11. Crush
Sono tornata a casa alle 9:00, come mia madre aveva detto.
E vorrei non averlo fatto principalmente per due motivi: il primo è che mi manca già Genn e il fatto di aver stabilito che adesso stiamo insieme mi esalta; secondo, non appena ho messo piede in camera mi sono ricordata magicamente di avere un compito in classe domani. Non posso saltarlo. E non posso non chiamare Alex per raccontargli tutto.
"Alex!"
"Ciao Grace."
"Devo raccontarti una cosa."
"Adesso?"
"Credo di sì."
"Parla."
"Hai presente Genn? Beh, ecco, diciamo che in questi giorni sono accadute delle cose... E praticamente adesso stiamo... Insieme."
So già quale sarà la sua reazione. Ma se vi conoscete da nemmeno una settimana!
"Ma se vi conoscete da nemmeno una settimana!"
Come non detto.
"Lo so Alex, lo so. Ma sono successe davvero delle cose che mi hanno spinta a prendere questa decisione. Spero veramente che tu possa capirmi."
"Grace, se ti tocca io parto. Parto e non c'è n'è più per nessuno, ricordatelo."
"Perché dovrebbe?"
"Lo sai cosa penso di lui."
"Dammi almeno il tempo di fartelo conoscere meglio. Sono sicura che ti piacerà."
"Mmmh, va bene. Domani possiamo vederci tutti e tre, ci stai?"
"Perfetto."- dico con un gran sorriso.
Sapere che Alex è intenzionato a provarci mi rincuora.
"Domattina non posso venire a prenderti, devo accompagnare mia madre a fare delle visite. Fatti accompagnare da Genn."
"Penso che non ci sia bisogno di dirglielo."
"Allora va bene, ci sentiamo domani."
"Alex, aspetta un attimo."
"Sì?"
"Volevo davvero dirti grazie. Grazie perché ci stai provando e ti stai impegnando. Lo sai che per me il tuo parere conta. Conta più di tanti altri e sapere che tenterai di fartelo piacere mi fa stare bene."
"Sei come una sorella per me. Non c'è nessun altro al mondo che vorrei vedere felice."
"Ti voglio bene."
"Ti voglio bene anche io, piccola Grace."
Metto giù e mi si stringe il cuore.
E ora devo studiare per il compito? Devo, assolutamente. Non posso permettermi di abbassare la media in letteratura.
E, fortunatamente, le lezioni di questa materia non mi annoiano mai e seguo sempre con attenzione. Il che mi facilita il lavoro.
Riesco a finire entro le 11:30 e posso dire di sapere abbastanza bene gli argomenti.
Invio un messaggio a Genn in cui gli dico che domattina deve passare a prendermi e accetta con piacere.
—
Il suono della sveglia annuncia l'inizio di un'altra giornata, monotona e grigia, come tutte le altre.
Riprende la routine di sempre e l'unica cosa positiva in questo incubo che sembra ripetersi all'infinito è vedere Genn sulla porta che mi aspetta.
"Ciao mammaaaaa!"- grido dall'ingresso.
"Ciao Grace, ci sentiamo dopo!"- risponde lei.
Saluto Genn con un bacio sulla guancia, ma lui sembra non approvare. Mi prende il viso tra le mani e mi stampa un bacio sulla bocca.
"Genn, che devo fare con il tipo che mi ha chiesto di andare al ballo con lui?"- chiedo non appena saliamo in macchina.
"Non so, io glielo direi. Poi fai tu."- dice in tono sarcastico.
"Genn, davvero. Io gli avevo detto che forse sarei andata con lui. E adesso? Io non... Cioè, non so come dirglielo. Magari ci rimane male."
"Se preferisci andare con lui... Insomma, non c'è problema."
Mente.
"No, assolutamente. Solo che... Non lo so. Vabbè, lasciamo stare. Glielo dico e basta."
"Fai quello che ti senti, non sentirti vincolata da me."- dice guardandomi.
Arriviamo a scuola e non mi va proprio di lasciarlo.
Gli do un bacio che lui approfondisce felicemente.
Entro e cerco di arrivare in classe il più velocemente possibile per iniziare in orario il compito.
Ma mentre cammino a passo svelto per il corridoio vedo Isabel appoggiata con la schiena all'armadietto e le braccia incrociate e Stiles davanti.
Isabel è una delle ragazze più popolari della scuola. Bionda, occhi azzurri, vestita sempre incredibilmente alla moda, un sacco di soldi che le escono da tutte le parti. E poca, pochissima, intelligenza.
Una di quelle che escono con Stilinski.
L'opposto di me.
