Capitolo 44 - Andrea
Andrea
Il silenzio ci avvolge facendo da sfondo ai demoni che per una volta tanto non mi fanno paura, forse perché stasera non sono solo a doverli combattere, a doverli tenere a bada.
Sono in piedi davanti la grande vetrata del mio salotto, guardo l'oscuro oceano che ho di fronte e che rispecchia le immense ombre che fanno parte di me da quella maledetta notte in cui l'ho persa, in cui mi sono perso.
Mi volto appena e mi sembra di scorgere una luce, invece è Chloe, seduta sul mio divano con i suoi occhioni fissi su di me e, la sola cosa che non vorrei mai vedere nel suo sguardo è pietà, ma per fortuna non vi è traccia.
Le ho appena detto che mia madre è morta, anni fa, non lo avrei mai fatto, in realtà non l'ho mai fatto con nessuna, questa ragazza mi sta facendo scoprire lati di me vulnerabili, e non so se sia un bene.
«Come è successo?»
La sua domanda spezza il silenzio.
«È stato un incidente d'auto, ma la verità è che l'amore per mio padre l'ha uccisa.»
Rispondo fin troppo secco.
«Che vuoi dire?»
Mi aspettavo, conoscendola, che non le sarebbe bastato e allora inizio il mio breve tuffo nel passato, in momenti faticosi da rivivere.
«Lui ha sempre tenuto di più al suo lavoro, alla sua azienda, ad avere più potere, più soldi, non c'era mai per lei, per me o mia sorella.»
Stringo i pugni non volendo, ma pensare all'uomo che mi ha generato mi fa nascere una rabbia che non riuscirò mai a spegnere facilmente.
«Poi la mamma ha scoperto che aveva un'amante.»
Non dimenticherò mai quei giorni purtroppo, né la sua sofferenza, le sue lacrime, e anche per questo, non lo perdonerò.
«Non faceva che piangere, ma lo pregava di non abbandonare la famiglia e chiudere con quest'altra donna.»
Avrei voglia di sfogare la mia rabbia e il mio dolore prendendo a pugni questo vetro spesso davanti a me.
«Anche quella notte era uscita sotto la pioggia, sconvolta, per andare da lui, fra le lacrime.»
Sbircio Chloe che continua a restare in religioso silenzio, ad ascoltare il mio racconto, immobile su quel divano, non sento neanche il suo respiro e ritorno a fissare l'oscuro oceano dinnanzi a me.
« Lui, per l'ennesima volta non si era presentato a cena per via della solita riunione improvvisa, ma lei non gli credeva.»
Si dipinge sul mio volto un sorriso amaro.
«Non so se è vero o se fosse con quella donna, o magari con un'altra, ma ciò che so, è che è stato lui ad uccidere mia madre.»
Sfilo con foga la cravatta che ho ancora al collo e attorcigliandola intorno alle mani stringo e tiro finché ho forza.
«Il suo essere meschino e indifferente al suo dolore, la sua avidità, la sua lussuria verso altre donne.»
La rabbia di ciò che ho perso, di ciò che mi è stato portato via, ha avvelenato il mio cuore.
«Non ci si può fidare dell'amore, si rischia troppo se lo fai.»
Mi volto e scorgo sofferenza sul suo bellissimo volto, con passo titubante mi affianca.
«Non ho perso solo me, Chloe, non ho perso solo lei, ma anche mia sorella, che poco tempo dopo, è scappata in Italia dai nonni, appena adolescente.»
« Mi dispiace.»
Lei prende la mia mano nella sua, liberandola dalla stretta del tessuto della cravatta, ma questo tocco, in realtà, potrebbe essere in grado di liberare me dalla morsa della solitudine.
«Il vuoto che attanaglia la mia anima non potrà essere mai colmato, da quella notte io mi sono perso.»
Le dico cercando i suoi occhi che trovo leggermente lucidi, e mi sento in colpa per averla intristita.
