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16. Heartbreak

Magari qualcosa, una moneta che cade, un piccolo braccialetto che si impiglia alla maglia di qualcuno, uno scontrino che scivola via, cambia il destino di una persona. E quella persona, per un piccolo, banalissimo gesto, non farà più le stesse cose che avrebbe fatto invece se quel gesto non si fosse verificato. E la sua vita prende un altro binario. Magari per sempre. Magari per un po' soltanto. Chissà.

Alex mi ha lasciata davanti all'entrata della scuola. Mi ha salutata ricordandomi che se avessi avuto bisogno di farmi venire a prendere, sarebbe bastata una telefonata.

Io sono rimasta lì davanti al portone, incerta se entrare o meno. Sono immobile e mi guardo attorno. Vedo ragazze con i propri fidanzati o con le loro amiche.

Ed io sono sola.

Ho combinato un casino.

Probabilmente se non fossi andata a prendere gli appunti da Anne, quel giorno, adesso sarei con Stilinski al ballo.

Ma si sa, anche una piccolezza, a volte, ti stravolge i piani. E Genn non era nei miei piani.

Mi decido ad entrare.

Salgo i tre gradini lentamente.

Entro e attraverso il lungo corridoio. Le braccia lunghe sui fianchi. Piccoli passi. Un piede davanti all'altro.

Sento gli occhi di tutti addosso.

Me lo aspettavo.

Sapevo che mi avrebbero squadrata da capo a piedi.

Sono etichettata come una delle ragazze più strane della scuola. Una di quelle che non ti aspetti di trovare al ballo di Natale, con un vestito elegante e, con tutta modestia, bellissimo.

Più avanzo, più sento il battito del mio cuore accelerare, farsi più intenso.

Lo strascico del vestito viene a contatto con il pavimento, rendendo la mia camminata più elegante?

Entro nella palestra, dove, come ogni anno che si rispetti, viene celebrata la festa.

Fortunatamente non sono più da sola. C'è una marea di ragazzi e ragazze, intenti a ballare.

Mi butto nella mischia sperando di non dare troppo nell'occhio.

La musica alta mi rimbomba nelle orecchie, provocando un fastidioso senso di vuoto nello stomaco.

I movimenti bruschi dei ragazzi mi costringono a spostarmi da una parte all'altra.

Mi sento una palla in una partita di calcio.

"Ciao Grace! Sei bellissima, quel vestito ti sta da dio!"- sento dire da qualcuno alle mie spalle.

È Anne.

"Grazie, Anne. Anche tu!"- rispondo.

"Oh, ti ringrazio. Vado a ballare un po', ci vediamo più tardi!"- afferma, facendosi trascinare da una nostra compagna.

"Certo."- dico accennando un sorriso.

Finto.

Anche lei, che aveva una vita sociale pari a zero, si stava divertendo.

Cerco di superare la massa di adolescenti che popolano la pista da ballo, per andare a sedermi da qualche parte.

Trovo un divano libero e senza esitazioni mi ci siedo, accavallando una gamba e puntellandovi il gomito, per poi poggiare il mento sulla mano.

Osservo la gente ballare.

Qualcuno si siede accanto a me, ma non ho nemmeno un minimo di voglia di guardare chi è. Tanto lo so già.

"Ti ha dato buca?"

"Stilinski."- dico cercando di fargli capire che deve stare zitto e non toccare l'argomento.

"Scusami."

"Sei solo?"

"Isabel mi ha obbligato a venirci con lei e adesso è a fare la gallina con gli altri ragazzi. Quindi, eccomi qua..."- risponde con amarezza.

Penso a come lo avevo respinto. Penso a Genn che non si era fatto sentire in tutti questi giorni, che non aveva nemmeno provato a tornare da me, a chiedere spiegazioni. Penso a quanto mi stavo rovinando per lui. Ne vale davvero la pena?

"Stiles?"

"Sì?"

"Ti va di ballare?"

Mi guarda alzando un sopracciglio.

Poi scoppia a ridere.

"Ehi! Che ridi?"- chiedo dandogli una pacca sulla spalla.

"Niente."- dice cercando di trattenere un'altra risata.

Poi mi tende la mano.

Ci alziamo e ci precipitiamo in mezzo alla pista.

Si apre un varco tra la folla, per far passare Stiles.

In sottofondo si sentono degli wow, guarda Stiles!, ha trovato una nuova ragazza! e tanti altri commenti inopportuni.

Cerco di non darci peso. Cerco di non pensare.

Penso poco

E sto meglio.

È una frase che avevo visto attaccata alla parete della camera di Genn.

Scaccio subito quel pensiero.

Come se l'imbarazzo di ballare con gli occhi di tutti addosso non bastasse, il DJ fa partire un lento.

Non posso e non voglio tirarmi indietro.

Prendo un respiro profondo, poi metto le braccia attorno al collo di Stiles, il quale mi cinge la vita.

Lo stringo ancora di più, non appena sento assalirmi una voglia di piangere incontenibile.

Appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi abbraccia.

Ci muoviamo lentamente a ritmo di musica.

"Possiamo uscire?"- mi sussurra Stiles all'orecchio.

Annuisco.

Gli prendo un braccio e lo porto fuori.

Ci fermiamo davanti alla porta d'ingresso.

Stiles si avvicina e mi stampa un bacio sulla guancia.

Sento un rumore provenire dalla mia sinistra.

Mi volto e vedo Genn.

Davanti a noi, immobile.

Sento il cuore spezzarsi a metà.

Ai suoi piedi, un mazzo di rose.

-SPAZIO AUTRICE-

Ciaociao cuori❤️

Lo so che avete voglia di uccidermi, lo so.

Però però però

Non c'è un però, ma sono sicura che un giorno mi amerete.

Mi scuso se ci sono degli errori, ma un pezzo l'ho scritto durante il comitato studentesco anziché ascoltare (che brava rappresentante di classe, responsabilissima)

Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se vi è piaciuto lasciate una stellina.

Ma ormai lo sapete già, non importa neanche che ve lo dica!

Un abbraccio.

Love always,

Rouseyourmind.

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