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Capitolo 6: Night Confessions

Capitolo 6

Aiden's POV
Mi svegliai di soprassalto con il fiato corto ed il battito cardiaco così accelerato da darmi l'impressione che, da un momento all'altro, mi sarebbe venuto un attacco di cuore.
Avevo la fronte madida sudore e le coperte del letto in cui mi trovavo erano raffazzonate ai miei piedi, era chiaro che mentre dormivo mi fossi agitato parecchio.
Mi sedetti con la schiena poggiata alla testata del letto e mi strinsi la testa tra le mani, mentre i flashback di ciò che avevo appena sognato mi riaffioravano alla mente.
Avevo trascorso diversi pomeriggi in compagnia di Bella, chiusi all'interno della vecchia aula di danza, mentre lei provava i suoi balletti fino allo sfinimento. Erano trascorsi due anni, eppure il sogno aveva reso il ricordo così vivido da indurmi a credere che fossero passati solo alcuni giorni.
Rammentavo perfettamente il pomeriggio che avevo da poco sognato, Bella si era esercitata per ore e l'immagine del suo viso inumidito dal sudore e del rivolo di sangue che le colava dal naso era cristallina nella mia mente.
La prima parte del sogno non mi aveva turbato particolarmente, si trattava solamente di uno dei tanti ricordi che si accalcavano nella mia memoria; ma la seconda parte mi faceva venire i brividi.
Non riuscivo a rimuovere dalla mente il ricordo di Hayley che si gettava dal grattacielo, il sorriso sul suo viso e gli occhi tristi, lucidi e colmi di lacrime e dolore fissi nei miei.
Mi infilai le dita tra i capelli, sentendo la rabbia crescere dentro di me, mentre la voce di Bella e le sue parole mi facevano eco nella testa: " Se non sei riuscito a salvare me, come credi di fare a salvare lei?".
Tentai di scacciare quella voce, di reprimerla in un angolo remoto e polveroso della mente in modo che rimanesse incatenata lì, senza via di scampo. Tuttavia, non ci riuscii.
Sospirai rumorosamente e mi alzai dal letto, lasciando che il bagliore lunare che filtrava attraverso la finestra della stanza in cui mi trovavo mi guidasse verso la porta.
Un brivido mi corse lungo la schiena, quando la mia pianta del piede entrò in contatto con il pavimento freddo.
Una volta uscito dalla stanza, mi diressi verso il grande soggiorno della villa con l'intenzione di aprire la grande vetrata che si affacciava sul giardino e lasciare che la brezza notturna mi rinfrescasse. Ad ogni passo che facevo, immerso nel buio di quella grande casa avvolta da un silenzio di tomba, sentivo la rabbia crescere dentro di me.
Era come se qualcuno avesse dato vita ad una piccola scintilla dentro di me che, tuttavia, era abbastanza per creare un fuoco che, lentamente, si stava tramutando in incendio.
Giunto in soggiorno, aprii la grande finestra dalla quale era possibile ammirare il manto stellato della notte ed il volto argenteo ed in parte celato della luna. Una volta in giardino, tentai di far tacere la eco della voce di Bella intenta a ripetere all'infinito la stessa frase. I miei nervi erano tesi e nemmeno la brezza notturna parve riuscire a sbollire la mia rabbia che, al contrario, persisteva a crescere e a divorarmi.
Mi voltai verso il muro della casa e lo colpii con un pugno, sentii il dolore diramarsi nelle nocche e tuttavia non mi parve abbastanza forte da mettere a tacere i miei pensieri.
Hayley non era Bella, dovevo mettermelo in testa.
Sì, forse sarebbe il caso.
Bella aveva scelto di scappare, di fuggire e di abbandonare ciò che aveva; Hayley era diversa però, lei non lo avrebbe mai fatto e anche se avesse intenzione di tentare, io non glielo avrei permesso.
" Se non sei riuscito a salvare me, come credi di fare a salvare lei?", la eco della voce di Bella tornò a farsi strada nella mia mente facendo sì che la mia rabbia crescesse ulteriormente.
L'immagine degli occhi verdi e velati di tristezza della ragazza dai lunghi capelli biondi sembrava marchiata a fuoco nel mio subconscio, tanto vivida da darmi l'impressione che, se avessi distolto lo sguardo dal muro che avevo dinanzi, sarei stato in grado di vedere Bella in carne ed ossa proprio accanto a me.

