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10. The City of Lies (In revisione)

Come previsto ho passato l'intero sabato a rimuginare su quello che è accaduto ieri.

Non fraintendetemi, una parte di me ci pensa in continuazione perché non ho mai provato sensazioni simili, ed è stato straordinario a dir poco. Il solo pensiero di quello che è successo sul bancone della mia cucina e l'espressione sul viso di Ryan mi fanno arrossire e stringere involontariamente le gambe. L'altra parte di me però pensa al dopo, a come è andato via come nulla fosse accaduto e a come probabilmente cose del genere per lui siano all'ordine del giorno. A quante ragazze riserverà lo stesso tipo di trattamento?

Ogni volta che questa domanda prende forma nella mia testa vorrei soltanto picchiarmi da sola. In più penso a quanto poco valore anche io stia dando a me stessa. Avevo dei piani ben costruiti prima di venire qui, e ora mi faccio abbassare le mutandine dal primo che capita, sul bancone della mia cucina.

Ma Ryan, anche se questo mi fa solo arrovellare di più il cervello, non è il primo che capita. E a tutto questo non riesco a dare una spiegazione. Lo detesto. Non c'è nulla che io apprezzi in lui al momento, dal lato caratteriale. Esteticamente non è neanche il mio prototipo se dobbiamo dirla tutta, a partire dai tatuaggi ovviamente, cosa che non mi stancherò mai di dire. Eppure c'è qualcosa che mi tiene inspiegabilmente legata alla sua persona, quasi ipnotizzata.

Sbuffo nuovamente mentre sposto un altro scatolone nel salotto di Alex. Appena il tempo di cenare e mi sono precipitata subito nel suo appartamento, nel tentativo di non pensare troppo. Tentativo vano, ovviamente. Ormai è più di mezz'ora che siamo qui e finalmente stiamo riuscendo a fare un po' di spazio.

"È tutto ok? Ti vedo pensierosa stasera" mi dice posando dei giornali di formazione psicologica in uno dei cartoni. Effettivamente da quando sono arrivata ho parlato pochissimo, il necessario.

"Sì, niente di che..." rispondo facendo spallucce, ma lui mi guarda con un sopracciglio alzato. È uno psicologo Chloe, che cosa ti aspetti?

"Allora...ieri..." inizia e so già dove vuole andare a parare.

Sospiro. "Ieri cosa?" chiedo.

"È successo qualcosa con il bastardo?" alzo le sopracciglia dalla sorpresa. Alex è sempre molto diplomatico, non mi aspettavo che avrebbe usato un appellativo del genere.

"Il bastardo?" quasi rido dalla sorpresa, e Alex fa un sorrisetto.

"Beh, è il primo nome che mi è venuto in mente" fa spallucce innocentemente, facendomi scuotere la testa ridendo.

"No, niente di cui preoccuparsi" mento. Diamine se mento.

"Spero che il tuo cambio d'umore non sia dovuto ad una persona del genere Chloe, sul serio". Lo guardo negli occhi, non capendo tutto questo odio, ma soprattutto non volendo che entri troppo in questa storia.

"Non preoccuparti davvero, ho solo un po' di mal di testa" faccio un sorriso rassicurante, tirando fuori l'ennesima bugia.

Annuisce leggermente. "D'accordo...te la senti di andare a svuotare i cassetti dell'armadio nella mia stanza? Altrimenti tranquilla che posso finire da solo" chiede preoccupato per la mia improvvisa emicrania.

"No, tranquillo faccio io" gli sorrido e mi dirigo in quella che mi indica essere la sua camera. Lui torna immediatamente in salotto per accantonare gli scatoloni che abbiamo già riempito. Avvicino uno degli scatoloni che ho portato con me ai miei piedi, e man mano che svuoto i cassetti ripongo accuratamente le cose lì. Sono per lo più vestiti in realtà, ma ogni tanto salta fuori qualche ombrello o qualche cavetto per il cellulare. L'ordine non è esattamente il forte di Alex.

