18. (Self) Destruction (In revisione)
"Ti voglio bene" il sussurro che lascia le labbra di Paige dopo qualche minuto passato abbracciate mi riempie il petto come poche cose nella vita. Mi allontano leggermente da lei per poi passarle i pollici sotto gli occhi e raccoglierle i residui di lacrime che le sono cadute. Le faccio un piccolo sorriso, che lei ricambia immediatamente. Mi alzo, porgendole la mano, è proprio arrivato il momento di riportarla a casa.
"Mi gira troppo la testa, non ce la faccio" dice ed io sospiro.
"Che cosa è successo esattamente prima?" chiedo, non sapendo quale sia la causa che l'ha ridotta così.
"Stavo aspettando Alex...ma ero davvero giù di morale e ho deciso di rimediare con qualcosa di alcolico..." inizia, pentendosi della sua scelta. "Dei ragazzi sono venuti a darmi noia ma li ho mandati a quel paese e beh...loro per vendicarsi mi hanno messo qualcosa nel bicchiere. Per fortuna Alex è arrivato poco dopo o non so cosa sarebbe successo." il suo racconto mi mette addosso una tristezza infinita. È incredibile come qualcuno al giorno d'oggi non riesca ancora ad accettare un rifiuto e prenda invece decisioni simili. Cosa sarebbe successo se Alex fosse arrivato più tardi?
Mi chino su di lei, provando a prenderla sottobraccio. Tutto sarebbe più facile se avesse soltanto la forza di stare in piedi. Quando finalmente riusciamo a raggiungere un equilibrio, camminiamo fino a raggiungere Alex e Ryan, che per fortuna, nel frattempo ci hanno solo osservate senza uccidersi. Quando il mio vicino mi vede arrivare si appresta immediatamente ad aiutarmi con Paige, tenendola lui stesso. Lei non dice nulla, e non riesce neppure a guardarlo negli occhi.
"Dobbiamo portarla a casa" dico guardando il mio migliore amico dritto negli occhi.
"Sono venuto in taxi" sospira esasperato. "Dobbiamo trovarne uno disponibile" annuisce facendo per tirare fuori il telefono.
"Vi porto io." le parole che lasciano la bocca di Ryan sono categoriche. Mi volto nella sua direzione ma non sembra guardare nessuno di noi in particolare, se non un punto fisso davanti a lui.
"Non se ne parla" Alex sputa con un mezzo sorriso amaro.
"Non te lo stavo chiedendo." pronuncia l'altro. "È la mia migliore amica e ha bisogno di me in questo momento. Non me ne frega un cazzo di quello che volete voi." continua poi. Non posso non notare quel voi, nonostante io non abbia aperto bocca. Ma lui sa che lo odio.
"Vi prego non litigate ora" quasi piagnucola Paige. Non oso immaginare il mal di testa che abbia in questo momento.
"D'accordo. Porteremo Paige a casa e ci accompagnerà lui" dico seria guardando le condizioni in cui versa la mia migliore amica. Sento lo sguardo di entrambi i ragazzi su di me, e nonostante uno in particolare bruci più dell'altro, rivolgo il mio ad Alex, in una preghiera silenziosa. Sembra capire la mia decisione e dopo aver sospirato annuisce senza dire altro.
Ryan inizia a camminare davanti a noi senza dire altro, e non possiamo fare che seguirlo. Purtroppo per raggiungere il parcheggio dobbiamo percorrere nuovamente tutto il locale, e con Paige in queste condizioni non è esattamente facilissimo. Giunti davanti alla Range Rover, Ryan apre lo sportello posteriore e Alex aiuta delicatamente Paige ad entrare. Una volta sistemata tira fuori la testa e mi guarda in una richiesta tacita.
Mi sta chiedendo se mi siederò davanti.
Non voglio stare vicino a Ryan. Così come lui.
