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Chapter 16.

Arriviamo in New Jersey a tarda sera, e il pensiero di incontrare di incontrare la madre di Joe e dei suoi fratelli mi tiene in ansia. Stiamo insieme da appena tre settimane circa e lui mi ha già invitato a cena con la sua famiglia. Perché non ho detto di no? Joe avrebbe sicuramente capito.

«Posso ancora tirarmi indietro?», gli dico mentre scendo dal Van. L'aria della sera è fredda, ma non quanto il senso di agitazione che mi attanaglia. Ci dirigiamo verso l'albergo.

Joe mio guarda con quel suo sorriso rassicurante. «Certo. Posso disdire in qualsiasi momento, se non te la senti».

Gli sorrido, sollevata almeno un po'. È bello sapere che non mi sta sforzando. Almeno so di averlo dalla mia parte.

Anche Sophie scende dal Van, trascinandosi dietro la sua valigia. Ancora non riesco a capire come abbia fatto a ottenere un passaggio con noi. Ogni volta che la vedo, la sensazione che mi trasmette è la stessa: un leggero disagio, come se ci fosse qualcosa di non detto tra lei e Joe. 

In albergo e, mentre Joe si avvicina alla reception per ritirare le chiavi della nostra stanza, sento il battito del cuore accelerare. Una volta in camera, mi faccio una doccia nel tentativo di scacciare l'ansia di dosso. Ma quando esco dalla doccia, il mio nervosismo non è svanito. Avvolta nell'accappatoio, passo quasi un'ora davanti al mio armadio a fissare i miei vestiti, senza sapere cosa scegliere. Cosa posso indossare per una cena in casa dei Jonas? Non posso certo presentarmi in jeans e maglietta. Eppure, non voglio sembrare esagerata.

Alla fine, decido che domani farò shopping. Prendo il cellulare e mando un messaggio a Steph. "S.O.S mamma del tuo ragazzo! Non cosa indossare e devo andare a fare shopping. Mi accompagni?"

Steph visualizza il messaggio e risponde subito. "Certo. Non lascerò mai la mia amica in preda al panico!".

La sua risposta mi strappa un sorriso.

«Chi ti scrive?», chiede Joe

«Steph. Domani ci vediamo per fare shopping. Ho bisogno di qualcosa di elegante per la cena con tua madre»

Joe si avvicina e mi sfiora il viso con una carezza. «Sarai bellissima, come sempre», dice lui. «Non preoccuparti, andrà tutto bene. Mia madre ti adorerà»

Spero che abbia ragione. Non sono mai stata brava con le prime impressioni, e la madre sembra essere una donna...molto imponente. Mi chiedo se lei ci aspetti che io sia diversa quello che sono, e il pensiero mi fa sentire ancora più nervosa.

Il giorno dopo, incontro Steph al centro commerciale. Sono emozionata e agitata all'idea di trovare qualcosa di adatto per la cena di stasera. Abbiamo girato tra i negozi per diverse ore senza trovare nulla. Steph mi suggerisce abiti che, secondo me, sono troppo eleganti o, peggio, troppo costosi. Non voglio sembrare troppo. Infondo, è una sola cena informale.

«Ok, guarda questo!», esclama Steph, indicando un vestito nero semplice ma elegante. «Questo è perfetto per te»

Esito un attimo, poi decido di provarlo. Mentre mi avvio al camerino, una donna mi passa accanto. Ha un portamento elegante e deciso. Indossa un completo sobrio, ma il modo in cui si muove tradisce un'aura di autorità. Distratta, inciampo leggermente e il mio piede sbatte contro il suo.

«Mi scusi», balbetto, sentendomi un'idiota

La donna si ferma, lanciandomi uno sguardo glaciale. «Attenta a dove metti i piedi, signorina. Non è mica colpa mia se non sai camminare», dice con un tono tagliente.

Sconvolta, mi scuso ancora e mi rifugio nel camerino. La sua freddezza mi ha lasciato turbata, ma cerco di non pensarci troppo. Mi provo il vestito, che mi sta perfettamente, e ritorno da Steph.

