Però credo che nessuna congrega sia abbastanza forte da poterlo trasportare e modificare, non così tanto quantomeno. Loro non sono come te e non sono come i lupi. Thomas non si può neanche definire lupo.
Inoltre, il fatto che siano stati loro ad organizzare il piano, dimostra che sei tu il padre. Elijah è molto intelligente, ma quel piano meschino, contorto e subdolo è diverso. È un piano che solo tu saresti riuscito ad eguagliare.
Devo ricordarti che Caroline potrebbe aver preso la verbena e averti ingannato? Era brava a farlo.
Infine io ed Elijah abbiamo rotto nel 2019. Precisamente ad aprile e ci siamo rimessi insieme a gennaio dell'anno dopo. Non è stato via un anno, ma a malapena otto mesi-
- E allora?-
- Beh, lui non è subito partito. Se ne è andato a giugno, lo ricordo bene perché gli supplicai di restare ridicolizzandomi come mai nella mia vita. Verso la fine di maggio, e per ben due mesi, Caroline era con Alaric e le bambine. Josi soffriva di gravi problemi d'asma e la sorellina non riusciva a controllare il suo potere perché ansiosa per la sorella. La bionda era sempre o in ospedale o a cercare di far calmare Liz.
La situazione rimase così per molto, molto tempo, finché, a settembre, rimasero con Bonnie a Mystic Falls per apprendere e controllare la propria magia. La bionda non le lasciò, mai. Fu allora che avvenne. Le bambine si tagliarono profondamente con un coltello e, poiché il loro sangue è diverso e molto più saporito, Caroline stava quasi per azzannarle. Fu allora che decise di allontanarsi e di dire alle gemelle che, in realtà, era solo una zia che le aveva cresciute con affetto e amore mentre la loro madre era morta. Partì a novembre dopo aver passato ogni momento rimasto con le bambine. Non partì veramente, non ci riuscì. Fino a dicembre rimase nascosta a guardarle, ogni giorno, ogni momento. Alaric la notava, a volte andava anche a parlarle tentando di convincerla a tornare. Caroline però è testarda, lo sai, non cedette mai. Poi, verso dicembre, prese un biglietto aereo e Bonnie la accompagnò all'aeroporto. In quei mesi non so dove andò di preciso, ma so dove fosse Elijah. Elijah era già tornato da due settimane e non credo che Caroline sarebbe mai venuta a New Orleans-.
Klaus la guardava incredulo. Possibile fosse vero?
- Come fai a sapere tutte queste cose?-
- Ho parlato con Alaric, anzi prima ho contattato Kol con un'incantesimo mentale. Ovviamente è subito venuto ad aiutarmi, non l'abbiamo mai disturbato in questo viaggio alla ricerca di sé stesso e ha capito quanto la situazione fosse grave. Ha soggiogato il vampiro e fatto riemergere ogni dettaglio della storia. Poi gli ha cancellato il nostro ricordo. Credo di averlo giudicato male, quando gli ho spiegato il casino assurdo telepaticamente mi ha subito raggiunta tramite un'altra strega. Temeva per il povero Elijah a dir la verità, nonostante non creda alla storia della bionda nemmeno lui. Il fatto che non abbia esitato ad aiutarci, mi fa supporre che si stia riprendendo, non mi stupirei se ci raggiungesse tra un po'. Magari non oggi, non domani, ma tra una settimana o un mese, quando gli ho detto che il suo aiuto sarebbe stato comodo, sembrava essere tentennante-.
- Tu hai contattato Kol? Sai quanto hai rischiato? Il suo carattere è particolarmente bipolare e ci aveva detto di non cercarlo mai, in alcun modo, si sarebbe fatto vivo lui- sospirò stanco della strafottenza della donna.
- Beh, credo che alla fine i tempi fossero maturi, è passato veramente tanto tempo e secondo me aveva bisogno di un incentivo. Non sempre pensiamo ciò che diciamo, non per un periodo così lungo almeno-.
Klaus non disse nulla, capendo che forse aveva ragione. Non era bravo con Kol, ci provava, ma non riusciva a capirlo o a fare la cosa giusta. Mai.
- Sono felice che stia bene... sono veramente tanti anni- sorrise per un secondo.
- Ma tutto ciò non dimostra nulla, magari fra novembre e dicembre Caroline e Elijah si sono incontrati, nonostante lei continuasse a guardare le sue figlie- constatò.
- Forse, ma è un decimo di possibilità su cento. Ti ha mentito Klaus! Non posso credere che una ragazza intelligente come Caroline non prendesse verbena. Non posso credere che sia andata con un altro originale o che, improvvisamente, Elijah sia diventato così bravo a mentire. Mi ha chiesto cose su di lei e su di te, informazioni. Perché l'avrebbe fatto se si fossero già incontrati?-
Klaus non sapeva cosa pensare: un margine di errore era presente, ma la situazione puzzava anche a lui. Gli sembrava troppo assurda per essere reale.
- Non possiamo parlarne con nessuno, almeno non prima di esserne sicuri. Inoltre magari è stata proprio con Kol e non vuole dircelo per non dirlo a lui. Effettivamente conosce il fratello spietato, non quello di oggi, magari lo teme o teme l'influenza che avrebbe su Thomas e Nicol... e questo spiegherebbe anche perché lui si sia mostrato così propenso a collaborare. Magari ha paura di una brutta sorpresa-.
- Come puoi anche solo pensarlo, Kol è cambiato. Non si innamora, non uccide, non fa strategie subdole. Davina lo ha cambiato e lo sai anche tu-.
- Ma...-
- Lo so, so che è impossibile che non sia stato con altre. Ma credimi, se ci sono state, sono state poche e da una botta e via, non potrebbe legarsi neanche provandoci, ma Caroline non è più così. Non andrebbe mai a letto con qualcuno per sfizio e questo mi fa capire ancora di più quanto la storia di Elijah sia falsa-






