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12

- Va beh, io andrò a fare queste ricerche. Mi servirà tranquillità quindi mi occorre che qualcuno mi dia una casa- Enzo si alzò con il suo solito sguardo strafottente che avevano capito celare un uomo sensibile e altruista
- Credo che la casa più facilmente accessibile sia proprio la mia- mormorò l'Originale elegante non del tutto convinto. Quella casa, presa per giornate di fuga amorosa con Hayley molti anni prima, doveva essere un segreto. Era una cosa solo sua e della lupa, o per lo meno lo era fino a qualche tempo prima. Quando aveva visto Caroline distrutta per gli atti della sua famiglia, non aveva avuto un minimo di tentennamento. Soggiogare qualcuno, fargli abbandonare la casa o comprarla avrebbe voluto dire perdere tempo, tempo che la bionda non aveva. Stava per crollare e lui doveva aiutarla. Aveva pensato solo a quello, neanche all'amore della sua vita. C'era un legame tra loro, ovviamente non era un legame amoroso o altro, Elijah ne era più che sicuro, anzi da un lato sperava ancora che ci fosse una speranza per lei e suo fratello, poteva salvarlo dal baratro, però non riusciva a capire a cosa fosse dovuto quel senso di responsabilità che provava. E ora eccolo lì, pronto a rivelare la sua abitazione ad uno sconosciuto pur di aiutare tre sconosciuti. No, non sconosciuti, un'amica e i suoi nipoti. Sentiva lo sguardo della lupa addosso ma lo evitò attentamente, dopodiché svanì seguito dal giovane vampiro.
- Come ti sei trasformata?-
Caroline alzò un sopracciglio.
Mi sta prendendo ingiro?
- Me lo stai davvero chiedendo?-
- Sì, te lo sto davvero chiedendo-
- Forse è il momento di andare via- mormorò Rebekah leggermente imbarazzata capendo che le cose si sarebbero presto riscaldate. Afferrò Freya e svanirono immediatamente senza salutare. Erano rimasti soli.
C'è un po' di freddo qui, pensò la biondina.
O forse sono i soliti maledetti brividi dovuti al fatto che sono vicina a lui...
Anche lui stava immobile, aveva paura di ciò che avrebbe fatto se si fosse mosso. L'avrebbe baciata? Le avrebbe fatto del male? Non lo sapeva. In tutti quei giorni erano successe tante cose da non permettergli di restare al passo. I gemelli, la rivelazione di Caroline, la notte precedente, Enzo, Ariel. Era talmente sommerso da tutte quelle situazioni da essersi persino dimenticato di dover parlare con Elijah, ucciderlo più che parlare, ma faceva lo stesso.
Caroline approfittò dello stato di confusione del l'ibrido per salire di sopra. Klaus le si parò davanti non capendo dove stesse andando, confuso dal fatto che non si fosse scagliata verso la porta. Si era avvicinato troppo forse, erano a due dita di distanza mentre i suoi occhi color nocciola erano imprigionati in quelli verdi della bionda. Caroline smise di respirare, poi si svegliò, levandosi.
- Che stavi facendo?- chiese allora l'ibrido.
- Volevo osservare la casa. Sai, prima non avevo le emozioni, non mi importava mentre ieri sera non ho potuto vederla- disse con un filo di imbarazzo. Anche lui si imbarazzò un po', stupendosi di sé stesso, Caroline riusciva a metterlo in soggezione.
- Oh, ma sta tranquillo, me ne andrò. Troverò un'altra casa finché Enzo non avrà finito. Non vi disturberò, o meglio non ti disturberò- disse fredda e acida.
Enzo. Le parole di Enzo inondarono di nuovo la sua mente, facendolo impuntare.
- Come ti sei trasformata?-
Lei sbuffò e si girò per andarsene e fu allora che Klaus l'afferrò per il braccio per fermarla, entrandogli nella mente. Non l'aveva fatto apposta, non l'avrebbe mai fatto, non per qualcosa di così personale, non dopo averla appena soggiogata per sapere la verità sul padre, semplicemente il suoi istinto e i suoi poteri avevano preso il controllo della situazione.

