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Pov. Linda
Ero stata una serpe nella mia vita. Ero sempre stata soggiogata da Rudy. Lo amavo con tutta me stessa ma lui mi usava, calpestando il mio cuore come un pezzo di cartone, riducendolo a brandelli piccoli ed insignificanti che il vento portava via, senza far rimanere nulla oltre ad una semplice illusione.
Per il perdono era troppo tardi, ma per far del bene sarei stata sempre in tempo, per quel che può importare ho amato James un tempo, e sarò sempre grata dell'amore che mi ha regalato, perché almeno qualcuno nella via ha provato sentimenti per una come me.
Mi preparai per uscire. Era tutto pronto. La lettera da spedire per far scagionare James, compreso il video. Non era stato semplice rubarlo. Rudy si era dimenticato di spegnere una delle telecamere, quando parlava fittamente con i suoi uomini del piano di trasportare la droga a casa di James, così avrebbe tolto di mezzo anche lui, sentendosi ripagato, perché per lui la sofferenza e la distanza dalla persona che si amava ripagava più di una morte frettolosa.
Il passato incide tanto sulle menti di noi altri, arrivando quasi ad oscurarci tutto.
Ho dovuto barattare. Un pompino alla guardia delle telecamere, in cambio del video. Ormai ero talmente abituata che non mi creavo più problemi. E per una volta l'essere puttana aveva ripagato.
Allegai tutto, facendone una copia che avrei inviato per posta. Sapevo che sarei entrata di mezzo anche io a questo storia ma ormai non importava più nulla. Rudy non sarebbe stato stupido, ed era sospettoso di questo Luke. Faceva ricerche ed ogni volta senza risultati.
Avrei dovuto avvertirli in fretta, anche se Daniel mi aveva assicurato che si erano spostati da Miami.
Mi misi la borsa cammello, a tracolla. Quando Rudy mi fermò.
"Dove vai dolcezza?" Mi chiese, spintonandomi contro il muro. Non riuscivo mai a staccarmi dai suoi occhi malvagi che mi guardavano con ardore, lo stesso che mi rendeva debole ed arrendevole davanti ad un' essere così meschino e perfetto.
"A comprare un nuovo completino per stasera. I clienti mi devono trovare al meglio" sussurrai cercando di essere convincente usando un tono seducente. Mi guardò passandosi la lingua sulle labbra, stringendo di più il mio fianco.
"Stasera ti voglio tutta per me" sussurrò al mio orecchio mandandomi scariche elettriche. Scese a darmi baci famelici, lungo il collo.
Insinuando due dita sotto il mio vestito, rendendomi debole. Mentre toccava il mio punto sensibile, scostando l'elastico delle mutande per darsi libero accesso.
"Rudy, devo andare. Ci vediamo dopo" tentai di dire con voce smorzata dal l'eccitazione. prima che mi sollevasse dalle natiche, spingendo la porta di camera, richiudendola con me in collo, allacciando le gambe intorno ai suoi fianchi.
Si girò premendo la mia schiena contro la porta, facendomi sussultare, sbottonandomi la camicetta, senza dolcezza. Abbassò la coppa del reggiseno per liberare i miei capezzoli turgidi, scendendo a leccarlo e succhiarlo dolce e rude come era sempre stato. Il suo mix mi mandava fuori controllo. Non riuscivo a resistere. E le buone intenzioni di dirgli -basta, non farmi più male- si dissolvevano, lasciandomi gridare di puro piacere, e gemere sotto il suo tocco esperto.
"Cosa cazzo sei" ringhiò con la bocca tra i miei seni. Mentre volevo rispondere che non lo
Sapevo, non avevo idea. Perché nella mia testa ogni notte lui viaggiava sul mio corpo, ogni notte venivo scossa da spasmi per lui. Mi bagnavo del suo pensiero.
Si sbottonò i pantaloni, estraendo con una mano il preservativo, mentre restavo aggrappata a lui, entrando un secondo dopo con un colpo secco che mi fece urlare.
Conficcai le dita dietro le sue scapole, abbassando la testa sull'incavo del collo.
Dio quanto l'amavo. Lo desideravo e detestavo.
Mi girai guardandolo in volto, i suoi occhi micce di puro piacere, mi fissarono a sua volta, facendomi scendere lentamente dalla sua presa, lasciandomi immobile.
"Finiremo stasera il nostro banchetto. Era solo un aperitivo" si riagganciò i pantaloni buttando via il preservativo, uscendo.
