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capitolo 16 - Andrea

Andrea

La guardo esporre il nostro progetto al cliente in modo egregio, nonostante la paura di sbagliare le faccia tremare la voce e le mani, che tiene sempre in movimento, credo non riesca a stare ferma.
John annuisce compiaciuto e il cliente sembra interessato e, di tanto in tanto, si scambia qualche occhiata di approvazione con il proprio socio, abbiamo fatto un ottimo lavoro e sono sicuro che il progetto sarà nostro, questo costerà un bel po' a mio padre, una perdita considerevole se tutto va come deve.

Spesso gli intensi occhi nocciola di Chloe mi cercano fra le poche persone sedute a questo lungo tavolo rettangolare, ma non ha bisogno della mia approvazione per capire che sta andando bene, è davvero una ragazza talentuosa e presto lo capirà da sola acquisendo un po' più di fiducia in sé stessa.
Alla fine della presentazione il cliente mi sembra molto soddisfatto, ci chiedono qualche minuto di privacy per discuterne fra loro e questo è un buon segno visto che vogliono farlo qui, invece di andar via e farci sapere in giornata.

Chloe si avvicina e con aria titubante mi chiede subito cosa ne penso della sua performance, capisco voglia conferme, è la sua prima presentazione, la prima esperienza ufficiale.
« Sei stata grande.»
Il sorriso che le spunta sul viso è radioso e tira un sospiro di sollievo portando una mano al petto, in quel momento il cliente ci richiama per dirci la sua decisione, in attesa trepidante la mano di Chloe trova la mia e la stringe, sicuramente è un gesto fatto a causa dell'ansia.

« Abbiamo deciso di affidare la campagna pubblicitaria dei nostri prodotti alla vostra società.»
Seguono a queste parole alcune strette di mano prima che i nostri nuovi partner si spostino nell'ufficio dell'avvocato per la parte burocratica.

All'improvviso delle braccia si stringono al mio collo, ed io sorridendo avvolgo le mie braccia lungo il corpo sinuoso di Chloe, già stretto al mio, la sensazione che ne segue quando si allontana è freddo, ne sento già la mancanza stranamente.
« Ce l'abbiamo fatta.»
L'entusiasmo che ha negli occhi è quasi coinvolgente.
« Chiamo subito Sofi e i miei genitori.»

Si allontana con il telefono in mano sussurrando a sé stessa ' la mia prima vittoria ' e me la ricordo bene anche io questa sensazione, la gioia e la voglia di condividere, l'istinto di fare quel numero, la prima chiamata dopo una vittoria, o dopo una sconfitta.
Peccato non possa farlo mai più, da troppo tempo, la persona più importante mi è stata portata via.

« E' stata brava, e comunque complimenti ad entrambi.»
La voce di John mi strappa da quei pensieri che come fango mi imbrattano la mente spesso.
« Mi ha sorpreso che tu le abbia lasciato fare la presentazione, era un grosso cliente, in concorrenza con tuo padre.»
Mi volto di scatto, non credevo lui ne fosse a conoscenza.
«Certo, lo sapevo, è la mia agenzia, so sempre tutto.»
Sembra leggermi nel pensiero.

John è l'unico a sapere che il grande impero della pubblicità di Vincenzo Milani, nostro concorrente, situato a pochi isolati da qui, se volessi, sarebbe la mia eredità in quanto suo figlio, a chiunque associ i nostri cognomi dico di non aver alcun nesso con lui.
Mio padre mi ha detto più volte di volermi affidare l'azienda di famiglia un giorno, a patto di riportare qui mia sorella e vivere sotto il suo tetto, per non parlare di altre costrizioni assurde.
Ma io non accetterò mai, è proprio a causa di questa azienda che lei non c'è più e Grace è fuggita in Italia, lui ha sempre tenuto più al suo lavoro che a noi, che a sua moglie e i suoi figli.
Ancora oggi è la cosa più preziosa che ha, e gliela porterò via distruggendogliela, pezzo per pezzo.

« Siete una bella squadra, o coppia?»
Mi guarda e ridacchia lo stronzo andando via mentre io scuoto la testa, riporto gli occhi su Chloe e per fortuna anche i pensieri tornano su di lei, lontani dal buio delle ombre del mio passato, ombre che mi avvolgono ogni volta che gli squarci della mia anima bramano la sete di vendetta.
Sorrido inequivocabilmente nel vederla mentre entusiasta, dall'altro lato della sala, cerca di contenere la propria gioia e racconta al telefono il suo primo successo alla famiglia lontana.

Immagino quanto le costi questa distanza, chi meglio di me può saperlo.

La porterò a pranzo in un posto carino per festeggiare, abbiamo il resto della giornata libera, magari non ha ancora visto i posti caratteristici di New York, potremmo fare un tour.

Questi pensieri mi sorprendono, ma le emozioni che mi hanno investito di prepotenza ieri sera a casa sua sono inspiegabili, non mi era mai capitato di fermarmi a casa di una ragazza per godermi la sua compagnia, un film, addormentarmi sereno.
Senza la necessità di avere secondi fini, e devo ammettere che quando mi è finita addosso è stata dura non baciarla, ecco, l'ho detto, sarà perché sono un uomo e lei è una bella ragazza, sarà perché era così vicina, con il suo sorriso e i suoi occhioni scuri.
Non lo so, ma in quel momento sono andato in crisi, la ragione era in totale blackout e ogni cellula gridava ' baciala', lo leggevo anche nel suo sguardo smarrito il bisogno di prendere le distanze prima di commettere sciocchezze.