Thomas entrò e trovò la vampira che mescolava qualcosa e cantava.
- Che strana melodia- disse sedendosi.
La ragazza aprì gli occhi e lo guardò. - Me l'ha insegnata una strega. Una mia vecchia e cara amica-.
- Deve essere morta da un bel po'-
- No, non direi. Era furba, è riuscita ad ingannare la morte e a continuare ad essere una strega. Purtroppo per far questo, doveva dormire cento anni per risvegliarsi per uno solo-.
- Wow- disse senza interesse.
- È stata lei a convincere i miei genitori che il mio era un dono e non una mostruosità-.
- Quale mostruosità?- domandò giocando con qualsiasi oggetto lo circondava.
La donna non rispose, mescolò un'altro po' e versò il contenuto verso un bicchiere.
- Bevi- disse.
- Perché?-
- Perché è meglio mostrartelo-
Guardò il bicchiere.
- Chi mi assicura che non vuoi avvelenarmi?-
Sorrise.
- Occorre il tuo sangue per uccidere gli Originali, così come quello di Nicol. Siete intoccabili-
- Sarà. Ma non mi fido-
- E allora non saprai la mia storia...- e  andò via.









Elijah entrò attentamente a casa. Cercava di essere il più silenzioso possibile. Non voleva essere trovato dal suo fratello irascibile.
Sono fregato. Troverà il modo di uccidermi e lo farà.
- Elijah- sentì una voce familiare.
- Klaus stai attento a quello che fai-
Ma il fratello mostrò il suo lato animale e gli saltò addosso. L'Originale si tolse in tempo e continuò a guardare l'Ibrido.
- Klaus ti prego non- ma quello scattò e lo afferrò. Elijah decise di cambiare strategia. Digrignò i denti e lo spinse via. Ringhiarono prima di buttarsi all'attacco.







Thomas osservò il bicchiere, sapeva che correva un rischio. Ma lui amava correrli e, inoltre, non sopportava di non conoscere il nemico che avrebbe potuto affrontare. Lo afferrò e osservò il liquido melmoso viola all'interno.
"Devo berlo. D'altronde la morte non mi fa paura"
Ma lascerei Nicol  nelle mani di questa gente.
Quel pensiero bastò a decidere di non bere. Fu allora che entrò sua sorella. Era vestita in maniere casual e anche un po' leggerina per essere a novembre.
- Ehy Thomas!- disse un po' sorpresa, ma soprattutto irritata, per averlo trovato nella stanza della dopelghanger.
-Che ci fai qui?- sorrise falsamente, evidentemente nervosa.
- E tu che ci fai qui?-
- Rispondi ad una domanda con un'altra domanda?- rise.
- Io sono venuta quando c'era ancora la proprietaria della camera... Tu no. Volevi curiosare?-
Nicol sorrise, poi tornò seria sbuffando leggermente.
-D'accordo. Mi hai scoperto. Faccio schifo come agente segreto, ciò non toglie che continuiamo a non sapere assolutamente nulla su quella Troia. Non sappiamo perché riservi così tanto rancore verso le streghe o i vampiri. Non sappiamo cosa le occorra per scollegare lei e nostra madre-. Alzò le mani:- Bisogna sapere il passato di una persona per poter cercare di inquadrarla. Sai che qui qualcosa non quadra e ogni secondo che stiamo con le mani in mano diventa sempre peggio-.
Thomas la osservò, poi guardò il bicchiere.
- Mi ha dato questo. Dicendo che c'era la sua storia. Ha detto che bisogna solo berlo-.
La sorella alzò un sopracciglio vedendo il ragazzo teso e pensieroso. Era un tassello fondamentale, poteva essere fatto solo di menzogne ma anche quelle sarebbero stare rivelatrici.
Sapeva a cosa Thomas pensava: e se fosse stata una trappola. Poteva essere così, ma che senso avrebbe avuto tutto? Forse mettere fuori gioco il fratello che appariva più pericoloso e prendere lei? Non avrebbe avuto senso ed era abbastanza sicura che non fosse un veleno o qualcosa di dannoso.
- Se volesse mostrarmi solo ciò che le conviene?-
- Su via, riconosceresti un falso ricordo-
- Cosa? Come dovrei farlo-.
- È un po' come quando sogni, sai benissimo di starlo facendo-
Thomas corrucciò le sopracciglia mentre la sorella capiva che forse non era una cosa scontata.
- Tu non lo capisci- quasi lo chiese, guardò poi il bicchiere.
Doveva essere lei a berlo, non poteva essere nessun altro. In un secondo il bicchiere volò verso di lei. Bevve e, mentre cadeva in un baratro profondo, sentiva suo fratello urlare il suo nome.