«Ho fatto una figuraccia tremenda», le racconto. «Stavo per inciampare contro una donna, e lei mi ha trattata malissimo», racconto

Steph si gira verso di me. «Quale donna?», chiede

Le indico con discrezione «Quella lì. Non è stata per niente simpatica»

Steph sgrana gli occhi. «Julia...quella è Margareth Jonas»

Mi fermo, paralizzata. «Cosa!? Stai scherzando», dico

Steph scuote la testa. «No. È la madre di Joe»

Mi manca il fiato. «E io ci ho appena fatto una figuraccia»

«Magari stasera cambierà idea quando ti vedrà con il vestito che hai scelto»

Senza parole, la mia ansia ritorna ancora più forte. Se pensavo che le cose non potessero andare peggio, ora mi rendo conto che potrei aver appena fatto una pessima prima impressione...senza nemmeno sapere che si trattava della madre.

«Io mi fingo malata», dico

«Ma non dire sciocchezze, Julia. Andrai alla grande stasera. La madre ti troverà adorabile. Altrimenti, è un problema suo».

La sera arriva troppo presto. Mi preparo con cura. Il vestito che ho scelto mi sta a pennello, ma il pensiero dell'incontro disastroso con la madre di Joe non mi lascia tregua.

Arriviamo al ristorante, un posto elegante con luci soffuse. «Sei pronta?», chiede Joe afferrandomi la mano prima di entrare al suo interno. «Andrà tutto bene. Le piacerai», aggiunge,

Gli sorrido debolmente. Non sa nulla di ciò che è successo.

Dentro Nick e Kevin ci accolgono calorosi, ma quando arriva il turno della madre, e il nervosismo torna a farsi sentire. Joe ci presenta ufficialmente. «Mamma, lei è Julia. Julia, mia madre, Margareth».

Margareth mi guarda con una freddezza glaciale.
«Buonasera, signora Margareth», dico gentilemente.

Lei annuisce appena, come se il semplice atto di rispondere fosse un fastidio.

Ci sediamo e la cena inizia con una conversazione forzata. Joe, ignaro della tensione che cova sotto la superficie, cerca di mantenere il dialogo vivace, ma le risposte di sua madre sono brevi e taglienti. Cerco di comportarmi al meglio, rispondendo con cortesia ed evitando qualsiasi altro pasticcio. Ma ogni volta che incrocio lo sguardo di Margareth, sento il suo giudizio pesante su di me.

A metà cena, Sophie si avvicina al nostro tavolo, e Margareth si illumina. «Sophie! Che bello rivederti! Sei ancora più bella!  Vieni a sederti con noi!», esclama

Joe interviene. «Mamma, non mi pare il caso».

Margareth lo ignora il figlio Per il resto della cena, parla solo con Sophie. Ogni parola è un confronto implicito, ogni sguardo un giudizio.

Alla fine, la tensione esplode. Mentre decido di bere un sorso di vino, la mia mano trema leggermente e il bicchiere scivola, cadendo sulla tavola e rovesciandosi ovunque sulla tovaglia.

Margareth mi lancia uno sguardo tagliente. «Sempre la solita. Così villana e poco raffinata», commenta sarcasticamente.

Non ce la faccio più. «Basta», dico, alzandomi. «Le ho mostrato rispetto tutta la sera, ma lei no. Si crede superiore, ma in realtà lei è .... solo una vecchia brontolona›.

Lancio il tovagliolo sul tavolo e mi dirigo verso l'uscita del ristorante, il cuore a pezzi.

La frustrazione e l'umiliazione mi travolgono, ma cercavo di calmarmi facendo profondi respiri. Non voglio che questa situazione rovini la mia relazione con Joe, ma non posso accettare un trattamento del genere.

Mi incammino verso l'hotel, mi ripeto che devo mantenere la calma e non lasciare che questa situazione mi abbatta. Non lascerà che Margareth rovini ciò che sto costruendo con Joe.

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