6. Moments
-GENN'S POV-
È un'ora buona che vago pensando a quello che è successo oggi. Ripenso a quel ragazzo, al suo amico Alex, a lei. Ripenso all'espressione che ha assunto il suo viso quando le ho detto dei suoi due ragazzi.
Ho visto quel barlume di speranza che aveva negli occhi spengersi. Perché sì, io lo so che ci spera che la perdoni.
Perdoni.
Ma poi cos'ha fatto? È la sua vita e io sono un perfetto estraneo.
E comunque vada, io lo so che lei è diversa.
Non è come quelle che si prendono gioco di te. Percepisco la verità in ogni cosa che fa.
Inizia a piovere ed io non so dove andare. Non ho intenzione di tornare a casa "mia".
Mi hai fatto prendere un infarto aveva detto Grace. Era preoccupata davvero?
Decido di richiamarla.
Una volta, due volte, tre volte.
Niente. Non risponde.
Sta iniziando a piovere veramente forte e deciso di andare a casa sua. Almeno per chiederle scusa.
-GRACE'S POV-
Ero distesa sul letto da circa un'ora, da quando ero tornata da quello schifosissimo appuntamento con quel viscido di Stilinski.
Suona il campanello.
Scendo come se fossi un bradipo e vado ad aprire con le lacrime che mi rigano il viso.
È Genn.
Cerco di asciugarmi in fretta la faccia e mi metto le mani sui fianchi tirando su col naso, come se fossi la persona più felice del mondo.
"Ciao, ehm... Entra pure."
Lo vedo esitare. Non spiccica parola e non si muove.
"Ricominciamo dalla finestra. Da quella sera, dall'incidente. Dal penso che darci una mano sia un po' problematico. Magari quando non abbiamo due metri a separarci. Non so perché, non so cosa mi sia successo, non so niente. Solo che devo chiederti scusa. Sono qui per questo."
Non so cosa dire. Vorrei abbracciarlo, ma non mi sembra il caso. Non posso abbracciare uno sconosciuto. Mi prenderebbe per pazza.
"Tranquillo, è... È okay."- dico tirando su col naso- "entra dai, che mi devi dire perché non sei tornato a casa."
Fingo un sorriso.
Vedo Genn guardarsi intorno con aria preoccupata.
"Ehm, i miei non sono a casa. Stanno fuori fino a domani, per lavoro. Puoi stare tranquillo."
Annuisce.
"Non sarebbe meglio che tu andassi da tua madre? Era preoccupatissima, Genn, davvero."
"Non chiamarla così."- dice scandendo bene ogni parola.
Devo sapere cosa passa per la testa a quel ragazzo. Devo scoprirne di più.
"Sì, ma vai almeno a dirle che stai bene."
Mi rivolge uno sguardo fulminante.
"Genn."
Io non mollo mai ed è bene chiarirlo subito.
"Io non..."
"Genn, va' da tua madre. Per favore. Poi torna qua. E prenditi i vestiti che devi farti una doccia."
"Okay, sì. Vado."
Ed esce.
—
Suona il campanello e, ovviamente, è Genn.
"Che ha detto?"- dico, cercando di non sembrare troppo invadente.
"Niente di che. Voleva che tornassi. Ma le ho detto che starò al sicuro per stanotte."- dice con noncuranza.
"Ma perché?"
"Non ora, Grace. Non mi va."
E capisco che devo farmi gli affari miei.
"Il bagno è la prima stanza che trovi sulla sinistra in cima alle scale. Chiamami appena hai finito che ti porto un asciugamano. Per il resto trovi tutto nella doccia."
Non dice niente e sale le scale. A metà si ferma, si volta verso di me e "Grace?"
"Sì, Genn?"
"Grazie."
Sorrido senza proferire parola.
È così carino.
Nel frattempo mi decido ad ordinare una pizza. Non conosco i gusti di Genn, ma, non so perché, mi dà l'idea che gli piaccia la napoletana. E per lui ordino quella.
Appena metto giù mi sento chiamare. Prendo un asciugamano e glielo porto.
"Ho ordinato la pizza. Pensavo ti piacesse la napoletana e ti ho preso quella. Spero di averci azzeccato."- dico sorridendo da dietro la porta.
"Se ci hai azzeccato? Alla grande, Grace. Alla grande."- dice mettendo fuori solo la testa.
Il tono con cui lo dice mi fa ridere e lui risponde con un sorriso a trentadue denti. Forse il più bello che avessi mai visto.
"Sbrigati, che tra un po' arriva il tipo che porta la pizza."- dico scendendo le scale.
"Signor sissignora!"- lo sento dire.
E rido da sola, come una cretina.
Dopo dieci minuti arriva la pizza e ci mettiamo sul tappeto del soggiorno a mangiarla.
"Guardiamo un film?"- chiede a bocca piena.
"Okay, cosa?"
"Non so, che film hai?"
Gli indico la parete, occupata completamente da una libreria con circa 300 film.
Spalanca gli occhi alla vista di quella videoteca mastodontica.
"Sì, lo so. Vai e scegli."
Inizia a scorrere col dito su tutte le copertine. Poi si ferma.
"Il mai nato?"
"Passo."- rispondo mentre mastico la pizza.
"Saw?"
"Passo parte 2."
"The Ring?"
"Passo parte 3."
Al che si gira con aria scocciata.
"Senti. Scegli tu."
Mi alzo e gli rivolgo un'occhiata di superiorità, sorridendo.
"Hunger Games?"
"Passo."- replica copiandomi.
Alzo lo sguardo al cielo, anche se lui non può vedermi.
"Harry Potter?"
"Passo parte 2."
"Maze Runner?"
"Passo parte 3."
Mi cade l'occhio su un film d'amore.
"Resta Anche Domani."- dico decisa- "E non accetterò un no come risposta."
Lo sento sbuffare.
"È un film d'amore?"- chiede con aria scocciata.
"Sì. E drammatico. Ma"- dico prima che possa replicare"- non è come tutti gli altri. Io li odio però questo è un capolavoro. Credimi."
"Grace, ti prego."
Non lo ascolto e metto il CD.
"Grace, per favoreeeee, rischio di vomitare da un momento all'altro."
"Stai zitto."
"Oh oh, stai tranquilla amica!"
Gli tiro un cuscino.
"Scherzo, idiota."
Lui me lo ritira, rischiando di rompere i soprammobili di mia madre.
Genn si porta entrambe le mani alla bocca, spalancando gli occhi. Vuoi per trattenere una risata, vuoi per lo spavento.
Poi scoppio a ridere e lui lo stesso.
Ci sediamo entrambi per terra con la schiena appoggiata al divano.
Faccio partire il film.
Sapevo già la trama e come sarebbe finito.
Ma guardarlo con Genn mi fa rendere conto di quanto io e lui potessimo ritrovarci nei personaggi del film: Mia suona il piano e il violoncello. Ragazza ordinata, precisa ed estremamente femminile; Adam è l'esatto contrario. Eppure quando è amore non esistono limiti.
Il film finisce e sono le 22.30.
"Come ti è sembrato? Non hai spiccicato parola per tutto il tempo."- dico, mettendo in pausa.
"Mah, niente di che. Non è male, ma c'è di meglio."- dice soffocando un mezzo sorriso.
Sta mentendo.
"Lo so che ti è piaciuto. Te lo leggo in faccia."
"Ma piantala."
"Genn, guardami negli occhi e dimmi che non ti è piaciuto."
"Non ho detto che non mi è piaciuto."
"Fallo."
Si volta verso di me e mi guarda con quegli occhi azzurri ipnotici.
Sento una fitta al petto lacerante, ma non distolgo lo sguardo.
Rimaniamo un attimo in silenzio, poi si avvicina.
Non poteva farlo. Ma rimango immobile.
"È stato bellissimo."- dice piano.
Tiro un mezzo sospiro di sollievo, anche se quel.. Bacio, lo volevo più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Sorrido.
"Lo sapevo!"
Mi alzo e inizio a fare una specie di danza indicandolo e dicendo cose tipo "ah, ah, ah, lo sapevo! Lo sapevo, lo sapevo!" canticchiando come una bambina.
Poi ride ed io non sono mai stata meglio.
"Okay, basta."- dico rimettendomi a sedere.
"E adesso?"- chiede Genn.
"Adesso, mmm... Giochiamo a qualcosa?"- propongo.
"Okay, ma decido io."
Ci pensa.
"Hai la Wii?"
"Mh mh."- rispondo.
"Hai Just Dance?"
"Sì, ma no. Genn, no."
"Non accetterò un no come risposta."
Gli rivolgo un'occhiataccia e lui sorride soddisfatto.
Fa tutto lui: mette il CD, accende la console. Mentre io penso già alla figuraccia che dovrò fare.
"Sei pronta?"
"Ti distruggo."- dico alzandomi.
Sceglie Burn di Ellie Goulding.
Non ci posso credere.
Trascorriamo la serata così, tra figure di merda e risate da mal di pancia.
Andiamo avanti fino alle 2.00.
"Genn, sono le 2.00, non credi sia meglio andare a dormire?"- chiedo di tutto punto.
"Insomma, non è che ne abbia granché voglia. Però okay."- dice alzando le spalle.
"Ti accompagno nella camera degli ospiti, vieni."
Mi segue e lo conduco nella sua stanza.
"Lì c'è il bagno, così se hai bisogno non vai in quello 'comune'. C'è già tutto. Fai come se fossi a casa tua. E scusa se mi permetto, ma hai intenzione di dormire con i jeans?"
"Certo. Non ho altro."
"Ti do un paio di pan..."
"Tranquilla. Hai già fatto abbastanza, ti ringrazio."- mi interrompe.
Gli sorrido.
"Allora.. Buonanotte."- dico allontanandomi.
"Grace."
"Sì?"- mi volto.
"No, niente."
"Sicuro?"
"Sì, tranquilla. Buonanotte."
"Notte."
Mi chiudo la porta alle spalle e me ne vado in camera mia, con la convinzione che volesse dirmi qualcosa.
Mi infilo il pigiama e mi metto a dormire, ma come non detto, non ho sonno.
Mi rigiro nel letto un sacco di volte e non appena sto per addormentarmi mi arriva un messaggio.
Da Genn:
"Sei sveglia?"
Mi apro in un sorriso gigante.
A Genn:
"Sì"
Da Genn:
"Posso venire?"
A Genn:
"In camera mia?"
Da Genn:
"Certo, capitan ovvio"
A Genn:
"Sbrigati."
Dopo un po' lo sento arrivare e istintivamente gli faccio spazio nel letto, come se fosse scontato che si sarebbe sdraiato accanto a me.
Ma lo fa.
Lo guardo negli occhi illuminati dal chiarore della luna che entra dalla finestra.
Vedo una lacrima sul suo viso.
"Genn, stai piang..."
"Ssh. Per favore. Abbracciami e basta. Ne ho davvero tanto bisogno."
Incerta su come si abbraccia un quasi estraneo esito.
Ma poi non resisto e stringo le mie braccia attorno al suo collo e lui mi cinge la vita.
E restiamo così, tutta la notte, tra lacrime e abbracci. Poi Genn si addormenta ed io continuo a guardarlo, accarezzandogli la fronte e spostandogli le ciocche di capelli che gli coprivano gli occhi.
Ci sono troppo dentro.
Mi sto legando a lui fin troppo.
-SPAZIO AUTRICE-
Ciao a tutti!
Ho pubblicato questo capitolo (orribile, tra l'altro) anche se non ho raggiunto gli obbiettivi che mi ero prefissata, ma non mi interessa. Non scrivo per il "successo", ma perché mi piace farlo e vedo che ci sono persone che apprezzano la mia storia. Quindi grazie!
Spero che vi sia piaciuto.
E poi.. AVETE VISTO IL VIDEO DIARIO? IO PIANGO CIOÈ È GIÀ FINTO TUTTO IO IO NON CI VOGLIO CREDERE.
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate del capitolo.
E comunque vi adoro aww
Love always,
Rouseyourmind.
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