17
-James perché l'hai fatto? Perché non mi hai detto tutta la verità? Pensi che non ti avrei amato nell'ugual misura sapendo tutto ciò?-
Si avvicinò a me che stavo immobile sotto quel gazebo ricoperto di fiori, ed il profumo c'inebriava confondendolo con le nostre emozioni, mentre un filo di vento muoveva i suoi capelli crespi, conferendogli un'aria ancora più sexy, mentre una leggera pioggia incombeva sui nostri corpi, inzuppando la sua camicia bianca rivelando il suo corpo scultoreo che avrei voluto toccare.
-le vedi queste rose Cindy? Io sono solo il gambo spinoso mentre te sei un piccolo bocciolo che va protetto e trattato con cura, perché te sei come una rosa, ed io non voglio farti appassire, ma voglio vederti fiorire-
Mi avvicinai prendendogli il volto tra le mani, mentre la pioggia cadeva più fitta mischiandosi con il grigio delle sue nubi come il cielo in quel momento. Non avevo bisogno di sentire altre parole, non volevo più ascoltare ragioni. Poggiai la mano che tremava per il freddo e per i fremiti che mi faceva provare. Quando i nostri nasi si sfiorarono avvicinando le labbra alle mie mentre una goccia scese in mezzo alle nostre labbra troppo vicine, riuscendo a farle combaciare quasi...
I sogni possono far male, specialmente se non sono veri. La voce di Rudy riecheggiava nella mia testa mentre sobbalzai a sedere, guardandomi intorno, dentro una camera logora e spoglia, svestita dei miei sentimenti e dei miei vestiti, sentendo il materasso sotto di me farsi più leggero, mentre la luce filtrava da una finestra con le inferriate come se fossi in una gabbia.
Mi toccai il petto sudato, prendendomi la testa tra le mani, dove i capelli s'intrecciavano tra le mie dita, quando la porta si aprì, alzai lo sguardo perso e confuso verso di lui.
"Dormito bene mia dolce Cindy?" Si appoggiò Allo stipite della porta con le braccia conserte.
Lo guardai sdegna, rivolgendo lo sguardo verso la piccola finestra, chiudendo gli occhi inspirando finché non sentii la sua mano avvolta attorno al mio braccio che mi fece girare inchiodandomi sul suo sguardo.
"Lo sai perché sono così Cindy?" Mi chiese scuro in volto, mentre mille domande mi passavano per la testa.
Si tolse la maglia continuando a guardarmi, mostrandomi il tatuaggio in grande sul petto battendo la mano sopra.
"La famiglia, la cosa più importante per me, quella che io non ho mai avuto, quella che mi è stata strappata via, le vostre si saranno rovinate ma nessuno vi ha portato via da loro, se ne sono andati di loro spontanea volontà"
Abbassai lo sguardo verso i miei piedi, sfregandoli tra loro.
"Mi dispiace, ciò che hai fatto non giustificherà mai nulla. Tu li hai uccisi" sussurrai tenendo gli occhi bassi. Sentendo la rabbia pulsarmi nel sangue caldo.
Lo sentì allontanarsi verso la porta.
"Preparati, linda ti porterà i vestiti adatti" asserì con la mano sulla maniglia prima di sbatterla alle sue spalle.
Mi recai nel piccolo bagno, aprendo l'acqua della doccia tirando la tenda davanti a me, lasciando che l'acqua scorresse, pensando a James, a dove fosse, se sarebbe venuto a salvarmi trovando un metodo. Lo odiavo per avermi mentito su tutto, sul suo astio che aveva con Rudy ed adesso sapevo il perché, ma non riuscivo ad avercela con lui, gli appartenevo ed adesso che toccavo il mio corpo le sue mani erano impresse nella mente a ricordarmi quanto gli appartenessi e quanto il mio corpo s'incendiava solo con lui.
Chiusi l'acqua, avvolgendomi il telo, guardando un viso allo specchio che non era il mio, quella luce che era apparsa non c'era più.
tornai in camera sobbalzando quando mi trovai al mio lato Linda che mi squadrava dentro un tubino rosso, con le braccia incrociate al petto, gettando un' occhiata ai vestiti distesi sul letto.
"C'è molto lavoro da fare con te santarellina dei miei stivali, devi essere presentabile per i nostri clienti" m'informò alzando un sopracciglio, togliendomi il pezzo di stoffa che mi copriva con veemenza.
Guardandomi lungo tutto il corpo.
"C...clienti?" Chiesi titubante corrugando la fronte, con un senso d'impotenza che accresceva perché sapevo che avrei dovuto fare tutto ciò che Rudy mi avrebbe ordinato.
La sentii sospirare pesantemente chiudendo gli occhi.
"I clienti che dovrai soddisfare certo, adesso muoviti, quest'aria da finta puritana non ti si addice" rivelò con voce pungente, chiedendomi del perché James si fosse innamorato di una donna così.
M'infilai la biancheria e i vestiti succinti sotto il suo sguardo vigile.
Una gonna nera di pelle corta, ed una maglia troppo scollata che lasciava intravedere il mio seno generoso, dello stesso medesimo colore, ed un cardigan.
Mi prese per le spalle, girandomi, sciogliendomi lo chignon alla meno peggio che mi ero fatta, prendendo una spazzola, pettinandoli con irruenza e forza, facendomi stringere i denti.
"Perché ti sei schierata con Rudy?" Domandai pentendomene subito, vedendola fermarsi.
"Non sono affari che ti riguardano" disse in tono secco, continuando a spazzolare.
"Lui non possiede un cuore, cambia donne, è un essere meschino" aggiunsi, serrando le labbra per i nodi che scioglieva.
"Ascoltami, te non sai niente di lui, e del suo animo, non siamo confidenti, io eseguo e te esegui...fine della storia" puntualizzò buttando la spazzola sul letto, passandosi il dorso sotto il naso tirando su, poggiando i palmi sui fianchi.
"Bene se non c'è altro vado, truccati e raggiungimi nella sala, non abbiamo tempo da perdere" aggiunse fissandomi, scuotendo la testa prima di andarsene.
Mi sedetti sullo sgabello, prendendo in mano il rossetto rigirandolo tra le dita, togliendogli il tappo, applicandolo. Era rosso come il
Mio animo, rabbia era solo quella che sentivo, mi sentivo sola davvero. Mi toccai i bracci stringendomi in un abbraccio per farmi forza, per dirmi che potevo contare su me stessa e su qualche buona stella che passava di qua, guardando la stanza, e i miei occhi allo specchio scheggiato.
Mi applicai l'eylener come mi aveva insegnato Katy, ed il ricordo di lei mi fece spuntare un sorriso dolce, lei era la mia parte mancante, e si stava godendo la vita, e non potevo desiderare di meglio per lei, mentre la mia continuava a punirmi senza mai darmi un insegnamento.
Mi alzai poggiando i palmi sul tavolino, aprendo la porta, richiudendola, dirigendomi nella sala con il cuore in gola e il ticchettio delle scarpe troppo alte è troppo appariscenti.
Mi fermai quando vidi Rudy e Linda che si girarono nella mia direzione con un cenno di approvazione.
Rudy si alzò venendomi incontro, porgendomi la mano che a malincuore accettai, portandomi al bar versandomi del liquore scuro come i suoi occhi, vedendo i cubetti di ghiaccio che si scioglievano mano mano.
"Brindiamo al tuo primo cliente che tra non molto sarà qui, mi raccomando ci tengo a fare bella figura con le nuove puttane" rise insieme a linda, portando i loro bicchieri a scontrarsi con il mio che lasciai fermo lì, mentre chiusi gli occhi sperando che dagli incubi ci si potesse svegliare prima o poi.
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