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17. 'Friends' Bond (In revisione)


Sono ormai due settimane che non vedo Ryan. Mentirei se dicessi che non me ne importa niente. Ma perché ci tengo tanto? Perché tengo tanto ad un rapporto puramente illusorio che si è creato tra noi due?

La verità mi è stata sbattuta in faccia brutalmente. Ci ho messo mezza giornata per togliere via con le unghie e il sapone il sangue sulla pelle. Ma le domande che ho in testa sono ancora tante. È davvero in grado di uccidere qualcuno? Ha mai ucciso qualcuno?

Da un lato ci sono queste domande, dall'altro c'è solo il disgusto al pensiero. E l'idea che forse le cose sono andate meglio così, e tornare alla mia normalità mi farà solo che bene.

La prima settimana è stata la peggiore. Ho preso due chili a forza di mangiare gelato durante le mie maratone di serie tv, nei momenti in cui non lavoravo.

Nella seconda settimana ho capito che non potevo affatto continuare in quel modo. Al diavolo Ryan, al diavolo perfino Paige, ho una vita davanti e non posso rimanere intrappolata in un loop infinito a causa loro. Sono venuta a Los Angeles per seguire i miei sogni, per lavorare e dare il massimo, per la carriera.

È proprio tornando alla mia realtà che rispondo in fretta al messaggio che mi ha appena mandato Alex, in cui mi chiede di andare in spiaggia con lui. Gli mando un pollice al volo, con la promessa di vederci fuori dal palazzo tra cinque minuti.

Anche lui sembra essersi volatilizzato nelle ultime due settimane, e non ho la più pallida idea di che fine abbia fatto.

***

"Hey, che bello vederti" dice Alex abbracciandomi di slancio.

"Anche per me! Che fine avevi fatto?" gli chiedo mentre attraversiamo la strada, diretti in spiaggia.

"Sono stato in Inghilterra" inizia grattandosi la testa. "A trovare dei parenti" sono poche le parole che dice, per cui capisco che magari non ha troppa voglia di parlarne.

"Oh...beh sono contenta che tu sia tornato" gli sorrido, ottenendo lo stesso.

Venice Beach a quest'ora del giorno è spettacolare. La lunga distesa di sabbia è interrotta solo da qualche persona che passa di qui per caso, passeggiando o portando il cane a spasso. C'è una piccola casetta di legno color arcobaleno al centro, che affaccia direttamente sul mare, oggi parecchio frequentato dai surfisti visto il vento che si è sollevato.

Stendiamo i teli a terra e ci mettiamo in costume, per poi stenderci.

"È davvero il paradiso qui" sospiro facendolo annuire.

"Ci resterei ogni minuto della giornata" conferma.

"Ma purtroppo bisogna lavorare!" continuo io per lui, facendolo ridere.

"Allora, come va?" chiede. Mi sollevo sui gomiti per rispondergli, alzando anche gli occhiali da sole sulla testa.

"Bene" dico. "Perché me lo chiedi?" continuo.

"Curiosità..." dice vago, ma non gli credo per niente.

"E?" chiedo ridendo, capendo che c'è dell'altro.

"Come va con Ryan?" dice. L'ultima volta che lo ha visto è stato quel giorno a casa mia.

"Non c'è niente che debba andare in realtà..." faccio spallucce. Non credo nemmeno io alle mie parole.

Mi guarda con un sopracciglio alzato, come per dire 'oh ma sul serio?'.

Sospiro e lecco le mie labbra ormai secche, rivolgendo lo sguardo al mare limpido davanti a noi.

"Sai Alex, credo che avrei dovuto ascoltarti. Sarei dovuta semplicemente rimanere il più lontano possibile da lui e da tutto ciò che lo riguarda." dico.

"È successo qualcosa?" chiede preoccupato.

"Ho visto dei lati che non mi sarei mai immaginata..." mi acciglio, ricordando quello che è successo.

"Ti ha fatto qualcosa? Perché dici così?" la sua voce è più cupa ora.

