2. Surprises and new meetings
Nelle lente nonché monotone mattinate di scuola, scandite esclusivamente dalle parole dei professori, appunti e ticchettii dell'orologio, mi riaffiora alla mente l'immagine di quel ragazzo che da oggi in poi potrò considerare come un vicino di casa.
Ero riuscita a vedere poco o niente di lui, avevo a malapena incrociato il suo sguardo.
Dalle mie parti i ragazzi belli sono i "bulli" della scuola, quelli che quando passi ti squadrano da capo a piedi, per poi scoppiare in una fragorosa risata d'intesa tra di loro. E i ragazzi belli, non possono stare con ragazze come me. Sembra quasi che provino ribrezzo solo al pensiero di dover condividere l'aria con quelle della mia stazza.
Ma lui, quel tipo di cui non conoscevo il nome, di cui non avevo colto nemmeno i dettagli del viso, quell'intrigante sconosciuto, mi è sembrato diverso. In modo buono. Lui non è come quelli che ti guardano solo per deriderti.
Lo percepisco.
Nemmeno il suono della campanella riesce a distogliermi dai miei pensieri.
Mi rendo conto che è giunta l'ora di tornare a casa quando la prof di letteratura pronuncia il mio cognome. Guardo l'orologio. Le 14.00.
"Signorina Jones, ha intenzione di rimanere qua ancora?"
"No, prof. Scusi. Ero un attimo soprappensiero. Adesso vado."- rispondo raccogliendo le mie cose e infilandole alla rinfusa nello zaino.
"C'è qualcosa che non va, Grace?"- chiede con tono dolce, come se fosse mia madre.
"No, prof. Niente. Stamani sono solo un po' distratta. Chiedo scusa."
Annuisce ed esce prima lei.
Appena varco la soglia dell'aula leggo un messaggio di Alex.
Da Alex:
Alle 14.30 passo a prenderti a casa tua. Andiamo a pranzo insieme, ti va?♡
Ad Alex:
Okay, tanto i miei non sono a casa. Dove mi porti?♡
Da Alex:
Mmm.. Sorpresa! Tu sii puntuale, mi raccomando.
Ad Alex:
Ti odio.
E come sempre blocco il cellulare con un gran sorriso stampato in faccia.
Metto le cuffie e faccio partire I Know di Tom Odell.
Dopo circa un quarto d'ora sono a casa.
Cerco con lo sguardo il ragazzo misterioso nella sua nuova casa. Hanno probabilmente finito il trasloco. Tutto tace.
Mi dirigo verso casa mia, apro la porta ed entro.
Noto che sul tavolo c'è un biglietto di mia madre.
Ciao Grace, mi ha chiamata Alex e mi ha detto che oggi ti porta a pranzo fuori. Se non ti va c'è un pezzo di pizza, scaldala nel microonde e buon appetito!
P.S. Buona giornata amore.
Mia madre riusciva sempre a strapparmi un sorriso.
Finito di leggere vado in camera mia per cercare qualcosa da mettermi.
Quando entro noto qualcosa di diverso. Squadro tutta la mobilia da cima a fondo.
Niente.
Mi cade lo sguardo sulla casa accanto alla mia.
La finestra che da qualche anno era chiusa, stamani è aperta. E guarda un po' chi c'è?
Il ragazzo che mette apposto la sua camera.
Vedo che ha una chitarra sul letto, sommersa da migliaia di fogli. Probabilmente accordi, o canzoni.
Sorrido come una cretina e lui si accorge della mia presenza. Distolgo lo sguardo velocemente, con fare impacciato.
Apro l'armadio in cerca di qualcosa di mio gradimento, nella marea di vestiti che lo popolano.
Opto per un maglioncino grigio, un paio di jeans e degli anfibi neri.
Vado in bagno e mi faccio una doccia veloce, in cinque minuti.
14.25.
Posso farcela.
Mi vesto, cercando in tutti i modi di far entrare i pantaloni pur avendo ancora le gambe bagnate, saltellando su una gamba e rischiando di cadere più di una volta.
14.30.
Devo truccarmi.
Faccio una volata davanti allo specchio di camera mia e mi metto un filo di mascara.
Aggiusto i capelli e sono pronta.
In ritardo come sempre.
Prendo il cellulare, dei soldi dal salvadanaio a forma di maialino e scendo le scale quasi volando.
Apro la porta e trovo Alex lì fermo ad aspettarmi.
"Andiamo?"- chiedo.
"Io aspetto te..!"
Gli faccio il verso e lui ride.
Ci dirigiamo verso la sua macchina e nel frattempo vedo il mio nuovo vicino di casa sulla porta.
"Vai a buttare la spazzatura, Genn!"- grida una donna, probabilmente sua madre.
Lui chiude la porta alle sue spalle e prende i due sacchi accanto a se.
"Grace, possiamo andare?"- chiede Alex, cercando di riportarmi alla realtà.
Genn.
Lo sto fissando. Lui lo stesso.
Ci guardiamo a vicenda, come se entrambi avessimo qualcosa da scoprire l'uno dell'altro.
Alex mi prende per un braccio e sono costretta a seguirlo.
Mi volto un secondo e lui mi sta ancora guardando.
Saliamo in macchina.
"Allora, dove mi porti?"- chiedo ad Alex sorridendo.
"Mmm... Sushi?"
"NO. NON CI CREDO. MI PORTI AL GIAPPONESE?"- chiedo esaltata.
"Sì, ma se non ti va possiamo anche tornare a casa..."
"STAI SCHERZANDO? IO TI ADORO!"- urlo stampandogli un bacio sulla guancia.
E poi parliamo della mia giornata noiosa a scuola.
In meno di dieci minuti siamo arrivati.
Entriamo e ci sediamo al tavolo, pronti ad ordinare.
Mentre leggo il menù che ormai ho imparato a memoria, nella mia mente si fa spazio una voce. Un nome.
Genn.
Devo scoprire chi è. Devo cercare di avvicinarmi al misterioso ragazzo.
Cerco di scacciare questo pensiero e concentrarmi su Alex, che mi ha portata a mangiare il sushi ed io penso solo a Genn.
-SPAZIO AUTRICE-
Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. So che avevo detto che lo avrei pubblicato a 50 visualizzazioni e 5 voti, ma ovviamente non riesco a stare senza scrivere ed eccomi qua!
Avete visto il live ieri sera? Che ne pensate dell'inedito? Io lo adoro!
50 visualizzazioni e 3 voti per il prossimo capitolo.
Un abbraccio,
Rouseyourmind.♡
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro