1
Margherita
Bolle di sapone, tante bolle di sapone, di tutte le grandezze. Piccole, grandi, enormi, tanto da racchiudere una bambina con un grazioso abitino azzurro e lunghi capelli biondi raccolti da un fiocco bianco. Bambini, tanti bambini che giocano, ridono, urlano di felicità e saltano per prendere le bolle più grandi e farle scoppiare. I loro genitori li guardano divertiti, qualcuno parla al telefono senza farci caso. L'artista di strada continua a creare magie con queste bolle di sapone, mentre il sole scalda le strade di Roma.
Io dipingo la scena davanti a me, ponte Sisto pieno di gente, il mago delle bolle e i bambini che giocano. Sono serena, felice, tranquilla. Un passante mi lascia delle monete in un barattolo di vernice vuoto sotto il mio sgabello di legno. Sorrido gentile per ringraziarlo.
«Complimenti, i suoi quadri sono bellissimi».
«Grazie».
Un'altra signora mi chiede quanto costa uno dei miei quadri, quello raffigurante un vicolo di Trastevere, con i palazzi coperti di una verde edera calante, una Cinquecento d'epoca rossa parcheggiata a bordo strada e due innamorati che passeggiano abbracciati in lontananza.
«Dieci euro per questo».
«Dovresti farti pagare di più, cara», mi passa quindici euro, «tieni il resto».
«Grazie mille», rispondo porgendole il mio piccolo quadro che ora è diventato suo.
Un uomo e una donna di una certa età passeggiano a braccetto, rallentano passando vicino a me e si fermano a guardare i miei piccoli quadri, senza degnarmi di uno sguardo.
«Questa sì che è arte, non quei disegni orrendi sui muri», dice l'uomo con un'espressione schifata sul volto. Anche se ha fatto un complimento alla mia arte, non sopporto chi giudica le opere di altri artisti facendo di tutta l'erba un fascio. È vero che ci sono degli stupidi teppisti che si divertono a sporcare la città con orribili scritte sui muri, ma ci sono anche grandi artisti che creano meravigliosi murales che, a mio avviso, contribuiscono a impreziosire una città.
Tiro fuori il mio sorriso più luminoso per esporre la mia tesi con gentilezza.
«La ringrazio per il complimento, signore, ma sa... io chiamo arte qualsiasi forma di bellezza nata dalle mani dell'uomo e mi creda, esistono dei graffiti e dei murales talmente belli che vorrei averli realizzati io stessa».
L'uomo mi guarda colpito, la moglie volta la testa come se fosse infastidita solo dal fatto che io ho avuto l'ardire di rivolgere loro la parola. Se ne vanno senza commentare e io sorrido.
Il sole si appresta a tramontare, presto sarà buio, ma fa ancora caldo. Giugno sta per volgere al termine, le mie gambe scoperte dai pantaloncini di jeans blu scuro sono già abbronzate. Così come le mie braccia, dato che me ne sto qui a dipingere tutto il giorno da almeno due settimane o forse più. Raccolgo i miei quadri, i pennelli e i colori sistemandoli in una valigetta vintage, ripiego il cavalletto che uso per dipingere e lo sgabello pieghevole. Carico tutto sulla bicicletta e torno a casa. Mentre pedalo, penso che dovrei smetterla di indossare gli scarponcini neri con questo caldo, da domani opterò per le sneakers.
Le strade del centro si riempiono di artisti di strada in estate. Incontro uno street dancer che fa acrobazie sul marciapiede, una ragazza con una voce bellissima canta una canzone americana suonando una chitarra classica, una donna con la pelle color ebano intreccia dei fili di paglia creando cappelli, borse e accessori di diverse forme. Distratta da tutti questi street artists non mi accorgo che sto per investire un ragazzo seduto sul marciapiede. Freno a pochi centimetri dalle sue gambe. È un pittore, dipinge quadri dai colori sgargianti utilizzando delle bombolette spray. Adoro questa tecnica e mi chiedo se io, abituata a pitturare su tela o carta, riuscirei a fare disegni del genere. Sono bellissimi e per ottenere quei risultati devi avere una mente aperta, devi essere un visionario e prevedere cosa può nascere da un movimento della mano, da un piccolo oggetto, un taglierino, un pennello o un fazzoletto di carta a contatto con la vernice su quel foglio di carta.
Il ragazzo alza il volto verso di me. Ha la pelle scura, gli occhi chiari, un cespuglio di capelli ricci castani e un sorriso gentile. È carino, molto carino e appena mi sorride sento il rossore colorare le mie guance. Abbasso lo sguardo imbarazzata, ma sorrido anche io. Azzardo a guardarlo di nuovo e i nostri occhi si incrociano per un breve istante. Il suo sorriso si allarga ancora di più e mi viene voglia di dipingerlo. Invece rimetto il piede sul pedale e riparto verso casa mia.
È stata una giornata fruttuosa, ho venduto dodici quadri, ricevuto molti complimenti per le mie opere e un sorriso mozzafiato da parte di un bel ragazzo. Non uno qualsiasi, un artista di strada, un pittore, come me.
Mi chiedo se lo incontrerò di nuovo. Mi capita di vedere le stesse persone frequentare le stesse vie. Molti hanno quello che chiamiamo "il posto fisso", mentre altri vanno e vengono, si spostano di continuo, viaggiano e mi capita di vederli una volta sola. Spero davvero di avere un'altra occasione di incontrare quel pittore e chissà, magari questa volta scambieremo anche due parole e non solo sorrisi.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro