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Chapter 30.

Lascio casa di Joe intorno alle dieci, dopo una doccia che purtroppo non riesce a lavare il caos che ho dentro. La mia mente gira attorno agli eventi delle ultime ore. Una volta fuori casa, prendo il telefono e mando un messaggio a Nick e Kevin: ho bisogno di parlargli. Per fortuna loro mi rispondono subito e ci mettiamo d'accordo di vederci per pranzo.

Arrivo prima e mi ordino nell'attesa un toast e un caffè, sperando che la caffeina mia dia la giusta carica per affrontare la conversazione che mi aspetta. Poco dopo, vedo entrare Kevin e Nick, e con loro c'è anche figlia minore di Kevin. Prendono posto e ordinano tre focacce.

Kevin mi scruta con attenzione e solleva un sopracciglio. «Hai una faccia, che ti è successo?»

Sospiro. «Joe»

Nick mi guarda incuriosito. «Che cosa è successo?»

Mi mordo il labbro. «Per ora niente. Ma non so ancora per quanto»

Nick si irrigidisce. «Che vorresti dire?»

Esito. Sto davvero per ammetterlo? Sospiro, poi butto fuori la verità. «Io ... credo di provare ancora qualcosa per lui. Lo so, non va bene, perché sto con Sandy. Ma...»

Kevin annuisce. «Ma Joe è stato il tuo grande amore. Non si dimentica facilmente, soprattutto se avete ancora delle questioni irrisolte»

Annuisco. «Esatto», dico. Mi passo una mano. «Che devo fare?», dico

Kevin sorride. «Invitalo a cena. Se deve succedere quello che che succedere, lascia che accada».

La sua idea mi mette ansia e nervosismo allo stesso tempo, ma forse è ciò che serve per mettere le cose in chiaro una volta per tutte. «Non so se avrò il coraggio di farlo», ammetto.

Nick si fa serio e rassicurante. «Julia, devi prendere il controllo della situazione. Se continui a ignorare quello che provi, finirai per ferire sia te stessa che Sandy»

Kevin annuisce in accordo con lui. «E Joe, anche. Forse è il momento di affrontare i tuoi sentimenti e vedere dove ti portano»

Loro hanno ragione. Devo fare chiarezza nel mio cuore, per quanto doloroso possa essere. «Ok, lo farò. Lo inviterò a cena».

Così, prendo il telefono dalla borsa e mando un messaggio veloce a Joe. "Passa da me stasera alle otto. Vorrei parlarti".

Dopo pochi minuti, lui risponde: "Ci sarò".

Kevin mi sorride, orgoglioso della mia decisione. «Ti sentirai molto meglio una volta che avrei affrontato questa situazione».

Quella sera, il campanello suona. Anche se so benissimo chi è, guardo comunque dallo spioncino. Vedere Joe lì fuori, con le mani in tasca, mi fa battere il cuore. Apro la porta. «Ciao»

«Ciao», saluta lui, sorridendo

Lo faccio accomodare in casa, mentre chiudo la porta dietro di lui. La tavola è apparecchiata per due.

Joe solleva un sopracciglio. «Cosa significa questo?»,

«Volevo sdebitarmi per l'altra sera, quando mi hai invitata a restare a cena a casa tua», dico.

Lui si siede, appoggiando i gomiti sul tavolo. «Ok, vediamo cosa hai preparato di buono»

Mi mordo il labbro. «Io, però, al contrario tuo, non ho fatto nessun corso di cucina. Ti vanno bene gli hamburger?».

Joe ride. «Perfetti».

Ceniamo in un'atmosfera normale e rilassata, anche se mi sento un po' nervosa. Joe invece sembra rilassato e a suo agio, ignaro di quello che sto per dirgli. Dopo aver terminato gli hamburger, mi faccio coraggio e prendo un respiro profondo. «Joe, devo parlarti di qualcosa di importante», dico

Lui mi guarda incuriosito, posando il bicchiere di vino. «Cosa mi deve dire, Julia?»

