Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

32


Sorrisi felice vedendo i suoi occhi illuminarsi alla mia vista. Mi alzai scusandomi con la mano con Daniel, gettando le braccia al collo di Kevin, tenendolo stretto a me. Sapeva di casa, di buono, di tutto ciò che in questo momento mi mancava. Di protezione e certezza.

"Sugar, mi sei mancata" sussurrò tra i miei capelli, tenendomi forte.

Mi scostai per guardarlo nel volto. Era sempre bellissimo e di una dolcezza infinita.

"Mi sei mancato anche tu" rivelai, prendendolo per mano, accompagnandolo al tavolo dove un Daniel lo stava fulminando da lontano. Mi venne da sorridere. Sembrava un cane da guardia.

"Daniel ti presento Kevin. Kevin ti presento Daniel" annunciai indicandoli. Vidii Kevin allungare la mano contento, mentre Daniel non si scompose rimanendo a sedere, mi lanciò un'occhiata come per dire se potesse accettare la stretta e io annuii, vedendo che ricambiò, ritraendola subito dopo.

Lo invitai a sedersi, mi era mancato troppo, e l'aver mentito sia a lui sia a Katy mi faceva sentire in colpa.

Mi guardai intorno, per vedere se l'avvistassi, ma non c'era traccia di lei. Mi girai verso di lui.
"Katy?" Gli chiesi, vedendolo subito rabbuiarsi.
Cavolo, non era un buon segno. Mi sentii attraversare da una strana sensazione, panico.

"Ci siamo...lasciati" ammise, chinando la testa, passandosi una mano su i capelli.
Gli toccai il braccio, rassicurandolo. Non potevo crederci, erano così felici.

"Perché?" Chiesi fievole, avvicinandomi a lui con la sedia. Lo vedevo spento, e potevo immaginare quanto soffrisse.

Alzò i suoi occhi scuri verso di me, sospirando pesantemente.
"Ti ricordi che mi dicesti che avrei dovuto dirgli del mio passato? Beh gli ho detto tutto, ma non credere che sia stata colpa tua, dio ti prego. Mi sentivo un peso sul l'anima e avevo bisogno di liberarmi. Mi guardò con sdegno. Provai ad abbracciarla ma mi scostò, facendo il borsone, chiudendomi fuori dalla sua vita. Penso che stia a casa di una ragazza che frequenta la sua stessa compagnia di ballo, è diventata davvero brava. Qualche volta sono andata a vederla alle prove di sfuggita, ma la sua amica mi ha intimato di non cercarla, che doveva assimilare la rivelazione e se avrebbe capito sarebbe tornata lei" teneva lo sguardo basso sul tavolo, facendo oscillare il liquido ambrato dentro al bicchiere, con sguardo perso.

Daniel mi fissava tentando di capirci qualcosa, scossi la testa, mimandogli che gli avrei detto tutto dopo.

Rialzò lo sguardo come se si fosse ripreso da uno stato di Trance.
"Te? James? Il viaggio com'è andato?" Chiese estasiato, prendendo una sorsata.

Mi aspettavo questa domanda, solo non avevo preparato nulla da dire, perché non sapevo nemmeno se li avrei rivisti anche se in cuor mio ci speravo, ed ora avere Kevin qui di fronte, che aspettava che gli dicessi qualcosa di sensazionale quando la realtà era cruda...no non potevo mentirgli ancora, lui non l'aveva mai fatto con me. Era ora di togliermi la maschera anche con lui, e sentirmi libera.

Mi morsi il labbro, guardando Daniel e subito dopo Kevin.
"Non c'è stato nessun viaggio Kevin. Lo so mi avevate promesso di dirvi tutto, ma l'ultima chiamata che ho avuto con Katy...ero da Rudy, sono stata sua 'prigioniera' se così si può definire. Dovevo soddisfare clienti, mi ero offerta io al posto di James. Per fortuna Daniel è stato il mio unico cliente...non è successo nulla" mi fermai un attimo vedendo Kevin balzare lo sguardo verso Daniel che manteneva la sua solita calma e compostezza, sbattendo il bicchiere sul tavolo.

"Il tuo...cliente? Cazzo Cindy" imprecò fulminando Daniel. Vedevo che si stava per alzare.

Gli presi la mano, facendogli riportare lo sguardo su di me.
"È il fratellastro di James. È stato lui ad aiutarmi, a tenermi al sicuro. James il giorno stesso è finito in prigione, Rudy gli aveva teso una trappola scaricando cocaina a casa sua" ammisi tutto d'un fiato, ero ancora io incredula.
"L'ho scoperto oggi...sono uscita da due giorni, ma temo che Rudy possa venire a sapere la verità su Daniel, quindi mi dovrò allontanare" aggiunsi vedendolo contrarre la mascella.

"Cindy non ne sapevo nulla, non servo a niente, non riesco neanche a proteggere la mia migliore amica" a quelle parole tristi mi si strinse il cuore, lo abbracciai, vedendo che ricambiò.

"Kevin tu sei una delle persone più importanti per me" sussurrai sulla sua spalla, costringendolo a guardarmi, vedendo una lucina formarsi in quegli occhi.

"Può venire con noi" affermò Daniel, facendoci staccare per la sorpresa.

"Che cosa?" Chiesi scuotendo la testa.

"Se noi ci allontaniamo, temo che potrebbe cercare le persone a te più vicine, e Kevin e la tua amica sono i primi da cui andrebbe" rivelò rigido, guardando Kevin che sembrava spaesato, passandosi la mano dietro la nuca provato.

"Non posso allontanare Katy, non ora che ha un futuro davanti, non ora che ha litigato con kevi..." Non mi lasciò terminare la frase che mi congedò con lo sguardo freddo.

"Cazzo, devi capire che sono in pericolo, se Rudy li trova non avrà comunque un futuro, devi farli venire con noi, dobbiamo proteggerli ed essere uniti" asserì con un tono che non ammetteva repliche di nessun tipo.

Gettai un'occhiata a Kevin che annuí d'accordo con lui.
"Ha ragione Cindy, non per me, ma per Katy, non sopporterei che qualcuno gli facesse del male, anche se non ho più nessuna speranza" sussurrò le ultime parole sbuffando e imprecando.

"Vedrai che si sistemerà tutto" lo rassicurai.

Ci alzammo subito dopo, dirigendoci alla macchina.
M'infilai sul sedile vedendo Daniel fermare Kevin.

"Fatti il borsone ti passiamo a prendere" lo informò vedendo che acconsentì.

Lo vidii salire in macchina mettendo in moto, per dirigerci a casa di James, recuperando i fogli del testamento.

Sostò la macchina davanti al cancello chiuso. Tirò un calcio al cancello passandosi entrambe le mani su i capelli.

Mi ricordai di avere due forcine su i capelli, me le tolsi porgendogliele.
"Prova così" gli dissi, vedendolo annuire ed infilare le forcine nella serratura del cancello, facendo pressione, girandola all'interno. Quando il 'Clic' ci fece capire che era riuscito ad aprirla, mi fece cenno di entrare e seguirlo con la testa.

Feci un passo timorosa. Quel posto riaffiorava troppi ricordi, quasi tutti brutti. Non aveva mai portato nulla di buono. Il giardino era rimasto intatto, l'odore dei fiori sempre lo stesso.
Lo vidii aprire la porta nella stessa medesima maniera.

Varcai la soglia con piedi di piombo, i ricordi schiacciavano comprimendomi il petto, il respiro si affannava, ad ogni minimo passo.
Passai una mano lieve sul mobile mattone intarsiato, chiudendo gli occhi.
La cucina laccata, la conversazione con Evelin. Poggiai anche un palmo sul marmo dell'isola, la verità che si era svelata.
Ed ora ero lì, per salvare ciò che mi aveva ferito e protetto nello stesso tempo.

