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Chapter 9.

La mente è un vortice di pensieri. La dichiarazione di Joe ha scosso qualcosa di profondo dentro di me, facendo vacillare quella sicurezza che pensavo di avere, ma crolla sotto il peso della verità che Joe mi ha rilevato. Il mio cuore batte forte, non solo per la sorpresa delle sue parole, ma per la consapevolezza crescente che i miei sentimenti per Joe potrebbero essere più intensi di quanto abbia voluto ammettere.

Il sonno tarda ad arrivare, mentre penso e ripenso alle sue parole. Quando finalmente l'alba si fa strada, porta con sé una luce nuova, una chiarezza che mi mancava la sera prima. La giornata trascorre lentamente. Evito Joe durante le prove, troppo confusa per affrontarlo subito. Anche quando Kevin, quasi supplicandomi, mi chiede di raggiungerlo nei camerini, riesco a sfuggirgli, incapace di fare i conti con quello che sta accadendo dentro di me.

Non posso però sfuggirlo al concerto. Lì, seduta, sulla mia solita poltroncina grigia a fissare lo schermo. Il concerto è un turbinio di luci, suoni ed emozioni che travolgono il pubblico, ma la mia mente è altrove. Ad un tratto, le luci si abbassano, e il palco si tinge di blu profondo. Poi, Joe prende il microfono e sorride, la sua voce riempie l'arena: «Questa canzone è per qualcuno per me speciale...».

Il mio cuore inizia a battere all'impazzata, quando inizia a cantare "Invisible". Ogni parola sembra colpirmi come una freccia, e una strana sensazione mi pervade: paura, speranza o desiderio. Ogni parola sembra un richiamo, come stesse parlando direttamente al mio cuore. All'improvviso, tutto intorno a me scompare. Esiste solo lui, e quella canzone.

Mi vengono in mente alcune parole che mi diceva mia nonna quando ero piccola: "l'amore vero lo riconoscerai quando vedrai te stessa riflessa nei suoi occhi". Inizialmente non avevo molto peso alle parole che mi aveva detto, ma adesso qualcosa sembra scattarmi dentro. È come se quella canzone avesse finalmente messo a fuoco ciò che fino a quel momento avessi cercato di ignorare. Forse non è più il momento di nascondersi, e nasconderlo.

Così, una volta terminato il concerto, cerco Joe ma purtroppo non lo trovo da nessuna parte. Sembra svanito nell'aria, come se fosse stato una semplice apparizione. Mi precipito verso il camerino, ma è vuoto. Il suo nome scritto sulla porta mi sembra quasi ironico, come se quelle parola non appartenesse a nulla di concreto.

«Nick, Nick», lo chiamo

Lui si avvicina, con espressione curiosa. «Che succede?»

«Hai visto Joe?», la domanda mi sfugge senza pensarci troppo. So che devo trovarlo.

Scuote la testa. «No, non l'ho visto. È andato subito dopo il concerto, credo. Perché?»

«Uffa, devo trovarlo immediatamente», dico

Nick mi guarda tra il divertito e il sorpreso. «Immediatamente! Stamattina non volevi praticamente sentirlo nominare»

Sospetto che la sua osservazione abbia un fondo di verità. «Lo so. Non è un comportamento sensato da parte mia, ma ...c'è una spiegazione a tutto questo».

Non ho tempo di dare altre spiegazione. In quel momento, vedo passare Kevin e lo raggiungo quasi correndo. «Novità di Joe?» gli chiedo

«Sì. È andato verso l'hotel. Aveva voglia di camminare».

«Perfetto, grazie», dico, e così mi avvio verso l'uscita. Devo incontrarlo prima che arrivi in hotel. Cammino veloce, attraversando il backstage ormai quasi vuoto. Appena esco dall'edificio, l'aria fresca della notte mi sembra quasi pungente. Vedo in lontananza la sua figura che cammina a passo lento verso l'hotel. Il cuore accelera, e con esso anche i passi. Quando gli sono vicina, lui si ferma come se mi avesse sentita arrivare, il suo sguardo si volta verso di me. Non posso fare a meno di notare come i suoi occhi abbiano un'intensità nuova, e diversa. Mi fermo a pochi passi da lui.

«Joe...», la voce che trema. «Joe, io devo dirti una cosa».

Lui mi guarda, senza dire nulla, come se volesse ascoltarmi davvero.

Inspiro. «Quando ieri sera mi ha detto quelle parole, e stasera quando mi hai cantato quella canzone, io non sapevo cosa fare con tutto questo. Ma ora...», mi fermo, e la mia voce diventa quasi un sussurro. «Ora non posso più ignorare la cosa».

Lui continua a fissarmi in silenzio, e come stringe le mani nel suo giubbotto mi fa pensare che stia cercando di non dire qualcosa, o forse di non fare qualcosa. Mi avvicino di un passo, troppo vicino, quasi a toccarlo. «Joe, io...», il cuore batte troppo forte, e la paura mi prende. «Io voglio essere onesta con te. Credo che...i miei sentimenti per te siano più forte di quanto avessi mai voluto ammettere».

Lui non risponde. Il suo respiro è calmo, ma in quegli occhi scuri c'è qualcosa che dice più di mille parole.

«Non voglio perderti», dico.

Per un momento, il silenzio ci avvolge. Poi, la sua mano tocca delicatamente la mia. È un tocco lieve, ma intenso. «Non ti voglio perdere nemmeno io, Julia», dice, poi esita. «Posso...»

«Joe, smettila di parlare e baciami!»,

Lui accenna un sorriso, e poi con un momento lento e deciso, si avvicina e mi bacia. È un bacio senza fretta, un bacio che racchiude ogni parola detta e ogni sentimenti mai espresso. E quando ci separiamo, i suoi occhi cercano i miei. «Non voglio più nascondermi da tutto questo. Non posso fare finta che non stia accadendo, Julia»,

Lo squillare del suo telefono rompe questo momento magico. Joe senza allontanarsi da me, tira fuori il cellulare dalla tasca del giubbotto e sul display leggo il nome "Nick". Rifiuta la chiamata, e mi bacia di nuovo. 

E in quel momento, mi rendo conto che, forse, non siamo poi così lontani come pensavamo. 

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