8. Hugs and kisses
Il suono della sveglia del lunedì mattina è l'incubo di tutti.
Un'altra settimana sta per iniziare.
Mi trascino in bagno per farmi una doccia, come da routine.
Non appena finito, vado a cercare qualcosa da mettermi. Ma, come sempre, prima di trovare dei vestiti che vadano bene, passano minimo dieci minuti.
Alla fine decido di indossare un paio di jeans, un pullover nero e le mie amatissime Vans, ovviamente nere ed un cappello dello stesso colore.
Il lunedì io sono in lutto, quindi: tutto nero.
Mi rendo conto che è veramente tardi e che stamani non ci sarà Alex ad aspettarmi per accompagnarmi a scuola.
7.35.
L'autobus è già passato. E ora?
Devo andare a piedi, che palle.
Scendo e trovo Genn sulla porta con mia madre.
E questo che ci fa qui?
"Buongiorno."- dico con voce assonnata.
"Buongiorno!"- rispondono mia madre e Genn all'unisono.
"Ti porto io a scuola stamani, pensavo fossi in ritardo e quindi mi sono offerto per darti uno strappo."- dice il ragazzo sorridendo.
Mia madre conferma ed io sono più che al settimo cielo. Primo perché non farò tardi a scuola, e secondo, beh... È ovvio, no?
"Andiamo?"- dico sorridendo.
Vederlo lì sulla porta mi fa pensare troppo ad Alex. E la cosa non va bene. Io a lui non ci devo pensare.
Cerco di scacciare questo pensiero e io e Genn saliamo in macchina. Di sua madre, ovviamente.
"Come mai stamani mi vuoi accompagnare a scuola?"- chiedo inarcando le sopracciglia.
"Mi andava di vederti. E poi ho visto che eri in ritardo, quindi pensavo ti avrebbe fatto piacere."- dice continuando a guardare la strada dritto a sé.
Lo guardo e sorrido.
Mi piace guardarlo. È di una bellezza strana, quelle che non trovi tutti i giorni. Con quei suoi capelli sempre scompigliati, gli occhioni azzurri, le labbra carnose. Poi il pomo d'Adamo così evidente mi fa impazzire.
"Perché mi guardi?"- dice sorridendo.
Arrossisco e non so cosa dire.
"Perché sei bello."- dico alla fine, maledicendomi subito dopo per la figura di merda appena fatta.
Si mette a ridere scuotendo la testa.
Quel sorriso. Ah, quel sorriso.
Poi torna serio.
"Anche tu sei bella."- dice.
Mi sento avvampare e adesso non so veramente cosa rispondere.
Rimaniamo in silenzio fino a che non arriviamo a scuola.
"Ciao Genn, grazie mille del passaggio."- dico aprendo lo sportello.
"Ehi, ehi. Pensi che io faccia tutto questo lavoro a gratis?"- mi ferma.
"Cioè?"
"Avvicinati."- dice guardandomi.
"Dammi un bacio."
Che cazzo ha detto?
"Ehm..."- balbetto.
Alla fine lui preme le sue labbra sulla mia guancia ed io rimango lì per due secondi a sorridere come una cretina.
"Adesso puoi andare."- dice.
E me ne vado. Col sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
—
Le ore a scuola sembrano non passare mai.
Riesco a pensare solo a Genn e al bacio e alla domenica passata insieme e a quando si è addormentato nel mio letto.
"Signorina Jones, mi vuole per caso ripetere quello che ho detto finora?"- mi interrompe il professore di filosofia.
"Ehm... Io veramente ero un attimo distratta. Mi scusi."- dico con le guance viola per la vergogna.
La campanella suona e il prof ci annuncia che settimana prossima avremo un test, ma tutti ormai sono presi dalla furia di uscire per i dieci minuti della ricreazione, mentre io rimango in classe, con il professore.
"Jones, ha intenzione di abbassare la sua media quest'anno?"
"No, professore. Mi impegnerò al massimo per questo compito."- rispondo.
"Spero sia vero. Sa, non vorrei perdere una delle alunne migliori nella mia materia."- dice uscendo dall'aula.
Non mi dà il tempo di rispondere, ma mi rendo conto che è meglio se riprendo il mio studio attentamente, senza troppe distrazioni.
E con distrazioni intendo Genn.
"Grace?"- sento chiamarmi.
Mi volto verso la porta. Stilinski, ancora. Non ne posso più.