" Esci dalla mia testa" dissi, la mia voce intrisa di una rabbia cieca che non pareva intenzionata ad abbandonarmi.

Scagliai un altro pugno al muro, mentre la voce della ragazza che, tra l'altro, non vedevo da due anni ormai, mi rimbombava nella mente.
Bella era stata la mia rovina e io non riuscivo ad allontanarla da me, nonostante fosse trascorso così tanto tempo, non ero in grado di dimenticarla. I fantasmi dei miei ricordi mi tormentavano e minacciavano di farmi diventare pazzo, mi sembrava di vivere in un incubo.
Continuai a scagliare pugni contro il muro duro e ruvido, senza tuttavia provare neanche nemmeno il minimo dolore. I miei pensieri erano troppo rumorosi e la mia mente troppo affollata di ricordi perché io riuscissi a sentire male alle mani, nonostante la pelle delle mie nocche si fosse ormai spaccata in più punti e il sangue avesse preso a colarmi dalle ferite. Se avessi continuato, di quel passo rischiavo di rompermi le mani.
Sentii una mano poggiarmisi sulla spalla e quel tocco leggero mi indusse a smettere di torturarmi e a voltarmi. I miei occhi incontrarono quelli ambrati di Hayley, il viso della ragazza era distorto dalla preoccupazione e il suo sguardo era fisso nel mio.

" Aiden, calmati " disse, prendendomi le mani tra le sue non curante del fatto che fossero ricoperte di sangue.

Mi bastò guardarla, vedere che fosse lì viva e vegeta dinanzi a me, invece che sul ciglio di un grattacielo con le lacrime agli occhi perché l'incendio propagato dentro di me si placasse lentamente.

" Angelo, che ci fai sveglia?" chiesi, mentre la ragazza fissava le nocche delle mie mani con sguardo perso.

Hayley mi guardò, sorridendo amaramente e sospirando. Aveva gli gli occhi velati della tristezza che, di tanto in tanto, li oscurava rendendoli lucidi e facendoli assomigliare a due lastre di vetro.

" Ho avuto un incubo e da quello che vedo, ne deduco che lo abbia avuto anche tu. Fammi indovinare, Bella? " replicò, alludendo alle mie mani.

Mi limitai ad annuire e senza pensarci due volte, la strinsi a me. Avevo bisogno di sentire il suo delicato profumo dolce e speziato invadermi le narici, assicurarmi che fosse sana e salva e che nulla potesse indurla a scappare da me.
Il viso di Hayley affondò nel mio petto e le sue mani si aggrapparono alla mia maglietta con fare disperato, avevo quasi la sensazione che anche lei non avesse intenzione di lasciarmi andare e che volesse assicurarsi che fossi reale e non solo frutto della sua fantasia.

" Ho avuto una paura tremenda, per un attimo ho creduto di averti perso. Sembrava così reale da mettermi i brividi " disse, la voce attutita dal tessuto della maglietta che indossavo.

Strinsi la presa attorno al suo corpo con l'intenzione di consolarla, di indurla a comprendere che io ero lì e che non avevo la benché minima intenzione di lasciarla andare.
Hayley stava attraversando un periodo ben peggiore rispetto al mio, aveva perso il suo migliore amico da poco ed era chiaro che per lei risultasse difficile rialzarsi in seguito all'ennesima caduta. Tuttavia, io credevo in lei e nella forza che sapevo albergasse nel suo animo.

