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Chapter 31.


Sono arrivata da Kevin proprio mentre la festa è già in pieno svolgimento. Lui mi ha salutata da lontano, intento a gareggiare con altri papà nella classica corsa nei sacchi, mentre io li osservavo. Margareth, la "signora madre Jonas", non si è nemmeno degnata di salutarmi – anche se, in fondo me lo aspettavo: già agli inizi non mi sopportava, figurati adesso che le ho fatto soffrire il suo piccolo Joe.

Mi infilo tra i gruppetti di bambini che corrono e giocano, cercando di evitare le spruzzate di bibite che volano ovunque. Intanto Kevin e gli altri padri ridono forte, mentre la corsa nei sacchi continua tra inciampi e capriole. Mi prendo un momento per osservare il caos della festa; c'è una bella energia contagiosa.

Di tanto in tanto, Margareth mi lancia occhiate gelide, mentre stringe il suo bicchiere di punch come se fosse un'arma letale. Decido di ignorarla e mi dirigo verso il buffet, fermandomi un attimo a guardare la scena: Joe, con il solito fare esuberante, è circondato da un piccolo gruppo di mamme, intente a ridere per qualcosa che ha detto. Ci prova con gusto a farsi notare, e io cerco di non farmi coinvolgere dalla gelosia, ma è più facile a dirsi che a farsi.

Finalmente raggiungo il tendono dei dolci, dove mi aspetta il dilemma: cheesecake o tiramisù? Forse, entrambe, mi dico, mentre mi avvicino con un piattino in mano. Proprio in quel momento sento qualcuno stringermi una spalla. Mi volto e, con un sorriso beffardo che a me fa venir voglia di prenderlo a schiaffi, vedo Joe.

«Ti stai divertendo?», chiede provocatorio

«Anche se ti ho chiesto di comportarti normalmente, devi proprio provarci con tutte le madri delle festa?», ribatto

Joe, afferrando un piattino, mi passa accanto e sussurra: «Sei gelosa per caso?»

«Oh, fottiti!», esclamo. Stavo per allontanarmi, ma lui mi blocca il braccio. Con un gesto furtivo, mi fa scivolare un piccolo biglietto nel mio piatto. Quando riesco a distanziarmi un po' da lui, lo raccolto e lo leggo:

"Seconda stanza, al secondo piano. Ti aspetto"

Finisco in fretta i miei dolci nel piatto e mi incammino all'interno della casa. Poco dopo Nick e Priyanka mi intercettano.

«Possiamo parlarti un attimo?», domandano

«Proprio adesso?», dico, guardando verso l'interno. «Possiamo fare dopo? Devo andare in bagno».

Senza aspettare una risposta, sgattaiolo all'interno della casa e, correndo lungo le scale, raggiungo la seconda stanza. Lì, quasi ad aspettarmi, c'è Joe.

La stanza è immersa nella penombra, con le tende appena socchiuse. Il cuore mi batte forte nel petto mentre chiudo la porta di me, isolandoci in questo piccolo mondo.

Joe si avvicina. «Era ora che arrivassi», mormora. Mi attira verso di lui. Il suo bacio è urgente, disperato, e io rispondo con la stessa intensità.

Ci spostiamo verso il letto, i nostri corpi si muovono insieme come se avessero una propria volontà. Le risate dei bambini, di tanto in tanto giungono come un'eco lontano, ma tutto ciò diventa lontano e indistinto. Per ora, siamo solo noi due.

Prima di separaci, però, un sussurro muto si perde nell'aria: «Non possiamo continuare così».

Ritornata poi in giardino, cerco di mantenere le apparenze e mi avvicino a Kevin. «Come procede?», dico

«Abbastanza bene. Abbiamo perso», mi risponde, strizzando l'occhio

«Uh, peccato», commento, mentre lui, divertito, mi allunga una mano sotto il collo.

«Hai qualcosa...qui, sul collo», osserva, curioso

«Cosa?», domando, incuriosita

«Non saprei dirti.. qualcosa tipo un morsetto», continua lui, ambiguo

«Sarà opera di qualche insetto», scherzo, mentre lui ride: «Sì, proprio un insetto».

Quando la festa volge al termine, saluto gli ospiti e poi mi avvio verso casa, fermandomi prima al supermercato. Joe aveva promesso di passare quella sera e, desiderosa di sorprenderlo, avevo programmato di cucinargli qualcosa di speciale – niente hamburger, questa volta. Peccato, però, che lui avesse  altri piani: alle 20 si presenta a casa mia con del sushi.

«Meno male, davvero. Mi hai salvato», dico mentre apro la porta.

Joe entra e mi regala un bacio sulle labbra. «La fuga di oggi pomeriggio a casa di Kevin mi sa abbia sollevato dei sospetti. I miei fratelli mi hanno fatto domande»

«Sì, anche a me è sembrato strano. Credo che Kevin abbia dedotto qualcosa, e la colpa è del tuo stupido succhiotto che mi hai lasciato», ribatto con un mezzo sorriso.

Lui sorride a sua volta, poi mi aiuta ad apparecchiare la tavola: insieme mangiamo il sushi, cercando di dimenticare ogni complicazioni delle giornata.

Mentre Joe è sotto la doccia e io sto terminando di pulire la cucina, il citofono suona inaspettatamente. Non mi aspetto nessun'altra vista. Mi avvicino alla porta e, scrutando attraverso lo spioncino, rimango senza parole.

Sandy.

Fuori, sulla porta. Nel frattempo, in casa, Joe è ancora sotto la doccia.

«Merda! Adesso che diavolo faccio?», mi sussurro, mentre il peso di un nuovo imprevisto comincia a gravare sulle spalle.
Nonostante il panico, cerco di mantenere la calma. Non voglio che Sandy faccia del male a Joe. Senza perdere altro tempo, corro in cucina, prendo un foglietto di carta e scrivo un biglietto veloce per Joe:

"Sandy è qui. Non volevo che generare nessuna situazione pericolosa e scomoda per nessuno dei du, quindi sono uscita per affrontarla da sola. Torna a casa tua il più presto possibile e ti aggiornerò"

Lascio il biglietto sul tavolo in un punto ben visibile, poi prendo una borsa e m avvio verso la porta.

Devo affrontare questa situazione prima che mi sfugga di mano.

Apro la porta ed esco fuori sul corridoio, chiudendo poi la porta dietro di me. «Che stai facendo?», mi domanda Sandy, vedendomi fuori

«La luce! È saltata la luce», mento, cercando di mascherare il tremore nella mia voce.

Sandy mi guarda perplesso, inclinando leggermente la testa come stesse valutando la mia sincerità.

«Davvero? Allora perché sembri così nervosa?»

Inspiro. «Mi sono solo spaventata tutto qui. Poi sono sorpresa di vederti qui. Non dovevi rientrare tra due settimane?», rispondo, evitando il suo sguardo penetrante.

Lui strizza gli occhi, visibilmente sospettoso. «Ho avuto un cambiamento di programma», dice avvicinandosi di qualche passo. «E poi, chi c'è in casa con te? Ho sentito delle voci»

Il mio cuore salute un battito. Non posso permettermi di fargli capire che Joe è ancora dentro. «Ehm nessuno. È solo la televisione, poi è saltata la luce. Pensavo di scendere in cantina alla ricerca del contattore per vedere quale sia il problema», aggiungo sperando che la mia spiegazione suoni convincente

Sandy mi osserva per un istante, poi finalmente annuisce. «Okay, allora fammi strada. Forse posso dare un'occhiata»

Annuisco, e insieme ci avviamo verso la cantina. Spero che Joe lasci al più presto casa mia.

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