Eppure, non sono riuscito ad allontanarmi da lei, la mia pelle aveva bisogno in qualche modo di toccare la sua e mi stava bene anche attraverso un misero ballo, stringerla per brevi momenti per capire cosa diavolo stessi provando.
Addirittura non sono riuscito ad andare via per dissetare quel bisogno di vicinanza improvviso, e stamattina, aprire gli occhi e vederla accanto, ad un soffio da me, è stato terribile, perché non mi sono mai sentito così ubriaco di una donna.
Ora ho un bisogno impellente di capire cosa significa tutto questo, e se il suo cuore inizia a battere quando siamo così vicini, se ha bisogno di avermi accanto, come sta accadendo a me, senza logica.

Inizio a smanettare con il telefono in cerca di un posto carino dove pranzare, quando mi chiama Davide per chiedermi della presentazione, con entusiasmo gli do la buona notizia e declino il suo invito a pranzo dicendogli di voler portare la mia bella amica italiana a festeggiare, ma alzando lo sguardo, vedo Mark ridere con Chloe.
Il mio stato d'animo muta all'istante e serro istintivamente la mandibola, lei è come sempre radiosa quando c'è lui e non so come mai ma questa volta quel suo sorriso mi fa male.
Scruto ogni suo movimento, ogni gesto e, tento di capire attraverso il labbiale la loro conversazione inutilmente, lui le accarezza il braccio con la sua mano, capisco solo che lei lo ringrazia, quindi forse si sta congratulando, ma sono un uomo, so che alcuni gesti non sono innocenti come possano sembrare.
Ho notato come quell'idiota abbia iniziato a guardarla negli ultimi giorni solo per un cambio look leggermente più audace, come quel cretino si sia infastidito da quando lei non gli da tutte le attenzioni di prima ma anzi, crede possa sfuggirle e non essere più lui il centro dei suoi desideri.

Poteva accorgersi della dolcezza di Chloe dalle sue piccole attenzioni, della sua bellezza anche con abiti diversi, della sua caparbietà che la spinge ad essere combattiva e la simpatia, dandole un'occasione, non servivano i mezzucci che abbiamo dovuto usare.

« Andrea, ma mi ascolti, ci sei?»
Davide mi richiama dall'altro capo del telefono più volte prima di ottenere la mia attenzione, distolgo lo sguardo da quei due e mi concentro sul mio amico, mi volto verso la grande vetrata e dinnanzi a me l'azienda che odio, che è il mio unico obiettivo e non devo farmi distrarre da altro.
Mi prendo un momento per godere di questa vittoria e vorrei proprio vedere la faccia del grande Vincenzo Milani quando riceverà la notizia di un altro grosso cliente che non ha scelto lui.
« Un'altra vittoria fratello, un gradino più vicino alla sua sconfitta, anche se questo è solo la prima parte del piano.»
Anche se dovrò sporcarmi le mani e fare delle vittime, avrò la mia vendetta.
« Non mi piace il resto del tuo folle piano, spero cambierai idea, tu non sei così.»
Non rispondo, ne abbiamo parlato mille volte, ha ragione, e forse non si sbaglia neanche quando dice che tutto questo odio mi porterà a perdere l'anima.

Lo saluto non volendo più sentire i suoi sospiri preoccupati, intanto alcuni colleghi si sono avvicinati per congratularsi e lo fa anche il caro Mark, i suoi occhi scuri puntano dritti nei miei e infilo le mani nelle tasche dei pantaloni beige per evitare che veda come stringo i pugni.
« Congratulazioni, sei sempre stato bravo nel tuo lavoro, Chloe è fortunata ad averti come mentore.»
Lo ringrazio a denti stretti, devo essere impazzito.
« Andiamo a pranzo per festeggiare la sua prima vittoria.»
Le mie iridi si spostano verso la figura della mora che ride con una collega del reparto stampa.
« Mi ha invitato prima che lo facessi io, credo proprio ci sia feeling fra noi.»
Sento montare un fuoco nel petto che blocca ogni movimento ai polmoni, schiacciati nella gabbia toracica.
« Buon divertimento, scusa, ma ho un appuntamento e sto facendo tardi.»
Mi congedo da lui con un finto sorriso, i passi si dirigono verso il mio ufficio, afferro le chiavi dell'auto sulla scrivania e nel voltarmi mi ritrovo sull'uscio lei.
« Eccoti, dove corri?»
I suoi occhi luminosi, quanto il suo sorriso, sembrano ingenui, ed io mi sono lasciato ingannare da un'idea, da un profumo, da un'emozione senza logica.

Infondo non ha colpe questa ragazzina.

« Vado di corsa.»
La oltrepasso e mi dirigo verso gli ascensori, il suono dei suoi passi dietro i miei mi confonde.
« Allora potremmo festeggiare stasera, o domani.»
Le porte metalliche si aprono e mi fiondo dentro pigiando subito il tasto per il sotterraneo, la guardo con non curanza.
« Dimentichi che ho un appuntamento con la mia futura moglie domani sera, sarò un perfetto Swayze, ho fatto le prove ieri.»
Le faccio un'occhiolino giusto in tempo prima di vedere le porte richiudersi e la sua immagine scomparire, giusto in tempo per vedere la delusione in quegli occhi scuri.

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