23.
Ora che tutti i miei dubbi erano tornati a galla, mi sentivo a disagio a stare con lui.
«Ehy» mormorò. «Che ti prende?»
Alzai lo sguardo verso i suoi occhi di ghiaccio.
«Ho freddo» mentii.
Cercai di cacciare i miei timori, comunque sia non avrebbe avuto motivo di uccidermi. «Obbligo o verità?» gli chiesi.
«Obbligo» mi rispose, guardandomi negli occhi con quel suo sguardo di ghiaccio.
Mi feci coraggio, non dovevo sembrare intimidita, dovevo continuare a comportarmi come prima o avrebbe notato il mio disagio.
Cosa avrebbe chiesto la sfacciatissima Elena ad un ragazzo così carino? La risposta era ovvia.
«Togliti qualcosa che stai indossando» gli feci eco, sorridendo maliziosamente.
Lui capì esattamente che cosa volevo che si togliesse e con un unico e fluido gesto si sfilò la t-shirt grigia.
Cazzo, quant'era bello.
I tatuaggi continuavano su tutto il petto, senza coprire però quegli addominali così dannatamente perfetti.
Perché sentivo improvvisamente così caldo? Doveva sicuramente essere la giacca, cercavo di convincermi non volendo ammettere che sebbene potesse essere un assassino, ai miei ormoni non interessava gran che, era esattamente il mio ragazzo ideale.
Vendicarmi del mio ex sarebbe stato più piacevole di quanto avessi immaginato.
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