Faccio un sorriso amaro. "No, non mi ha fatto niente... ma avendo fatto parte di quel gruppo immagino che saprai già le cose a cui faccio riferimento" mi volto verso di lui, che abbassa lo sguardo quasi colpevole. Annuisce leggermente.

"Mi dispiace davvero" sono le uniche parole che pronuncia.

"E mi dispiace dirlo ma non resta che rimanere il più lontano possibile anche da Paige. Ormai è una di loro e non vale la pena provare a portare indietro qualcosa che non c'è più" i miei occhi si fanno quasi lucidi al pensiero.

"Non dovresti pensarla così...non puoi fare di tutta l'erba un fascio solo perché Ryan si è dimostrato ciò che non credevi." dice e io mi acciglio. Perché ora dice questo?

"Pensi sul serio che Paige possa essere tanto diversa?" scatto sulla difensiva. "Se solo tu avessi sentito le parole che mi ha rivolto ultimamente cambieresti idea!" scatto. Non ce l'ho con Alex e mi pento quasi di essermi rivolta a lui in maniera così brutale.

Mi guarda pensieroso, per poi rivolgermi un piccolo sorriso. "Hai ragione, mi dispiace. Non so che cosa mi sia passato per la testa."

"No, scusa tu. Non volevo essere aggressiva. è stato solo un periodo davvero terribile." sospiro portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Ma ora" dice alzandosi in piedi "ci siamo meritati proprio un bel bagno" grida mentre mi carica su una spalla, per poi correre verso il mare.

"Alex, mettimi subito giù!" grido.

"Mai!" ride.

"Alexander, adesso ho detto!" ma quello firma la mia condanna a morte.

"Come mi hai chiamato tu?" ridacchia per poi buttarmi in acqua. Un'acqua davvero gelida. Passiamo così il resto del pomeriggio a ridere come ragazzini e schizzarci in acqua.

E sì, mi godo a pieno questi momenti che mi fanno tornare un po' bambina.

***

Sto guardando la puntata del ringraziamento di 'Friends', in cui c'è Brad Pitt, avvolta nel mio pigiama di seta e nella mia coperta calda. Non è la prima volta che la vedo eppure mi fa sempre morire dal ridere. Mentre Rachel trova attraente qualcuno che in realtà non ha riconosciuto e che è colui che la odia, il mio cellulare prende a squillare. Sono le undici e trenta di sera, ma che cavolo. Il numero di Alex compare sullo schermo e la cosa mi fa immediatamente accigliare. Primo perché non mi chiamerebbe mai a quest'ora e secondo perché è letteralmente dall'altra parte del muro, potrebbe tranquillamente suonare al campanello.

"Hey Alex" chiedo con il sorriso sulle labbra, nonostante la stanchezza.

"Chloe, aiutami. Non so che cazzo fare." la voce di Alex è quasi disperata, mentre sento della musica alta provenire dall'altra parte del telefono.

"Che succede? Dove sei?" quasi salto dal divano. è nei guai?

"Paige sta male, non so cosa abbia preso, sono nel panico." Paige? Che ci fa Alex con Paige?

"Dove siete?" chiedo come prima cosa, mentre prendo le chiavi di casa. Le mie domande avranno risposta in un altro momento.

"Al Red, siamo sul retro" risponde.

"Arrivo subito." dico senza lasciargli tempo di replicare. "Nel frattempo tu cerca di farla vomitare" dico prima di attaccare il telefono. Infilo le scarpe in fretta. Non me ne frega niente di uscire in pigiama, Paige ha bisogno di me.

Mi chiudo la porta dietro le spalle e cerco il primo taxi disponibile sotto al mio palazzo. Per mia fortuna non devo aspettare troppo, e gli chiedo di portarmi al Red nel minor tempo possibile.

Migliaia di domande si fanno spazio nella mia mente. Che cosa sta succedendo? Perché Alex è con Paige? E che cosa ha preso quest'ultima?

