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Chapter 33.

Lasciare andare Joe è stata, senza ombra di dubbio, la cosa più dolorosa che abbia mai dovuto prendere. Eppure, l'ho fatto per il suo bene e per il mio, cercando di porre fine a una spirarle che ci stava distruggendo entrambi. Rivederlo il giorno dopo allo studio per il reality non ha reso le cose facili e aggravava il senso di colpa che avevo cercato disperatamente di seppellire.

Poco prima dell'inizio delle riprese, con il cuore pesante, mi avvio verso l'ufficio del direttore per comunicargli la mia decisione. Le pareti fredde e il silenzio dell'ufficio rispecchiano il mio stato d'animo. Quando il direttore mi accoglie, la sua voce è ferma e comprensiva: «Capisco il tuo disagio, ma mancano solo due puntate. Non puoi fare uno sforzo e resistere ancora un po'?», dice

Sospiro, sentendo il peso della decisione che grava su di me. «Va bene. Rimarrò solo per le due puntate finali, ma poi... dopo questa, non posso restare qui».

Il direttore annuisce, sollevato. «Grazie. Apprezzo davvero il tuo impegno».

Gli regalo un sorriso teso poi torno sul set, mantenendo una facciata professionale. Ogni volta che incrocio lo sguardo di Joe, sento il cuore spezzarsi ancora un po'. Ma so che devo essere forte e portare a termine quello che ho iniziato, non solo per il programma, ma per me stessa.

Mentre mi dirigo verso il camerino, una voce familiare mi chiama: «Julia?».

È Joe. Mi volto e, con un gesto inaspettato, mi afferra la mano. Per un istante, il tempo sembra fermarsi mentre la sua stretta mi ricorda ciò che una volta eravamo.

«Possiamo parlare di ieri?», chiede

La mia mente è un turbine di emozioni contrastanti e, anche se vorrei andare solo via da lui, mi fermo.

«Non ho niente da dirti», dico, freddamente

Joe insiste. «È stato Sandy, vero? Ti ha minacciata?».

Il rimprovero si perde nell'aria. «No. Sandy non mi ha minacciato. Ho deciso, con la mia testa, di chiudere con te», dico

Ma Joe non sembra convinto. «Stai mentendo», accusa.

Un silenzio teso cala tra di noi, e mio difendo. «Non sono affari che mi riguardano se tu non mi credi», dico.

Nonostante tutto, Joe fa un passo avanti, determinato a ottenere una conferma, e io indietreggio. Con uno sguardo che sembra implorare una verità che già conosco, mi chiede: «Allora, guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più. Ti giuro che, dopo, sparirò dalla tua vita»

Il mio respiro si fa affannoso, il cuore inizia a battere più forte. Non riesco a sostenere il suo sguardo, ma so che devo farlo. Alla fine, raccolgo tutto il mio coraggio e lo fisso negli occhi. «Non ti amo più».

Le parole mi escono fredde e taglienti, e vedo il dolore riflettere nel suo sguardo. Lui lascia andare la mia mano, come se il peso di quelle parole fosse troppo da sopportare.

«Va bene», dice, infine, voltandosi lentamente per andarsene.

Lo guardo allontanarsi, e sento un vuoto profondo dentro di me. Con movimenti meccanici, raccolgo le mie cose dal camerino e mi incammino verso la mia auto. Appena sono vicino la portiera, le gambe cedono e un senso di debolezza mi travolge, quasi come il mondo intero si stesse sgretolando attorno a me.

Più tardi mi trovo a svegliarmi in un letto dell'ospedale, confusa e ignara di come fossi arrivata lì.

«Che cosa ci faccio qua?», dico cercando di alzarmi

«No. Non si muova», dice il medico, con voce ferma mentre mi sistema con delicatezza.

Il mio sguardo incrocia quella del dottore. «Perché sono qua?», chiedo

Il medico mi spiega, con un tono rassicurante, che mi avevano trovata svenuta vicino alla mia macchina e portata in ospedale. «Tranquilla, non è niente di grave. Nella sua condizione, però, è normale avere dei giramenti di testa», aggiunge, cercando di calmarmi

Il mio sguardo si fa interrogativo. «Di cosa sta parlando?»

«Lei è incinta».

La notizia mi lascia senza fiato. In quell'istante, mi rendo conto che il destino ha deciso di intrecciare ancora una volta mia vita.

All'improvviso la porta si spalanca e nella stanza irrompe la mia amica Steph. «Tu sei completamente pazza! Mi hai fatto preoccupare tantissimo», dice lei in un misto di preoccupazione e incredulità

«Scusa», mormoro

Prima che possa aggiungere altro, il medico che mi aveva visitato interviene: «Forse è meglio che glielo dica lei stessa la notizia», suggerisce prima di ritirarsi e lasciarci sole.

Steph si lascia cadere sul letto. «Allora?», dice

Sospiro profondamente. «Sono incinta. È di Joe», dico. Le parole mi escono quasi meccaniche.

Gli occhi di Steph si spalancano per lo stupore.«Cosa? Mi sono persa delle cose?», dice

Cerco di spiegarle. «Già... Joe e io siamo andati a letto insieme, diverse volte. Ma l'altra sera Sandy ci ha quasi scoperti. In quell'istante ho capito che dovevo fare una scelta, per entrambi. Ho deciso di allontanare Joe dalla mia vita».

Steph mi guarda con comprensione. «So che dev'essere stato tremendamente molto difficile per te farlo», dice piano

Con un sorriso forzato, tento di alleviare l'aria carica di tristezza. «Tanto presto tornerò in Canada e tutto questo finirà»

Ma Steph non sembra convinta. «Non sei costretta a tornare là», ribatte. «Julia, lo sai che il master da finire non è l'unica opzione. Sai benissimo che anche nel New Jersey c'è un master di recitazione, e dicono che sia persino migliore di quello in Canada».

Mi sento invasa da un misto di determinazione disperazione. «Lo so. Ma non posso farlo», dico. «Ho già preso la mia decisione, e Joe non deve mai saperlo».

Il silenzio cala tra di noi, pesante. Poi, con delicatezza, Steph mi afferra la mano e mi guarda negli occhi con un'intensità che non avevo mai visto prima. «Julia, forse dovresti pensarci bene. Non è solo per te, ma anche il bambino. E chissà... Joe potrebbe voler essere parte della vita di suo figlio»

Scuoto la testa, determinata. «Steph, sono grata del tuo consiglio, davvero, ma ormai ho preso la mia decisione. Questo bambino rischia di complicare tutto, e non posso permettermi ulteriori destabilizzazioni».

Steph sospira, ma non insiste oltre. «Capisco, anche se non approvo pienamente la tua scelta. Ma sappi con te, qualunque decisione tu prenda»

Le sorrido e la abbraccio, grata per il suo sostegno.

Dopo che i medici mi dimettono dall'ospedale, saluto Steph al parcheggio e mi avvio verso la mia macchina.

Mentre salgo, sento il peso della scelta appena fatta. Non posso permettermi di crollare, devo essere forte non solo per me, ma soprattutto per il bambino che porto in grembo.

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