"Mi siedo io accanto a lei" pronuncio in fretta queste parole. E so che Alex vorrebbe uccidermi in questo momento, ma so che è altrettanto consapevole che forse sia più giusto così.
Il tragitto fino a casa di Paige è silenzioso. La mia migliore amica ha preso a sonnecchiare al mio fianco, per cui l'unico suono che si sente è il suo sospiro rilassato. La strada per arrivare a casa sua è totalmente nuova per me, e realizzo che probabilmente abita ancora nella casa acquistata dai suoi genitori quando si trasferirono qui.
A quanto pare Paige abita dalle parti di South Los Angeles, in particolare a Vermont Square, a giudicare dal cartello che abbiamo appena superato. L'auto di Ryan si ferma davanti al 4324 di Normandi Ave. È una piccola abitazione che dall'esterno sembra molto confortevole, e mi si stringe il cuore a pensare a come possa essere viverci dentro dopo aver coltivato dei ricordi lì dentro con i propri genitori.
Scendo dall'auto, seguita da Ryan e Alex. Quest'ultimo proprio come all'andata, tira fuori Paige dalla macchina, e lei si aggrappa immediatamente a lui. Ci dirigiamo verso l'entrata, Paige tira fuori con fatica un mazzo di chiavi dalla borsetta e me le passa. Apro la porta, e come avevo immaginato una casa accogliente ci da il benvenuto. Si articola in un unico piano, e per fortuna, almeno non dovremo fare le scale con lei in queste condizioni. C'è un salotto con cucinino annesso, un bagno, una camera da letto e l'ultima stanza, che dalla porta aperta mostra una probabile vecchia cameretta ora adibita a lavanderia.
Alex sembra già conoscere la strada verso la camera da letto, e penso tra me e me che dovranno darmi molte spiegazioni. Porta Paige in stanza e io lo seguo silenziosamente.
Non facciamo neppure in tempo a stenderla sul letto che lei riprende immediatamente a sonnecchiare. Deve essere stata una serata terribile.
Sospiro guardando la mia migliore amica. "Mi dovrete dare delle spiegazioni domani mattina, ne sei consapevole?" chiedo guardando Alex. Annuisce leggermente, mentre con una mano accarezza i capelli rossi della ragazza addormentata.
"Ho bisogno di un bicchiere d'acqua" esordisce poi lui. La serata deve avergli fatto tanta paura.
"Ti accompagno."
Quando torniamo in salotto, con nostra grande sorpresa Ryan è ancora lì.
"Dovresti andare." è la prima cosa che gli dice Alex. Non so come non si siano ancora presi a pugni.
"Resterò qui fin quando non si sveglierà domani. Non prendo ordini da te." gli risponde l'altro. Io continuo solo a guardarli.
"È la mia ragazza, posso pensarci benissimo io." Alex fa di nuovo forza sulla cosa, ma riceve solo un ghigno sprezzante dall'altro.
"Oh, davvero? Come hai fatto in questi anni? O vuoi cercare di far fuori anche lei?" a queste parole, inaspettatamente, Alex è il primo a scattare. La sua mano parte talmente rapida con un pugno rivolto verso Ryan che quest'ultimo non riesce a schivarlo e lo prende in pieno sul labbro, che inevitabilmente incomincia a sanguinare.
Se vi aspettavate che sarebbe stato fermo, beh, anche qui avete fatto un buco nell'acqua.
Ryan risponde al pugno di Alex con un altro pugno, colpendolo dritto nell'occhio stavolta.
Ormai stanca di tutta questa situazione che si è venuta a creare, senza urlare, mi appoggio al ripiano della cucina, e li guardo.
Inizio a piangere silenziosamente, semplicemente guardandoli.
"Adesso basta." pronuncio queste parole con la voce più calma che io abbia mai avuto in vita mia, ma allo stesso tempo la più vuota.
I due ragazzi si bloccano improvvisamente e si voltano verso di me. Dopo aver visto in che condizioni verso, Ryan si pulisce il sangue sul labbro con il dorso della mano e Alex si mostra più dispiaciuto e turbato che mai. Deglutisco.
"Adesso voglio la verità." dico. "E nessuno lascerà questa casa finchè non saprò che cosa è successo tra voi due." se fossi all'esterno, la mia voce al momento spaventerebbe anche me.
Come mi aspettavo Ryan sta in silenzio. A parlare per primo è Alex.
"Io e Ryan siamo entrati nel gruppo quasi insieme" inizia "Ognuno per motivi diversi, ma abbiamo legato sin da subito" abbassa lo sguardo, probabilmente pensando a quei momenti. "Tanti ci scambiavano perfino per fratelli, perché beh, ci sentivamo tali. Pur non avendo lo stesso sangue c'eravamo sempre l'uno per l'altro."
"Quante cazzate" commenta Ryan sprezzante. Ma lo vedo. Per un singolo attimo io vedo quello sguardo ferito nei suoi occhi.
"Non sono cazzate" commenta il mio vicino.
"Hai ragione, non lo sono. Almeno per me!" ringhia. Non ci sto capendo niente.
"Potete farmi capire per cortesia?" chiedo spazientita. Stavolta è Ryan a rispondermi.
"Robert ci aveva affidato una missione molto importante. Ovviamente noi andavamo sempre assieme, eravamo coppia fissa. Dovevamo intrufolarci in un magazzino dall'altra parte della città, quel gruppo ci aveva fottuto della roba e dovevamo semplicemente recuperarla. Io sarei entrato, e Alex avrebbe fatto da palo. Ci saremmo dovuti parare il culo a vicenda, se non fosse che lui mi ha tradito facendomi quasi ammazzare!"
"Questo non è vero!" si difende l'altro.
"Si che lo è cazzo!" Ryan ringhia. "Quando sono entrato nel magazzino ho scoperto che era una trappola. Mi aspettavo che tu intervenissi per aiutarmi, come avevamo pianificato in caso di emergenza, e invece te ne eri andato! Mi hanno puntato una cazzo di pistola alla testa! Se non fosse stato per Paige io sarei sotto terra a quest'ora!"
Non posso credere alle parole di Ryan, e non voglio credere che Alex abbia fatto sul serio una cosa del genere.
Alex continua solo a guardarlo, senza dire nulla.
"È così?" mi azzardo a chiedere.
Alex però continua ad avere lo sguardo fisso su Ryan. "Come hai potuto solo pensare per tutti questi anni che le cose fossero andate così? Come hai potuto pensare che avrei mai fatto una cosa del genere a te? E soprattutto perché cazzo non ne hai mai voluto parlare con me? Mi sarei fatto ammazzare per te Ryan porca puttana!" le parole di Alex sono disperate, urlate. Per un attimo penso a me e Paige e seppur in situazioni diverse, capisco il suo stato d'animo.
"Perché sono andate così. Che cosa avrei dovuto chiederti?" Sbraita il moro, agitando le braccia.
"Ti sei mai chiesto perché non sono entrato in quel magazzino?" la domanda di Alex è molto specifica, e stavolta detta in maniera calma.
Ryan fa per aprire la bocca, ma quando capisce di non aver nulla da dire tace.
"Non sono io ad aver fatto la soffiata al gruppo, né tantomeno me ne sono andato. Mentre ero lì fuori degli uomini mi hanno legato e puntato una pistola contro. Volevano usarmi come ostaggio per far venire Robert in persona. Se non fosse stato per Paige che li ha colpiti da dietro sarei morto anche io." sospira, e l'altro lo guarda finalmente negli occhi. "Ma tu questo non lo hai mai voluto sapere, perché avevi già deciso che le cose fossero andate così. Non tenevi alla nostra amicizia quanto ci tenevo io evidentemente."
Nessuno dice più niente per un po'. Sono sorpresa dal fatto che Ryan non voglia ribattere, ma allo stesso tempo sono più confusa di prima.