Mi avvicino e incrocio le mani davanti a me. «So che forse questo invito a cena ti è sembrato un po' strano, ma c'è una ragione per cui ti ho invitato stasera. Devo fare chiarezza su ciò che proviamo l'uno per l'altro». Le parole mi escono a fatica.

Joe rimane in silenzio. «Capisco», risponde infine.

Lo osservo attentamente. «Cosa hai capito esattamente?»

Joe si alza dalla sedia e si avvicina, prendendomi le mani. «Ho capito che mi importa ancora tanto di te»

In quel momento, tutto sembra chiaro. La tensione che mi aveva accompagnato durante la cena si scioglie, e finalmente riesco a rilassarmi. Joe mi tira verso di sé e mi abbraccia. Poggia un dito sotto il mio mento, costringendomi a guardarlo negli occhi, poi le sue labbra sfiorano le mie in un bacio dolce e leggero. Mi sento travolgere da un turbinio di emozioni mentre ci guardiamo senza parlare, le nostri mani intrecciate. Joe mi sorride e io rispondo al suo sorriso, sentendo una connessione profonda tra di noi. Mi tira ancora più vicino e in quel momento non esiste niente e nessuno, solo noi due.

La passione esplode, i nostri corpi si fondono in un'unica entità di desiderio e amore. Il tempo sembra fermarsi mentre ci perdiamo l'uno nell'altro: ogni tocco, ogni bacio, ogni sguardo è un promemoria di quanto ci importiamo. Le lenzuola ci avvolgono in una danza intime, i nostri respiri si sincronizzano in un timo che solo noi conosciamo. La notte passa, ma ogni momento è eterno. Fare l'amore con Joe stasera è come essere ritornati indietro nel tempo, come se un anno non fosse mai passato. Ci addormentiamo, esausti ma felici, l'uno accanto all'altro, con le mani ancora intrecciate i cuori che battono all'unisono.

La mattina seguente mi sveglio con la luce del sole che filtra dalle tende. Accanto a me, Joe dorme beatamente, petto nudo che si alza e si abbassa con un respiro regolare. Mi era mancato vederlo così.

Un impulso mi fa spinge a sfiorare il suo petto, poi la mia mano scivola lungo l'addome fino al lenzuolo. Prima che possa fare altro, una mano mi blocca.

«Che intenzioni hai?», mormora

Sorriso e mi avvicino al suo orecchio: «Sei sveglio, allora», sussurro, lasciandogli un piccolo bacio sul collo. «Volevo solo darti il buongiorno»

Joe sorride e, in un attimo, mi ritrovo sotto di lui, le sue mani appoggiate sopra la mia testa. «Pentita?»

Scuoto la testa. «No», dico con sincerità.

All'improvviso, il mio telefono squilla. Quando lo prendo, leggo il nome sul display e mi si gela il sangue.

Sandy.

Mi tiro su di scatto. «Merda».

Joe emette un gemito di frustrazione mentre accetto la chiamata. «Julia? Ci sei?».

Joe inizia a baciarmi lungo il collo, mentre con le mani stuzzicava i miei capezzoli.

«Julia?».

«Ti posso chiamare dopo? Sono in palestra», mento

«Va bene», risponde Sandy.

Chiudo la chiamata, e Joe mi guarda con un sorriso malizioso. «In palestra, eh?»

«Sei impazzito? Poteva sentirci!»

Lui ride. «Meglio. Sai che non mi piace condividerti».

Prima di andarsene, mi chiede: «Ci sei alla festa di Valentina, da Kevin?».

Annuisco. «Se non ci vado, Kevin non mi parlerà per un mese. Ma possiamo comportarci normalmente?»

Joe sorride. «Cosa intendi per "normalmente"?»

«Io che non ti sopporto e tu che cerchi di conquistarmi».

«Ci posso provare», facendomi l'occhiolino

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