Ricordava il locale dove si trovava: era il Mystic Grill di Mystic Falls. Si avvicinò ad un tavolo e riconobbe Caroline. Assurdo come, nonostante il viso fosse uguale, le sue espressioni fossero diverse. Più da bambina, più da ragazza innocente. - Perché non ci ha provato con me? Perché non sono mai la prima ad essere scelta. Lei non ci prova neanche e lui la sceglie lo stesso. Io ci provo così tanto ma è sempre lei la prescelta-.
- Caroline sei ubriaca-.
Klaus vide Bonnie, la streghetta dai capelli neri e dalla carnagione scura. Ora capiva perché fosse così diversa. Era umana.
- Perché Elena ha tutto ciò che io non ho?!-.
- Caroline, ma la vita non è una gara-
- Sì, invece- mormorò lentamente prima di sorridere in direzione di Klaus.
Egli si girò e riconobbe Damon, la guardava sorridente e lui provò la voglia di ucciderlo. Damon appariva come il solito Play Boy sciupa donne: bello, attraente dagli occhi azzurri e i capelli neri. L'immagine cambiò. Caroline era a casa a guardare la tv.
"Attacco animale a Mystic Falls. Una giovane ragazza di diciassette anni è stata aggredita nel bosco. Ha perso molto sangue ed è sopravvissuta per miracolo, si chiama Vicky Donovan".
- Devi stare attenta per strada-.
Klaus riconobbe la madre di Caroline.
- Mamma siamo in città e animali non vanno dove c'è gente. È risaputo-.
La vide. Indossava un pigiama di colore viola, largo, comodo.
Non potrò mai vederla così, mormorò il suo subconscio.
Ora era per strada. Caroline stava aprendo la macchina, ma si guardava sempre intorno perché sentiva di essere seguita. Klaus intanto osservava Damon giocare a nascondino per spaventarla, un po' come si fa con una preda prima del pranzo. Un ringhio gelido gli uscì per la gola, un ringhiò che, ovviamente, non venne percepito. Caroline si abbassò per recuperare le chiavi cadute e, quando si rialzò, si ritrovò l'uomo davanti.
- Oh, sei tu- disse sollevata.
- Ti stavo cercando- sorrise beffarda. Certo che era molto diversa quando era umana. Klaus pensò che, probabilmente se l'avesse incontrata allora, non l'avrebbe degnata neanche di uno sguardo. Con un filo di disgusto nei confronti di sé stesso, pensò che magari avrebbe fatto esattamente come Damon stava facendo. Avrebbe giocherellato con lei per poi cibarsene.
- Lo so- Damon aveva un ghigno stampato in volto.
- Sei presuntuoso-
- Molto presuntuoso-
L'immagine cambiò nuovamente, ora erano in un Hotel e si baciavano in modo passionale, disgustoso per i gusti di Klaus. Distolse lo sguardo ma una strana sensazione lo costrinse a guardare nuovamente. Damon adesso aveva uno sguardo da vampiro con i denti affilati. Caroline lo vide e cominciò a gridare, ma non c'era niente che potesse fare. Il vampiro la morse succhiandole il sangue fino a farla svenire.
L'immagine cambiò. Ora la bionda era sdraiata con un lenzuolino addosso, aveva morsi ovunque e tremava nel sonno. Klaus corse da lei, desideroso di curarla con il suo sangue, ma non c'era nulla che potesse fare, d'altronde era solo un ricordo. Si mise a sedere guardando l'uomo che dormiva, poi si toccò i morsi, i lividi e dai suoi occhi cominciarono ad uscire lacrime, ma non singhiozzi, non era stupida. Lentamente si alzò, si vestì e si diresse verso la porta nel modo più silenzioso possibile, ma non appena aprì la maniglia... Damon le si parò davanti. Non vide più nulla, ma l'ultima cosa che sentì, fu la ragazza urlare.

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Klaus lasciò andare Caroline e lei si allontanò mostrando gli occhi pieni di lacrime.
- Caroline...-
- Non dire nulla-
- Io lo ammazzo-
- Tu non farai nulla!- sbraitò.
- Non sei migliore di lui- e, detto questo, scomparve lasciando Klaus con un vuoto dentro.
Caroline scappò, senza voltarsi indietro, desiderosa di non rivedere più il volto dell'uomo. Andò a sfogare le sue frustrazioni bevendo cose che non erano adatte alla prima mattina. Non poteva non pensare a come Klaus l'avesse afferrata, non poteva non ripensare a Damon. Rabbrividì, quei ricordi li aveva sepolti per anni. Compartimentare era una specialità dei vampiri, per questo non aveva sofferto troppo una volta appresa la verità. Adesso, grazie al padre dei suoi figli, riviveva tutto come fosse successo il giorno prima. Si sentiva violentata, come se fosse un'oggetto nelle mani di qualcun altro. La prima volta con Damon lei era d'accordo, ma tutte le altre volte no, era stata costretta, soggiogata, usata come un giocattolo sessuale. Stava tremando, le stava venendo un attacco di panico, lo riconosceva perché Nicol ne aveva sofferto fino a qualche tempo prima. Doveva calmarsi, non sapeva neanche che i vampiri potessero averne, cercò qualcos altro a cui pensare. Pensò a Klaus, alla serata appena passata, alle sue mani sul suo corpo. Ai loro morbidi baci. Non era stata costretta, tutto il resto era finzione, ma ciò che aveva percepito, il desiderio, il legame era vero. Lei lo voleva, così come lo voleva quel giorno nel bosco di Mystic Falls. Klaus la voleva molto in quel periodo, ne era consapevole, vedeva quel desiderio nei suoi occhi, eppure non si era mai spinto oltre. Era il cattivo, ma aveva dei principi, o almeno li aveva avuti con lei. Klaus era diverso da Damon. Continuò a respirare a fondo, poi pensò alla vita immaginaria che qualcuno le aveva creato il giorno prima, e a come Klaus sembrasse la sua anima gemella. Era assurdo il fatto che il protagonista di quel qualcosa che era in grado di calmarla, era anche il responsabile dei suoi ricordi tornati. Era assurdo considerando tutto ciò che lui le aveva fatto in quei giorni.
Perché fa così male, si chiese respirando a fondo.
Perché avrei tanto voluto fosse vero. Perché, in fondo, vorrei risentire le sue mani. Perché avrei voluto che la nostra famiglia fosse unita.
- Perché piangi? Una bella ragazza come te non dovrebbe piangere-.
Caroline alzò la testa e vide un giovane uomo sui venticinque anni. Biondo, attraente, muscoloso... Il ritratto della perfezione. Un ritratto fin troppo familiare. Si asciugò le lacrime e non rispose, non si era neanche accorta di star piangendo ma non se ne stupiva. Era forte, ma stava diventando semplicemente troppo. Troppo da sopportare, gestire, risolvere e i suoi figli le mancavano sempre di più.
- Problemi con il tuo ragazzo?-
Che faccio rispondo? Se non rispondo passerò per una stupida maleducata, si accorse di starci pensando troppo.
Pronto! Gli sembro già stupida!
- Non è proprio il mio ragazzo, possiamo dire che è una vecchia fiamma- sorrise debolmente.
- Evidentemente ti sta ancora a cuore- rise sedendosi.
- Evidentemente siamo così complicati che è così. Ma comunque la nostra non è una storia destinata a durare. Siamo diversi e lui mi ha fatto... Soffrire-
si mise a fissare il bancone.
- Ah beh, conosco questi tipi di uomini-
- Tipi di uomini?-
- Si. Sai, questi uomini sono spesso afflitti da uno di questi due problemi- sospirò.
Caroline rise:- Quali problemi?-
- Potrebbero soffrire di cecità. Solo un ceco potrebbe far del male ad una creatura così bella come te-
La bionda rise ed arrossì un po'. Era da tanto ormai che un ragazzo non ci provava con lei, un ragazzo che non fosse quello della pasticca o del mondo parallelo. Era divertente in fin dei conti.
- E la seconda possibilità ?-
- Beh, sono gay-
Lei rise più forte e per un secondo dimenticò i problemi.
- Io sono Gion Iuber- le pose la mano.
- Io mi chiamo Caroline Forbes-
L'uomo guardò l'orologio e poi intorno a sé.
- Ora devo proprio andare ma- prese un foglio di carta ed una penna dalla tasca -Se vorrai rivedermi, chiamami. Mi piacerebbe uscire- sorrise dandole il foglio. Dopodiché andò via.




Klaus entrò nel locale e, finalmente, la vide. Era seduta che beveva tranquillamente. Indossava una maglia pesante e un paio di Jeans, accanto a sé aveva un giubbotto per il freddo di novembre. Si era evidentemente cambiata.
Si avvicinò a lei e poi disse:- Dovresti tornare a casa-
Rise leggermente nel vederla sobbalzare.
- Klaus sei un-
- Non finire tesoro già so cosa volevi dire: un bastardo, vero? Lo so amore, me lo dicono in tanti- sorrise.
- Stavo per dire un lunatico stronzo, ma se vuoi essere definito così-
La prese delicatamente per il braccio e le disse:- Andiamo a casa, prima che a qualcuno di questi ubriaconi venga la stupida idea di provarci con te-.




- Cosa vuoi Klaus?- aprì le braccia - Questa non è casa mia. Me ne andrò-
- È questo il punto, tu rimarrai qui- sorrise facendo un passo verso di lei e fu un po' sorpreso nel sentire il cuore di lei battere più forte per la vicinanza. O forse era il suo?
- Devi essere sempre in circolazione per cercare i tuoi figli-
Caroline mise le braccia conserte.
- Io dovrei rimanere qui? Dopo ciò che mi hai fatto stamattina? Dopo che mi hai estorto con la forza chi fosse il padre? Dopo che hai provato ad uccidere Thomas? No, grazie- disse ironicamente.
- Scusa per quello che ho fatto-
- No Klaus non mi interessano i tuoi motivi non mi interessa che... Cosa?- spalancò gli occhi e lo guardò dritto in viso.
- Scusa. Sono stato un idiota, meschino e tutto quello che vuoi. Mi merito tutti i tuoi insulti, avrei potuto cercare un altro modo per salvare Hope, avrei potuto avvertirti e poco importa se tu non avevi i sentimenti. Come se questo non fosse abbastanza, mi dispiace averti estorto con la forza chi fosse il padre ma l'idea che potessi essere io, mi stava logorando l'anima. Per quanto riguarda stamattina, non volevo, non ne avevo la minima intenzione. Giuro che è stato un incidente, ma non doveva succedere. Sono complicato, ma sono qui, pronto a chiederti di darmi un'altra occasione e sai che non sono un tipo che facilmente si scusa. Se non vorrai perdonarmi, va bene, ma ti prego resta. Devi essere al sicuro- il suo tono era calmo ma il suo viso lasciava trapelare imbarazzo e desiderio di proteggerla.
- Io...-
- Devi avere fame. Il sangue di un Originale riempie per un po', ma è meglio andarci piano e non rischiare- così dicendo si morse la mano e versò il suo sangue in un bicchiere. Caroline guardava Klaus ancora scossa mentre mostrava il suo vero viso. Poi bevve e ritornò normale.
- Dovremmo provare con uno o due bicchieri al giorno-
La bionda guardava giù, sembrava pensare. Pensava alle scuse dell'ibrido. Pensava che fosse impossibile sentirle. In fondo erano parole, ma non dette da lui, non per lui. Era il minimo dopo ciò che le aveva fatto, ma era pur sempre un miglioramento. Questa era la sua debolezza, non poteva non vedere i tentativi della gente... soprattutto se quella gente, era lui.
Credo che ora tocchi a me fare qualcosa.
Si avvicinò a Klaus e gli posò una mano sul viso mentre lui sembrava inquieto.
- Cosa stai facendo?- chiese piano restando fermo.
- Vuoi sapere la mia storia? Eccola-
Immediatamente fu risucchiato dai ricordi della sua mente.
- Vuoi uccidermi?- chiese mentre Damon la baciava. Era calma, impassibile. Era soggiogata, controllata dal vampiro che la accarezzava.
- Certo, ma non ancora?-
- Perché no?-
- Perché ancora mi servi-
Klaus adesso era sulla porta della casa dei Lockwood... Come dimenticarla.
- Che cosa hai fatto?- solo allora vide Damon che tirava una Caroline in lacrime nel giardino.
- Io non ho fatto nulla. Lei ha visto i segni sul collo, ma io non ho fatto niente. Non le ho detto niente, te lo giuro-
- Sh- le accarezzò il viso. - Calmati adesso. Non piangere-.
- Non sei arrabbiato?-
- No- le girò attorno con voce sensuale.
- Solo che adesso dovrò ucciderti, sei diventata del tutto inutile- e la morse e, non appena bevve, cadde a terra preso dagli spasmi.
- Verbena- mormorò Klaus.
Poi vide un'altra immagine. Caroline che liberava Damon e lui correrle contro, l'avrebbe uccisa se non fosse stato per il sole.

- Hai preso la collana?-
- No, Bonnie non ha voluto darmela- mormorò.
- Cosa?-
- Non ha voluto-
- È mia quella collana!- sbraitò - E tu sei completamente inutile. Sei superficiale e senza carattere, un'ombra. Tu, non sei niente-
Adesso era in macchina con Caroline, Matt e Tyler. Un suono acuto gli ruppe i timpani e Tyler, urlando, mandò la macchina fuoristrada causando un incidente.
Ora Caroline era in ospedale, praticamente, quasi morta e Klaus guardava sconcertato quella creatura così fragile. Poi entrò Damon e lui strinse le nocche pensando al peggio.
- Oh, cosa devo fare con te- e gli diede il proprio sangue per guarire.
- Ringrazia che Elena ti voglia bene-.
Klaus girò gli occhi, cosa ci trovassero tutti in quella bruna rimaneva un mistero. Tra tutte le doppelgänger era la più insulsa secondo lui.
Era notte e Caroline stava molto meglio, poi entrò Elena. O meglio, qualcuno identica a lei.
- Caterina- ringhiò Klaus.
- Ho un messaggio da riferire ai tuoi amici-
- Elena, ma che stai dicendo?-
- Da adesso si gioca- e la strozzò con un cuscino.
Era mattina e Caroline si era svegliata con una fame insaziabile. Non sapeva cosa fosse successo, non sapeva perché avesse bisogno di cibo. Non sapeva nulla.

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Caroline si allontanò e guardò l'Ibrido in viso.
- Tu, tu non sapevi nulla. Non sapevi neanche che esistessero i vampiri. Ti avevano soggiogata per dimenticare- Klaus avrebbe continuato a parlare cercando di assimilare le informazioni, ma fu interrotto dalla voce dolce e soave della donna difronte a lui.
- È passato tanto tempo, non ha più importanza. Ho perdonato chi dovevo perdonare-
L'uomo la guardò intensamente.
- Sei davvero riuscita a perdonare Damon?-
Ella sorrise leggermente e annuì.
- Nel profondo ho perdonato persino Katrine-
- Come, come ci sei riuscita?-
Klaus era incredulo, non riusciva a pensare di poter perdonare un atto così atroce. Per lui il perdono era una parola del tutto inutile. Secondo lui non esisteva perdono, anche se il suo cuore lo conosceva bene. In fondo, proprio la dolce biondina, molti anni prima aveva fatto cose che nessun altro avrebbe osato fare... Eppure era ancora lì, viva.
- Katrine mi ha fatto un favore. Da umana ero una ragazzina completamente inutile e superficiale. La trasformazione mi ha cambiata in meglio, ho imparato ad amare, ad apprezzare me stessa. Ho avuto dei figli e, nonostante i problemi, non mi pento di aver bevuto quella sacca di sangue per completare la trasformazione. Grazie ad essa ho conosciuto molta gente che prima avrei ignorato e fatto molte cose belle che prima non avrei fatto-.
- Pensi che riuscirai a perdonare anche me?-.
Caroline sorrise e ignorò volontariamente la domanda.
-Credo che rimarrò-.
L'Ibrido sgorgò il più enorme sorriso mai visto insieme ad un puro odio per quel vile vampiro di nome Damon. Puro odio e gratitudine allo stesso tempo: senza le sue vili azioni, lui non avrebbe mai conosciuto una delle donne per cui aveva perso la testa.
- Klaus- lo guardò improvvisamente rossa.
- Ieri è stata una notte davvero molto bella-.



Sentite lo so che ci sono un sacco di video, senza parlare del fatto che questi capitoli sono stati senza colpi di scena, ma mi sembra importante approfondire il rapporto che si sta instaurando tra l'Ibrido e la dolce Caroline. Inoltre questo capitolo è basato soprattutto su ricordi e mi sembrava opportuno mostrarli per rivivere un po' dell'atmosfera della prima serie di The vampire diaries.

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