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Chapter 6

Josh si volta verso di me, sorpreso. «Julia?», dice. Era l'ultima persona che mi aspettavo di trovare qui.

«Cosa ci fai qua?», gli chiedo, cercando di sembrare tranquilla

«Giuro che non ti sto pedinando o altro. Avevo una riunione di lavoro in città», dice, un po' imbarazzato

Lo presento ai ragazzi, mantenendo la calma. Non ho nessun problema con Nick e Kevin, ma quando arriva il momento di presentare Joe, vacillo leggermente. «Lui è... ehm...»

Joe, notando il mio imbarazzo, fa un sorrisetto di quello che capisco troppo bene e si presenta da sé. «Ciao, piacere Joe», dice. La tensione tra noi è palpabile, ma cerco di non farci caso.

Josh mi invita a bere qualcosa al bar dell'hotel, e io accetto, forse più per sfuggire alla situazione che per altro. O forse è solo perché sono curiosa di come andranno le cose.

«Allora, che mi racconti? Come procede il tour?», chiede, mentre si siede con un sorriso che mi ricorda i vecchi tempi, quelli in cui le cose era più facili

«Procede abbastanza bene. C'è sempre un sacco di cose da fare, ma mi piace e sono felice di farlo», rispondo, cercando di sembrare entusiasta.

«Sono contento per te», dice lui, guardandomi in un modo che mi fa pensare che stia cercando di capire se c'è qualcosa sotto la superficie.

«E tu? Che mi racconti?»

Lui fa una pausa, sorseggiando il suo drink. «Sto cercando di mantenere il controllo come sempre. Ma sai come vanno queste cose», il suo sguardo che si perde un attimo nel vuoto.

Un'altra pausa. Il silenzio tra di noi è carico. I nostri occhi si incrociano per un attimo, e io non so se sono più sorpresa di vedere Josh qui o se è lui a essere sorpresa di trovarmi qui nella sua vita.

Mentre io e Josh chiacchieriamo, una risata si alza dal bancone del bar. Mi giro di scatto e vedo Joe, al bancone, con uno dei suoi sorrisi che sembrano più affascinati di quanto dovrebbero. Sta parlando con una barista, una ragazza bionda, e sembra che stia ridendo di qualcosa che lui ha appena detto. Mi sento una fitta allo stomaco, ma cerco di nasconderla dietro un sorriso.

Torno a concentrarmi su Josh, ma non riesco a fare meno di guardare ancora. La situazione mi infastidisce più di quanto voglia ammettere, e non mi piace nemmeno come la rabbia si mescola alla frustrazione che sto provando.

«Un altro drink?», chiede Josh

«Eh? Si, grazie» rispondo, cercando di distogliere lo sguardo da Joe.

Josh si alza per andare al bancone, e per un attimo rimango sola con i miei pensieri. Senza volerlo, torno a guardare Joe. È ancora lì, al bancone con il suo sorriso affascinante, intento a sistemarsi i capelli, come se stesse cercando di impressionarla, e la barista sembra cogliere ogni suo gesto con attenzione che mi fa rodere dentro. Perché mi sento così? Improvvisamente, la consapevolezza di ciò che sta accadendo mi colpisce nello stomaco. Sono gelosa di Joe.

Non voglio che Josh se ne accorga. Così, mi alzo di scatto, cercando di non mostrare nulla, e mi avvicino al bancone. Josh alza lo sguarda non appena arrivo. «Ehi, che succede?», mi domanda

«Non mi sento tanto bene. Credo che tornerò in camera. Facciamo il secondo giro un'altra volta» dico, cercando di sembrare convincente.

«Ok, va bene», dice lui. «Ti accompagno».

Passiamo accanto a Joe mentre ci dirigiamo verso l'ascensore. Il suo sguardo incrocia il mia per un secondo, e noto una leggera sfumatura di confusione nei i suoi occhi. Per un attimo, il mondo intorno a me sembra rallentare. Ma prima che possa dire qualcosa, afferro il braccio di Josh, facendogli capire che voglio andare. Ci dirigiamo rapidamente verso l'ascensore, senza dire una parola. La porta si chiude dietro di noi, e il silenzio che ci avvolge è quasi imbarazzante.

«Stai bene?», chiede lui, premendo il pulsante del mio piano

«Sì. Sono solo stanca, tutto qua», mento.

Il rumore delle porte che si aprono sul mio piano mi fa sobbalzare. Josh mi accompagna fino alla porta della mia stanza. «Posso invitarti per una cena?», chiede con un sorriso

«Meglio un pranzo», dico, con un tono scherzoso.

Josh ride. «D'accordo. Ci vediamo domani allora».