Quando il taxi si ferma davanti al Red, dopo aver -letteralmente- lanciato i soldi al tassista, senza neppure curarmi del resto, scendo di fretta, dirigendomi all'entrata. Accanto all'ingresso vedo un gruppetto di persone, tra cui, mio malgrado, riconosco immediatamente Ryan. Devono sentirsi osservati, perché si voltano immediatamente verso di me. Lui ha una ragazza avvinghiata al collo, che non si fa scrupoli a stuzzicarlo nonostante siano in pubblico. I suoi occhi raggiungono la mia figura, e si acciglia leggermente. Poi realizzo. Sono in pigiama in mezzo a tutta questa gente.

Non ho tempo da perdere ora.

Mi faccio strada per entrare ma la mano del buttafuori mi ostacola.

"C'è una fila da rispettare signorina...e un dress code." mi dice guardando con disappunto il mio abbigliamento.

"Ascolti, è un'emergenza" cerco di spiegargli, ma non sembra troppo propenso ad ascoltarmi. Sbuffo non sapendo che cosa fare. Per raggiungere il retro devo passare per forza da qui.

"È con me Mark, falla passare" la sua voce mi raggiunge alle spalle. Erano settimane ormai che non la sentivo. Stringo gli occhi per la rabbia. Non ho bisogno del suo aiuto. Il bodyguard si fa da parte dopo le sue parole e questo mi fa ancora più rabbia, pensare a quanto potere lui abbia sulle persone. Entro senza dire una parola, facendomi spazio tra le persone per raggiungere velocemente il retro.

Mi sento afferrare il braccio e voltandomi mi trovo proprio faccia a faccia con lui.

"Lasciami immediatamente" dico tirandomi via da lui.

"Perché sei qui?"

"Non sono affari tuoi. E per la cronaca non avevo bisogno del tuo aiuto." con quale pretesa mi fa queste domande?

"Sei in un luogo pubblico, in pigiama. Non prendermi per il culo, deve per forza essere successo qualcosa." tende la mascella nel dirlo. Non hai questo potere su di me, mi dispiace.

"Non ho tempo da perdere con te, vai al diavolo" gli dico prima di voltarmi e proseguire lungo il mio percorso. Se mi aspettavo che mi lasciasse stare mi sbagliavo alla grande. Infatti continua a seguirmi, ma non me ne curo.

Percorso il corridoio che porta ai bagni, noto una porta che avevo già intravisto l'ultima volta, la cui scritta "Exit" in neon è ben visibile. La raggiungo in fretta, aprendola e dirigendomi fuori.

L'impatto con l'aria fredda, rispetto a tutto quel caldo generato dai corpi sudati all'interno mi colpisce dritto in viso, ma è l'espressione di Alex davanti a me a farlo davvero. In pochi passi sono davanti a lui, che sembra davvero disperato.

"Che diavolo succede? Dov'è Paige?" gli chiedo, ma poi i miei occhi vanno alla fine dell'edificio alla nostra sinistra e la vedo seduta lì a terra, con la testa sulle ginocchia e le braccia che abbracciano queste ultime.

"Non so cosa abbia preso, sono riuscito a farla vomitare...ma ora non vuole alzarsi da lì e non sapevo che cazzo fare" si passa una mano tra i capelli e quasi piange. "Scusami se ti ho chiamata ma non sapevo davvero-" va quasi nel panico mentre le parole lasciano la sua bocca.

"Sta tranquillo Alex, hai fatto bene a chiamarmi. Risolveremo tutto." gli metto una mano sul braccio per rassicurarlo, e finalmente lui alza il viso per guardarmi. I suoi occhi però si spostano dietro di me, alla persona che è appena uscita dalla porta dietro di noi. Ryan.

"Lui che ci fa qui?" chiede Alex, non è proprio il momento per un litigio.

"Non lo so, ignoralo. Abbiamo cose più importanti al momento." lo guardo negli occhi mentre lo dico.

"Che sta succedendo qui?" adesso è Ryan a parlare.

"Paige sta male" dico soltanto.

"Che significa che sta male?" la voce di Ryan stavolta è più allarmata.

"Significa che per colpa degli amici di merda che si ritrova qualcuno le ha dato qualcosa" Alex quasi si lancia contro l'altro e sono io a dovermi mettere in mezzo tra i due.