" Ti va di parlarmene?" domandai, lasciandole un delicato bacio sulla fronte e portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

La brezza californiana non era particolarmente fredda, anzi, la sua freschezza mi confortava, sopratutto se si considerava che fino a poco prima mi sentivo bruciare dentro.
In lontananza udii il suono prodotto di una volante della polizia che si fece via via sempre più fioco fino a dissolversi del tutto.
Hayley annuì e mi prese per mano, conducendomi verso il muro che poco prima avevo sfrutto come sacco da boxe e che, tra l'altro, era macchiato del mio sangue. La ragazza mi fece sedere ed io divaricai le gambe in modo che la sua schiena fosse poggiata contro il mio petto, per poi avvolgere le mie braccia attorno al suo corpo.

" Ho sognato la notte in cui ho fatto l'incidente con Emma, solo che al posto suo c'eri tu e sei stato tu a morire tra le mie braccia non lei. E mentre piangevo come una bambina, continuando a pregarti di aprire gli occhi, sono comparsi Emma, mia madre e persino Scott. Hanno iniziato a gridarmi delle cose orribili e mi sono sentita come svuotata, o forse sarebbe più appropriato dire che era come se fossi stata composta di dolore. È stato orribile, sembrava così reale che avevo l'impressione che quello stesso dolore mi avrebbe uccisa. Vederti lì, senza vita, sdraiato sull'asfalto di quella statale desolata e circondato dai cocci di vetro del parabrezza, mi ha devastata" disse, mentre accarezzava delicatamente le mie mani sulle quali il sangue si era ormai raggrumato.

Ascoltando le parole di Hayley realizzai che la ragazza avesse avuto un incubo piuttosto simile al mio, il che sembrava uno strano scherzo del destino.

" Angelo, sono qui. Non me ne vado e tu non mi farai del male, prometto" risposi, baciandola sulla testa.

Hayley si voltò a guardarmi negli occhi, come se volesse assicurarsi che fossi davvero lì accanto a lei. La ragazza restò qualche secondo ad osservarmi, le sue iridi ambrate che flettevano i raggi argentei della luna erano fisse nelle mie. Entrambi eravamo immersi in un silenzio che veniva interrotto soltanto dal suono prodotto dalle macchine che sfrecciavano sull'asfalto. Hayley allungò una mano e mi accarezzò delicatamente la guancia, quella dolce sensazione mi portò a chiudere gli occhi per qualche secondo in modo da poterla assaporare fino in fondo.

" Tu che hai sognato? " chiese, tornando a guardare dinanzi a sé e persistendo ad accarezzarmi le mani preoccupandosi di non toccare mai le ferite sulle nocche.

Non avevo intenzione di sviare la domanda, soprattutto perché non avrebbe comportato raccontare a Hayley tutti gli scheletri che si celavano all'interno dell'armadio del mio passato. Inoltre, forse, dopotutto, mi avrebbe fatto bene parlargliene.

" All'inizio era solo un ricordo, uno dei tanti che ho vissuto assieme a Bella. Anche se, a dirti la verità, non era nemmeno un ricordo particolarmente importante. Però da un momento all'altro tutto è cambiato, c'eri tu e volevi gettarti da un grattacielo. Bella era proprio accanto a me, bisbigliandomi all'orecchio cose che non volevo sentire ma che non riuscivo a fare a meno di ascoltare.
Tu eri così triste che guardarti mi faceva male, però le tue labbra erano allargate in uno di quei sorrisi finti che detesto, nonostante piangessi. Volevo raggiungerti, stringerti a me e salvarti, ma per quanto mi sforzassi le mie gambe non si muovevano. E poi ti sei gettata" raccontai, iniziando a disegnare dei cerchi immaginari sul palmo della mano destra di Hayley con la punta dell'indice.