Annuisco. «Sì, a domani», dico. Lo osservo allontanarsi, e solo quando la porta della mia stanza si chiude, il peso della serata sembra svanire. Mi lascio cadere sul letto, cercando di non pensare a Joe, alla barista e ai loro sorrisi compiaciuti. Ma proprio mentre sto cercando di rilassarmi, sento bussare alla porta.

«Julia?», la voce di Joe mi fa sussultare

Il mio cuore accelera. Apro la porta senza dire nulla, cercando di mascherare il mio disappunto. Lui entra senza aspettare il mio invito.

«Ti ho visto tesa prima», dice con quel sorriso che conosce troppo bene le mie reazioni. «Ma non credevo che la gelosia ti stesse così bene»

Mi blocco. Le sue parole mi colpiscono come un pugno. «Non so di cosa stai parlando», rispondo, cercando di sembrare disinteressata

Joe fa un passo verso di me, avvicinandosi con sicurezza, e il suo sguardo si fa più intenso. «Non dirmi che non l'hai notato, perché ti ho visto guardarmi prima. E ti ho visto guardarla, la barista».

Non voglio che lui abbia ragione, e non voglio nemmeno che lui sappia quanto mi faccia sentire vulnerabile. Ma la sua presenza, la sua vicinanza, mi tolgono ogni difesa.

«Non stavo guardando te», dico, cercando di essere indifferente. «Non sei così importante come pensi di essere» dico, con voce più alta di quanto vorrei. «E comunque, non sono gelosa».

Joe alza un sopracciglio, divertito. «Davvero? Perché, se non fossi gelosa, non avresti avuto quella faccia quando mi vedevi chiacchierare con la barista», dice. Il suo tono è di chi sa di aver colto nel segno, e questo mi fa esplodere una rabbia che non riesco a contenere.

Cerco di respingere il nodo che si è formato in gola, ma le parole mi escono lo stesso. «Puoi anche scopartela, la tua barista. Non me frega niente», dico

La sua espressione cambia per un attimo, ma poi sorride. Si avvicina ancora di più, come se volesse guardarmi negli occhi. «Stai cercando di convincerti che non ti importa? Ma io vedo tutto»

Mi sta mettendo alle strette, e la cosa che più mi irrita è che forse ha ragione. La gelosia è una di quelle cose che non si può nascondere, anche se lo volessi. Ma non posso dargliela vinta, e non posso ammettere nulla.

«Non mi frega nulla di te», dico, cercando di sembrare convinta

Joe sorride ancora, ma stavolta è diverso, più sfidante. Si avvicina ancora di più, e l'aria tra di no sembra più densa, quasi elettrica. «Sicura che non ti importa?», sussurra, un'ombra di malizia nei suoi occhi.

Le sue parole sono una sfida aperta, e la sua vicinanza è quasi insostenibile. Ogni respiro mi sembra più pesante, come se volessi allontanarmi ma allo stesso tempo fossi incapace di farlo. Joe si avvicina ancora di più, e la sua mano sfiora il mio braccio accidentalmente, un tocco leggero ma intenso. La mia pelle si accende, e la mia mente si svuota di tutto, eccetto lui.

«Non mi importa di te», ripeto, cercando di essere credibile. «Perché non ti vai a divertire con la tua barista?», cercando di essere distaccata

Joe sorride ancora di più, quasi divertito dalla mia resistenza. Ma c'è qualcosa nei suoi occhi che mi fa venire voglia di lui. È il controllo che lui ha su di me, e quel sorriso che mi fa desiderare cose che non voglio.

«Forse ti frega più di quanto pensi», dice, e si sposta di un millimetro verso di me, la sua bocca così vicina alla mia. «E forse...un po' di gelosia ti fa impazzire»

Resto immobile, lottando per non cedere alla sensazione di calore che cresce dentro di me. Ma so che è solo una questione di tempo, e questa consapevolezza mi fa impazzare ancora di più. Poi, non so come, ma riesco a trovare la forza di reagire. Mi allontano da lui, forzando il mio corpo a non cedere.

«Sarai abituato ad averle tutte ai tuoi piedi, ma con me non funziona» dico, con tono neutro e calmo. «Non mi importa di te, non importa di me», dico. Mi sforzo di mantenere distante e fredda. «Ora se non ti dispiace vorrei andare a dormire»

Joe sorride, più sfidante. «Come preferisci», dice. «Ma se dovessi cambiare idea, sai dove trovarmi». Si volta per andarsene, ma prima di chiudere la porta, si ferma, lanciandomi un'ultima occhiata. Poi, la porta si chiude, lasciandomi sola, con il cuore che batte forte e il pensiero che rimbalza tra frustrazione e qualcosa che non so definire.

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