Quando il cassetto è vuoto cerco di passare uno strofinaccio all'interno per rimuovere i residui di polvere e arrivo fino in fondo per assicurarmi che non sia rimasto niente. Sento qualcosa fare attrito con il panno, così mi acciglio e mi affaccio per vedere cosa possa essere. È un pezzo di carta.

Poso lo strofinaccio e prendo quella che sembra poter essere carta, e che invece mi accorgo essere una fotografia.

Ma non una fotografia qualsiasi.

Mi si gela il sangue immediatamente quando vedo le persone ritratte nella foto e non riesco a non spalancare la bocca.

Nella foto ci sono Alex e Ryan. Insieme.

La foto deve essere di qualche anno addietro perché hanno ancora un aspetto adolescenziale e i due si stanno abbracciando all'interno di una discoteca.

Sono talmente sconvolta che la foto trema nelle mie mani.

Non riesco nemmeno a realizzare quello che sto vedendo, quando Alex fa capolino sorridente all'interno della stanza.

"Sei stata inghiottita dal mio armadio?" Chiede ridacchiando, ma quando vede la mia espressione sconvolta, le sue labbra riprendono la forma di una linea retta. "Che succede?" Chiede.

Non riesco a dire una parola e mi viene quasi da piangere al pensiero che l'unica persona che consideravo amica qui mi abbia mentito in questo modo. "Che cosa significa?" Chiedo con la voce tremante, non so se più dalla rabbia o dalla delusione, voltando la fotografia verso di lui.

Inizialmente sembra non capire, ma quando la mette a fuoco spalanca gli occhi guardandomi serio. "Chloe ti posso spiegare" prova a difendersi mettendo le mani avanti. "Non ricordavo nemmeno che quella foto fosse lì e-"

"E cosa? Se non l'avessi trovata avresti continuato a mentirmi? Reciti davvero bene Alex sai?" Sputo stanca di ricevere solo bugie su bugie. Stanca di questa stupida città.

Sorpasso Alex prendendo la strada per uscire dal suo appartamento, mentre lui invano tenta di fermarmi. Quando apro la porta e mi trovo sul pianerottolo però, capisco che qualcuno lì su ce l'abbia davvero con me e che a quanto pare il quadretto non era completo.

Ryan è fermo davanti alla mia porta in attesa che qualcuno gli apra. Quando sente il rumore dietro di lui si volta, trovando Alex praticamente dietro di me e la mia faccia sconvolta.

Non so cosa possa aver pensato sul momento, ma la sua espressione si rabbuia immediatamente e si avvicina.

"Che succede qui?" Chiede ma vorrei solamente prenderlo a pugni, proprio come il ragazzo dietro di me. Guardo anche lui delusa, non perché mi aspettassi qualcosa, ma conoscendo quanto sono 'crude' di solito le sue verità non capisco perché non mi abbia detto prima che conosceva Alex a tal punto da avere foto con lui.

"Questo succede" dico soltanto sbattendogli la foto contro il petto. Mentre lui la recupera io ignoro entrambi, rifugiandomi all'interno del mio appartamento.

È buio ormai e dalla vetrata entra solo la luce della luna, ma non ho né la forza né la voglia di accendere la luce.

Mi lascio scivolare contro la porta, prendendomi la testa tra le mani. Rimpiango così tanto la mia vita prima di arrivare qui che desidero quasi non aver mai preso questa decisione. Sembra che in questa città non si faccia altro che mentire, costruire rapporti falsi e sopratutto che nessuno mi voglia realmente qui. Paige aveva ragione.

Chissà se anche lei sapesse di questa amicizia.

Sento i due fuori dalla porta discutere ad alta voce, animatamente. Non mi importa, per quanto mi riguarda possono anche uccidersi a vicenda.

Sussulto al bussare della porta. "Chloe per favore puoi aprirmi?" Sento la voce di Alex ma non ho voglia di farlo.

Un rumore più forte mi fa sussultare di nuovo. "Chloe apri questa cazzo di porta! So che sei lì dietro" questa volta è Ryan, ma di nuovo non rispondo, appoggiando la testa sulle ginocchia.

Sento di nuovo i due litigare e Alex rimproverare l'altro per i suoi modi. Dopodiché non capisco cosa Ryan gli abbia risposto ma sento la porta di casa di Alex sbattere e capisco che probabilmente sono andati via.

Sospiro per l'ennesima volta, spostandomi sul divano e cercando di prendere sonno, fino a quando finalmente non riesco ad abbandonarmi e non pensare per cinque minuti.

* * *

La mattina vengo svegliata dal suono del mio cellulare che non smette di squillare. Mi strofino gli occhi prima di afferrarlo, e mi acciglio quando vedo che a chiamarmi è il portiere del palazzo. Perché mi sta chiamando?

"Pronto?" Rispondo.

"Signorina Evans, mi dispiace disturbarla, le volevo dire che poco fa sono passato per pulire le scale e c'è un uomo seduto davanti la porta di casa sua. Non so se possa trattarsi di un malintenzionato o di un senzatetto che si è intrufolato, in ogni caso mi scuso se magari non ho prestato abbastanza attenzione. Vuole che chiami la polizia?" Dice parlando a raffica. Mi acciglio maggiormente.

"Ehm...no, non si preoccupi. Mi occuperò personalmente della situazione". Dico volendomi accertare di che cosa stia accadendo effettivamente sul mio pianerottolo.

"D'accordo, scusi ancora" dice e non mi da il tempo di controbattere che ha già attaccato. Mi alzo dal divano controvoglia e apro la porta di casa per controllare.

Resto sorpresa, per non dire scioccata quando vedo Ryan seduto con la schiena contro il muro di fronte alla mia porta. Ha le ginocchia piegate e le mani appoggiate su di esse, mentre gioca con un braccialetto attorno al polso. Quando sente la porta aprirsi alza lo sguardo. Ci troviamo l'uno di fronte all'altro ma nessuno dei due sembra dire niente.

Si alza, rendendosi conto di essere ancora a terra.

"Che ci fai qui?" Chiedo. "Anzi, da quanto sei qui?" Cambio domanda comprendendo il perché sia qui.

"Da ieri sera" mi dice soltanto. Non è mai andato via?

Cerco di nascondere la morsa che il mio stomaco sta provando a questa notizia e di mantenere un'espressione distaccata.

"Beh, avrai un mal di schiena per nulla allora" dico e faccio per tornarmene dentro, ma blocca la porta con la mano.

"Possiamo parlare un attimo?"

"Oh ora me lo chiedi gentilmente?" Chiedo facendo riferimento ai modi che ha usato ieri sera. Alza gli occhi al cielo.

"Non ti pregherò se è questo che vuoi. Ma non puoi fare l'isterica senza avermi lasciato parlare" dice. Lo guardo male, ma alla fine lo lascio entrare.

"Avanti parla" dico incrociando le braccia al petto.

"Smettila di stare sulla difensiva" dice avvicinandosi.

"Non ti avvicinare" gli punto un dito contro. Stavolta non se la caverà così. "In più sto sulla difensiva quanto voglio visto che a quanto pare l'unica cosa che sapete fare in questa dannata città è mentire!" Gli urlo contro gesticolando.

"Non ti ho mentito" è calmo mentre lo dice. "Ho solo omesso un particolare" fa spallucce.

"Oh certo, scusami tanto hai ragione! Un particolare davvero futile. Tu e Alex siete amici, che cosa vuoi che sia mai" sta per venirmi un tic all'occhio per il nervoso.

"Io e lui non siamo amici." È più serio mentre lo dice.

"Allora spiegami quella foto!"

"Io non ti devo spiegare niente!" Alza la voce anche lui come ho fatto io poco prima. Sospiro e per poco non mi cadono le braccia. Torniamo sempre al punto di partenza quando si tratta di Ryan.

"Smettila" dico.

"Di fare che cosa?"

