Caro diario,
Ti scrivo mentre sono seduta sopra la finestra della mia cabina, nella nave che se ne va dalla mia terra.

Vedo la Sardegna che si allontana sempre più da me, e più la vedo lontana, più mi rendo conto di quanto tutto questo stia succedendo, di quanto sia così reale.

Il blu del mare che si scontra con un cielo così limpido e senza nuvole, creano una uniformità meravigliosa. Il sole con i suoi raggi illumina e scalda tutto, tranne me.

Non ho parlato per tutto il tragitto, i miei sono usciti andando a farsi un giro per la nave mentre io ho preferito stare sola.

Non voglio tutto questo, volevo evitarlo a tutti i costi ma sono obbligata ad andarmene.

Ho impresso nella mia mente tutti i miei più cari ricordi, e la consapevolezza del fatto che non so quando potrò tornare.

L'ultima volta che ho visto Mirco, tra l'altro, non è andata molto bene. Continuo a non capire il senso dei suoi sbalzi d'umore così repentini, cosa era cambiato in quei giorni?

Il giorno dopo averlo visto, mi sono sentita cadere il mondo addosso. Non me ne capacito, e non capisco ancora di più perché deve essere tutto così difficile e complicato tra noi.

Da quando l'ho conosciuto in me non ha fatto altro che instaurare ancora più dubbi.

Perché i suoi occhi sono tanto scuri quanto tristi? Cosa nascondono?

Perché ha questi sbalzi d'umore? C'è qualcuno dietro che gli mette idee in testa sbagliate su di me?

E lo scherzo telefonico? Perché e chi ha fatto il mio nome? Qualche ragazza che magari lo vuole ed è gelosa?

E perché quando l'ho visto al mare stava piangendo per me?

Ho preso così la decisione di andare in chiesa. Avevo bisogno di un luogo di pace e di un'atmosfera tranquilla.
Mi sono seduta negli ultimi posti, vedendo quel posto completamente spoglio di gente. Ho racchiuso le mani e con il cuore in gola ho dato voce a ciò che in quel momento sembrava più giusto «Ci insegni ad amare, io l'ho imparato con lui, e ho capito che amore è anche sofferenza. Vorrei allora che tu mi aiutassi a dimenticarlo, allontanalo da me, non voglio più che ci incontriamo»

Sarà questa la decisione più giusta?
Non ne ho idea, l'unica cosa che so è solo che questa situazione fa male a entrambi.
Se uno dei due non si decide a fare il primo passo, non andremo da nessuna parte.

Per ora non so nemmeno quando ci rivedremo, e questo fa già di per se abbastanza male. Rimanere con tutti questi dubbi che mi lacerano la testa mi fa sentire il mio cervello come un frullatore.

Vorrei tanto avere una lampada di cristallo per vedere il futuro, sapere se riusciremo a stare insieme, e nel caso, chi dei due si arrenderà.

Chiudo il diario e vado nuovamente da mamma, pronta per bombardarla di domande.

«Sono arrivata a quando finisci la terza media!»

Esclamo facendola balzare «devi smetterla!»

Ridacchio prendendola in giro «allora?»

Lei mi guarda storto «allora cosa?»

«vi rivedrete? Hai saputo alla fine come mai lui dopo che stavate scherzando ti ha completamente ignorata? Come fai a tornare in Sardegna? Inizierai le superiori?»

«ti faccio un piccolo spoiler, sí ci rivedremo»
Tiro un sospiro di sollievo «però no, ad oggi non so ancora perché lui aveva quei comportamenti. Il giorno prima rideva e scherzava con me, quello dopo mi ignorava e mi augurava che cadesse l'aereo»

«Ma perché?»

«Non lo so Ire, ho sempre sospettato però che dietro questi suoi sbalzi d'umore ci fosse un'altra persona»

«hai il dubbio su chi?»

Gira la testa a destra e sinistra «no, c'erano tante persone che non volevano che noi due stessimo insieme, e lui aveva troppo a cuore gente che poi non si è rivelata tanto sincera nei suoi confronti»

Fa una breve pausa e poi riprende «ma ti posso assicurare che lui invece era un vero amico»

«come fai a saperlo?»

«certe cose le ho sapute dopo tanto tempo»

Mi lascia ancora così, con l'amaro in bocca invogliandomi sempre di più a continuare la sua storia.