«Non so nemmeno perché ti sto raccontando questa parte così intima di me.»
Sospiro e mi allontano da lei, dal contatto che stava cercando, perché non mi piace essere biasimato, né sentirmi così fragile.
« Ti sbagli.»
L'affermazione determinata di Chloe mi fa voltare verso di lei, è ancora lì dove l'ho lasciata, dove ero io un attimo fa, davanti la vetrata, e mi fissa seria.
«Non è vero che non puoi fidarti dell'amore Andrea.»
I suoi occhi scuri sembrano brillare, anche se il salotto è illuminato solo dalla luce fioca della lampada accanto il divano.
«Non l'ho mai fatto fino ad ora, anche se dicevo l'opposto, ma la verità è questa.»
Le confesso.Ormai, questa sera, sembro non avere scudi di difesa.
«Non ci sono mai riuscito, perché non ho mai trovato nessuno che mi spingesse ad avere la forza di farlo.»
Inizio ad avvicinarmi, non potendone fare a meno, come se lei fosse una sirena e mi richiamasse con il suo canto ipnotico.
«Chloe, fa paura fidarmi dell'amore, dopo quello che ho vissuto.»
So che sto per essere del tutto vulnerabile, del tutto esposto, del tutto nelle sue mani, ma sono disposto a rischiare per la prima volta nella mia vita dopo quella notte.
«Allora fidati di questo.»
La sua mano prende la mia e la posa sul suo petto, all'altezza del cuore, poi incastra i suoi occhi nei miei, e mi sembra di ritrovare di nuovo la via di casa dopo anni di cammino.
«Chi sei tu? Come riesci a stravolgere tutti i miei piani?»
La mia è una domanda lecita, perché questa pazza e meravigliosa ragazza è apparsa dal nulla e ha avuto il potere di mettere in discussione qualunque cosa nella mia vita, con la sua lingua tagliente e il suo sguardo ammaliatore.
La sua tacita risposta mi fa perdere ogni controllo, semplicemente mi sorride, uno di quei sorrisi radiosi che sanno illuminare, se possibile, anche tutta New York, uno di quei sorrisi che illuminerebbero un cielo nero, senza luna o stelle.
E mi chiedo se lei possa essere la mia stella polare, per darmi sempre modo di ritrovare la strada di casa, per non farmi perdere più.
Mi guarda da sotto le lunga ciglia, mentre sono ancora imbambolato come uno sciocco, in preda a questa strana magia, e fisso nella mia memoria questa sua immagine, queste mie emozioni che mi travolgono.
Questa mia vita grigia senza colori, ad un tratto mi sembra triste, la sento stretta, e più Chloe mi sorride, più mi sembra di iniziare a vedere qualche colore.
Per un attimo sorriso anche io, dopo anni, mi sembra di riassaporare un barlume di speranza e, cazzo se fa paura, ma so dove trovare la forza.
Sulle sue labbra.
La bacio teneramente, come se fossimo soliti farlo, una, due, tre volte, perché sento che da stasera inizierà una nuova vita per me, una vita fatta di colori e speranze, una vita fatta di noi due.
Stringo Chloe fra le mie braccia e approfondisco questo bacio che dà inizio ad un nuovo me, e inizio a toglierle la giacca per gettarla da qualche parte.
Non è solo la voglia di farla mia, la voglia di sentirla finalmente addosso, di sentirci una cosa sola, ma è il bisogno di guarire le ferite della mia anima, e credo che solo lei potrà farlo.
Ad ogni bacio, ad ogni sguardo, ad ogni carezza, ad ogni sospiro, ritrovo la via di casa, e forse la mia casa da stasera ha un nome, un sorriso che mi incanta, due occhi scuri e lunghi capelli color cioccolato.
La mia Chloe.
Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto il capitolo, habemus finalmente e ufficialmente la coppia Chloe e Andrea.
😘😘♥️♥️
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