"Un momento...cosa c'entra Paige in tutto questo?" chiedo.
"Paige era la mia ragazza" esordisce Alex. Sono quasi scioccata dalla cosa. "L'ho conosciuta poco dopo il suo arrivo in città, lei non sapeva nulla del gruppo... Quella sera però mi seguì, pensando che la stessi tradendo o qualcosa del genere." si passa una mano sul viso al ricordo. "Quando mi trovò lì fuori al magazzino, fu molto svelta a colpire i due uomini, che per fortuna caddero a terra senza riuscire a reagire. Litigammo a lungo, lei mi accusò di essere un bugiardo, di averle mentito... Sentii degli spari all'interno e il mondo mi crollò addosso perché pensavo di non essere intervenuto in tempo, pensavo che Ryan fosse morto per colpa mia. Così scappai, la paura prese il sopravvento e scappai." Alex ormai sta piangendo, e non cerca nemmeno di nasconderlo. "Ma qualche giorno dopo, mentre andai da Robert per tirarmene fuori, lo vidi lì. Era vivo e ormai mi odiava. Ma la sorpresa più grande fu vedere anche Paige lì, totalmente diversa da come l'avevo lasciata."
Sono sconvolta da tutto quello che Alex mi sta raccontando. Ma Ryan sembra quasi più sconvolto di me.
"Gli uomini avevano sparato in aria per spaventarmi" esordisce Ryan. "Ma Paige si era intrufolata nel magazzino e gli venne un'idea geniale per liberarmi. Semplicemente fece partire uno dei fuochi d'artificio presenti lì...perché beh, era un magazzino pirotecnico. Rischiò molto nel farlo. Quando i primi fuochi iniziarono ad esplodere lì dentro gli uomini capirono il pericolo e scapparono, lasciandomi legato a quella sedia. Paige fu svelta nello slegarmi e corremmo fuori. Dopo pochi minuti il magazzino saltò in aria e le fiamme divamparono ovunque." il ricordo sembra passargli davanti agli occhi. "Fuggimmo da lì e tornammo al covo di Robert. Lei mi aveva salvato la vita e siccome mi raccontò di non avere più nessuno o un modo per sopravvivere da sola le proposi di entrare nel gruppo." termina la spiegazione.
"Paige non ti ha mai detto quello che era successo davvero?" chiedo a Ryan.
"Non ho più voluto aprire l'argomento." sono le uniche parole che lasciano la sua bocca.
Non so cosa dire. Nessuno sa cosa dire in realtà. I due ragazzi davanti a me sembrano ognuno assorto nei propri pensieri.
"Forse dovremmo riposare adesso..." me ne esco. Capisco che non sia la cosa migliore da dire ma non saprei come uscire da questa situazione. "Ti dispiace se dormo con Paige?" chiedo ad Alex.
"No, va bene. Noi possiamo rimanere qui" indica i due divani presenti in salotto, posti intorno al piccolo tavolino in legno. "Prendo solo delle coperte e torno" dice e va in camera di Paige.
Improvvisamente rimaniamo io e Ryan da soli nella stanza. Una parte di me, quella più debole, vorrebbe correre ad abbracciarlo, percependo tutto il dolore che ha provato in quegli istanti, allo stesso tempo vorrei picchiarlo per non aver mai ascoltato la versione di Alex. L'altra parte di me però, quella più razionale, sente ancora il metallo freddo del coltellino insanguinato che mi ha puntato addosso, e tutta la rabbia che ha vomitato contro di me.
I suoi occhi si alzano verso il mio viso, in cerca di una qualche reazione a tutto ciò che è successo. L'unica cosa che riesco a fare però, è sputare cattiveria come lui ha fatto con me.
"Come al solito, hai scelto tu di distruggere tutto."
Vi chiedo per favore di aiutarmi a far crescere la storia lasciando magari qualche stellina e commento, ve ne sarei grata🖤🦋
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