"Mi stai dicendo che non vuoi venire al ballo con me?"- mi sembra di capire.
Ma no, sono solo io che ho capito male.
"L'ho già chiesto ad un'altra ragazza, te l'ho detto."- risponde lui.
Isabel si volta verso di me con una faccia minacciosa non appena si rende conto che la stavo fissando.
Mi affretto ad andare in classe a testa bassa.
Non posso credere che Stiles stia rinunciando a quella ragazza per me. Sempre che non l'abbia chiesto anche a qualcun'altra. Nel caso, non mi stupirei.
La campanella suona e la prof è in perfetto orario, come sempre.
Le due ore disponibili per il compito passano piuttosto in fretta e, fortunatamente, sono preparata sugli argomenti.
Riesco anche a finire mezz'ora prima.
Consegno ed esco dall'aula.
Vado a cercare Stiles per dirgli del ballo. Magari anche lui è in giro.
Cerco un po' ovunque. In palestra, nella zona dei bagni, nel cortile... Ma niente. Non posso andare di certo a prenderlo in classe sua.
Decido di andare a prendere un caffè al bar e trovo il ragazzo che stavo cercando.
L'unico posto che non ho considerato, giusto.
"Ciao Grace."- mi saluta per primo.
"Ciao Stiles. Ti devo parlare del ballo."
"Sì, anche io. Andiamo da qualche parte."- propone lui.
Decidiamo di andare in palestra. Generalmente a quest'ora non c'è mai nessuno.
"Allora, ehm... Ti volevo dire che... Sì, insomma... Diciamo che ci vengo con il mio ragazzo."- dico imbarazzata e dispiaciuta. Non perché preferisca lui a Genn, ma perché avevo visto che ci teneva davvero, stranamente, a venirci con me.
"Oh, non sapevo avessi un ragazzo. Non è di questa scuola, vero?"- chiede lui abbassando lo sguardo.
"No, in realtà si è trasferito da poco."
"Già."- bisbiglia lui storcendo la bocca in segno di dispiacere.
"Mi dispiace, Stiles, davvero. Ma è successo tutto così in fretta. E... Non lo so."
"Tranquilla, io... Io lo capisco."
"Grazie."
Faccio per alzarmi ma Stiles mi ferma.
"Grace, ti devo dire una cosa."
"Dimmi."
"Io, ehm... Credo sia giusto che tu lo sappia. Diciamo che potrei avere una cotta per te. Ma da molto tempo."
"Cosa?!"- dico spalancando gli occhi.
"Sì, insomma, è da molto che ci conosciamo. Cioè, non è che ci conosciamo. Non bene, ecco. Così e così. E quindi niente. Più o meno è sempre stato così."
Ed effettivamente è vero. Stiles lo conosco da veramente molto tempo. Ma poi la sua popolarità ha offuscato la persona che era. Quella che ero solita salutare la mattina e con cui scambiavo tutti i giorni qualche parola. Di tempo ne è passato, tant'è che ricordo a stento queste piccolezze.
"Stiles... Perché non me lo hai mai detto?"
"Perché non ho mai trovato il coraggio."
"Ma se sei una delle persone più popolari e temute della scuola!"- insisto.
"In realtà sono le altre persone che credono che sia popolare. Io sono solo un ragazzo che gioca bene a lacrosse e carino, a quanto pare. E tutto ciò mi classifica come il ragazzo più conosciuto della scuola. Ma io sono... Normale."
Quello che dice mi fa riflettere. È la verità.
Mi metto a sedere accanto a lui e in realtà non so cosa fare né cosa dire.
Alza lo sguardo verso di me e si avvicina al mio viso.
Non reagisco, ma quando è a praticamente due centimetri dal mio naso gli metto una mano davanti alla faccia.
Suona la campanella.
"Scusami, io... Non volevo."
"No, ehm... Tranquillo, sì. Cioè, è okay. Devo andare. Ciao Stiles."
E corro via.
Ma che storia è mai questa?
-SPAZIO AUTRICE-
Ciao cuori❤️
Scusate se ieri non ho aggiornato, ma ho avuto dei problemi.
Ultimamente sembra che tutto vada male. A tutti.
Quindi sorridete. Fatelo. Adesso. È un ordine. Non sentitevi stupidi a sorridere davanti a uno schermo.
Eeeee a parte questo... Tadaaaan! Colpo di scena eheheheh Stilinski birichino.
Vi vorrei davvero ringraziare. Di nuovo.
Soprattutto quelle personcine che votano e commentano costantemente, awaw.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi è piaciuto lasciate una stellina!
Love always,
Rouseyourmind.
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