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Chapter 34.

Non so come la notizia della mia gravidanza sia giunte alle orecchie di Kevin e Nick, ma una sera, quasi per magia crudele, i due si presentano sotto il mio appartamento, pretendendo spiegazioni.

«È di Sandy, suppongo», commenta Nick con un tono tra il dubbio e l'incredulità, scrutandomi con occhi che cercano risposte.

Per un'istante, mi assale la tentazione di lanciare quella mezza bugia già preparata, ma so bene che non mi crederanno.

Kevin si lascia andare pesantemente sul divano del salotto. «Oh, no, è di Joe», dice. «È ovvio tutte quelle scappatine di nascosto dalla festa. È suo», dice con una sicurezza amarezza, evidenziando ogni "scappatina" furtiva della festa. «È ovvio», insiste, «non c'è altra spiegazione».

Le sue parole mi colpiscono come pugni, e con voce tremante cerco di chiedergli: «Potreste ....per favore, non dirglielo?».

Ma il giudizio nei loro occhi mi fa capire che la mia situazione è ormai fuori controllo.

«Joe non si tirerà mai indietro se il bambino è suo», aggiunge Nick

«Ma tanto lui non solo saprà mai, quindi. A fine mese tornerò in Canada e il mio ritorno in America sarà dimenticato», dico. «Non sarei mai dovuta tornare, sapete?». La mia voce tradisce un miscuglio di rimpianto e speranza vana, mentre li osservo, incapaci di celare il turbamento e la frustrazione.

Nick, quasi timoroso, tenta di immaginare un'altra realtà: «E se invece il ritorno...»

Kevin lo interrompe subito. «Non dire che il ritorno potesse essere un segno del destino, perché ha solo portato disgrazie»

«Disgrazie, davvero?», ribatte con un sorriso forzato, incredulo, mente sollevo le spalle cercando di allentare l'eco di un destino già segnato.

«Io e Joe non siamo fatti per stare insieme. Se in passato è stato un libro a separarci, ora è il bambino a sigillare il destino»

«A me e Priyanka la gravidanza ci ha unito», interviene Nick, come volesse sottolineare che ogni storia ha regole diverse.

Lo guardo con serietà e dico. «È un caso diversa. La decisione è presa»

«Sandy, in tutto ciò che dice? È felice della notizia?», chiede Kevin

«È contento, ma non sospetta nulla. Pensa che il bambino sia suo, e così deve restare», dico, cercando di convincere anche me stessa.

L'atmosfera si fa più tesa. «Questa storia non finirà bene», preannuncia Nick

«Finirà come voglio io. Joe si dimenticherà presto di me»

«Se non l'ha fatto un anno che siete stati lontani, non credo», osserva Kevin

«Ci riuscirà», sussurro.

Appena mi allontana da quella conversazione, il telefono vibra. È un messaggio di Sandy. "Dobbiamo parlare. Ti aspetto a casa".

Il mio cuore batte forte mentre leggo il messaggio. So che quel messaggio non annuncia nulla di buono.

Con passi incerti, mi avvio verso a casa. Appena varco la soglia, l'aria densa e silenziosa mi fa capire che c'è qualcosa di strano. Sandy è agitato. Mi guarda negli occhi. «Mi hai tradito», dice

«Cosa? Di cosa stai parlando?», dico

Sandy mi fissa intensamente, poi mi spiega: «Il bambino che porti in grembo non è mio. Ho fatto i conti: il concepimento è avvenuto in un periodo in cui io non ero in città»

Il mio stomaco si chiude in una morsa di dolore e vergogna. Le parole risuonano troppo forti, e vere. «Mi dispiace. È stato solo un errore, uno stupido errore di una notte», ammetto

«Joe, vero?», chiede.

Non c'è spazio per altre bugie. Abbasso lo sguardo e annuisco lentamente. «Sì»

«Era lui in casa l'altra volta?», insite

Un altro silenzio, e poi annuisco ancora.

Sandy sembra sprofondare nella sedia, incapace di sostenere il peso di quella rilevazione. «Perché non mi hai detto subito la verità?»

«Pensavo che non avrebbe cambiato nulla. Ripeto, è stato solo un errore di una notte», replico

Lui però sembra non credermi. «Tu lo ami ancora, vero?»

«No», mi affretto a rispondere. «Io e Joe non possiamo stare insieme, mentre noi due...»

Ma Sandy mi interrompe. «Non c'è più un noi, Julia. Non posso stare con una persona che ama ancora un altro uomo»

«Ma...», tengo di spiegare, ma Sandy si alza, scuotendo la testa.

«Mi dispiace», dice, prima di uscire dalla mia vita per sempre, lasciandomi sola in un casa.

Rimango immobile, con il cuore spezzato e un futuro incerto. Con un figlio in grembo, mi trovo a fronteggiare il peso delle mie responsabilità.

Con il cuore ancora provata, m impongo di non lasciarmi sopraffare dalla tristezza. È il momento di prendere in mano la mia vita e ritrovare la forza interiore dentro di me.

Il reality, che mi aveva riportata qui nel New Jersey, è ormai finito; persino le riprese del film sono terminate. Non ho pù alcun motivo per restare, nessun legame che mi lega a questo posto.

Mi dirigo in camera mia e inizio a preparare le valigie. Il Canada, e so che mio fratello saprà accogliermi.

La mia vita riparte da lì. In un modo e nell'altro.

Basta Jonas Brothers. È soprattutto, basta Joe.

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