23
Ormai era un mese che veniva quasi tutte le sere Luke, parlavamo o meglio parlavo, era restio nel dire cose su di lui, ed in parte mi andava bene così, era una valvola di sfogo, un modo per non pensare a quanto mi mancasse ancora James, più il tempo passava più alcuni pezzi mi venivano a mancare, come il tono della sua voce, era un fischio lontano, l'avrei voluto sentire solo una volta per ricordarmi precisamente come sussurrava il mio nome.
Linda si stava avvicinando piano, ma era sempre scontrosa, infondo non avevamo nulla da spartire, ma avevo capito il suo punto debole.
Partecipavo a tutti gli eventi che Rudy organizzava all'interno del locale, chiacchierando con uomini di tutte le tipologie ma fortunatamente riuscivo a cavarmela senza essere importunata da nessuno.
Avevo capito che più parli e ti rendi socievole, più non gli attiri, più stai zitta ed isolata più ti credono una preda fragile, avevo solo imparato a sopravvivere.
Inoltre le mie performance da ballerina al locale fruttavano e Rudy si sentiva appagato, lo capivo dal suo sorriso compiaciuto.
Mi alzai dal letto dirigendomi in bagno, mi spazzolai i capelli e mi tornò in mente Katy, mi mancava, chissà come procedeva la sua vita lontana dai miei casini, era stata lei ad insegnarmi tutto ciò che sapevo di abiti e make-up, era un portento, una roccia su qui appoggiarti nei momenti tristi, questi erano uno di quei momenti, ma immaginavo lei che mi prendeva i capelli tirandoli indietro, formando una coda tra le dita, iniziando a spazzolarli dolcemente districando tutti i nodi.
Ecco la mia forza era lì, e nei miei sogni dove mi perdevo in quegli occhi.
Avevo macchiato il mio cuore di lui.
Mi vestii con una canotta bianca ed un jeans skinny.
Andando nella mensa, vicino a dove cucinavano. Si raggruppavano tutte le ragazze che facevano, ormai, il mio lavoro, anche se io ero costretta.
Non mi ero ancora inserita, tutte mi squadravano con superficialità, preferivano parlare tra loro, sempre di cose ritenute da me futili e prive di significato, come gli stava lo smalto, se il rossetto s'intonava alla carnagione.
Non mi preoccupavo di niente di tutto ciò, aspettavo impaziente di essere liberata.
Addentai la prima forchettata di pasta, quando vidii arrivare Rudy da lontano, avanzando verso di me.
Tutte si girarono a fissarmi quando si fermò difronte, scostando la sedia dal tavolo per sedersi. Si tolse gli occhiali e guardò le altre.
"Che cazzo avete da guardare? Mangiate e poi andate nelle vostre stanze a prepararvi" sbottò congedandole, aggiustandosi il colletto della polo.
Lo fissai, aspettando che mi dicesse qualcosa.
Mi fermai di mangiare, scostando il piatto di lato, mettendomi a braccia conserte.
"Stasera cambieremo i piani" m'informò appoggiando i gomiti sul tavolo.
Scattai poggiando un palmo sul tavolo.
"Che vuol dire Rudy?" Chiesi intimorita, forse aveva capito che con Luke non facevamo nulla se non parlare, ma se fosse stato così non avrebbe avuto quello sguardo rilassato.
Ma ciò nonostante non cambiava l'ansia che si propagava.
"Vuol dire ciò che ti ho appena riferito, stasera Luke starà con..." Si fermò analizzando tutte le ragazze, mentre imprecavo mentalmente, e la paura mi fotteva.
"Linda" affermò sicuro.
Guardai Linda staccare gli occhi dal piatto puntandoli su Rudy, come sorpresa, ed infastidita.
Chiuse gli occhi sospirando, riaprendoli.
"Ho avuto sempre l'esclusiva con te, e lo sai Rudy. Dimmi per quale cazzo di motivo ora dovrei prendermi uno scarto di Cindy" gridò presa dall'isteria, potevo notare gli occhi umidi, e la mascella traballava, come se volesse piangere.
Rudy si avvicinò a lei prendendola per un polso, cacciando le altre che si alzarono in fretta lasciando noi tre lì.
"Non ti azzardare ad alzare il tono di voce con me, intesi?" L'alzò di peso tirandogli un sonoro schiaffo sul viso.
Quando mi alzai, tentandola di difendere, anche se nessuno mi aveva mai difeso a me.
"Rudy credo che stai esagerando...io non ho problemi con Luke, insomma siamo in sintonia e..." Ma mi bloccai vedendo il suo liquido diventare ghiaccio.
"Qui si fa come dico io" scaraventò una sedia al muro, battendo un palmo sul tavolo, facendoci sobbalzare.
