18 •Capsula dei ricordi•
Prendo un taxi e vado a casa sua. Scendo e pago, mentre il taxi si allontana io mi fermo sul marciapiede a fissare quella che era la casa di James.
Ora non é abitata, e si vede. Non é piú la casa che era un tempo. Ma forse é meglio cosí. Se lui non ha tolto la scatola questa dovrebbe essere nel punto in cui l'abbiamo sotterrata anni fa.
Apro il cancelletto del recinto e mi reco al giardino dietro la casa. Voglio fare tutto alla svelta senza essere notata. É tutto come l'ultima volta che l'ho visto. Nulla é stato spostato.
Vado nel capanno attrezzi e prendo una pala, per poi recarmi al luogo della sepoltura. Mi ricordo quel posto, é prorpio ai piedi di un albero enorme, dove noi ci sedevamo sempre a giocare.
Inizio a scavare, e dopo dieci minuti la trovo. Piano piano la prendo e mi siedo ai piedi dell'albero. La pulisco dalla terra e vedo la foto stampata sulla scatola. Siamo noi, quando avevamo dieci anni.
Non me la ricordavo. Ah si, questo fu il nostro primo giorno di scuola, eravamo felici di stare insieme e pensavamo che nulla ci avrebbe separati.
Apro lentamente la scatola. Non mi ricordavo di tutte queste cose. Ci sono delle lettere, dei giochi e un registratore. La mia attenzione ricade in particolare su un aereoplanino giocattolo.
Era di James, me ne ricordo bene. Lo teneva in continuazione, ed io ero riuscita a farglielo sotterrare, insieme a tutte le altre cose. C'é anche una foto di mia nonna.
Di lei ricordo poco, solo che é morta quando ero piccola e non volevo legarmi troppo al passato. Prendo l'aereoplainino e lo metto in tasca, poi sistemo il giardino e torno in macchina.
Prendo una lettera e la leggo:
29 aprile 1997
Cara Natasha del futuro,
io non so come saranno le cose tra venti anni, ma vorrei comunque parlarti dei tempi nostri. Io mi conosco, sono una persona che si dimentica le cose facilmente, e probabilmente quando avrò venti anni non mi ricorderò neanche di questa capsula. Ma se ora sto leggendo questa lettera vuol dire che me ne sono ricordata. Il mio migliore amico James sta scrivendo la sua lettera adesso, solo che ci mette un sacco mentre io ho già quasi finito. Vivo a New York con lui e non vedo l'ora di sapere come sarò tra venti anni. Magari sarò bella, alta e magra e con i capelli rossi, magari avrò le lenti a contatto azzurre. Devo andare perché Pulci ha finito di scrivere la sua lettera, ed ora le dobbiamo mettere nella scatola. Addio me del futuro,
la vecchia Nat
Non ricordavo una singola parola di questa lettera. Sono passati cosí tanti anni...lascio perdere le altre cose e prendo in mano il registratore, avviandolo.
«É partito? Prooontooo???» J
«Si James é partito» N
«Uh...okay. Allora, siamo James Ford e Natasha Grey, e questa é la nostra scatola dei ricordi...ah che scemo, non si può vedere» J
«Ahahahah, dammi qua» N
«Hey ridammelo» J
«Continui a portarti appresso questo stupido aereoplanino?» N
«Non é stupido, e ci tengo, me l'hanno regalato. Oggi seppelliremo questa capsula e insieme questa registrazione, cosí quando avremo venti anni la riascolteremo» J
«Come sai che staremo insieme?» N
«Scherzi? Saremo sposati, e tu sarai la madre di nove figli» J
«Non credo prorpio. Quando avrò la patente prenderemo la macchina e scapperemo il piú lontano possibile» N
«Tu vuoi sempre scappare Nat» J
«Lo so...»
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