Battei un palmo sul muro, tanto da farmi male. Maledicendomi su quanto fossi sempre la solita stupida. Uscendo di fretta risistemandomi, per dirigermi alla caserma. Il giorno prima Rudy non era al locale, di prima mattina, decisi quindi di prendere la macchina, dirigendomi in più fretta possibile al confine di Miami, per spedire il video originale e la lettera per scagionarlo, inviandolo per posta. Sapevo in cuor mio che Rudy avrebbe sospettato di qualcosa, ed inviarlo era l'unica soluzione, se mai avesse trovato la copia, o peggio avrebbe potuto scambiarla. Sapevo anche che sarebbe arrivato in ritardo il video ma almeno quello originale era stato messo al sicuro, arrivando a destinazione prima o poi.
Arrivai di fretta, spingendo il portone, dopo aver passato il cancello.
"Salve, ho bisogno di parlare con James Miller" chiesi in fretta, per non perdere un secondo.
Mi guardò squadrandomi nella sua divisa.
"Mi dispiace oggi non è orario di visite. E il signor James da ciò che vedo sullo schermo è stato spostato nel carcere vicino a Kansas" m'informò mentre imprecai, ma annuii comprensiva.
"Senta le può dare questo? È una lettera. E questi sono prove per scagionarlo, vi prego, guardate anche il video, è innocente James."
Cercai supplichevole di tentare di farmi credere.
Si scambiarono un'occhiata scettici, per poi vedere il poliziotto che annuiva.
"Va bene, dia a noi" asserì l'uomo.
Li ringraziai prima di andare fuori, sperando che tutto andasse per il meglio. Se potevo fare qualcosa quella era l'unica.
Uscii dalla caserma, contenta del mio gesto, ma in subbuglio se avesse scoperto qualcosa Rudy.
Sorpassai il cancello, guardandomi intorno, iniziando a camminare, quando mi sentii afferrare da dietro, cingendomi la vita, mentre mi dimenavo, premendomi un fazzoletto sulle labbra, dove un'odore acre e forte assalì le mie narici, fino a farmi perdere i sensi piano.
Pov. James
Ero stato spostato nel carcere vicino Kansas, da una settimana. almeno sarei stato più vicino a Cindy pensavo. Mi mancava, dio se mi mancavano le sue labbra. L'unico ricordo era quel bacio prima di lasciare la caserma. Le sue labbra morbide e carnose che si appoggiavano vogliose ed irruenti sulle mia. E solo dio sa che se fossimo stati da soli l'avrei scopata su quel muro della caserma, sentendo le sue urla di piacere, ed il modo in cui mi pregava di non fermarmi, liberandomi in lei.
Che cazzo di pensieri, ero intrappolato in un fottutissimo carcere, insieme a gente di cui non me ne fregava altamente un cazzo, l'odore di urina che trapelava da tutte le pareti, da ogni singolo metro quadro di quel buco di merda.
Ed una divisa beige, larga.
Ero il nuovo arrivato. Mi rivolgevano occhiate di superiorità. Perché in carcere come nella vita c'era sempre il numero uno e quello che scendeva dalla piramide.
Quando la voce del superiore mi richiamò, facendomi alzare di scatto dal Materasso scomodo che scricchiolava sotto il mio peso.
"James Miller. Questa è per te" affermò porgendomi attraverso le sbarre una lettera.
L'afferrai di fretta, rigirandomi di spalle, risalendo sul letto a castello.
"Lettera dal tuo amore. Un bel maschione" si beffeggiarono di me i coglioni della stanza.
"Lasciatelo stare. Tutto può essere fuorché Gay" sbottò uno, mentre non diedi adito. Rigirando la lettera tra le mani, aprendola.
Immergendomi nella lettura.
Ciao James...
Nella vita ho fatto molti sbagli. Una di quelli è stato farti soffrire. Regalarti dolore. Non potrò mai avere il tuo perdono, non te lo chiedo e non me lo merito. Sei stato l'unico uomo che ha saputo regalarmi Amore, farmi sentire amata davvero e protetta. Ed è l'unica cosa che mi fa essere consapevole che non morirò senza che qualcuno non mi abbia mai considerato.
Se c'è un modo in cui posso sdebitarmi, è scagionarti in tutti i modi che mi è stato possibile. Tu sei innocente, lo sei sempre stato. Ed io accecata da un'amore inesistente non vedevo la realtà che veniva celata dinanzi ai miei occhi. Ti chiedo scusa. Cindy sta bene, Daniel lo informo quando posso delle mosse di Rudy. Ho aiutato Cindy come potevo. Era l'unico modo. Ma lo sapevo che era una donna forte ed avrebbe resistito. Invidio il vostro amore. Un legame così intenso che ti brucia dentro. Mi dispiace ancora di tutto, per quel che serve, ti voglio bene James.
Linda.
Ripiegai la lettera, infilandola nella tasca della divisa. E sussurrai un "Grazie Linda". Per quel che serve.
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