Alzai gli occhi al soffitto, vedendo i lampadari, ed i disegni fatti a mano ad incorniciare.

"Cindy, io controllo giù, te vai al piano di sopra" Daniel mi ridestò dai miei pensieri, riportai gli occhi su di lui, acconsentendo, vedendolo aprire vari cassetti, frugando all'interno, alzando i vari figli ed oggetti che vi si trovavano dentro.

Feci come mi aveva consigliato o meglio ordinato, non avevo molta scelta. Il piano di sopra non l'avevo mai visto.

Alzai una mano tremolante sul corrimano in legno, alzando una gamba per salire il primo gradino. Il cuore batteva ad ogni gradino che salivo, perlustravo i muri, scorgendo tutte foto di James da piccolo.
Rudy che abbracciava Richard e mia madre, James con Richard ed una donna dagli occhi grigi e capelli castani bellissima, che sicuramente era sua madre, James al compleanno di Rudy, aveva lo sguardo spento ed imbronciato, vedevo tutte le attenzioni rivolte verso Rudy, ed il suo sorriso vittorioso era già su quel volto apparentemente innocente.
Una grande affissa al muro che si prospettava davanti salendo l'ultimo gradino catturò la mia attenzione. Era James con suo padre, al mare. Lo teneva in braccio, vedevo il suo sorriso luminoso far risplendere la foto, i piccoli occhi grigi che brillavano schiariti dai raggi del sole, le sue mani piccole che toccavano il viso di Richard pulito di rasatura, gli occhi nocciola e gli stessi capelli di James come i lineamenti del viso. Era spensierato, il ritratto della felicità, cancellata con il tempo che passa. Perché sappiamo che certe cose non torneranno più. Ci passai una mano sopra al vetro che proteggeva la foto sussurrando "sei bellissimo amore mio" sentendo una lacrima cadere, mancavano ancora 10 mesi all'incirca, se avrei trovato la cifra.

M'incamminai nelle stanze, scuotendo la testa. Ero rimasta troppo ad ammirare tutto.
Aprii una stanza, vedendo un letto matrimoniale con la struttura in ferro battuto. Una foto di Richard ed Eleonor che si abbracciavano felici. Una morsa al petto da parte mia. Cercai di distogliere lo sguardo e concentrarmi su i cassetti del comò bianco.

Li aprii uno ad uno, c'erano ancora alcune maglie di mia madre, il profumo che indossava lei, invadeva le mie narici come a ricordarmi tutto. Li scostai toccandoli con le mani che prudevano, trovando la foto mia e di mio padre. Il sorriso di chi vive in una bolla di sapone incandescente, e che ancora non sa nulla del mondo lì fuori. Girai la foto, vedendo una scritta con la calligrafia di mia madre, un po' sbiadita.

La mia Gemma preziosa, so che non potrà perdonarmi, ma il cuore sceglie strade che la nostra mente non è capace di comandare. Ovunque andrò non mi scorderò mai di questa ragazzina insolente, non sono stata una buona madre ma lei sarà una donna migliore di me.

Strinsi la foto al petto, ed un'altra lacrima
scendere.
Stropicciandola all'altezza del cuore, sussurrando un 'perché'. Gettai un'altra occhiata vedendo i suoi orecchini di perla, gli stessi che aveva quel giorno maledetto. Li presi tra le dita che sembravano fredde, come se il sangue si fosse coagulato come quella mattina che trovai mio padre sul divano, ubriaco.
Me le infilai in tasca richiudendo il cassetto continuando la ricerca.

Quando sentii la voce di Daniel dal piano inferiore gridare.
"L'ho trovati" scesi a passo spedito, andando verso di lui, che me li mostrò.

Sfogliai le carte, vedendo cosa ci fosse scritto riguardo a ciò che Eleonor mi aveva lasciato.

13 Maggio 2015

Io Sottoscritta Eleonor Anderson, Lasciò in Eredità, tutti i miei gioielli, a mia figlia Cindy Foster, per una cifra di 150.000 Dollari, presso la Banca di Miami, depositati nella cassetta di sicurezza.

Rialzai gli occhi lucidi, verso Daniel che tentava di sapere cosa ci fosse scritto.

"150.000 Dollari" esclamai entusiasta, vedendo un lampo di bagliore schiarire le sue iridi.
Gli gettai le braccia al collo, come un gesto normale e spontaneo, presa dalla foga di felicità nel sapere che avevamo più della cifra richiesta.

Ricambiò l'abbraccio sentendolo sospirare, sul mio collo, provocandomi la stessa strana sensazione, quindi mi scostai, fingendo come se niente fosse, guardandolo ritornare alla sua solita compostezza.

"Andiamo" affermò duro, lasciandomi passare per prima dalla porta, richiudendola dietro le sue spalle.

Non era il momento di pensare se il bacio me l'avesse davvero dato lui oppure fosse frutto di un'immaginazione dovuta al mal di testa che avevo, ma ero sicura che la screpolatura delle labbra combaciasse come quelle che mi avevano sfiorato. Mi toccai le labbra, vedendo i suoi occhi concentrarsi lì, sentendomi bruciare la bocca, ritraendo la mano, avvertendo i suoi occhi salire verso i miei. Deglutì come in difficoltà riprendendosi, aprendo lo sportello per lasciarmi entrare.

"Dove andiamo?" Chiesi scrollandomi l'imbarazzo di prima, vedendo che aveva azionato la macchina, innestando la prima.

Guardò il finestrino per assicurarsi che non vi fossero macchine, girando il volante, per partire, cambiando la marcia, gettandomi un'occhiata per riportare l'attenzione sulla strada.

"Alla banca di Miami" affermò risoluto, freddandomi.

Poggiai i fogli rilegati nella cartelletta, sopra le gambe, poggiandoci i palmi sopra.
Iniziavo a trovarmi scomoda in quel sedile o forse la sua presenza troppo rigida mi metteva a disagio.

Dovevo togliermi ogni dubbio, lo dovevo per me, e per James. Se fosse stato vero il mio pensiero, non lo so, avrei trovato una soluzione.

Girai il viso verso Daniel, che mi guardava con la coda dell'occhio come per invitarmi a parlare, su qualche dubbio o domanda che avessi da porgli.

"Daniel" iniziai, stringendo le labbra, tentando di far uscire quelle parole, battendo piano i polpastrelli sulla cartellina.
"Lo so che ne abbiamo già parlato, ma..." Mi bloccò con un gesto della mano.

"Ma cosa Cindy? Mi sembra che ci eravamo chiariti su questo fatto, tu non ricordi, ed io per quanto ne so...no non ci siamo baciati, puoi tornare a fare sogni tranquilli" mi congedò con voce tagliente e dura.

"Ne sono sicura" affermai fredda come lui, impuntandomi, dovevo sapere per certezza, e non lo vedevo sincero, il fatto che non mi guardasse negli occhi e il suo tono me lo confermava, e dentro di me l'ansia si accumulava.

"Ah sì? E come fai ad esserne così sicura dal momento che non ti ricordavi quasi nulla" mi rimbeccò beffardo.

Scossi la testa spazientita.
"Perché quando mi hai sfiorato la fronte le tue labbra erano le stesse che mi avevano baciato" sputai fuori quelle parole, che mi corrodevano.

Restò in silenzio serrando la mascella, stringendo di più il volante.

"Allora, non hai davvero niente da dire?" Chiesi corrugando la fronte.

Scosse la testa, restando incollato alla strada, cambiando marcia.
"Niente" affermò sicuro, mentre portai l'attenzione verso il finestrino, poggiando la testa al vetro freddo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro