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Uscimmo dalla clinica dirigendoci verso la macchina dove James mi aprii lo sportello, mettendo su un sorriso.

"Puoi levare quel sorriso sornione dal tuo volto, ho scelto di aiutarti per interesse personale...ah e lo sportello lo potevo benissimo aprire da sola" dissi inacidita. gli sorrisi di rimando, chiudendo lo sportello e riaprendolo, sotto il suo sguardo divertito prima di entrare in macchina.

"Sai che sei davvero buffa" affermò ridendo, mentre feci spallucce, senza degnarlo di risposta.

Scesi di macchina, entrando dentro casa per mettere dei vestiti dentro il borsone alla rinfusa, richiudendolo.
Era la seconda volta che abbandonavo la mia casa, ma sta volta non andavo verso l'ignoto.

Apri il bagagliaio buttandolo dentro, sedendomi sul sedile, e ripartimmo.

Ogni tanto sentivo i suoi occhi su di me, e ciò mi faceva sentire a disagio muovendomi agitata sul sedile.

Cercai d'iniziare una conversazione, per sentirmi meno in imbarazzo, anche se non avevo voglia di parlare.

"Hai un piano?" Gli chiesi continuando a guardare la strada di fronte.

Lo vidi girarsi dalla mia parte con la coda dell'occhio, annuendo.

"Vorrei sapere di più su questo astio che hai verso Rudy" spiegai, girandomi dalla sua parte.

"È una storia lunga, un giorno te la racconterò, ma ti prego fidati di me" mi supplicò, tenendo lo sguardo freddo incollato alla strada.

Sobbalzai dal sedile incredula.
"Fidarmi di te dici...come posso? Sentiamo" risi amaramente, per la stronzata che aveva appena detto.

"Non era una richiesta" mi fece notare, capendo che era un'ordine imposto da lui.
Scossi la testa allibita, quando voleva sapeva tirare fuori il peggio di me rendendomi nevrotica.
Feci un profondo respiro per non sembrare una pazza sul punto di una crisi isterica, e vi ero molto vicino.

"Tra poco dovrebbe esserci un'autogrill, ci fermiamo così ti spiegherò i miei sospetti su cosa sono fondati" disse con la mascella rigida, vedevo come teneva saldo il volante e ciò non era buon segno.

Annuii solamente buttando la testa all'indietro, spostando il viso al lato del finestrino, guardando il percorso che già conoscevo a memoria ormai.

Mi appisolai un attimo quando sentì la macchina frenare, rendendomi conto che eravamo arrivati.

Mi passai una mano tra i capelli troppo mossi, quasi ricci, appurando che era l'autogrill dove mi fermai all'andata e al ritorno.
Alzai gli occhi al cielo avviandomi dietro di James.

Mi tenne la porta aperta facendomi entrare e come sospettavo c'era la signora di sempre.
Stava pulendo il bancone con uno strofinaccio.

"Buon...ma guarda chi si rivede" alzò la testa bloccandosi, riconoscendomi, buttando un'occhiata verso James, che squadrava il menù con un sopracciglio alzato, devo ammettere che era troppo divertente vederlo quasi schifato dalla situazione, Risi sotto i baffi, sorridendo alla signora.

"Allora, di ritorno a Miami?" Mi chiese, poggiando i gomiti sul bancone, almeno sta volta era pulito.

Annuii, vedendo che prese la bottiglia con il succo di mirtillo.
Scossi la testa preoccupata, non mi piaceva affatto, il sapore aspro mi fece rabbrividire al ricordo.

"Veramente preferirei solo un The freddo" dissi vedendola borbottare tra se e se mettendo via il succo.

"Beh zuccherino hai deciso che prendere?" Si rivolse verso James che mi guardò sorridendo.
Dio quanto era bello quando sorrideva.
Cacciai indietro quel pensiero.

"Beh zuccherina, lei cosa mi consiglia?" Poggiò i gomiti al bancone, rivolgendomi un occhiolino per spostare gli occhi sulla signora che arrossì debolmente.

"Il succo di mirtillo, oh lo fa mio marito Carl lo deve proprio assaggiare" disse entusiasta, avviandosi per prenderlo.

Lo volevo fermare ma mi sembrava giusto che si meritasse una piccola punizione.

Annuii convinta come per invitarlo e convincerlo che era buono facendo il gesto con il dito sulla guancia.