Un soffio di vento mi accarezzò la pelle e scompigliò leggermente i capelli di Hayley, portandole una ciocca sul viso. Mi soffermai qualche secondo ad osservare l'erba del giardino della villa in cui ci trovavamo che, tra l'altro, era accuratamente tosata nonostante fosse disabitata ormai da tempo. Era chiaro che Robert pagasse qualcuno perché si prendesse cura del prato.

" Beh, ciò che mi hai detto tu vale anche per me: non vado da nessuna parte, sono qui" rispose lei, sorridendomi in modo rassicurante.

Mi portai la mano di Hayley alle labbra e lasciai un delicato bacio sul dorso, quasi simboleggiasse un ringraziamento taciuto.

" Direi che siamo entrambi dei disastri, vero Angelo? " la mia era più un'affermazione che una domanda, ma la ragazza si preoccupò di annuire, le labbra allargate un un sorriso divertito.

Io e Hayley eravamo complici dello stesso crimine, entrambi tentavamo di liberarci delle prove rimaste di un passato che sentivamo esserci troppo stretto e troppo sanguinoso per meritarsi di essere ricordato.

" Posso farti una domanda? " chiese lei, voltandosi a guardarmi con fare incuriosito e il capo leggermente piegato ricordandomi i movimenti di un uccellino.

" Tutte quelle che vuoi, Angelo " risposi, persistendo a disegnare i cerchi immaginari sul suo palmo.

Hayley ritornò a puntare il suo sguardo dinanzi a sé, l'espressione pensierosa come se avesse intenzione di meditare bene su ciò che voleva dire in modo da assicurarsi di scegliere le parole adatte.

" Vorresti dimenticarla? Bella, intendo" domandò, mentre i suoi occhi erano fissi sulle nostre mani.

Restai leggermente sbigottito dal quesito della ragazza e mi presi qualche secondo per riflettere su quella che sarebbe stata la mia risposta. Volevo bene a Bella, tanto, eppure una parte di me aveva sempre desiderato non averla mai incontrata o che la sua presenza fosse stata semplicemente frutto di uno strano sogno.

" Sì, mi piacerebbe. Non fraintendetemi, le voglio bene. Ma ha lasciato solo ferite nei cuori di coloro che ha incontrato, anche se sono convinto che queste persone, ad ogni modo, non sceglierebbero mai di cancellare il suo ricordo dalla loro mente. Però io sì, nonostante sia proprio grazie a lei che ho confessato a mio padre di amare la fotografia, la sua esistenza mi ha devastato completamente. Probabilmente è in parte colpa mia se il mio passato è così incasinato, ma sono certo che se non l'avessi mai incontrata o non avessi scelto di restarle accanto, le cose sarebbero andate diversamente.
Le sue scelte egoistiche hanno avuto troppe ripercussioni sulle vite di coloro che l'hanno conosciuta, a lei interessava solo essere libera e nonostante ciò pretendeva che gli altri le restassero sempre accanto" risposi, mentre nella mia mente si faceva strada il ricordo della ragazza dai lunghi capelli biondi intenta a volteggiare all'interno dell'aula di danza.

" Detesto il fatto che ti faccia soffrire così tanto" confessò Hayley, prima di sospirare  rumorosamente e scuotere leggermente il capo.

Non dissi nulla dopo aver udito quelle parole, mi limitai a stringerla a me e ad appoggiare il mento nell'incavo della sua spalla. Sentii il profumo della ragazza invadermi le narici e lasciai che quella fragranza scacciasse lentamente il ricordo del viso di Bella e dei suoi grandi occhi verdi e vispi dalla mia mente.
Hayley cambiò posizione e si sedette sulle mie gambe, in modo che le fosse possibile guardarmi in viso ed allungò una mano verso la mia guancia per accarezzala.
Successivamente, la ragazza tracciò con la punta del dito i contorni del lupo che avevo tatuato sul braccio, il tocco delicato. Era come essere accarezzati dai petali di una rosa.

" Come mai hai scelto proprio il lupo? " chiese incuriosita, spostando lo sguardo dal mio tatuaggio ai miei occhi.