Klaus ed Elijah erano appena partiti all'attacco. Fortunatamente fu Rebekah a fermarli: li afferrò per il colletto e lì tirò al muro.
- Razza di idioti! Non è il momento! Enzo è riuscito a scoprire il nome del ragazzo con cui parlava Ariel!-.
Fu allora che entrò, accompagnato da Caroline.


Nicol si ritrovò catapultata in un altro mondo. Si ritrovò in una graziosa campagna ricca di prati e alberi. L'unica cosa non naturale, era una deliziosa casetta di legno, piccola, un piano al massimo, esclusa la piccola soffitta. Guardò attorno il luogo cercando di scorgere accenni di manipolazione, ma tutto sembrava vero, nitido. All'improvviso la strega apparse: Ariel era vestita con un vestitino grigio malandato lungo e largo. Raccoglieva le mele e le posava in un piccolo cesto di legno intrecciato, sembrava felice, sorridente, diversa da come l'aveva conosciuta. Poi la sua immagine scomparve nel nulla mentre l'erba sembrò cambiare leggermente.
- Madre!- la sentì urlare.
Si avvicinò alla voce proveniente da dentro la casetta. -Madre non puoi rimanere lì per sempre- bisbigliò da dietro una piccola porta di legno. Nicol sentiva il cuore della donna dall'altro lato battere all'impazzata.
All'improvviso la donna uscì, le puntò il dito alla testa e pronunciò delle strane parole.
Ariel urlò e inarcò la schiena in modo innaturale. L'avrebbe uccisa... Ma una signora di mezza età entrò curiosa e sicura di sé. Questo distrasse la madre e portò la giovane al normale respiro. La situazione appariva incomprensibile, la lupa aveva molte domande, eppure la sua attenzione fu catturata dalla ragazza. Si accorse per la prima volta di quanto fosse bella: capelli raccolti, pochi ciuffi cadenti sulle morbide guance. Gli occhi scuri, profondi e dolci. Il viso rotondo, pallido, il corpo formoso e bello. Era un Ariel diversa da quella di adesso: seppur la tizia del presente non portasse segni di età, mostrava le "cicatrici" che gli anni le avevano causato. La vampira che aveva conosciuto era un piccola troia, sociopatica e con gravi problemi di comunicazioni. Quella che aveva davanti, era una ragazzina bella con gravi problemi familiari. Cosa poteva averla cambiata così tanto?
La donna che entrò guardò la madre con disgusto.
- Come può trattare così una creatura così piccola e docile. Una madre dovrebbe amare il proprio figlio. Mi sono svegliato da solo un giorno e già odio questo secolo- disse.
La madre la guardò corrugando le sopracciglia:- Questa ragazza è un abominio. Purtroppo donne come lei, del suo rango e soprattutto del suo MONDO, non possono capire-
- Anche io sono una strega. E tu sei così insignificante da non capire che sei di fronte ad una potentissima maga-.
Si avvicinò ad Ariel e la fece alzare.
- Questa ragazza non è un abominio, ma un dono. Potrà assorbire i poteri dei vampiri. Non ha magia, la assorbirà da coloro che non sono stregoni, ma ne possiedono: lupi, vampiri. Lei è una potentissima arma. Lei potrà essere immortale senza dover rinunciare ai poteri-
L'immagine cambiò. Adesso la madre era felice mentre Ariel, radiosa era a cavallo con la vecchia strega.
- Dalia!- urlò ridendo.
- Ariel è giunto per me il momento di andare. Un anno è passato e, come già sai, devo riposare per un altro secolo. È stato bello conoscerti, ed ora che sei un vampiro sei un essere potentissimo. Sei stata una degna allieva-
Ariel la guardò:- Allora il minimo è accompagnarti-.
Adesso erano in una caverna. Dalia si stava sdraiando con uno sguardo vagamente triste, sconsolato per la perdita.
- Dovresti seguire il mio consiglio. Crea una congrega che assorba il tuo potere. Sarai un po' più debole, ma loro saranno costretti a fare tutto ciò che dici. È una buona offerta- sorrise.
- Grazie, ma non ne ho bisogno. Mia madre mi adora, un ragazzo mi ama e io lo amo. Ci sposeremo a breve e io lo trasformerò. Nessuno vuole farci del male-.
- Sarà figliola, ma stai attenta. Il mondo è pieno di traditori e di assassini spietati. Ricordati che una congrega ti aiuterebbe- e così si addormentò.