"Questo. Questa cosa che ogni volta ti presenti a casa mia come se volessi chissà cosa ma poi non vuoi darmi spiegazioni dicendo che non mi devi niente! Pensi di non dovermi niente? Ti sbagli. Sei qui, nel mio appartamento, hai passato la notte fuori dalla mia porta." Prendo un respiro profondo "E volente o no passiamo del tempo insieme, per cui sì Ryan, mi devi il motivo per il quale l'unico amico che pensavo di avere ha una dannata foto con te quando entrambi sembravate volermi lontana dall'altro" sputo alla fine ormai a corto di fiato.

Sembra sorpreso dalla mia presa di posizione, e titubante sul da farsi. Per qualche minuto si passa le mani tra i capelli, per poi spostarle sul viso e sbuffare.

"D'accordo cazzo. Sei un dito nel fianco" si avvicina ulteriormente, ma questa volta pur di lasciarlo parlare non gli dico nulla. "Alex era nel mio giro" dice e i miei occhi si spalancano in automatico.

"Che cosa?" Sono sconvolta.

"Fammi finire" sbuffa. "Era nel mio giro ed era anche il mio migliore amico" continua e non so se ho fatto bene a richiedere tutte queste informazioni insieme. "Una sera mi ha lasciato da solo nella merda e sono quasi morto, fine della storia". Dice tagliando corto.

"Stai scherzando? Non vuoi dirmi altro? Tu-"

"Fattelo bastare Chloe" alza la voce serio. Non voglio tirare troppo la corda, e forse non sono davvero affari miei.

Sono sconvolta. Alex parte di un giro? Stiamo parlando dello stesso Alex?

"Non so cosa dire" alzo le spalle incrociando le braccia sotto al petto. "Perché non me lo hai detto prima?" Chiedo.

"Perché non erano -e non sono- affari tuoi. E per me è morto, non ho motivo di parlare di lui" contrae la mascella, spostando lo sguardo nella stanza. Annuisco leggermente.

"Perché eri qui fuori ieri sera?" Mi riferisco a prima che succedesse il tutto.

"Perché dall'altra mattina avevo una curiosità..."

"Una curiosità? Cosa?" Mi acciglio.

Ryan si avvicina ancora una volta ed è così che mi ritrovo con le gambe contro lo schienale del divano. Mi osserva con quegli occhi da volpe che lo contraddistinguono. Poi con la bocca si avvicina al mio orecchio.

"Quanti hanno avuto il piacere di farti quello che ti ho fatto io sul bancone di quella cucina bocconcino?" Chiede e il suo sguardo saetta proprio lì. Risucchio un respiro alle sue parole. Non mi aspettavo tirasse fuori nuovamente l'argomento. Quando non rispondo per un po' ripete la domanda. "Quanti?"

"Nessuno" dico soltanto. Mi scruta nuovamente, questa volta sembra perfino più curioso della precedente. Si sofferma sulle mie labbra per un po', per poi tracciarne il perimetro.

"E queste? Quanti le hanno assaggiate?" Il suo sguardo in questo momento è così fisso su di esse che penso possa consumarle.

"Nessuno" ripeto ancora in un sussurro flebile. Un po' mi vergogno della mia risposta, ma non penso che la mia poca esperienza sia un mistero per lui.

Nonostante ciò sembra molto sorpreso, lo noto dalle sopracciglia sollevate. Mi sento leggermente a disagio, ma questo frangente passa via in un attimo quando sposta nuovamente lo sguardo sulla mia bocca. Non ho dubbi che stia di nuovo per succedere qualcosa, e nonostante io sia perfettamente consapevole che poi ci rimuginerò a lungo non vedo l'ora che mi baci.

Il suono del campanello mi fa sobbalzare, e non sono l'unica. Ryan si allontana di qualche passo da me e ora l'imbarazzo si sente.

"Devo aprire" dico gesticolando, indicando la porta.

"Certo" tossicchia lui.

Mi dirigo verso la porta, e spero con tutta me stessa che Alex non sia oltre quel pezzo di legno, non posso averli entrambi qui ora.

Quando apro la porta mi sento destabilizzata da quello che mi trovo davanti.

Che cosa ci fanno loro davanti al mio portone?

Vi chiedo per favore di aiutarmi  a far crescere la storia lasciando magari qualche stellina e commento, ve ne sarei grata🖤🦋

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