Chapter 10 - Joe
Dopo chissà quanto tempo, io e Julia finalmente rientriamo in hotel. I miei fratelli ci stanno aspettando al bancone. «Finalmente vi siete degnati di arrivare», osserva Nick, con un sorriso che tradisce una certa ironia.
«Ci siamo fermati un attimo in un parco a parlare» mi giustifico
«Ah, sì, a parlare», commenta Nick, con un punta di sarcasmo
«Vado in camera un attimo», mi dice Julia,
«Ci vediamo più tardi», dico, ma la mia voce sembra vuota. La guardo salire le scale velocemente, e poi mi accorgo di quanto stia cercando di apparire calmo. Ma dentro di me, qualcosa è in subbuglio.
Gli piaccio. Lo so. Prova qualcosa per me, ed è una sensazione fantastica. Il mio cuore batte più forte, ma poi un pensiero mi attraversa la mente. Sono sicuro che lo voglio davvero? O è solo l'emozione del momento?
Sospiro e mi avvicino ai miei fratelli. Nick mi guarda con attenzione. «Come vanno le cose con Julia?», chiede
Non so bene cosa rispondergli. Vorrei tanto dirgli che è tutto perfetto, e che sono al settimo cielo, ma non è semplice.
«Non lo so», rispondo. «È ... complicato».
Nick alza un sopracciglio. «Perché?»
«Non so se sono pronto a quello che potrebbe succedere tra me e lei», ammetto. «Mi piace sì, ma ho dei dubbi...su ciò che voglio davvero»
Nick mi appoggia una mano sulla spalla. «È normale avere dubbi, ma non tenerteli solo per te. Parlarne con lei e sii sincero»
Annuisco. Mi sento sollevato. Cosa farei se davvero se fossi sincero con lei? Cosa succederebbe alla nostra relazione appena cominciata? Il mio cuore mi dice una cosa, mentre la mia mente un'altra. Quale sarà la cosa giusta daffare?
Più tardi, la raggiungo in camera. Julia è sdraiata sul letto, stanca e dolorante. «Che succede?», chiedo, avvicinandomi al letto.
«Ciclo. Appena arrivato», confessa. La vedo stringersi un po' per il dolore, e mi sento un po' inutile.
«Ahia, mi dispiace», dico, incerto su come comportarmi e cosa dire. «Se vuoi, posso andare a prenderti qualcosa il dolore...», aggiungo
Lei scuote la testa. «No, grazie. Voglio solo riposare».
Rimango in silenzio per qualche istante, ma poi mi faccio coraggio. «Senti, Julia, dobbiamo parlare di ciò che è appena successo al parco...»
Lei solleva lo sguardo. «Cosa c'è?»
Sospiro, mentre cerco le parole giusta. «Voglio essere onesto con te. Mi piaci, e mi piace ciò che sta accadendo tra di noi, davvero. Ma...», mi fermo, il cuore mi accelero. «Io non mi sono pronto a lanciarmi in qualcosa di serio. Forse sono solo confuso, forse è troppo veloce, e non voglio illuderti».
Julia rimane in silenzio, il suo sguardo fisso di me. Non sembra delusa, solo calma. «La penso esattamente come te. Mi piaci, Joe, e nemmeno io voglio forzare le cose, se non siamo veramente pronti».
Le sue parole mi sorprendono, e mi rilassano. Mi sarei aspettato una reazione diversa, e invece Julia sembra più consapevole di quanto pensassi.
«Cosa facciamo adesso?»
«Prendiamoci il nostro tempo, senza fretta. E se c'è davvero qualcosa tra di noi, lo scopriremo»
«Va bene. Forse è quello che ci vuole davvero», dico, sentendomi più leggero.
Ad un tratto noto un piccolo notes sul comodino, appoggiato con discrezioni. Faccio per prenderlo, incuriosito, ma appena lo tocco, Julia me lo strappa di mano con una rapidità che mi sorprende.
«È mio», dice, ferma e seria. «Ci sono scritte cose mie»
Mi fermo, sorpreso dalla sua reazione. Non mi aspettavo una risposta del genere da parte sua. «Ehm...okay. Non volevo invadere la tua privacy, tranquilla», dico.
Lei non risponde, e poi appoggia il notes sul comodino, come se volesse mettere una barriera tra me e lei, e si distende di nuovo sul letto. Mi accorgo che qualcosa nell'aria è cambiato, e mi sento a disagio. «Non mi pensavo che ti disturbasse. Pensavo che avessimo superato questo step», commento. «Non siamo più due estranei, giusto?».
Lei scuote lentamente la testa. Anzi, mi sorride, ma un sorriso diverso. «Non ti voglio tenere fuori, Joe. Ci sono cose che non devono essere per forza condivise», risponde, calma. «Almeno per ora».
Non so se mi sento più sollevato o confuso. «Cosa intendi?»
«Sono solo dei pensieri, delle cose che scrivo. Sono private» risponde. «Non voglio che tu legga cose che potrebbero confonderti. Non tutto deve essere condiviso».
Quella risposta mi lascia con un misto di curiosità e frustrazione. Mi limito a sorridere. «Capisco. Rispetterò la tua privacy».
La lascio riposare, e me ne torno in camera mia, ancora più confuso di prima. Sento che c'è qualcosa che mi sfugge, qualcosa che non riesco a capire. Una domanda dentro di me che cresce: cosa ci sarà mai scritto in quel notes? Non riesco a togliermelo dalla testa.
Nei giorni seguenti, Julia diventa ancora più distante. Se ne sta per i fatti suoi, girando con quel notes sempre sottomano, appuntando qualcosa. A volte la vedo scrivere velocemente. Una sera, mentre io e miei fratelli siamo al pub a sorseggiare una birra, non riesco a trattare la domanda: «Vuoi sapete cosa le prende a Julia?»
Nick alza lo sguardo dal bicchiere. «No, non sappiamo nulla. Saranno anche cose sue, che te ne importa?», risponde
Alzo le spalle, ma non riesco a nascondere il pensiero che mi frulla in testa. «Ho la sensazione che ci stia nascondendo qualcosa», dico
«Paranoico come sempre», dice Nick, con un sorriso che non mi convince troppo, ma che non lascia spazio ad altre discussioni.
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