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capitolo 64 - Andrea

Andrea

Andrea

Il telefono di mia sorella continua a suonare, Grace è sotto la doccia e quel dannato aggeggio non si spegne, perché se non squilla, tanto, inizia con quel suono fastidioso che avvisa dell'arrivo di messaggi, ma non uno, no, almeno dieci.
È qui da quasi due settimane ormai e averla intorno è strano, ma grandioso, nonostante sia una rompipalle assurda.
Passiamo così poco tempo insieme che non siamo abituati molto alla presenza costante l'uno dall'altro, ed è davvero triste.

Vorrei poter cambiare le cose, ma lei vive in Italia, da quando aveva diciassette anni, e sono felice che la sua vita sia stata in un ambiente sano e pieno d'amore, lontana anni luce da qui, dal rancore, dalle mancanze e dai dolori.

Mi dispiace lasciarla sola tutto il giorno, pur sapendo che sa come impiegare il tempo visto che ha ancora qualche amica con cui non ha mai perso i contatti e con le quali si sta vedendo, e considerando che è andata a far visita spesso ai genitori di Davide, non è stata chiusa in casa, ma so che non è la stessa cosa.
Fra tre giorni è il mio compleanno e ho scoperto le due donne della mia vita confabulare alle mie spalle più di una volta, sono certo stiano architettando qualcosa per quella data.
Sono felice vadano d'accordo quelle due, ma devo dire che insieme fanno un po' paura, mi comandano a bacchetta, un solo giorno le ho portate fuori insieme per le vie della città, mi sono ritrovato per negozi tutto il pomeriggio a sopportarle.

Credo che sia il primo anno da quando mia madre non c'è più, che non mi sembra inutile festeggiare il mio compleanno, la prima volta in cui ho la voglia di abbracciare la vita, forse perché per la prima volta sto tornando a riassaporare la felicità.
Mi dispiace solo che non possano esserci i miei nonni, ma appena ci saranno le vacanze di Natale, io e Chloe andremo in Italia perché so quanto manchino anche a lei i suoi affetti.

Da quando Grace è qui ho trascurato un po' Chloe, ma è stata molto comprensiva e ci ha lasciato molto spazio da dedicare a noi due, mentre io e lei non passiamo un po' di tempo soli da...non ricordo più come si fa l'amore, maledizione.

Ho invitato più volte Davide fuori o qui a casa per stare tutti insieme, ma ha sempre rifiutato, talvolta inventando scuse davvero idiote, sicuramente per non essere invadente anche lui, ma stasera sono riuscito a costringerlo a non fare il coglione.
So quanto voglia bene a Grace, è come una sorellina per lui, è stato vicino ad entrambi in quegli anni dolorosi e manca anche a lui, siamo cresciuti insieme, abbiamo un forte legame che ci unisce.
Mi sistemo sul divano mentre sto aspettando che arrivi la pizza a domicilio, ovviamente ordino in una pizzeria rigorosamente italiana, sento il phon accendersi e capisco che per la prossima mezz'ora starò qui ad aspettare da solo.
Accendo la TV e inizio a fare zapping fin quando non trovo un canale di sport, sono stravaccato e tranquillo a sopportare ancora il telefono di mia sorella che continua ad infastidirmi con tutti questi messaggi.

Ma quanti anni ha, quindici? Chi le scrive così tanto?

Faccio partire una videochiamata a Chloe, risponde subito, la vedo sul suo letto con la solita tuta enorme e la coda ai capelli.
Chiacchieriamo qualche minuto e quando nota il mio fastidio mi chiede cosa non va.
«Niente, il telefono di Grace credo possa esplodere da un momento all'altro, è irritante.»
Sbuffo per l'ennesima volta guardandolo come se potessi incenerirlo con la forza dello sguardo.
«Lasciala stare, magari è il fidanzato.»
Guardo male Chloe.
« Ma che stai dicendo? Non ha un fidanzato, non è ancora il momento.»
La mia sorellina non pensa a queste cose, spero.