Thomas guardava il corpo di sua sorella sul divano. Chissà cosa stava vedendo. Chissà che storia aveva Ariel.
- Molto probabilmente sta vedendo di quando avevo tutto: una famiglia, magia, immortalità, un ragazzo, felicità, innocenza. Sai cosa è successo dopo? Sono morti tutti-.
Thomas sobbalzò nel sentire la vampira, ma si ricompose ed elaborò le sue parole.
- Non ti importa che non sia andato io?-
La vampira scrollò le spalle indifferente, nonostante dentro di sé odiava pensare che fosse stata quella a rivivere le sue parole.
- Perché sono morte?- continuò allora.
- Sono una dopelghanger, Klaus aveva bisogno del mio sangue umano per liberare il lupo che c'era in lui. Appena scoperto che ero un vampiro, si infuriò e uccise tutti mentre io stavo accompagnando la mia mentore verso un riposo lungo un secolo. Fu allora che formai la Congrega Oscura. La formai per uccidere gli Originali. Loro, umani con i miei poteri, guidavano streghe ribelle che volevano una magia superiore. Il loro unico dovere era aiutarmi ed obbedirmi in quei pochi momenti in cui ne avrei avuto bisogno. I loro lavori li portarono ad essere, però, maledetti. Questo gli causa un odio verso le streghe. E così abbiamo un interesse in comune-
-Quale interesse, non capisco-
- Non è ovvio. Sono collegati...-
Fu allora che Nicol si alzò e respirò profondamente. Guardò la stanza, Ariel ed infine il fratello. Quando lo vide sorrise mentre lui già si era alzato ed era corso a stringerla.
- I vampiri e le streghe- disse la lupa guardando davanti a sé senza ricambiare l'abbraccio.
- Sono collegati. Non lo sanno ma assorbono, ogni giorno, il potere dei vampiri!-





- Non ho potuto rintracciare la via, il telefono era stato buttato e quindi non potevo localizzarlo. Ma sono riuscito ad ascoltare le conversazioni fra Ariel e questo ragazzo. Ho individuato il nome: Gion Iuber. Si trovava a New Orleans mentre parlavano. Lo capivo dai rumori di sottofondo. Forse è ancora qui... Comunque io ho finito, vedetevela voi. Ora devo proprio andare-. L'ultima frase la disse guardando Caroline che gli sorrise debolmente.
- Minacceremo ogni strega, lupo e vampiro per farci dire se lo hanno visto- disse Klaus alzando la voce.
- Non è meglio far vedere in giro ai vampiri del quartiere?- domandò con un atteggiamento di superiorità.
- Non scopriranno nulla!- urlò Klaus.
- Certo il tuo metodo è molto meglio!- rispose ironicamente Elijah parlando ancora più forte.
- Ragazzi smettetela! Klaus non fare il bambino!- sbraitò Rebekah.
- Io credo debba essere Elijah a chiedere scusa, d'altronde lui ha giaciuto con una delle poche ragazze che Nik abbia mai, davvero, amato!- ribatté Freya.
Caroline guardò di nuovo il nome, poi si ricordò e sorrise baciando sulla guancia a Enzo.
- Sei stato un vero amico!-
E si alzò. Superò la folla ed estrasse dalla tasca un bigliettino.
Il numero era lì dove lo aveva lasciato. Digitò i tasti e chiamò.
Le urla si zittirono nel sentire il suono della chiamata. Guardarono lei.
- Pronto- disse una voce maschile.
- Ehi macio-
- Caroline!-
Rise la bionda:- Allora ti ricordi-.
- Ovvio! Come dimenticare tale bellezza-.
Klaus ascoltava senza capire e con una strana voglia di rompere il cellulare. Elijah provava curiosità e desiderio di proteggere la dolce Caroline.
- Allora... Gion Iuber- marcò le parole per far capire pure agli altri. Klaus rimase letteralmente a bocca aperta.
- È ancora valido l'invito a cena?-
- Ma ovvio. Domani alle otto?-
- Okay, A domani- e chiuse. Poi si girò a guardare la folla sbalordita.
- Fatto. L'ho trovato- disse scrollando le spalle.

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