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capitolo 75 - Chloe

Chloe

Mi rifugio in bagno, il cuore martella nel petto fin troppo e una strana tensione abbraccia i miei muscoli, lo stomaco è in subbuglio e l'idea di ingerire qualcosa mi fa venire la nausea.

Forse dovrei rifiutare questo invito, forse dovrei uscire da questo stupido nascondiglio e dire a quel bel ragazzo, seduto al bancone, in attesa, che non sto bene, o che sono stanca.

Guardo la mia immagine al piccolo specchio rettangolare e capisco di essere una codarda, ma anche di esagerare perché è solo una cena innocente.
Dopo questo pensiero, il ricordo di come Thomas abbia sistemato la mia ciocca di capelli dietro l'orecchio, i suoi occhi teneri, mi fa emettere un sospiro.

Sento bussare e ho quasi timore ad aprire, almeno fin quando non sento la voce di Sofy, apro la porta e la tiro dentro richiudendola subito alle sue spalle.
«Che succede, sei qui da una vita.»
Chiede preoccupata, ed io non so come sputare il rospo.
«Thomas mi ha invitata a cena e temo sia un appuntamento.»
Per un attimo mi sembra che il suo colorito sia bianco come il colore di questa porta, ma poi assottiglia gli occhi ritornando in sé.
« Sei sicura che non lo stia facendo per farmi ingelosire?»
Un po' troppo in sé direi.

La guardo seria e capisce che sono andata nel pallone, quindi veste i panni della mia cara amica.
« Chloe, cosa ci sarebbe di male?»
I miei occhi impauriti finiscono in quelli comprensivi di Sofy e non c'è bisogno di esprimere a parole le mie paure.
« Lo so, cara amica mia, ma devi andare avanti dopo Andrea, e lui mi sembra un bravo ragazzo, magari riuscirà a farti stare meglio.»
Sospiro con il cuore tremante a queste sue parole che sanno di verità, ma una parte di me le rifiuta.

«Non credo che chiodo schiaccia chiodo funzioni sempre, perché il cuore non può battere per qualcun altro se prima non guarisce.»
Le mie mani finiscono in quelle della mia amica mentre il mio sguardo si perde nel vuoto, intrappolato nel ricordo doloroso di me insieme ad un uomo che mi ha fatto male.
« Non sono pronta, e...»
« Datti l'opportunità solo di passare una bella serata facendo ciò che ti senti, sii sincera con lui, tutto qui.»
Alzo lo sguardo verso Sofy, convinta che quest'ultimo consiglio sarà il primo che metterò subito in atto.
«Viviti un'amicizia Chloe, una frequentazione, quello che è o sarà, solo, datti tempo per capire cosa può essere e soprattutto per guarire, senza dargli false speranze.»
Poi afferra le mie spalle con sguardo determinato facendomi quasi paura.
« E soprattutto, visto che non è interessato a me, cerca di indagare se ha amici belli come lui da presentarmi.»
Scoppio a ridere, ringrazio silenziosamente questa pazza che si infatua ogni dieci minuti di qualunque bel ragazzo, cambiando idea tre secondi dopo.

Ha smorzato la mia ansia.

«Magari sono solo io, inutilmente, qui a farmi castelli in aria per nulla e il povero Thomas non nutre alcun interesse per me ed è solo un'uscita fra colleghi.»
Pronuncio per darmi coraggio, ma anche perché può essere vero e mi sento sciocca a stare ancora qui a farmi domande.
Sofy mi fissa con un sopracciglio alzato e fa schioccare la sua lingua al palato, ma non aggiunge nulla.

Usciamo da questo bagno e lo trovo ancora al bancone a parlottare con un dipendente, appena arrivo da lui mi sorride e mi chiede se sono pronta per andare.
Lo sono? Sono pronta, nel caso, per un appuntamento, per tentare di andare davvero avanti e voltare pagina?

L'aria è davvero gelida fuori e stranamente il cielo è più chiaro del solito, temo e spero, contemporaneamente, che possa nevicare.
Ho sempre desiderato vedere New York innevata, ma immaginavo di viverla insieme ad Andrea, solo che ora non è qui al mio fianco, e tutti i progetti fatti, mi sembrano così inutili.

Saliamo in auto e Thomas chiacchiera come al solito, è sempre allegro e in genere riesce a coinvolgermi, ma non stasera, mi sento quasi sbagliata, ed è sciocco da parte mia.
Non so nemmeno se è davvero un appuntamento per lui e, anche se lo fosse, io sono libera di frequentare un uomo.

Il pub dove mi porta, con mia grande sorpresa, è proprio quello a Brooklyn, del suo amico Brian, la maggior parte delle sere non è facile entrare, perché c'è sempre il pienone per via dei vari gruppi musicali che si esibiscono qui, e ho sempre desiderato venirci.
Riusciamo a trovare parcheggio non molto distante dall'ingresso, scendo dall'auto e osservo questo posto, anche questa sera c'è una lunga fila di persone, in attesa che il buttafuori li faccia entrare dopo aver controllato i documenti.
Thomas afferra la mia mano e mi trascina con sé, le persone ci guardano male, ma lui non sembra importarsene.
«Ciao Mike.»
Saluta il buttafuori, un enorme ragazzone di quasi due metri tutto palestrato che, a differenza del suo aspetto, ha una voce sottile e ricambia con un sorriso.

Ci lascia entrare e l'interno del club è molto accogliente con queste luci soffuse, il bancone del bar si trova al centro della sala ed è quadrato, così che i clienti da tutti i lati abbiamo l'opportunità di prendere un drink mentre gli ballano intorno.
I tavoli sono solo su un soppalco che circonda la sala, qui ci sono solo divanetti lungo il perimetro ed infine, sullo sfondo, una piccola pista luminosa rettangolare che funge da palco per chi si esibisce, rialzata di poco.
Questo posto è uno spettacolo e mi sembra di essere in un film.

È un po' tardi per cenare, ci siamo trattenuti un po' più del previsto in caffetteria ma con grande sorpresa, anche se non dovrei averne dati i suoi agganci qui, Thomas è riuscito a farsi riservare un tavolo.
Ci accomodiamo e sbircio il menù più a mio agio in un posto simile, e soprattutto perché lui è il ragazzo di sempre, entrambi ordiniamo un enorme panino e patatine, che in effetti non vedo l'ora di mangiare e il brontolio del mio stomaco ne è la prova.
Pochi minuti e davanti a me un piatto da divorare e sono pronta a sacrificarmi.
« Brian, ciao.»
Thomas si alza per salutare il suo amico, il proprietario del club, e devo dire che se Sofy fosse qui credo cadrebbe a terra svenuta.
Di certo non immaginavo, dai racconti che ho sentito in giro del boss di questo posto, un tipo così affascinante, visto che lo etichettano tutti un po' scorbutico e paradossalmente asociale.

«Amico, come va?»
Un piccolo abbraccio fraterno e poi il suo sguardo arriva a me.
« Vorrei presentarti la mia amica Chloe, lavoriamo insieme.»
Mi alzo e gli porgo la mano, che stringe con vigore accennando un sorriso di circostanza.
« Venite al bancone dopo, c'è anche Aiden con un suo amico a bere una birra.»
Indica dietro le sue spalle, con la coda dell'occhio guardo da quella parte ma c'è troppa gente per poter intravedere Aiden, e sono felice di poterlo salutare.
Ci salutiamo per il momento e torniamo alla nostra cena, accompagnati dalle chiacchere e le risate che riesce a strapparmi con facilità questo ragazzo, facendomi stare bene.
Riesco a non pensare quando sono con lui.

Lasciamo il tavolo per proseguire la serata al bancone e salutare il nostro amico, non vedo l'ora di godermi anche lo spettacolo musicale previsto per questa sera.
Mai avrei pensato a quello che sarebbe successo da quel momento, pochi passi e il mio cuore è spacciato.

Ciao a tutti, chi è curioso di capire chi ho immaginato come prestavolto per Brian, il proprietario del club?
Eccolo.

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