«Andrea, mi sembra adulta, vorrei farti notare che è più piccola di me solo di un anno.»
Scuoto la testa per sminuire questi dettagli, mentre lei alza gli occhi al cielo per la mia reazione, saluto frettolosamente e chiudo, mi ha solo messo in testa pensieri che non avrei voluto avere.

E se fosse davvero un ragazzo?

Inizio a fissare quell'aggeggio sul tavolo, accanto alla sua borsetta viola, la mia gamba si muove ritmicamente, incrocio le mani e poggio i gomiti sulle ginocchia, il rumore del phon riempie la casa, e il mio respiro è sempre più accelerato.
In fondo è adulta, ha ragione Chloe, è normale che abbia un ragazzo, anche se non me ne abbia mai parlato, ma non dovrebbe sorprendermi anche questo. Come è logico che io ne sia geloso, ma non posso immaginare qualcuno che tocchi la mia sorellina.

Inizio a camminare per il salotto, avanti e indietro davanti questo tavolo, davanti questo telefono, lo fisso e so che non dovrei farlo, che dovrei rispettare la su privacy, ma mi ha detto che non si frequenta con nessuno, quindi chi la scrive di continuo?

La mia mano si allunga verso l'aggeggio infernale e proprio quando sto per sfiorarlo, il campanello suona facendomi ritrarre.
Nervosamente vado ad aprire, gli occhi scuri di mio fratello sono lì, non ha una bella cera, lo trascino in casa letteralmente acciuffando la sua felpa rossa e chiudo la porta.
Controllo che Grace sia ancora in bagno, il rumore del phon acceso mi tranquillizza, bisbiglio i miei dubbi a Davide con la speranza che mi faccia rinsavire, ma peggiora solo la situazione.
«Dobbiamo scoprire se un ragazzo le gironzola intorno.»

Ci mancava solo lui che mi istiga.

Ci guardiamo e poi i nostri sguardi si dirigono verso l'arma del delitto, l'unica che può dirci la verità.
Ma in quel momento mi rendo conto che c'è all'improvviso troppo silenzio in casa, infatti Grace è dietro di noi.
«Che state facendo?»
Mia sorella ha sempre capito quando qualcuno le stesse mentendo, i suoi occhi fanno paura, ti leggono dentro, non sembrano neanche veri, rossi come delle gemme preziose.

Tento di fare il finto tonto e con tranquillità, insieme a Davide, andiamo a sederci sul divano.
« Io esco con amici stasera.»
Mi volto stranito verso Grace, ma con la coda dell'occhio vedo il mio amico guardarla pochi istanti per poi abbassare il capo e rimettersi a fissare la TV, credo ci sia rimasto male.
«Ma dovevamo passare la serata insieme noi tre.»
Quella ragazza, col capo chino sul telefono, va via urlando un semplice 'la prossima volta'.

Non appena il portone di casa si chiude, io e Davide afferriamo i cappotti e siamo pronti a seguirla, se dovesse scoprirci sono finito, lo so, ma lui ha insistito e di certo io non ci ho messo molto a farmi convincere.

L'uber dove sale Grace parte esattamente nel momento in cui noi usciamo dal palazzo, per fortuna la mia auto è qui davanti, saliamo e seguiamo come due sciocchi l'auto scura davanti.
Mi aspettavo di andare in centro, in qualche ristorante o pub, invece stiamo andando nel Queens.
Davanti a noi c'è un motel a ore, lo osservo con disgusto, Davide sembra più incazzato di me, io quasi non vorrei scendere e scoprire con chi si sia incontrata mia sorella, lui invece vuole quasi sfondare quella porta e spaccargli la faccia.

Tutte le stanze sono a vista, porte bianche con ognuna accanto una piccola finestra, situate su due piani, sei al piano terra e sei al primo piano, e lei, è entrata nella stanza numero tre.
Scenari di Grace con un uomo, nudi nel letto mi fanno quasi venire la nausea.
Cazzo, è la mia sorellina.

Mentre cerco di ragionare sul modo più corretto di comportarmi, tenendo presente che lei, che mi piaccia o no, è adulta, quella dannata porta si apre mandando a puttane la mia vita, perché ciò che vedo, o meglio, chi vedo, fa crollare tutto, perché questo cambia tutto.

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