Sorrisi divertito udendo quel quesito, soprattutto perché sollevato che la ragazza avesse scelto di non farmi ulteriori domande riguardanti il mio passato e, di conseguenza, Bella.
Lo sai che prima o poi dovrai dirglielo, vero?
Non ora.
Una padella, ho a che fare con una padella.
Non è il momento adatto.
Rettifico, la padella mi darebbe più soddisfazioni.

" Perché sono libero di stare solo quando voglio, ma ho sempre il supporto del mio branco ogni volta che ne sento il bisogno" spiegai, senza distogliere lo sguardo dagli occhi ambrati di Hayley nei quali si riflettevano i raggi della luna.

Il viso della ragazza era immerso nella penombra e pareva un quadro impressionistico dai contorni indefiniti e composto da pennellate piccole ed imprecise.
Abbassai lo sguardo sul braccio destro di Hayley che era scoperto grazie alla maglietta che indossava e che, tra l'altro, era quella che le avevo dato io. Passai le dita sulle tre rose tatuate sull'avambraccio della ragazza e ne osservai i petali ritratti in modo preciso, minuzioso e, tuttavia, privi di colore.

" Tu invece perché hai scelto le rose? " domandai, prima di passare l'indice sulla cicatrice che marchiava il polso di Hayley e che, ad ogni modo, era celata dal nome di Emma.

Avrei voluto poter cancellare quel segno indelebile, poiché ero certo che Hayley lo avesse coperto appositamente per non poter essere in grado di vederlo. Era chiaro che quella cicatrice ricordasse alla ragazza quello che lei stessa considerava un momento di debolezza, nonostante mi avesse raccontato di avere avuto la forza di ritornare sui suoi passi e di chiamare Scott perché andasse in suo soccorso.

" Quando mi sono iniziata ad appassionare ai tatuaggi avevo circa tredici anni e all'epoca avevo già in mente di tatuarmi una rosa, volevo che rappresentasse mia madre che, per l'appunto, si chiamava proprio Rose. Però quando ho raggiunto l'età per tatuarmi, ormai avevo perso anche Emma. Perciò ho deciso di tatuare tre rose in modo che rappresentassero quella che sarebbe stata la mia famiglia senza di me: tre rose perfette, bellissime ed intoccabili" rispose, osservando i movimenti delle mie dita mentre erano intente ad accarezzarle il braccio.

Trovavo incredibilmente triste la risposta di Hayley, soprattuto perché non riuscivo ad accettare il fatto che lei ritenesse di essere disastrosa al punto di non ritenersi degna di considerarsi parte della sua stessa famiglia.
Per un attimo distolsi lo sguardo dalle rose tatuate sull'avambraccio di Hayley per guardare l'onda disegnata sul mio, un sorriso amaro si fece strada sul mio viso.

" Io ho tatuato quell'onda perché mi considero un mare in tempesta, forte e disastroso, in grado di affogare chiunque sia abbastanza coraggioso da immergersi nelle sue acque " dissi, sorridendo amaramente una seconda volta e sentendo nuovamente l'eco della cove di Bella che si faceva strada nella mia mente.

" Siamo due catastrofi naturali, tu il mare in tempesta e io l'uragano. Cosa pensi che succeda quando due calamità come noi si incontrano?" domandò Hayley, la voce leggermente divertita.

Mi presi qualche istante per riflettere, tentando di ipotizzare quale sarebbe stata la risposta più adeguata. L'oceano era incredibilmente più grande di qualsiasi uragano e sapevo che molto spesso quest'ultimo finiva inevitabilmente per essere inghiottito dalle onde fino a scomparire, quel pensiero mi mise i brividi. Eppure ero consapevole che, talvolta, oceano ed uragano potevano unirsi, divenendo una catastrofe naturale doppiamente devastante.

" Mi piace pensare che insieme potremmo far inchinare il mondo ai nostri piedi e costringere chiunque ad osservarci affascinati. Potremmo essere la calamità più bella su cui gli occhi di qualcuno si si siano mai posati, che ne dici? Non ho intenzione di prendere nemmeno in considerazione la possibilità che noi potremmo potenzialmente distruggerci a vicenda" spiegai, guardando Hayley negli occhi ed osservando il modo in cui ad ogni soffio di vento le ciocche di capelli le accarezzassero il viso.

Le labbra della ragazza si allargarono in un sorriso luminoso, era quasi come se le mie parole fossero state le più belle che avesse mai udito.
Sentii il mio cuore accelerare i suoi battiti osservavo il viso felice di Hayley illuminato dai raggi argentei della luna. Sotto quella luce, la ragazza pareva una dea della notte pronta a mostrarmi i misteri che si celavano nell'oscurità e quanto affascinanti essi potessero essere.
Hayley si sporse verso di me e congiunse le sue labbra alle mie, lasciando che l'oceano che portavo dentro si scatenasse e che le sue acque si infrangessero contro la mia cassa toracica, affogandomi il cuore in un sentimento forte e tempestoso quanto un mare in burrasca.
Approfondii il nostro bacio e mentre le mani della ragazza si posavano sulle mie guance, ebbi l'impressione che il mondo attorno a noi fosse scomparso. Esitavamo solo noi, il bagliore lunare e i nostri cuori che battevano all'unisono.
Volevo tutto di lei, tutto.
Ti stai addolcendo, che carino.
Almeno in questi momenti potresti lasciami in pace?
Lo faccio solo per Hayley, tu ti meriteresti solo una padellata in testa.
Hai il feticcio per le padelle stasera.
Allontanai le mie labbra da quelle della ragazza e appoggiai la mia fronte alla sua in modo da poterla guardare negli occhi. Ci osservammo in silenzio con le labbra allargate in un sorriso, mentre i nostri cuori comunicavano tra di loro parlando una lingua a noi sconosciuta.
Hayley appoggiò la testa al mio petto ed io accarezzai delicatamente il suo braccio destro per tutta la sua lunghezza, fino a quando le mie dita giunsero al polso e tracciai il segno della cicatrice che lo sovrastava.
Non riuscivo nemmeno lontanamente ad immaginare quanto dolore avesse dovuto provare per giungere alla decisione di incidere la sua pelle, l'intenzione di togliersi la vita e di lasciare questo mondo. Ero infinitamente grato a Scott per essere giunto in soccorso di Hayley in tempo per riuscire a salvarla, per permetterle di continuare a vivere ed ero orgoglioso di lei per aver avuto il coraggio di resistere.
Se lei non fosse sopravvissuta a quel taglio che ormai era nascosto dalle lettere che componevano il nome di Emma, io non l'avrei incontrata e non avrei mai saputo cosa significava provare un sentimento d'amore tanto forte da parere incontenibile.
Sentii Hayley irrigidirsi sotto il mio tocco e guardarmi per qualche secondo con aria spaventata, prima che abbassasse lo sguardo imbarazzata.

" Ti ha fatto male?" domandai titubante, il mio sguardo fisso sulla cicatrice di una tonalità più chiara rispetto alla sua pelle.

Il mio pollice persisteva a tracciare l'intera lunghezza del polso, accarezzando il derma della ragazza e le lettere marchiate su di essa senza tuttavia prestavi la benché minima attenzione. Ero troppo impegnato ad osservare attentamente la cicatrice sottostante al tatuaggio, era come se dentro di me sperassi che se l'avessi guardata abbastanza a lungo sarebbe scomparsa come per magia.

" No, non ho sentito nulla. Faceva così tanto male dentro che quel profondo taglio non mi aveva provocato alcun tipo di dolore, nonostante avessi preferito il dolore fisico a quello che imperversava in me.
Speravo che farmi del male fuori mi aiutasse a non sentire ciò che provavo dentro.
È strano, ero convinta che se mi fossi provocata una tale ferita sarei finalmente riuscita ad uccidere i miei demoni e sarei riuscita nel mio intento di farli tacere per sempre.
È stupido, lo so. Mi sento un'idiota anche solo ad aver avuto un pensiero del genere, anche se a quel tempo mi era sembrata la scelta più giusta. Credo che l'odio che provavo nei confronti di me stessa avesse preso il sopravvento, continuavo a darmi la colpa di tutto ciò che accadeva intorno a me e volevo punirmi proprio per questa ragione. Non pensavo di essere abbastanza, per niente e per nessuno" rispose, la voce rotta dall'emozione e gli occhi velati di lacrime alle quali non permise di ricaderle sulle guance.

Ascoltando le parole di Hayley mi parve addirittura di riuscire a percepire il dolore di cui parlava, soprattuto perché, in parte, la capivo perfettamente.

" Angelo, tu sei abbastanza. Non dimenticartelo mai. So come ti sentivi, solo che io trasformo il dolore in rabbia e lo sfogo attraverso la boxe. Penso che anche tu ormai te ne sia accorta, anche prima ero così arrabbiato che non sentivo nulla prendendo a pugni il muro" spiegai, prima di portarmi il polso di Hayley alle labbra e lasciarvici un leggero bacio.

Strinsi la ragazza tra le braccia e sentii le sue dita intersecarsi alle mie, senza tuttavia stringere la presa in modo da non farmi male.

" Sì, confermo: siamo due disastri" disse divertita, ridendo leggermente " ah, a proposito, vieni con me così ti disinfetto le mani" aggiunse, alzandosi e aspettando che la seguissi.

Mi avviai al seguito di Hayley e la presi in braccio, la ragazza si lasciò sfuggire un una risata soffusa e mi avvolse le braccia attorno a collo per poi poggiarsi l'indice sulle labbra per indurmi a comprendere che dovevamo fare silenzio. Era ancora notte fonda e tutti i presenti nella casa - noi esclusi - erano ancora intenti a dormire beatamente nei loro letti.
Affondai il viso nell'incavo della spalla di Hayley che, tra l'altro, era costellato dai segni violacei che le avevo lasciato io.

" La mia bellissima Catwoman" le bisbigliai all'orecchio, prima di morderle delicatamente il lobo.

Udii la ragazza ridere divertita, per poi sospirare leggermente ed affondare le dita nei miei capelli. Costellai la pelle calda del collo di Hayley di baci umidi, mentre le mie narici persistevano a riempirsi del suo profumo inebriante.
Non ne avevo mai abbastanza di lei, ne ero totalmente e completamente dipendente, era come se fosse stata la più potente delle droghe. Lei mi entrava nel cuore trasformandolo in un inferno, il sangue erano le fiamme che mi incendiavano il corpo e lo consumavano lentamente proprio come fanno le onde del mare con gli scogli.
E proprio come la più potente delle droghe, ne volevo una dose sempre maggiore. Ero pronto ad andare in overdose, a lasciare che quel tipo di amore mi distruggesse, che le fiamme che albergavano dentro di me consumassero entrambi.

" Hey Batman, hai intenzione di fa sì che tutto il mio collo diventi viola? " chiese Hayley in tono scherzoso sospirando leggermente a causa dei miei baci.

" Credo che stia diventando il mio colore preferito o al momento quello che preferisco vederti indosso" replicai, allontanandomi dalla sua pelle e iniziando ad incamminarmi verso il bagno.

Hayley rise nuovamente e si coprì la bocca con una mano in modo da attutirne il suono, per poi colpirmi dietro alla nuca.

" Sei un idiota" affermò, prima di stamparmi un bacio a fior di labbra facendomi così sorridere.

Eravamo completamente circondati dall'oscurità e dal silenzio che albergavano nella casa. Vi era un tale silenzio che ebbi addirittura l'impressione che io e la ragazza che stringevo tra le braccia fossimo gli unici esseri umani rimasti sulla faccia della terra. Oppure che noi ci trovassimo in un modo parallelo, solo nostro, dove nessun tipo di pensiero velenoso o il fantasma di un passato che volevamo dimenticare riuscisse a raggiungerci.

" Sì, il tuo idiota" replicai, facendole l'occhiolino.

Una volta giunto in bagno, lasciai che Hayley tornasse con i piedi per terra e la ragazza accese la luce. I miei occhi si erano ormai abituati all'oscurità, perciò rimasi leggermente frastornato a causa della luminosità improvvisa.
Hayley aprì uno degli armadietti posti sotto il lavandino e ne estrasse alcune garze, un flacone di disinfettante e del cotone, per poi iniziare a medicare le ferite che sovrastavano le mie mani.
Le mie nocche erano coperte di sangue coagulato e una volta che la ragazza le ripulì notai che si stavano già formando dei lividi violacei dando alle mie mani un aspetto malconcio. Ero sicuro che il giorno seguente Ash avrebbe capito ciò che era accaduto dopo aver posato lo sguardo sulle mie nocche anche solo per un istante, sapevo anche che si sarebbe arrabbiata e che, soprattutto, si sarebbe rattristata.
Avevo promesso a mia sorella che avrei smesso di sfogare la mia rabbia prendendo a pugni il primo oggetto che mi capitava a tiro, però le abitudini erano dure a morire e questo era tanto più vero se i fantasmi del mio passato persistevano a tormentarmi.
Quando Hayley finì di medicarmi le nocche, lasciò un delicato bacio su ogni ferita ed io la osservai compiere quel gesto, mentre alcune ciocche di capelli le ricadevano sul viso.

" Mia mamma diceva che i baci alleviano il dolore ed aiutano le ferite a rimarginarsi più in fretta" disse, fissando i suoi occhi nei miei.

La luce forte del bagno metteva in evidenza le screziature verdi delle iridi di Hayley e rendeva la loro colorazione più forte e vivace, si rifletteva sull'anellino d'argento che le ornava il naso e fece luccicare le sue labbra dopo che le inumidì con la lingua.

" Mi fa male anche qui" risposi, posando un dito sulla mia bocca per poi sorriderle.

Hayley rise divertita e si avvicinò a me per baciarmi, sentii le sue mani poggiarmisi sul petto ed io portai una mano sulla sua guancia sentendone il calore contro il mio palmo.
Approfondii il bacio e al contempo condussi Hayley verso il letto di camera sua, preoccupandomi persino di spegnere la luce del bagno. Stesi la ragazza sul materasso e le morsi il labbro, lasciando che il suo sapore mi inebriasse.
Persistemmo a baciarci fino a quando entrambi restammo a corto di fiato, le nostre dita incrociate e le fronti poggiate l'una all'altra. Ci guardammo negli occhi e lasciammo che i nostri sguardi comunicassero tra di loro, confessandosi i nostri sentimenti taciuti e che, entrambi, non eravamo in grado di esprimere a parole.
Lasciai che Hayley si accoccolasse accanto a me e che poggiasse il capo sul mio petto, mentre io le accarezzavo la pelle del braccio.
Parlammo fino a quando entrambi fummo sopraffatti dalla stanchezza e cademmo in un sonno profondo accoccolati l'uno all'altra nel silenzio surreale che avvolgeva l'abitazione in cui ci trovavamo. Ci addormentammo in quel mondo parallelo fatto appositamente per noi e l'ultimo pensiero che mi attraversò la mente fu che, per la prima volta dopo tanto, grazie alla ragazza che stringevo tra le braccia ero felice.

Spazio marshmallow:
Ciao a tutte! Aggiornamento notturno ( si ritorna alle vecchie abitudini ).
Che ne pensate del capitolo?
Vi voglio bene.
Baci.
Xoxo
-Alex

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