"Posso parlarti?"- chiede rimanendo lì impalato.
"Non uscirò ancora con te per una stupida scommessa, sappilo."- dico continuando a fare le mie cose.
"Non è di questo che voglio parlarti. Volevo dirti che l'altro giorno mi è piaciuto. Nonostante tutta la tensione che c'era tra di noi. E in realtà volevo chiederti se, visto che tra poco c'è il ballo di Natale, ti andasse di venirci con me..."
La sua proposta mi spiazza.
Andare con lui al ballo? Con Stiles Stilinski? Me lo sta chiedendo davvero? Il giocatore più bello, popolare, scontroso di tutta la scuola mi sta invitando al ballo? E Genn dove lo metto? No, aspetta. Genn non è ancora nessuno per me. O forse sì. Sì, vabbè, lui ancora non lo sa, ma praticamente c'è già qualcosa tra di noi. Ma a Stiles? Cosa gli dico? No? E se poi accetto? Cosa dico a Genn? Non posso accettare. Magari... Ma se mi sta prendendo solo in giro?
"Sì. Cioè, volevo dire no. O forse. Senti, ti faccio sapere."
Questo è il risultato di tremila voci che ti ronzano nella testa. E adesso?
"Non devi sentirt..."
"Ti faccio sapere."- dico scandendo tutte le parole.
Perché magicamente era diventato così dolce e disponibile con me? Cosa voleva?
Le altre due ore sembrano non passare mai.
Prendo appunti e nel frattempo penso a Genn. Poi a Stiles. E al ballo. E poi ripenso a Genn. Poi al ballo e poi a Stiles. In conclusione ciò che riesco a scrivere è William Shakespeare ha scritto un libro sul perché Stiles Stilinski abbia invitato Giulietta al ballo di Natale, la quale ha rifiutato poiché Romeo era geloso e di conseguenza Grace e Genn potrebbero litigare per questo motivo.
Oh, cristo.
Finalmente la campanella suona e mi affretto ad uscire.
Tra la folla scorgo una sagoma fin troppo conosciuta dai miei occhi. Lo potrei riconoscere tra un mare di gente, tra milioni di occhi.
Alex.
Cerco di prendere tutt'altra strada, per non essere costretta a parlarci.
Poi mi sento afferrare un braccio.
"Grace, non puoi scappare per sempre."
"Alex, non ora. Non ho proprio voglia di parlare con te."
"Senti, mi dispiace. Okay? Mi dispiace davvero. So di aver sbagliato e ti prometto che da oggi cercherò di essere meno protettivo e geloso. Dammi almeno la possibilità di riprovarci. Come puoi voler rovinare un'amicizia che dura da sedici anni? Come? Lo vuoi davvero? Vuoi mandare tutto all'aria? Così? Per un ragazzo?"- dice lui senza staccarmi gli occhi di dosso.
"Alex, non si tratta di un ragazzo. Si tratta del fatto che tu mi hai baciata. Tu, il mio migliore amico, hai avuto il coraggio di baciarmi. Davanti a Genn. Sai cosa pensavo e cosa penso tutt'ora di lui. E tu hai voluto... Rovinare tutto! Ma che razza di amico ti ritieni?"
Vedo una lacrima rigargli il viso. Ed io non posso e non voglio vederlo così.
"Mi dispiace."- diciamo insieme.
L'unica cosa che riesco a fare è stringerlo in un abbraccio.
"Non farò mai più una cosa del genere, Grace. Mai più."- dice singhiozzando con la testa sulla mia spalla.
"Lo so Alex, lo so."- dico accarezzandogli i capelli.
E rimaniamo così, in mezzo alla folla, abbracciata al mio migliore amico.
-SPAZIO AUTRICE-
Ciao belle personcine awaw
Siamo a 1.2k letture! Io vi adoro, mi state dando tantissime soddisfazioni. So che non è molto, ma vedere che ci sono persone che apprezzano la mia storia è una sensazione indescrivibile.
Avete visto X-Factor ieri sera? Boh, questa è stata la prova che è tutto truccato. Ma sono comunque fiera di loro, davvero tanto.
Scusate se questo capitolo fa schifo (e questo fa veramente schifo, non lo dico così per dire), ma ho scritto più velocemente possibile perché devo andare a studiare latino, dato che domani potrebbe interrogarmi. Addio.
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti e se vi è piaciuto lasciate una stellina!
Vi adoro troppo❤️
Love always,
Rouseyourmind.
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