"Prova ad aprire ancora la bocca e ti faccio cadere tutti i denti!" gli occhi di ghiaccio del ragazzo che mi ha delusa negli ultimi tempi fulminano il mio migliore amico.

"Ryan smettila!" dico. Sono stanca di sentirli.

"Vado da Paige" dice quest'ultimo ma viene immediatamente fermato da Alex che questa volta lo afferra sul serio per il colletto della maglia.

"Non ti azzardare ad avvicinarti alla mia ragazza. Stai facendo già abbastanza casini negli ultimi tempi" gli sussurra e non posso fare a meno di cogliere il riferimento.

Un momento.

Ha detto la mia ragazza?

Paige è la sua ragazza? Che sta succedendo?

Ryan sta per rispondere, non a parole sicuramente, quando lancio un urlo.

"Adesso basta! Dobbiamo aiutare Paige e sono stanca di voi due. Avrete tempo per insultarvi e picchiarvi." dico e i due si allontanano leggermente. "Adesso io vado da lei e voi finitela." la mia voce è esasperata.

Mi dirigo a passo svelto verso quello che è il corpo rannicchiato della mia migliore amica. Solleva leggermente la testa percependo una figura al suo fianco, appoggiandola al muro dal momento che non riesce a tenerla dritta. Il suo trucco è totalmente sbavato, trema leggermente e continua a stringersi le gambe al petto.

"Tu non ti arrendi mai eh?" chiede senza aprire gli occhi in principio, per poi farlo leggermente dopo.

"Dovresti saperlo ormai" faccio spallucce, accovacciandomi poi alla sua altezza.

Mi scruta leggermente. "Cazzo non posso credere che tu sia in pigiama" quasi ride, e sono più tranquilla per il fatto che probabilmente stia meglio.

"Cosa non si fa per un'amica eh?" chiedo quasi ironica.

Si rabbuia alle mie parole. "Dovresti andartene Chloe. Non hai bisogno di me. Non hai bisogno di guai".

"Tu non sai di cosa ho bisogno" sospiro quasi rassegnata. "Vuoi sapere di cosa ho bisogno Paige? Della mia migliore amica. Di quella persona che so per certo esserci ancora, nascosta sotto quegli strati di trucco e quella corazza che ti sei costruita. La tua vita non è più la stessa di un tempo, d'accordo. Quindi? Sei sempre la stessa persona a cui io voglio un bene immenso. Se hai dei problemi possiamo provare a risolverli insieme, come abbiamo sempre fatto, l'una al fianco dell'altra. C'è sempre un rimedio a tutto ricordatelo. E non mi importa di tutte le parole che mi hai detto qualche settimana fa. E sai perché? Perché so che non sono vere. So che non le pensi e che le hai dette solo perché il tuo cervello ti sta suggerendo per qualche assurdo motivo di allontanarmi. Non lo farò Paige, non mi importa cosa dirai. So che la morte dei tuoi genitori è stata un duro colpo per te, e vorrei davvero esserti stata accanto in quel momento. E so per certo che tu ora ti sentirai soltanto un guaio ambulante, ma non è così. Sei fondamentale per me, per Ryan che ti vuole bene come ad una sorella, e per Alex anche se devo capire per quale assurdo motivo...stava per avere un infarto quando mi ha chiamata" a queste parole lei si volta verso i due ragazzi poco distanti da noi. "E sono certa che tu sia fondamentale per tante altre persone, perché noi ti amiamo esattamente così come sei." concludo il mio discorso quasi con le lacrime agli occhi. Era troppo tempo che volevo dirle tutte queste cose ma non ne ho mai avuto pienamente l'occasione.

Scoppio definitivamente a piangere quando in un solo scatto sento le sue braccia attorno a me e le sue lacrime che mi bagnano il collo.

"Ti odio così tanto...ma solo perché mi sei mancata troppo." dice tra un singhiozzo e l'altro, mentre io la stringo forte a me.

"Sono qui, e saremo di nuovo io e te. Per sempre."

Vi chiedo per favore di aiutarmi  a far crescere la storia lasciando magari qualche stellina e commento, ve ne sarei grata🖤🦋

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