Sbatté la mano sul bancone fiero spostandosi verso di me.

"Succo di mirtillo sia" esultò, prendendone una sorsata, mandandola giù quasi a fatica.

"Allora, è buono vero?" Chiese la signora speranzosa verso James, che mi guardò stralunato annuendo sorridente verso la signora.

"Ne vuoi ancora?" Disse pronta a versarne altro.

Decisi che la scenetta era già stata abbastanza appagante per i miei occhi.

"No grazie, se ci scusa, vorremmo sederci un momento" la ripresi sorridendogli, facendo spallucce, guardando James.

"Ho capito, questioni amorose" mi strizzò l'occhiolino mentre volevo sprofondare ma sorrisi forzata, avviandomi al tavolo.

Sedendomi sulla poltrona di pelle marrone davanti a James.

"Allora AMORE, di cosa vuoi parlarmi?" Calcò la parola amore con tono scherzoso anche se avvertì le farfalle dentro lo stomaco, come un formicolio che ti fa sentire viva.

Sgranai gli occhi scuotendo la testa tornando a guardarlo seria.

"Credo che tu mi debba dire delle cose AMORE" dissi di rimando mettendo su un finto sorriso.

Lo vidi poggiare i gomiti sul tavolo incrociando le dita, per prendere un respiro profondo, facendosi più avanti con il busto proteso verso di me.

"Vedi, i miei sospetti sono cominciati quando mi dissero che Richard aveva assunto droga...sapevo che lui era contrario e pertanto non avrebbe mai assunto niente di simile, non mi hanno detto per la precisione quale ma sono sicuro che fosse allucinogeno, al tal punto da fargli perdere il controllo. Ciò che mi ha dato la conferma maggiore è stato vedere il collier di diamanti, mi ricordo bene che Eleonor se lo metteva sempre quando usciva, era il suo accessorio preferito, lo aveva anche quella sera della morte, m'inviò una foto mio padre di lui ed Eleonor, e quella sera della festa vederlo addosso a te è stato uno shock" ammise poggiando la fronte sulle mani.

A quelle parole mi sentii morire, mi toccai il collo sudato, dove 2 mesi fa allacciai il collier.

"Dovresti denunciarlo James" affermai, quando alzò lo sguardo verso di me scuro, scuotendo la testa.

"Non abbiamo prove Cindy, e poi è troppo complicato, voglio la vendetta, e l'avrò senza aiuto di nessuno ma ho bisogno di te" disse coinciso, vedevo i suoi pozzi farsi più profondi allargando le iridi.

"Cosa posso fare io James?" Domandai non capendo, cosa potevo fare di così rilevante.

"Lavorerai per Rudy al mio locale, dovrai fingere che io e te non ci sentiamo più, non abbiamo più nessun legame, dovrai essere dura quando parlerai di me, e sopratutto accondiscendente con i clienti, non troverai più il locale come 2 mesi fa, ti sto chiedendo troppo lo so, ma fidati, mi manda in bestia il pensiero che un altro uomo ti possa toccare, fai il
Modo di farti dare il posto come barista, dietro con me ho un curriculum che ho fatto appositamente per te, dovrai cercare di estorcere informazioni il più possibile" disse senza mai fermarsi come per paura di perdere il filo, troppo impegnato a spiegarmi agitato, vedevo come teneva la postura rigida.

Annuii solamente.

Si alzò dal tavolo porgendomi la mano, che accettai sentendo una scossa dentro.

Salutai la signora che mi disse un "buona fortuna" l'avrei dovuta avere molta, uscendo dall' autogrill.

Entrammo in macchina. James si mise gli occhiali sorridendomi, poggiando un palmo sulle mie cosce scoperte, avvertendo brividi come se avessi la pelle d'oca.

"Sei pronta Perla?" Mi chiese con il suo tono roco che ha sempre avuto, quel tono che mi ha fatto battere il cuore per la prima volta.

Mi dovevo fidare di lui, anche contro tutte l'emozioni che non dovevo provare sapevo che i nostri occhi parlavano da soli.

"Insieme a te sempre" sussurrai, prima che mettesse in moto, sfrecciando verso ciò che ci aspettava.

dovevo pregare che tutto sarebbe andato per il meglio, sarei stata forte, non lo avrei mai ammesso, ma per lui sarei stata disposta a vendere l'anima al diavolo, probabilmente già l'avevo fatto, o semplicemente ero io in una vita precedente.

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