6.
«Bene, allora buonanotte» disse il biondo lasciandosi scivolare lungo le pareti metalliche per sedersi sul sudicio pavimento.
Fu come uno schiaffo in pieno volto.
«Buonanotte?» esclamai, «non penserai di dormire, vero?» fece spallucce, era evidente che a lui quella situazione non creasse poi così tanti problemi. «Senti, Mr. me ne frego del mondo, non so quanta roba ti sei preso per essere così tranquillo, ma è colpa tua se sono in questa situazione, non morirò prima dei 18 anni per te, quindi muovi le dita e prendi il tuo telefono!» strillai.
«Prima di tutto non è colpa mia, non vedo come potrebbe, secondo non ho il telefono, terzo non sono fatto, quarto non morirai perché l'ascensore si è bloccato» rispose, Probabilmente il discorso più lungo della sua esistenza, che onore.
Incrociai le braccia sul petto e dissi: «Hai anche il quinto punto?»
Sollevò le spalle e con indifferenza rispose: «Se lo vuoi sentire: quinto, calmati».
Sbuffai incazzata, se c'era una cosa che odiavo era sentirmi dire di stare calma, mi faceva soltanto innervosire ancora di più.
Le cose tra me e lui iniziavano male.
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