"Tu Linda stasera starai con Luke, per te ho un cliente importante, mi frutta molti soldi e mi copre con la finanza e problemi con la polizia, attenta a ciò che fai" aggiunse rivolto verso di me, puntandomi il dito contro.
Annuii debolmente arrendendomi, non cacciai fuori lacrime, non sarebbero servite, e ne avevo sprecate troppe.
Ormai la paura non era più un sentimento, ormai ero fatta di ansia, paura, arrendevolezza.
Tornai in camera, buttandomi sul letto, sentendo alcune ciocche finirmi sulla guancia, solleticandomi.
Mi alzai, aprendo il cassetto, tirando fuori la collana che James mi aveva regalato.
Non la indossavo per paura di perderla, la tenevo nascosta e nei momenti di bisogno la stringevo in un pugno portandomela sul cuore, come in quel momento.
Sapevo che la pietra verde era per i miei occhi.
Rigirai tra le dita il ciondolo baciandolo, sentendo che James era ancora con me.
Anche se il pensiero di ciò che mi aspettava la sera mi attanagliava, comprimendomi come una pressa lo stomaco.
Sentii un rintocco leggero di nocche sulla porta.
Gettai in fretta il ciondolo nel cassetto, richiudendolo.
"Avanti" dissi, rigettando un sospiro, vedendo Linda che guardava a destra e sinistra con la testa, per poi entrare con uno scatto repentino, chiudendo piano la porta.
"Linda che vuoi?" Domandai, non avendo voglia di vedere e parlare con nessuno. Tanto meno con una come lei.
Mi guardò, e notai gli occhi arrossati e gonfi.
Segno che aveva pianto.
"Hai pianto per Rudy?" Più che una domanda suonava come un'affermazione, che anche se non avrebbe rivelato, sapevo la conferma da sola.
Vederla triste mi dispiaceva ma al contempo mi faceva sentire bene. Avrebbe capito come mi sono sentita io senza James.
"Non sono fatti tuoi, sono qui per un altro motivo, e credo che tu lo sappia" asserì contrita, mentre si torturava le unghie senza tregua, evidentemente era agitata, come me del resto.
"Non lo so, perciò illuminami" dissentii fingendo, sapevo il motivo, ma volevo che fosse chiara su ciò che aveva da dirmi, mentre mi sistemai meglio sul letto, tenendo lo sguardo ancorato al suo viso, che restava basso.
Si passò la lingua sulle labbra, come se fossero state aride, portando i suoi occhi su di me, annuendo.
"Mi sembra chiaro che io e Luke stasera non faremo nulla, se è ciò che ti preoccupa" disse soave come una rassicurazione.
Girai il viso da una parte, riportandolo dritto.
"Non è quello, per me puoi scopartelo. Non..." Mi bloccai cercando di parlare, non potevo dirgli che in realtà Luke veniva per un mese solo per parlare.
"Non voglio altri uomini all'infuori di lui" dichiarai, ed era vero, non volevo nessun altro, lui m'infondeva sicurezza e lo sentivo come un'ancora.
Presi il lembo del lenzuolo in mano, rigirandolo tra le dita.
"Ascolta lo so. Io ho sempre avuto l'esclusiva con Rudy, ed adesso invece..." Si fermò, portando una mano sulla bocca placando un singhiozzo.
Gli accarezzai una mano che stranamente non ritrasse. Infondo sapevo che tutti abbiamo un cuore, tranne Rudy, lui l'aveva lasciato lì, nel suo paese, l'aveva consegnato a sua madre e non se l'era più ripreso.
"Sono innamorata, ho fatto tutto per lui, sono diventata questa persona orrenda, per lui ho denunciato James, per lui ho aiutato ad uccidere i vostri genitori, per lui" abbassò la testa, passando una mano sui capelli tirandoseli, sentendo i singhiozzi che emetteva.
Gli toccai una spalla, anche se tutto ciò che aveva fatto non cambiava quanto fosse forte la voglia di detestarla, ma si stava aprendo e forse avrei scovato un modo per andare via.
Alzò il viso arrossato verso di me.
"L'avevo capito, ma lui non ricambia, ti ha usata" tentai gentilmente di fargli capire.
La vidii annuire silenziosa.
Finché non si ridestò.
"Te vuoi uscire di qui in qualche modo vero?" Chiese con un brillio, tentando di aiutarmi o forse farmi scappare mandando su tutte le furie Rudy, per semplice vendetta personale, ma ne giovavo anche io.
"Si" affermai sicura, con speranza, guardandola seria negli occhi.
Acconsentì, inumidendo le labbra.
"Ho un piano o meglio dire, so come potresti fare, non sarà semplice" rivelò scura in volto.
"Non m'importa" dichiarai fissandola sempre più intensamente, stringendo la presa sul lenzuolo, gettando ogni tanto un'occhiata alla porta.
"Dimmi" affermai. Sentendomi pronta alla mia via di fuga.
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